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-Seungmin, sta sera ceniamo per capodanno!- urlò la tata del ragazzo, richiamandolo dalla stanza. -Va bene!- le rispose, riprendendo a scrivere il testo sulla quale era concentrato. Sua zia non gli aveva ancora parlato dell'ospite speciale, che il giorno prima era atterrato sul suolo sud coreano.

Quella mattina invece Seungmin e i ragazzi si erano divisi, promettendo che si sarebbero rivisti quella stessa sera, per passare la notte al fiume Han per lo spettacolo dei fuochi d'artificio, in onore del nuovo anno. Quella mattina la sua tata aveva iniziato a preparare di tutte le pietanze e l'ora di pranzo non era neanche arrivata. Il suo sospetto su qualche evento od ospite stava aumentando.

In casa Hwang intanto Hyunjin si era seduto davanti a suo padre in cucina, osservandolo mentre mangiava dei biscotti preparati dal figlio minore, con un giornale in mano. -Hai bisogno di qualcosa Hyunjin?- gli domandò, girando pagina e continuando a leggere, senza alzare lo sguardo sull'altro.

-Papà. Per conquistare la mamma, cos'hai fatto?- gli domandò, anche se in vita sua non avrebbe mai sperato di finire in un matrimonio come il loro, dove la madre era nervosa per tutto e il padre doveva subirsi il nervosismo senza ribattere. Quella richiesta fece alzare immediatamente lo sguardo dell'uomo, che da sotto la sua frangia, liscia come quella del figlio, lo osservava.

-La prima volta, lei mi ha aiutato all'università in matematica, era due anni più grande di me. Poi abbiamo iniziato ad uscire, viste le nostre lezioni ed ore in comune. Poi il sette di marzo di quell'anno, mi sono presentato con un mazzo di rose davanti a casa sua. All'inizio mi aveva quasi ucciso con lo sguardo, perché c'era il nonno in casa. Poi si è sciolta e dopo aver parlato con i nonni abbiamo iniziato a frequentarci.- quella storia riportava troppi ricordi al signor Hwang, eppure a Hyunjin non così tanti. 

-Perché? Ti piace una ragazza?- gli domandò, mentre il ragazzo si congelava sulla sedia. -No!- rispose. -Un ragazzo allora?- ritentò e notò di aver centrato quando suo figlio abbassò il capo, poggiandolo sul tavolo. -Il mio figliolo si è innamorato.- una risata sfuggì dalle sue labbra, mentre carezzava i suoi capelli.

-Non sei arrabbiato?-

-Perché dovrei, è la tua vita e la tua felicità.-

-Giusto.-

-A tal proposito, chi ti ha acconciato i capelli così bene?-

-Lui.- rispose Hyunjin, parlando in anonimo di Seungmin. -Ma non sarà mica quel ragazzo che viene a fare i compiti con te?- gli domandò suo padre, riprendendo a mangiare biscotti. -Bingo.- sospirò il maggiore. -E cos'è che ti turba?- gli chiese, osservando il viso stanco dell'altro. -Ho paura di ferirlo papà. Non posso farlo, ha vissuto l'abbandono alla tenera età, non voglio fargli vivere lo stesso dolore.- mormorò.

-Certo che tra tutte le cose che potevi prendere da tua madre, hai scelto proprio essere paranoico.- alzò gli occhi al cielo l'uomo, ridendo. -Hyunjin, non hai mai fatto del male a nessuno, perché pensi che ora ferirai il ragazzo che ti piace?- gli chiese. -Non lo so.- sussurrò lui.

-Com'è che si comporta lui con te? Ci deve essere qualcosa che ti fa capire come si sente nei tuoi confronti.- gli propose. -Beh, quando siamo in classe si siede vicino a me e litiga con gli altri alunni quando prendono il mio posto. Poi a pranzo mi lascia sempre il posto che da le spalle alla vetrata, così non prendo troppo sole. Poi mi porta sempre l'iced americano anche quando gli dico di non farlo, poi mi aiuta con matematica ogni giorno. Poi dice che gli piacciono i miei disegni e pure come mi vesto.- stava per continuare a parlare quando suo padre lo interruppe. -Non ti ha ancora detto che gli piaci te?- domandò, perché a sto punto se lo aspettava. Il minore scosse solo la testa, in segno di negazione.

-Allora che ne dici di provarci questa sera? Dovete uscire per capodanno no? Passa a casa sua, portagli qualsiasi cosa vuoi e parla con lui. Se mi parli di lui così, credo che gli piaci abbastanza.- gli sorrise, prima di separarsi dal figlio, nel sentire la serratura di casa scattare e sua moglie assieme a sua figlia tornare.

(...)

La sera era giunta, erano circa le nove di sera, quando Seungmin prese posto a tavola assieme ai suoi zii. Un attimo dopo il citofono era suonato, obbligando sua zia ad alzarsi e dirigersi verso la porta. Si bloccò con la mano sulla maniglia, mentre il suono del citofono si replicava altre volte. -Tata? Perché non apri?- le domandò Seungmin, mentre si era alzato dal suo posto, dirigendosi nel corridoio e trovando la donna bloccata. Con cautela si avvicinò a lei, poggiando la sua mano sulla maniglia, girandola e sentendo la porta aprirsi. -Finalmente.- una voce grave si fece sentire, mentre un'uomo sulla cinquantina era fermo davanti alla porta di casa. -Ha bisogno?- domandò Seungmin, mentre sua zia si era spostata dall'ingresso, gli occhi puntati sul pavimento in legno. -Seungmin figliolo, non ti ricordi di me? Tuo padre?- domandò l'uomo sfoggiando un sorriso.

-Mio padre?- chiese il ragazzo, mentre si girava ad osservare sua zia. -Tata, chi è questo?- le domandò, mentre la donna alzava gli occhi ricolmi di lacrime su di lui, ma nessuna risposta uscì dalle sue labbra. -Tata, chi cazzo è questo uomo.- parlò nuovamente.

-È tuo padre, Seungmin.- rispose lei questa volta. -Cazzate, non è vero. Non è mio padre, vero? Vero?!- urlò questa volta, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.


oh oh, che succederà?

𝓞𝓾𝓻 𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰  ...𝓿𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓣𝓦𝓞...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora