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La luna brillava alta nel cielo, mentre Chan, seduto nella sua camera da letto, la ammirava. Il suo cellulare come di proposito, iniziò a squillare interrompendo la quiete in cui l'altro era immerso. Prese il dispositivo, notando come fosse l'unica fonte di luce dentro la stanza, in quanto lui aveva spento la luce, ritenendo che fosse fastidiosa per poter ammirare la luna.

Il contatto di Jeongin risplendeva, mentre con un sorriso accettava la chiamata. -Pronto? Yuna?- domandò, e il verso di lamento dall'altra parte lo fece ridere. -Non sono Yuna.- borbottò Jeongin indispettito, mentre si sdraiava.

-Scusaaa. Dimmi, che succede?- la voce del maggiore era calma e gentile, mentre aspettava che l'altro parlasse. -Hyung. Sei tu che hai detto a mia madre di esporre denuncia?- quella domanda scivolò frettolosa dalle labbra del minore.

Chris sentì il battito del cuore accellerare e le sue orecchie fischiare, non ne capiva il motivo. -S-sì, come mai..?- domandò perplesso, sperando che l'altro non si mettesse ad urlare. -Grazie.- fu l'unica cosa che disse il minore, prima che iniziasse a piangere in modo sienzioso.

-Perché? Perché mi stai ringraziando?- domandò il maggiore, mentre il minore soffocava le lacrime contro la sua mano. -P-perché ci sono voluti vent'anni, ve-nti cazzo di anni, per convincerla a denunciare.- il minore aveva lasciato che i singhiozzi si sentissero, rinunciando a coprirli.

-Ieri mi ha detto, c-che voleva esporre denuncia. Non puoi capire quanto ero felice! Le avevo c-chiesto chi l'avesse convinta e mi ha detto, che sei stato te. Per questo, grazie ancora.- il minore alla fine aveva riso, mentre le sue lacrime si confondeva con quel raggioso sorriso che aveva in volto.

-Hey, non c'è di che. Mi sono sentito in dovere di farlo, per tua madre, per te e per tua sorella.- il maggiore si stese sul letto, continuando ad osservare la città fuori dalla finestra, mentre la sua mano stringeva il telefono.

-Sai...- sospese la frase il minore, stendendosi comodo sul letto, mentre Chan aspettava che continuasse. -...quel giorno, quando eri venuto a casa mia. E hai cacciato mio padre, aiutando me e mia madre. Ti avevo detto qualcosa...- e ancora una volta la frase venne sospesa dal minore e Chan per l'ansia aveva iniziato a mordersi le unghie, sperando alleviare la situazione.

-...ti avevo detto di sparire dalla mia vita. O io stesso l'avrei fatto.- mormorò con voce bassa Jeongin. -S-sì, mi avevi detto questo, o qualcosa del genere...- il maggiore smise di torturarsi le unghie, rispondendo all'altro.

-Cancella ciò che ho detto dalla tua memoria, per favore. Non allontanarti dalla mia vita o non saprei come fare.- e altre lacrime iniziarono a tracciare il viso del minore, mentre spingeva il viso verso il cuscino.

-Yah, Jeongin.- il maggiore richiamò l'altro. -Anche se mi avessi detto di allontanarmi, non l'avrei mai fatto. Sei troppo speciale, per far sì che ti abbandoni.- il sorriso che si aprì sul viso di Chan era largo, mentre aspettava che l'altro rispondesse.

-Hyung, ti devo il m-mondo. Dopo vent'anni d-di sofferenza, mi hai salvato.- i singhiozzi si erano aggiunti ancora una volta alla voce di Jeongin, mentre il maggiore sorrideva. -Vorrei che tu fossi qui, per fart...- il minore non finì neanche di parlare che l'altro lo precedette.

-Non dire altro. Sto arrivando, cinque minuti.- e così di fretta chiuse la chiamata, alzandosi ed indossando il giubbotto, accompagnato dalle sue scarpe e le chiavi di casa assieme a quelle dell'auto.

Di corsa uscì, percorrendo la scalinata del condominio e fiondandosi nel parcheggio, avviando in zero tempo l'auto. Il suo telefono squillava sul contatto di Jeongin, mentre sguisciava velocemente tra le strade di Seoul.

In cinque minuti si trovò davanti alla villa di Jeongin, la nuova porta con la nuova serratura che erano state cambiate, lasciando il nobilitato bianco splendesse contro la pittura scura. Un sorriso macchiò le sue labbra, mentre parcheggiava nel viale.

𝓞𝓾𝓻 𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰  ...𝓿𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓣𝓦𝓞...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora