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Min Joo, quel pomeriggio, era seduto nella stanza di Minho, osservando il fratellone che stava finendo di studiare. -Non fissarmi così Min Joo, un attimo e ho finito.- rise il maggiore, risvegliando il più piccolo, che arrossì scuotendo il capo.

-Non ho fretta... solo devo dirti una cosa.- e con quella frase Min Joo attirò l'attenzione del maggiore, che chiuse improvvisamente il pc, avvicinandosi con la sedia al suo letto. -Cosa?- domandò il maggiore, mentre suo fratello sorrideva.

-Hyung voglio... voglio dire la verità. Ma ho paura di fare casini...- mormorò il minore e Minho capì immediatamente di cosa parlava. -Cosa vuoi dire?- gli domandò, prendendogli una mano e stringendola.

-Voglio dire tutto. La mamma che mi picchia, lei che finge, lei che mente su chi sono veramente. Ma ho paura. E se dovessero dire che sto mentendo?- domandò, alzando gli occhi sul maggiore, mentre sentiva le lacrime spingere.

-Nessuno andrà contro di te, Min Joo. Ci sarò io, ci sarà papà, anche Jieun...se vuoi.- gli sorrise, carezzando il volto, dalla quale avevano iniziato a scendere copiose lacrime. -Nessuno mi odierà?- gli domandò, mentre tirava su con il naso. -Nessuno ti odierà, stai facendo la cosa giusta.- il maggiore si spostò dalla sedia, sedendosi sul letto, abbracciando stretto il minore.

-Ora vai. Papà è nel suo studio, digli che vuoi confessare.- lo spintonò il maggiore verso la porta, mentre indicava la vetrata infondo al corridoio. -Su.- gli sorrise, mentre Min Joo titubante camminava.

Arrivato prese un profondo respiro, spingendo con forza la porta laterale, facendo il suo ingresso. -Sign...Papà.- mormorò il minore, mentre l'uomo sembrò averlo notato, spostò infatti l'attenzione dai suoi fogli, dandola al figlio minore.

-Min Joo, dimmi.- gli sorrise, rimuovendo la montatura degli occhiali, invitando il minore ad avvicinarsi. -Io voglio...conf...com...- le parole gli si bloccarono. -Vuoi confessare?- suggerrì l'uomo, alla quale il minore annuì energicamente. -Minho hyung, usa parole difficili.- mormorò, mentre l'uomo rideva.

-Va bene, ma devi sapere. La polizia ti farà tante domande e tu dovrai dire tutto quello che ricordi, anche le cose più inutili.- si spiegò l'uomo, alla quale il minore annuì.

(...)

Un bussare incessabile alla dimora di Mi-Cha, si interruppe quando la donna la aprì. Due agenti della polizia erano fermi davanti alla sua porta. -Yie Mi-Cha, lei è sotto arresto, per abuso su minori, minaccia nei confronti di civili, tentato omicidio e fabbricazione di documenti falsi. Le chiediamo di non porre resistenza e di seguirci in stazione.- e un'attimo dopo, era ammanettata e si stava dirigendo verso l'auto della polizia.

(Abuso su minori: l'abuso fisico che faceva nei confronti di Min Joo- Minaccia nei confronti di civili: la minaccia che ha fatto contro il suo ex prima che morisse e in seguito nei confronti della moglie e la figlia dell'autista- tentato omicidio: il fatto che abbia realizzato un piano per uccidere il suo ex e che lo abbia portato a buon fine, facendolo passare per un'incidente- fabbricazione di documenti falsi: la carta d'identità e i documenti in cui diceva che Min Joo era un Choi e non un Lee)

La vita sembrava averle tirato un schiaffo in pieno volto, quando si trovò davanti alla stazione e gli agenti la conducevano verso l'interno. Nella sala d'attesa notò la figura di Jieun seduta. -Tu, puttana! Hai mandato te la polizia!- sbraitò improvvisamente, facendo prendere paura all'altra che la osservava.

-Signora le chiediamo di calmarsi, o peggiorerà la situazione.- gli agenti la stavano stringendo come meglio possibile. -Dov'è? Dov'è quel moccioso?!- urlò, mentre notava sul fondo del corridoio la figura di Min Joo. -Tu! Come ti sei azzardato, far arrestare tua madre?! Vuoi morire?!- le sue urla erano incontrollabili, mentre Minho spingeva suo fratello dietro di sé, sottoforma di difesa.

-Anche te, Lee Minho! Figlio di un bastardo, vuoi che ti uccida?- urlò, mentre alzava gli occhi sul viso del maggiore, che la osservava con occhi spenti. -Le consiglio di non parlare, ogni sua frase, verrà usata contro di lei davanti alla corte.- la voce del procuratore Han tuonò dentro la stazione e la donna come fulminata, fu capace di stare zitta.


-Settimana prossima, ci sarà la sentenza. Avvocato Lee, le preparerò la migliore delle sentenze, ho tutto sotto mano. Lei faccia sì, che Minho e Min Joo, posanno essere dei perfetti testimoni.- il signor Han spostò lo sguardo sui due, che annuirono.

-Bene...questo è tutto. Fate un buon rientro. Ah e Minho, Jisung è qua fuori. Ha voluto accompagnarmi, se vuoi parlargli.- e bastò solo quella frase al maggiore, che si alzò delle sedie d'attesa, uscendo fuori dalla centrale. -Ahia!- mormorò una voce, mentre sbatteva contro il corpo di Minho. -Aish...- mormorò la voce inconfondibile di Jisung, che alzò lo sguardo verso l'altro, riconoscendolo. -Minho hyung?- domandò, mentre il maggiore sorrideva.

-Grazie.- fu l'unica cosa che disse, prima di catapultarsi contro l'altro, stringendolo tra le sue braccia, quasi a lasciarlo senza fiato. -Jisung, hai salvato la mia famiglia.- disse a bassa voce, rendendo la presa più forte.

-Hyung, stiamo attirando l'attenzione...- mormorò il minore, che ricambiò comunque la stretta, affondando il volto contro la spalla del maggiore, stringendo la sue braccia attorno alla sua schiena.

-Grazie Jisung, grazie..- la voce del maggiore, si trasformò velocemente in singhiozzi soffocati, mentre le lacrime attraversavo le sue guance. -Di niente hyung, di niente.- il minore aveva iniziato a carezzare i suoi capelli, lasciando che i lunghi fili mori si intrecciassero tra le sue dita.

Poco dopo Minho era riuscito a sciogliere la presa, mentre si sedeva su una panchina all'aria aperta, assieme all'altro. -Sai...- mormorò Minho, poggiando la sua testa sulla spalla del minore.

-Quando mio padre ha condotto il caso, per la custodia di Min Joo, voleva rinunciarci. Non aveva alcuna traccia, io non volevo lasciare mio fratello da solo. Ma dopo l'aiuto tuo e quello di tuo padre, sembra che qualcosa finalmente ha preso senso, mia madre sta ripagando per ciò che ha fatto e Min Joo finalmente, potrà vivere la sua vita.- la sua voce si fece più bassa, mentre alzava gli occhi sul cielo.

-Io non ho fatto niente, hyung. se qualcuno deve ricevere dei crediti, credo spettino a te, mio padre e il signor Lee.- il minore non capiva perché l'altro lo pregiasse così tanto, non aveva fatto niente di stratosferico per lui.

-Sì invece. Han Jisung, tu mi hai aiutato a ricostruire un rapporto con mio fratello, a perdonare me stesso per essere uscito di casa e aver trovato serenità con mio padre, invece che con mia madre. Mi hai aiutato a regalare a Min Joo il migliore dei regali ed il migliore dei compleanno. Davvero questo è niente, per te?- Minho alzò la testa, osservando di Jisung, che si fece sfuggire una risata.

-Beh, non ho mai pensato fosse tanto.- si grattò il capo, mentre il suo viso arrossiva. -Beh, io invece penso sia veramente tanto, quindi fidati di me. Mi hai salvato.- il sorriso di Minho si fece più largo, mentre il minore arrossiva maggiormente.

-Grazie.- fu l'ultima cosa che disse il maggiore, prima poggiare delicatamente le sue labbra, sulla guancia del minore. Il contatto durò poco, ma sembrava sufficiente per entrambi.


vi sto viziando tutti con sti capitoli😔

𝓞𝓾𝓻 𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰  ...𝓿𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓣𝓦𝓞...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora