Cinquantanove - Test

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Derek si vergogna come un ladro: sa che non sta facendo niente di male, che è un suo diritto acquistarlo e che di sicuro la commessa non lo giudicherà eppure ha le mani talmente sudate che è certo di non riuscire ad afferrare nulla. Gli sembra quasi di essere tornato indietro nel tempo quando, da ragazzino, aveva comprato i preservativi per la prima volta. Oppure quel pomeriggio che sua sorella Laura lo aveva spedito a comprarle gli assorbenti. L'ansia è la stessa, anzi, forse pure peggio. È andato in uno dei supermercati più lontani da casa, ha annusato l'aria più volte prima di entrare proprio per essere sicuro di non incontrare nessuno che lo conoscesse e poi di era fatto forza e ha varcato la soglia. Il piano era semplice: procedere a passo spedito fino alla corsia dei presidi medici, prendere cio che gli serviva, correre alla cassa rapida e uscire altrettanto velocemente. Niente poteva andare storto. Eccetto il fatto che ce ne fossero di tipologie diverse. Derek ne ha in mano due tipi diversi e davvero non riesce a capirne la differenza quando sente qualcuno salutarlo. Derek scatta facendo cadere le scatoline. Parrish si china a raccoglierle e gliele porge con un mezzo sorriso che dice fin troppo mentre Derek vorrebbe solo sparire. "Sono per un'amica" tenta disperato.

"Un'amica?"

Derek annuisce convinto. "Si vergognava di prenderlo così ha mandato me."

Parrish lo guarda quasi con sospetto ma poi sorride dandogli una pacca sulla spalla. "La tua amica è molto fortunata ad avere te. Non tutti si sarebbero prestati ad una cosa del genere. Buona giornata, Derek."

"Anche a te" lo saluta sospirando di sollievo.

***

Derek è sotto la finestra di Stiles e non ha il coraggio di entrare: devono parlare seriamente, lui deve parlargli seriamente e se la sta facendo sotto. Lo sceriffo è uscito da quasi venti minuti e Stiles lo sta aspettando in camera come ogni volta che l'uomo fa il turno di notte. Prende un profondo respiro, controlla di avere il pacchetto in tasca e si arrampica. "Ciao, Stiles."

Il ragazzo sta giocando ad un gioco sul PC ignorandolo. Derek sente chiaramente l'odore della rabbia mischiata alle lacrime impregnare l'aria. "Ehi, ragazzino, stai bene?" gli domanda preoccupato mettendogli una mano sulla spalla.

Stiles gliela sposta rabbioso. "Non toccarmi!" urla.

Derek è stranito dalla sua reazione. "Ho fatto qualcosa di male?"

"Dimmelo tu."

"Ho per caso dimenticato il tuo compleanno? Dovevo venirti a prendere da qualche parte questo pomeriggio e me ne sono dimenticato?"

"No, Derek. Anche perché abbiamo tenuto nascosta la nostra relazione a tutti. E ora mi è anche chiaro il perché."

"Io non capisco, Stiles. Davvero."

"Ah quindi non eri tu oggi pomeriggio beccato a comprare un test di gravidanza?"

"Tu come...?"

"Parrish lo ha detto a papà che ha pensato bene di raccontarmelo sottolinando anche il ritorno di Breaden. L'hai messa incinta, coglione?"

Derek non sa davvero come spiegare la situazione: gli viene da ridere al solo pensiero che Stiles sia ancora geloso di lei ma, dall'altra parte... "Il test è per te."

"Per me? Mi stai forse prendendo per il culo? Io sono maschio e non poss-oh."

"Già, Stiles. Oh."

"Dici che è possibile?"

È solo un sussurro ma Derek lo sente chiaramente. Esattamente come sente il miscuglio di emozioni che Stiles emana. "Ho usato il knot, Stiles. E anche se generalmente usiamo le protezioni quella volta si è rotto. Non so se è possibile nonostante non ti abbia marchiato ma... sei il mio compagno."

Stiles trattiene il fiato e anche Derek si ritrova a farlo. "Dammi quel coso."

Derek tira fuori il test dalla tasca del giubbotto e glielo passa. Stiles si chiude in bagno e Derek tende le orecchie per captare qualche rumore. Ci vogliono dieci minuti perché Stiles esca. "Allora?" chiede in ansia.

Stiles scuote la testa. "Non ci riesco, non ho il coraggio di guardare l'esito."

Derek fa scivolare una mano in quella di Stiles e la stringe forte. "Lo facciamo insieme."

Entrano in bagno e si avvicinano al test. Lo guardano increduli: positivo. Derek crede di non essersi mai sentito così felice in vita sua mentre Stiles... "Ehi, ragazzino."

Stiles si lascia abbracciare da Derek scoppiando in lacrime mentre il mannaro si sente morire dentro: desidera quel bambino, lo desidera più di ogni altra cosa al mondo. Ma desidera anche e soprattutto la felicità di Stiles. Gli bacia la fronte. "Andrà tutto bene, troveremo una soluzione" sussurra con la morte nel cuore.

"So-sono davvero il tuo compagno..."

"Sì, lo sei davvero."

"E-e aspetto un bambino."

"A quanto pare è così."

"Lo vuoi?"

Disperatamente vorrebbe rispondergli. Ma Stiles è davvero molto fragile in quel momento e Derek non vuole peggiorare la situazione. "Credo che la domanda corretta sia: lo vogliamo?"

"Io lo voglio, Der."

"Ne sei sicuro?" gli domanda incredulo.

Stiles annuisce tirando su con il naso. "Sono terrorizzato, non ho la più pallida idea di come potrò spiegare la cosa a papà ma... ho sempre voluto una famiglia con almeno due figli."

"Davvero?"

Stiles sorride. "Devo farti vedere una cosa."

Derek si lascia portare di nuovo in camera. Stiles si siede davanti al pc e apre una cartella contenente vari documenti. "So che stiamo insieme da poco, che non abbiamo mai parlato di un'eventuale famiglia ma... da qualche giorno mi stavo informando sulla possibilità di adottare un bambino. Ormai siamo adulti con un lavoro e una stabilità. E... io pensavo ad una possibile nostra famiglia" confessa.

Derek gli prende il viso tra le mani e lo bacia dolcemente. "Ti amo, ragazzino. E mi piacerebbe adottare un bambino assieme a te."

"Nonostante il nostro cucciolo?" chiede Stiles accarezzandosi la pancia.

"Nonostante il nostro cucciolo" risponde Derek intrecciando le loro dita.



Una certa personcina aveva voglia di fluff, quindi eccola accontentata. È venuta un pò corta ma spero possa piacervi ugualmente. Buonanotte!

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