Ottantadue - Resta

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Stiles non ci trova davvero nulla da dover festeggiare nel suo ritorno a Beacon Hills: ha un matrimonio fallito alle spalle e una gamba ferita che lo ha costretto a rinunciare al lavoro sul campo. Odia il lavoro d'ufficio, tutta quell'inutile burocrazia, quindi si è preso un lungo periodo di ferie per decidere cosa fare della sua vita. E ha pensato di farlo a Beacon Hills. Sente il suo ritorno come una sconfitta mentre Scott ha pensato bene di organizzare una festa per lui. Lui che non riesce davvero a trovare nemmeno mezzo motivo per festeggiare. Eppure accetta perché l'ultima cosa che vuole è ferire il suo amico.

Arriva al loft e si stupisce di vederlo così cambiato eppure così uguale a come lo aveva lasciato. E, forse, percepiscono così anche lui. I suoi amici lo abbracciano, sorridono e lo prendono in giro esattamente come allora. Stiles sta allo scherzo, li asseconda e, forse per la prima volta dopo parecchio tempo, si sente a casa. Ma è Derek ad attirare la sua attenzione: sempre silenzioso ma con un'aria così serena da farlo sorridere solo guardandolo. "Che gli è successo?" domanda a Scott mentre sono in cucina a prendere altre birre.

Scott alza le spalle. "È tornato qui quando Eli aveva già due anni. Nessuno sa cosa gli è successo o chi sia la madre. Ma nessuno ha mai nemmeno avuto il coraggio di chiederglio."

"Sembra felice."

"Credo abbia finalmente trovato il suo posto."

"Lo invidio davvero molto."

Scott gli dà una pacca sulle spalle. "Lo troverai anche tu, ne sono sicuro."

Stiles però non ne è così sicuro. Continua a sentirsi sbagliato, fuori posto. E quelle sensazioni non gli permettono di godersi la serata. Si sforza di essere ancora il ragazzino spensierato e sorridente ma fingere lo stanca al punto da crollare addormentato sul divano.

Delle dita passano tra i suoi capelli con una delicatezza che gli fa quasi fare le fusa. Derek ridacchia. "Se ne sono andati tutti."

"Oh, allora vado anch'io" dice Stiles alzandosi di scatto.

Ma Derek lo ferma. "Resta. Sembri esausto."

"Lo sono" risponde Stiles prendendosi la testa fra le mani. È la prima volta che lo dice ad alta voce e gli viene da piangere. 

"Non sei felice di esser qui?" 

"Mi sembra di non essere riuscito a combinare niente. Ho... con Lydia le cose non sono andate. E non so cosa fare con l'FBI perché il lavoro d'ufficio non fa proprio pet me. È come se tornare qua mi avesse fatto tornare di nuovo ad essere il ragazzino insicuro che ero."

Derek lo guarda in maniera così intensa da farlo sentire come se stesse prendendo fuoco. "Mi dispiace ma davanti a me riesci a vedere solo un uomo. Forse un po' acciaccato, è vero, ma non hai più nulla del ragazzino di una volta."

Glielo avesse detto un'altra persona, probabilmente Stiles si sarebbe arrabbiato. Ma con quella nuova versione di Derek non ci riesce. Specialmente se lo guarda così. Sorride anche se il sorriso non gli arriva agli occhi. "Mi piace come sei diventato, Hale."

"E come sono diventato?"

"Adulto, sereno, finalmente padrone della tua vita."

Derek gli passa una mano tra i capelli. "Lo diventerai anche tu, ragazzino."

"Ehi, hai appena detto che sono diventato grande!"

"Resto comunque molto più grande di te."

In quel grande Stiles ci legge un qualcosa che ha sempre immaginato ma mai sperato potesse accadere. "E se non fossi stato così molto più grande di me?" domanda con un'audacia che proprio non gli appartiene. Ma è così stanco di tutto che pensa davvero di non aver più nulla da perdere. 

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