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Un paio di giorni erano passati, i ragazzi andavano in università la mattina, mentre il pomeriggio lo passavano assieme in ospedale, attorno al letto di Chan. Quest'ultimo non dava segni di alcun movimento o reazione, sembrava essere sprofondato in un sonno senza fine. Jeongin non si staccava dal fianco del maggiore, dormiva seduto al suo fianco, con la testa sul suo grembo e la mano stretta con la sua.

-Jeongin-ah, alzati.- Jisung scosse il corpo del minore, destandolo dal suo sonno e facendolo svegliare. -Mangia.- gli passò un piccolo e semplice toast, che il minore afferrò, iniziando a mangiarlo e riposando la testa al fianco di quella del maggiore. -Questa sera arriverà la famiglia di Chan hyung.- Hyunjin interruppe tutte le conversazioni dei ragazzi, che alzarono lo sguardo su di lui. -La famiglia di Chan hyung...- ripeté le parole Jeongin, con le labbra aperte, pronte ad addentare il panino.

-E se dovessero chiedere la causa del suo coma?- domandò il più piccolo, alzando lo sguardo sugli altri. -Sarà colpa mia?- chiese ancora, mentre i suoi occhi si riempivano nuovamente di lacrime. -Oh Jeongin.- sospirò Minho, mentre lo abbracciava, carezzandogli i capelli. -Non hai colpe, hai agito per proteggere tutti.- gli mormorò, chinandosi alla sua altezza, carezzandogli il viso e lasciandogli un bacio sulla fronte.

-Non darmi baci, poi Jisung hyung ci rimane male.- tirò su con il naso il piccolino, mentre a tutti fuggiva una risata e il nominato lo osservava. -Yah, quando mai!- gonfiò le guance, guardandolo male. Quelle parole avevano risollevato l'umore di tutti, che ora in modo più calmo e sereno, stavano parlando, lasciando che la sera trascorresse.

-Chan!- l'urlo di una ragazza risvegliò di soprassalto Jeongin, nel notare una figura sul bordo della porta, le lacrime agli occhi e lo sguardo preoccupato. -Channie...- borbottò ancora, avvicinandosi al letto, mentre Jeongin si allontanava, lasciandole spazio. -Sei uno stupido, ti odio.- batté i pugni sul lenzuolo, mentre poggiava il capo sul petto del ragazzo dormiente.

Altre tre figure si presentarono davanti alla porta, un ragazzino e quelli che erano i genitori del maggiore. -Ciao... tu devi essere uno degli amici di nostro figlio.- mormorò la donna, porgendo la sua mano a Jeongin, che la strinse, osservando il suo viso. I tratti dolci, ma pur sempre la presenza di occhiaie, dovute probabilmente al viaggio. -Sì, piacere signori Bahng.- si inchinò, la voce bassa a causa del dolore alla gola. Intanto il ragazzino si era avvicinato alla sorella, sedendosi sul letto, le sue mani che correvano sul viso di Chan, sistemando le ciocche sparse. Chissà se gli davano fastidio.

-Mamma, Channie starà bene?- domandò il più piccolo, girando lo sguardo sulla madre, che sorrise malinconica. -Starà bene, Lucas.- disse, avvicinandosi al letto, la sua mano che correva ad intrecciarsi con quella del figlio, carezzandone il dorso. Il padre si era aggiunto, stringendo le spalle della figlia maggiore, carezzandola e cercando di calmarla.

Jeongin si sentì di troppo, decidendo di uscire e dirigersi a casa sua. Dopo tre giorni in ospedale, a dormire con metà corpo sul maggiore e l'altra metà su una scomoda sedia, sentiva le conseguenze giungere alla sua schiena. Con un ultimo sbuffo, chiuse la porta scorrevole, stringendo la sua giacca e dirigendosi verso l'uscita dell'ospedale. Erano ormai le nove di sera passate, mentre si dirigeva verso casa sua. Aveva perso le chiavi e non sapeva come aprire la porta.

La sua marcia di camminata era calma, ma il suo cuore e la sua mente erano uno tsunami nel bel mezzo dell'azione, sentiva le orecchie fischiare e il battito cardiaco nelle sue orecchie, che rimbombava. Una mano come d'istinto si poggiò sulla parte sinistra del suo petto, massaggiando la zona. Sentiva il cuore pesante, quando Chan si sarebbe svegliato, se lo avrebbe fatto, cosa farà? Lo abbandonerà nuovamente? O risolveranno?

Cosa faranno appena risolveranno? Saranno destinati? Anime gemelle? Ma Jeongin era terrorizzato da ciò, estremamente tanto. E con quelle paranoie, giunse davanti alla porta di casa, notò la luce ancora accesa in cucina e bussò alla porta. Attimi dopo essa venne aperta da sua madre, che gli sorrise. -Sei finalmente a casa, pensavo che avresti dormito nuovamente in ospedale.- gli sorrise, trascinandolo per il braccio in casa, aiutandolo a togliersi di dosso lo zaino.

-Vieni, ti ho preparato da mangiare.- lo portò in cucina, facendolo sedere al tavolo. Il minore la seguì e basta, lo sguardo perso, mentre osservava il cibo servito a tavola. -Jeongin, che succede?- gli domandò Iseul, sedendosi davanti a lui, porgendogli un piatto ricolmo di pietanze.

-Sono preoccupato.- disse, mentre alzava gli occhi su sua madre, che apprensiva gli sorrise. -Per cosa?- gli domandò, iniziando lentamente a mangiare. -Quando Chan hyung si sveglierà... mi odierà?- domandò, alzando gli occhi ricolmi di lacrime sul viso della donna, che sorrise. -Chan non sarebbe mai capace di odiarti, ricordo quando mi hai spiegato come funzionano le anime gemelle di quella trama. Hai agito perché volevi proteggere me e tua sorella, ma in primis Chan. Se glielo spiegherai, quando si sveglierà, ti assicuro che ti guarderà sorridendo e basta. Non essere pessimista.- scherzò con lui, mentre il minore annuiva, decidendosi finalmente a mangiare.

E quella notte, dormì finalmente con la mente leggera, promettendosi di svegliarsi la mattina dopo, andando in università e scusandosi con i suoi amici, per le azioni irrazionali che aveva compiuto.


chissà quando, e se, si sveglia Chan🤔🤔

𝓞𝓾𝓻 𝓓𝓻𝓮𝓪𝓶 .♔︎. 𝓜𝓲𝓷𝓢𝓾𝓷𝓰  ...𝓿𝓸𝓵𝓾𝓶𝓮 𝓣𝓦𝓞...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora