Quarantatre - Al Fuoco!

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Stiles si sveglia di colpo, il cuore gli martella nel petto e le orecchie fischiano per colpa del suono penetrante della sirena. Scalcia il piumone aggrovigliato ai suoi piedi e si guarda attorno spaesato: ricorda di essersi addormentato lì dopo la fine della festa ma non ricorda esattamente perché si trova solo, in quel letto. Del fumo comincia ad entrare nella stanza e il panico si impossessa di lui. Il respiro si fa corto e Stiles si rannicchia sotto la finestra, avvolto nel piumone. Le orecchie continuano a fischiare ma, questa volta, la colpa non è più dell'allarme ma dell'imminente attacco. Le mani si stringono maggiormente alla stoffa e Stiles comincia mentalmente a contare. Ha appena chiuso gli occhi quando due braccia lo sollevano da terra. "Ehi, ragazzino, va tutto bene!"
 
Stiles registra appena quella parole ma la presa ferma sulla sue spalle lo aiuta a respirare un po' meglio. L'uomo lo appoggia sul divano e si accuccia davanti a lui. "Stai bene?"
 
Stiles si perde in quegli occhi verdi che lo guardano con preoccupazione, ritrovando un minimo di lucidità. Lucidità che perde all'istante, non appena si rende conto della mise dell'uomo: l'elmetto gli copre leggermente il volto, senza però nascondere i suoi bellissimi lineamenti; il petto è nudo, ricoperto solamente da una leggera peluria scura che fa prudere le mani di Stiles dalla voglia di passarci le dita in mezzo: le bretelle rosse spiccano contro la sua pelle scura, reggendo i classici pantaloni da pompiere. La salivazione di Stiles si azzera e il "grazie" che voleva dire, gli si incastra nella gola. L'uomo si alza e ridacchia. "Sembra tu abbia visto qualcosa di interessante" lo provoca.
 
Stiles lascia scivolare il piumone lungo le spalle, le guance arrossate per il calore dovuto ai pensieri decisamente poco casti che sta facendo. L'uomo davanti a lui sembra averlo intuito perché si allontana dal divano per posizionandosi al centro della stanza, le gambe leggermente divaricate e i pollici delle mani infilati tra le bretelle e la pelle nuda, appena sopra l'elastico dei pantaloni.
 
Stiles si alza, quasi ipnotizzato dallo sguardo magnetico dell'altro. Si avvicina lentamente, insicuro sulle sue mosse. Gli arriva vicino, talmente vicino da poterne respirare l'odore. Le mani si appoggiano sui pettorali dell'uomo quasi a volersi sostenere davanti a tutta quella bellezza. Le gambe si piegano, facendo scivolare Stiles in ginocchio, le mani che gli accarezzano il busto fino a fermarsi sull'apertura dei pantaloni. Le labbra dell'uomo si aprono in un sospiro carico di attesa e aspettativa mentre le dita tremanti di Stiles aprono la cerniera, abbassandogli l'indumento quel tanto che basta per scoprirlo senza intimo. "Cielo..." sussurra appena percorrendo con un dito il membro semi eretto dell'uomo e facendolo ridacchiare.

Il naso di Stiles affonda nel peli pubici del pompiere mentre la lingua comincia a percorrere lentamente l'intera lunghezza. Gli abbassa ancora un po' i pantaloni per permettergli di lavorare meglio su quella grande erezione e poter arrivare ai testicoli che succhia piano, uno alla volta. Le dita dell'uomo si intrecciano ai capelli di Stiles, più in un gesto di incoraggiamento che per guidarlo. Il ragazzo prende la punta e succhia forte, facendolo sussultare, per poi scendere e cercare di prenderne il più possibile. Rilassa i muscoli della gola quando lo sente arrivare talmente in fondo da togliergli il fiato, ma gli piace, e le dita che ora gli stanno artigliando i capelli, gli suggeriscono che anche l'uomo lo stia apprezzando. Risale l'intera lunghezza per poi ridiscendere e ricominciare, portando il pompiere all'esasperazione. "Ti prego..." sussurra roco.
 
Le labbra di Stiles si piegano in un sorriso mentre si raddrizza sulle ginocchia e mette le mani dietro la schiena. "Scopami la bocca" lo invita.
 
Le pupille dell'uomo si dilatano e la mano scende dietro al collo di Stiles. La prima spinta è lenta, il membro gli arriva fino in gola ma Stiles è tranquillo: sa che l'uomo sta cercando di capire fino a dove può spingersi senza fargli del male. Le spinte calibrate diventano via via più scoordinate e veloci fino a quando caldi schizzi colpiscono il palato di Stiles. L'uomo esce dalla sua bocca ma Stiles lo ferma, ripulendolo completamente con la lingua. "Sei stato bravissimo" si complimenta tra gli ansimi l'uomo.
 
Stiles sorride appena, imbarazzato. Il pompiere si inginocchia di fronte a lui e lo bacia, leccando l'interno della bocca di Stiles, assaggiando il suo stesso sapore. "Sei bellissimo" si lascia sfuggire Stiles mente le dita percorrono le bretelle.
 
"Ti piacciono?"
 
"Ti stanno benissimo!"
 
L'uomo sorride mentre le sue mani scivolano sui polsi di Stiles, stringendoli appena. Lo fa stendere e gli porta le braccia sopra la testa, bloccandogli i polsi con un'unica mano. L'altra slaccia abile le bretelle e le usa per legare Stiles. "Ora stanno meglio su di te" dice prima di tornare a baciarlo.
 
La lingua dell'uomo, unita alle dita, lo stordiscono: gli sembra di sentirlo ovunque ma non abbastanza e il non poterlo toccare lo sta facendo impazzire. "Voglio toccarti..."
 
"Sssssh, ora tocca a me farti stare bene" mormora prima di farlo voltare a pancia in giù. 
 
Si allunga verso il divano, prende un cuscino e lo mette sotto il bacino di Stiles, facendolo posizionare meglio. Stiles trattiene il fiato mentre lo sente separargli le natiche e soffiare sulla sua apertura. Quasi vorrebbe piangere quando la barba sfrega la pelle sensibile del suo solco senza fare niente di più. Probabilmente piagnucola pure prima di urlare alla prima, decisa lappata. Continua anche alla seconda e alla terza, crede di impazzire quando i denti gli mordicchiano la carne: gli sembra tutto troppo e, al tempo stesso, non abbastanza per raggiungere il piacere così desiderato.

"Prendimi, ti prego, scopami" lo prega muovendo il sedere contro le sue labbra alla ricerca di un contatto maggiore.
 
"Devo prima prepararti."
 
"Sono pronto, giuro che lo sono" soffia cercando, invano, qualcosa a cui potersi ancorare con le mani.
 
"Come desideri" dice il pompiere aiutandolo a mettersi sulla ginocchia.
 
Lo penetra in un solo colpo, lasciando Stiles senza fiato. Non gli lascia nemmeno il tempo di abituarsi che l'uomo si aggancia ai polsi legati e comincia a spingere con forza, ad un ritmo serrato che non dà tregua al ragazzo che urla e si contorce dall'enorme piacere. Parole senza senso gli escono dalle labbra mentre l'erezione dell'uomo gli colpisce ripetutamente la prostata, facendolo scuotere dal piacere. Gli affondi diventano ancora più veloci e potenti, la cerniera dei pantaloni solamente abbassati sbatte sulle bianche natiche di Stiles lasciandone i segni mentre i denti si chiudono sul suo collo e l'orgasmo li coglie assieme, desiderato ma, al contempo, forse fin troppo presto.
 
Si lasciano cadere sul pavimento stremati. L'uomo libera i polsi di Stiles e lo trascina su di se. Restano in un confortante silenzio per interi minuti, fino a quando il pompiere lo interrompe. "Mi dispiace."
 
"Per cosa?"
 
"Per averti spaventato. Ti ho quasi fatto venire un attacco di panico."
 
Stiles ridacchia. "Ammetto che lo hai fatto ma ne è decisamente valsa la pena. Dio, Der, dove hai trovato questo costume da pompiere?"
 
"Segreti del mestiere" sorride sornione. "Ho soddisfatto il tuo desiderio?"
 
"Sì, ora posso dire di aver fatto un pompino ad un pompiere."
 
"Idiota."
 
"Ti amo anche io."

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