Warning: Ci sarà presenza di violenza domestica nella parte finale di questo capitolo, se siete sensibili a tali scene vi prego di non leggerlo e se siete vittime di violenza domestica, vi prego di rivolgervi a qualcuno.-Pronto?- la voce della tata di Seungmin, era dolce, mentre rispondeva al telefono. -Jang-Mi, ti ricordi di me?- domandò una voce, che la donna per anni ha odiato e fino ad ora lo faceva.
-Come potrei dimenticare la tua voce, razza di deficiente.- rispose lei, con un sorriso forzato. -Woah, vedo che il tuo carettere è sempre lo stesso.- la voce dell'uomo era sicura.
-Dimmi cosa vuoi, Kim Dae-Ho.- rispose lei.
-Voglio mio figlio indietro. Voglio Kim Seungmin.- rispose l'uomo e alla donna il fiato si bloccò in gola. -Perché mai lo vorresti? Dopo averlo abbandonato, lo vuoi indietro? Se ti vedesse, ti sputerebbe in faccia prima che lo faccia io o tuo fratello.- rise la donna.
-A Capodanno verrò, voglio vedere Seungmin e gli voglio proporre di venire via con me, in Europa.- si spiegò l'uomo. -E se non volesse?- domandò Jang-Mi.
-Non mi rimarrà altro, se trascinarlo con la forza. Non porrà resistenza prima o poi.- la risata che uscì dalle labbra dell'uomo, fece tremare Jang-Min.
-Tata?- la voce dolce di Seungmin, si fece sentire nella cucina, mentre la donna riattaccava velocemente la chiamata, girandosi verso di lui. -Seungmin! Figliolo, dimmi pure.- gli sorrise, raggiungendolo e carezzando i suoi capelli.
-Con chi eri al telefono?- le domandò il ragazzo, lanciando un'occhiata al dispositivo, ancora poggiato sul bancone della cucina. -Huh? Nessuno, nessuno! Era un numero spam, sai com'è.- gli sorrise, mentre lo faceva sedere a tavola e il minore sentì che qualcosa gli puzzava, estremamente tanto.
(...)
Chan stava sistemando il suo appartamento, quel dolce bilocale in cui ha vissuto per anni. Il suo telefono prese a squillare, mentre un sorriso dipingeva le sue labbra. Cercò il dispositivo in salotto, trovandolo sotto i cuscini e il contatto di sua madre che risplendeva.
Rispose subito alla chiamata, mentre la voce dei fratelli si sentiva, assieme a quella di Berry, la sua cagnolina. -Chan!- Hannah e Lucas urlarono, obbligando il maggiore a spostare il telefono per non perdere il timpano.
-Ragazzi! Lasciatelo respirare un attimo!- la voce di sua madre si affievolì con una risata, mentre i due giovani sbuffavano. -Ciao Chan.- la madre riprese a parlare. -Ciao mamma.- le rispose il figlio, sentendo la nostalgia della donna.
-Come stai figliolo? Ci manchi veramente tanto.- la donna sospirò, mentre il figlio sentiva Berry abbaiare di sottofondo. -Sto bene mamma. Mi mancate anche voi, non ho neanche potuto vedervi dopo il coma. Che merda.- sospirò il ragazzo, sedendosi di peso sul divano.
-Tranquillo Chan, anche noi volevamo vederti, ma sto mondo sembra contro di noi. Ci vedremo prima della fine dell'anno, va bene?- domandò la donna, alla quale il figlio le diede conferma.
-Ora ti faccio parlare con Hannah e Lucas, stavano per dare di matto quando non hai risposto loro.- rise la donna, passando il telefono ai due figli, facendoli parlare con il loro fratellone.
-Chan! Infame perché non rispondi?- domandò Hannah, mentre suo fratello rideva. -Scusaaa, non ho mai tempo di chiamarti, guarda i nostri fusi orari.- le spiegò il maggiore, mentre la minore brontolava.
E così passò quel pomeriggio a parlare con la sua famiglia, sentendosi finalmente più vicino a loro.
In casa Yang invece, Jeongin era seduto in camera sua, il libro tra le sue mani, mentre intraprendeva la sua lettura, aveva letto un paio di capitoli. La scrittura dell'opera andava fluida e oltre all'angoscia del primo capitolo, in cui il personaggio di Chan moriva, sembrava tutto apposto.
La porta della sua stanza venne aperta, alzò gli occhi dal libro, notando la figura di suo padre. Fece finta di niente, tornando ad abbassare gli occhi sul libro, perdendosi tra le righe. -Jeongin.- tuonò l'uomo, mentre il ragazzo sentiva un brivido attraversare il suo corpo.
-Cosa?- domandò il giovane, chiudendo il libro e cercando di memorizzare la pagina alla quale si era fermato, sedendosi composto sul letto. Suo padre gli aveva sempre messo ansia, con la sua figura possente, ma poco più bassa della sua. I capelli mori e lisci dalla quale aveva preso il colore, gli occhi scuri e grandi, che aveva preso Yuna, mentre il sorriso.. il sorriso quell'uomo non lo possedeva.
-Dammi il tuo telefono.- gli impose, estendendo la mano al minore, che sospirò, prendendo il suo telefono da sotto il cuscino, stendendolo alla sua mano. Aveva preso un voto basso durante l'ultima verifica e come si rispetta, suo padre gli controllava il telefono per assicurarsi che non avesse contatti strani, che lo conducessero ad andare male a scuola.
L'anziano non disse niente, si sedette sul suo letto, aprendo il telefono ed iniziando a scorrere tra le applicazioni. Il minore era completamente sereno, non ha mai avuto niente da nascondere ai suoi genitori e quel suddetto controllo non gli causava fastidio.
-Chi sono questi? Chan..Minho...Lixie..- mormorò l'uomo, girando il dispositivo verso il ragazzo. -Sono i miei amici, gli stessi ragazzi che sono finiti nel coma assieme a me.- gli spiegò, tranquillamente. -Perché hai i loro contatti, cosa te ne fai di loro?- gli domandò l'uomo.
-Sono miei amici. Andiamo alla stessa università, cosa dovrei farmene di loro? Sono semplicemente mie conoscenze.- gli rispose, alzando le spalle.
-Mi rispondi così, alzando le spalle? Dove hai lasciato il rispetto?- gli domandò, mentre la sua mano si alzava verso il suo viso, lasciandogli un sonoro schiaffo. -Ragazzino irrispettoso, hai preso tutto da tua madre.- lo osservò l'uomo, mentre la guancia di Jeongin pulsava a causa del bruciore.
-Non trascinare la mamma di mezzo, cerchi sempre di dipingerla come la persona malefica, ma neanche ti sei visto.-
Yang Jeongin, era conosciuto fin da piccolo, tra i parenti, come il bamboccio dalla bocca larga. Era sempre sull'attenti, come un cane, quando qualcuno diceva una parola di troppo su sua madre. Ma sapeva che tutte quelle cose, lo avrebbero mandato su una via, poco consigliabile.
-Stai zitto! Sei sempre stato così, eh? Con quella bocca che ti ritrovi, non hai mai imparato a stare zitto?- gli domandò l'uomo, arrivando a stringergli il collo con una mano. -Lasciami.- mormorò Jengin, mentre sentiva la presa farsi più forte.
La porta della camera venne aperta nuovamente, mentre la figura di sua madre si faceva vedere. -Caro? Cosa stai facendo?- domandò la donna, mentre il marito sembrava aver perso l'udito.
-Hey, lascialo. Gli stai facendo male!- si avvicinò al letto, cercando di alleggerire la presa del marito, che si era stretta sul collo di Jeongin. -Lascialo dannazione! Gli lascerai il collo rosso!- urlò la donna e l'anziano sembrò riprendere coscienza del suo corpo e della sua mente, lasciando improvvisamente la presa.
-Cosa? Lascia che venga disciplinato.- le rispose secco. -Non così lo disciplinerai!- urlò lei in risposta e Jeongin si sentì morire nel momento in cui suo padre si alzò affrontando la figura di sua madre, lasciandole uno schiaffo.
-Hai iniziato a rispondere pure te, vedo. E come vorresti disciplinarlo, eh? Parli di disciplina tu, che sei ancora una troia irresponsabile.- rise di scherno, mentre la donna lo osservava terrorizzata.
La figura di Jeongin era ancora bloccata sul letto, mentre suo padre aveva iniziato ad urlare nei confronti di sua madre, sentendo le voci allontanarsi, verso il piano terra.
-Non hai manco saputo crescere i tuoi figli!- urlò l'uomo, spintonando la donna verso la cucina. -Smettila di urlare! Yuna sta dormendo!- replicò lei, mentre si sentiva stretta contro l'angolo della stanza. -Stai zitta.- le sibilò, stringendo una mano attorno ai suoi capelli.
woah si sta riscaldando la situazione qui, sto signor Yang se la sta cercando

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𝓞𝓾𝓻 𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰 ...𝓿𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓣𝓦𝓞...
أدب الهواةSi dice che quando la propria anima gemella vi sogna, cade in un coma e quando si sveglia, non ricorda niente di voi. Avrete solo l'opportunità di creare un ricordo vostro. Questo è il sequel di "Dream War", se volete leggere questa storia dovete pr...