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Il silenzio in casa Yang calò completamente, mentre la madre si dirigeva alla porta, accogliendo il marito palesemente su di giri.

-Uhm... hyung credo sia meglio andare.- Jeongin alzò i suoi occhi vispi su quelli del maggiore, facendo saettare le pupille da sinistra e destra, sperando che il maggiore capisca. E quest'ultimo non fece altro che annuire.

Si girò dalla piccola Yuna, carezzandole il capo e promettendole che sarebbe tornato il giorno dopo a stare con lei. Sperava di poter salutare la signora Yang, che però era indaffarata a discutere con il marito.

Si girò da Jeongin, prendendogli la mano e trascinandolo alla porta di casa, la aprì e si fermò sullo stipite, con il minore davanti. -Ci vediamo domani in università, Jeongin-ah. Fai attenzione.- gli spostò un ciuffo di capelli dal viso, salutandolo con un caloroso sorriso.

-Va bene. Anche tu fai attenzione.- mormorò, osservando il ragazzo che man mano si allontanava dalla casa, svoltando l'angolo fuori dal quartiere. Jeongin chiudendo la porta sospirò, girandosi e tornando in salotto da sua sorella.

-Uffa, mamma e papà stanno urlando, non sento i cartoni animati.- si imbronciò la piccola, indicando al fratello la TV che riproduceva un cartone. -Che ne dici di guardarli su in camera?- domandò il maggiore, sorridendo quando la minore balzò sul posto, spegnendo di fretta la TV e iniziando a saltare, cercando di aggrapparsi alla gamba del fratello.

-Pensi che io sia Chris hyung? Non ti prendo in braccio, su cammina soldatessa.- le fece una pernacchia, indicando il corridoio di casa che conduceva alle camere al piano di sopra. -Chris è più bello e forte di te!- gli fece la linguaccia, iniziando a correre via in stanza, seguita dal maggiore, che titubante si affacciò sulla cucina, trovando suo padre seduto sul tavolo che colpiva con forza la superficie in legno mentre urlava e sua madre intenta a calmarlo.

-Non smette mai.- borbottò, lasciando il piano terra di casa e dirigendosi a quello superiore, intento a distrarre sua sorella, ma maggiormente sé stesso.


E dall'altra parte del distretto Seungmin era nella sua camera insonorizzata, che in quel momento aveva la porta aperta, mentre cercava di intonare la sua voce sulle note di Taylor Swift. -Seungmin tesoro! Quella nota è uscita benissimo!- entrò di corsa in camera sua zia, o come la chiamava lui, la sua tata. 

-Tata, grazie.- le sorrise, mentre la donna gli passava del granchio inzuppato nella salsa del suo kimchi preferito e gli lasciava dare un morso. -Buono?- domandò lei, sorridendo al giovane che annuì. -Come sempre.- le sorrise, chiudendo gli occhi e beandosi delle carezze della donna sui suoi soffici capelli, gesto che amava.

-Sai, un giorno dovresti invitare i tuoi amici da noi. O forse Hyunjin, quel ragazzo quanto è caro!- sorrise la donna camminando fuori dalla stanza, seguita dal nipote, che considerava figlio di sangue.

Seungmin alla nascita perse sua madre alcune settimane dopo, morta di diabete, malattia straziante che l'aveva tenuta sveglia fin dalla giovane età. E in seguito, lo raggiunse la scoparsa di suo padre, che a causa della depressione si è trasferito dalla Corea in Inghilterra, lasciando un Seungmin di due anni sotto la custodia di suo fratello e la moglie.

Seungmin a 15 anni sentì la storia dei suoi genitori, raccontata dalla sua tata mentre sedevano sul divano in una fredda serata d'autunno mentre guardavano Begin Again, il film preferito di un giovane Seungmin.

Ed ora era lì, che osservava con amore sua zia, chiedendosi se mai sarebbe stato capace di chiamarla mamma, oltre al nome tata. Perché lei lo chiamava sempre "figliolo", "amore della mamma" o altri termini che avrebbe amato sentir uscire dalle labbra di sua madre, della quale aveva preso la forma.

Aveva sempre optato per il scoprire dov'era suo padre, se si era risposato, se aveva figli e una nuova moglie. Era curioso, ma sapeva che quella curiosità l'avrebbe ucciso.

-Hyunjin? Sai che non saprei? Potrei optare per portarlo a pranzo dopo l'università?- domandò il ragazzo, iniziando ad aiutare la tata ad apparecchiare il tavolo. -Domani! Invitalo domani! Mi hai detto che ama il pollo marinato, ne ho portato un po' ieri!- battè le mani contenta, amava e dico amava ricevere come invitati gli amici di suo nipote, se sapeva che ciò l'avrebbe reso felice.

-Devo vedere se prima può venire!- rise a gran voce il ragazzo, finendo di apparecchiare e osservando il cibo che stava giungendo al tavolo. Quel giorno solo lui e sua zia avrebbero pranzato, suo zio era in un viaggio di lavoro per la quale sarebbe stato via abbastanza giorni.

...

-Hyunjin! Perché spargi in giro i tuoi odiosi disegni!- urlò Haru, richiamando l'attenzione del fratello, che corse fuori dalla sua camera giungendo in salotto, notando la sorella strappare i fogli dal suo album di disegno, osservarli e poi buttarli a terra. 

-Haru che cazzo stai facendo!- le sbraitò contro, correndo a strapparle l'album di mano e raccogliere tutti i disegni a terra. -Questo non l'ho lasciato in giro dannazione! Era nella libreria e tu l'hai tirato fuori!- le urlò contro, mentre lei con un sorriso lo osservava.

-Ehy, ehy, ragazzi! Cosa sono ste urla! Vi sentivo dall'ascensore!- il padre dei due ragazzi entrò nel salotto, con in mano due buste di spesa. -Papà o ci parli te con Haru o la rispedisco da dove viene. Mi ha strappato intere pagine dell'album!- il fratello minore indicò in modo accusatorio la ragazza, che iniziò a negare. -Non è vero! Sto mucchio di disegnini era per terra!- si aggiunse lei alle urla.

-Haru non sono nato ieri. Passo più tempo con Hyunjin di te, quell'album rimane sempre nelle scaffalature della libreria. Non sono dei semplici disegnini, sai quanto tuo fratello tenga ad essi. Non immischiarti nelle sue cose.- il padre la osservò torvo, andando in cucina e osservando i due ragazzi lanciarsi occhiatacce.

Da circa due settimane Haru, la sorella maggiore di Hyunjin, aveva preso una pausa dalla sua università, non che facesse tanto, studiava come cuoca, anche se lei stessa aveva detto che avrebbe finito per lavorare come cameriera in un ristorante qualsiasi.

E da quando era tornata a casa, non faceva altro che far saltare i nervi di Hyunjin. La prima cosa era commentare il suo modo di vestire, diceva che sembrava gay, la seconda era che commentava i suoi capelli, non le piacevano lunghi così e una lista a proseguire. Da quando era venuta non mangiava più bene, sua madre preparava pasti a base di cipolle, melanzane, carote e funghi come se non ci fosse un domani e Hyunjin poteva massimo toccare del kimchi.

Odiava così tanto quella situazione e sapendo che il compleanno della sorella era vicino, doveva combattere la sorte di dividere la torta con lei, nonostante fossero nati in giorni diversi.

Con disinvoltura lasciò il salotto, quando il suo telefono vibrò tra le sue mani.

Seungmo🐕

Hey Hyunjin hyung!

Come stai?

Scusa se ti scrivo così a caso, ma ti andrebbe domani dopo l'università passare a pranzare da me? Mia madre mi ha chiesto di invitarti(╹ڡ╹ )


Il maggiore sorrise al messaggio, rispondendo subito dopo.

Seungmin, ciao!

Sto bene grazie, mi farebbe sì tantissimo piacere venire, sempre che non sia un disturbo. Ci vediamo domani!


E con un sorriso sulle labbra, si chiuse in camera sua, sperando che l'indomani sarebbe giunto il prima possibile.


shock.

ho aggiornato.

𝓞𝓾𝓻 𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰  ...𝓿𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓣𝓦𝓞...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora