Quando Stiles si è trovato l'intero branco sotto casa quel venerdì pomeriggio quasi stentava a crederci: erano davvero tutti lì per lui! Nella sua vita nessuno gli aveva mai organizzato una festa a sorpresa per il suo compleanno, men che meno un weekend al mare in una villa super lussuosa. "Dai, amico, chiudi la bocca e sali in macchina!"
Stiles non se l'era fatto ripetere due volte. Erano arrivati che già era buio ma a nessuno sembrava interessare: si erano divisi nelle camere, avevano sistemato le loro cose e avevano ordinato cibo d'asporto. Avevano mangiato a bordo piscina ridendo per tutto il tempo. Quando tutti erano andati a letto, Stiles era rimasto sul lettino a guardare il cielo. "Abbiamo sbagliato a portarti qui?"
Stiles sobbalza. "No, Lyds. Sono felice di essere qui con voi, davvero felice."
"Ma?"
Stiles non sa bene come spiegargli quella strana sensazione che gli attanaglia lo stomaco da quando sono partiti. "Derek..." comincia senza nemmeno sapere come continuare.
"Avrebbe voluto esserci, anche se non lo ammetterà mai."
"Vuoi dire che sa che siamo qui?"
"Ovviamente. Sai la sua mania di tenere tutto sotto controllo..."
Stiles non può fare a meno di sorridere, il peso leggermente diminuito. "Andiamo a letto?"
"Sì."
Se Stiles dovesse definire in qualche modo il giorno seguente lo definirebbe senza dubbio perfetto: passano l'intera giornata in spiaggia e la sera cenano in un pib festeggiando il compleanno di Stiles che, nonostante non ami stare al centro dell'attenzione, non si sente mai a disagio. Solo a notte fonda, dopo essere tornati alla villa, un senso di malinconia lo pervade. Aspetta che tutti si addormentino prima di sgattaiolare fuori e sedersi su una poltroncina a bordo piscina. La vista del cielo stellato è meravigliosa e quasi gli dispiace non avere nessuno con cui condividerla. Vorrebbe fargli una foto ma è più che certo che il suo telefono non riuscirebbe a rendergli giustizia. Sospira stringendosi tra le braccia a causa dell'aria fresca della notte. Forse dovrebbe tornare in casa a prendere una felpa ma non vuole correre il rischio di svegliare qualcuno. Qualcosa di caldo si appoggia alle sue spalle. "Stai congelando, ragazzino."
Stiles si gira sgranando gli occhi per la sorpresa. Nemmeno si rende conto di essersi alzato di scatto e averlo abbracciato. "Derek, sei qua!"
Il mannaro ricambia la stretta. "Speravo di riuscire ad arrivare in tempo per la serata ma non ce l'ho fatta."
Ma a Stiles non importa che non sia arrivato in tempo per la cena. Quello che gli interessa è che è lì, che ha fatto il possibile per esserci perché voleva esserci. Qualcosa all'altezza dello stomaco si scioglie e lo spinge ad alzarsi sulla punta dei piedi per baciarlo. È un semplice sfioramento di labbra e, appena Stiles si rende conto di quello che ha fatto, si stacca. "Scusa" sussurra.
Ma Derek gli appoggia una mano sulla guancia accarezzandogliela con il pollice. "Ne sei sicuro?"
E forse Stiles non è sicuro di aver davvero capito il senso di quella domanda ma nemmeno gli interessa sul serio. Sa solo che risponderebbe di sì a qualsiasi cosa Derek gli chieda. Specialmente in una sera perfetta come quella, con le stelle a far loro da sfondo. "Sì."
Derek sorride baciandolo di nuovo. Passano ore, o forse solo minuti in piedi, abbracciati a baciarsi. Stiles pensa di non essersi mai sentito così bene ma si deve ricredere poco dopo quando Derek lo solleva e lo fa stendere su un materassino gonfiabile per poi schiacciarlo con il suo peso. Stiles sente l'erezione di Derek contro la sua e vorrebbe fare qualcosa, anche solo sfregarcisi contro, ma la realtà è che fino a quella sera non ha mai avuto esperienze con ragazzi e ha un pò paura di fare una figuraccia. Non vuole che Derek lo ritenga un ragazzino, che magari possa pentirsi di essere andato lì per lui. Ma è proprio Derek a staccarsi dalle sue labbra e guardarlo. "Sento le rotelle del tuo cervello girare da qui. Sto facendo qualcosa di sbagliato?"
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