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-Lee Felix!- la voce del padre del ragazzo tuonò, mentre apriva la porta della stanza del minore. -Cosa?- sobbalzò il ragazzo, alzando il suo viso dal laptop e puntandolo sul padre, che teneva in mano una lettera, il trimbo dell'università stampato su di essa.

-Quanto aspettavi, per dirmi che hai picchiato qualcuno? Il rappresentante della facoltà di scienze umane pure!- l'uomo aveva aperto la busta, osservando il foglio. -Mi spieghi come hai fatto? In diciott'anni non hai mai attaccato brighe.- il signor Lee sospirò, sedendosi sul letto del ragazzo, che fece girare la sedia verso di lui.

-Stava picchiando Jisung... e mi sono messo in mezzo, per difenderlo.- mormorò a voce bassa, non osando alzare gli occhi sul viso di suo padre. Quest'ultimo sospirò, facendosi sfuggire una risata. -Beh, hai difeso un altro alunno e su questo ti do ragione. Ma dovevi fare di meno, filmare una testimonianza o chiamare un professore.- l'uomo si alzò dal suo posto, avvicinando al minore e carezzandogli i capelli.

-Sei stato sospeso per tre giorni, cerca di riposarti e recuperare lo studio di questi giorni, va bene?- Felix di scatto alzò il viso, osservando il viso sereno di suo padre. -Ciò non significa che la prossima volta, puoi picchiarlo.- disse, uscendo dalla stanza. Il più giovane sorrise, tornando a prestare attenzione al suo pc, ma il fastidioso bisogno di chiarire con Changbin era più forte.

Il maggiore aveva discusso con lui e dopo avergli pulito il viso, si era alzato. Lasciandolo in quel corridoio circondato da alunni con il bisogno di sapere cosa fosse successo. Non l'aveva neanche accompagnato a casa, ma gli aveva detto che era di fretta per tornare da sua sorella. 

Ma la verità nel profondo, era che sì, è andato a casa da sua sorella. Ma appena varcata la soglia della stanza della ragazza, era scoppiato a piangere. Aveva raccontato per filo e segno ogni avvenimento di quel giorno, ma quando la maggiore gli aveva chiesto, perché avesse reagito così, non seppe rispondere.

Da quando aveva conosciuto i più piccoli, un senso di protezione era nato nei loro confronti, ma maggiormente per Yongbok. Fosse stato per lui, lo avrebbe tenuto tra le sue braccia per sempre, senza lasciare che nessuno lo ferisse. Ma quando ci aveva provato, aveva soffocato il minore tra le sue braccia, senza lasciargli un senso di responsabilità.

E ora mentre osservava il suo telefono aperto sulla chat del biondo, stava cercando la forza per chiamarlo, scrivergli, o mandargli un messaggio vocale, pur di chiarire. La luce del telefono gli fece spostare l'attenzione dalle sue mani, al dispositivo, che veniva illuminato da una chiamata in arrivo.

Il nome di Felix, o per lo più, come il maggiore lo aveva salvato, risplendeva. In attesa che qualcuno accettasse quella chiamata. Con dita insicure e tremanti, riuscì a far scorrere il dito sullo schermo, prendendo il telefono e portandolo al suo orecchio.

-Changbin hyung?- domandò Felix e il maggiore voleva ridere in quanto dopo mesi di conoscenza, non aveva ancora mollato gli onorifici. -Felix, hey..- mormorò a voce bassa la risposta.

-Uhm... non so come dirtelo. Per quanto riguarda oggi all'università...- il minore non finì di parlare, che l'altro lo anticipò. -Ti volevo giusto chiamare, per scusarmi. Scusa Felix, sono stato stupido a sgridarti, ma ero talmente preoccupato per i provvedimenti che la scuola avrebbe preso. Eri preoccupato per Jisung e sinceramente... tempo fa avrei fatto la stessa cosa.- il maggiore finì il discorso, aspettando l'altro gli potesse rispondere. 

-Avevi ragione... sono stato stupido a picchiare Joo Won, avrei dovuto fermarmi quando Hyunjin me lo aveva detto. Sono una delusione...- la voce di Felix si fece più bassa e il maggiore sapeva che avrebbe iniziato a piangere.

-No hey, non dire così. Hai seguito l'istinto di ribattere contro Joo Won e proteggere Jisung. Ma non definirti una delusione, tutti facciamo errori, ma non dobbiamo considerarci delle delusioni. Va tutto bene. Vuoi venire a casa mia a studiare? Ho recuperato gli appunti delle ultime lezioni dai tuoi compagni.- il maggiore lasciò che un sorriso coprisse le sue labbra, mentre il minore contento diceva che avrebbe fatto il più presto possibile.

(...)

-Fa male?- domandò Minho, mentre la sua mano passava in modo delicato sulla schiena di Jisung, applicando la crema sul livido. -Fa male, sì. Ma posso sopportarlo.- mormorò il minore, affondando il viso nel cuscino del letto del maggiore.

Quel pomeriggio Jisung e Minho erano a casa da soli e il maggiore aveva convinto l'altro a venire con lui a casa, aiutandolo a medicare la ferita e riposare. Quel giorno era il primo giorno di scuola di Min Joo e Minho sperava, che potesse trovarsi a suo agio. -A cosa pensi?- domandò Jisung con voce bassa, alzando gli occhi sull'altro, che ancora impegnato massaggiava la sua schiena.

-A Min Joo. Ha cambiato scuola e oggi è il suo primo giorno. La mamma lo ha accompagnato e si è assicurata di comprargli il miglior materiale e i migliori vestiti. Ma non so se sia abbastanza contento.- il maggiore rimosse la sua mano dalla schiena di Jisung, sedendosi sul bordo del letto.

-Hey, hyung.- il minore si alzò a sedere, lasciando che il tessuto della sua maglia tornasse al suo posto, scivolando sulla sua schiena. -Non preoccuparti, Min Joo è sempre stato grato per tutto ciò che gli veniva portato o regalato, al suo compleanno gli sono stati fatti regali da persone che non conosceva, eppure era estremamente contento. Mi hai raccontato del murales che tua madre ha fatto nella sua stanza e del fatto che la ringraziava anche mentre andava a dormire.- il minore rise verso la fine della frase, mentre la sua testa si poggiava sulla spalla dell'altro.

(sono andata a tradurre "grateful" perchè non ricordavo "grato" in italiano, sto perdendo la lingua aiutatemi)

-Gli ha travolto la vita, assieme a tuo padre e tua madre. Lo avete portato fuori dal baratro della depressione, delle menzogne e degli abusi. Non credo che sia scontento rigardo ciò.- Jisung alzò la testa verso Minho, che girando gli occhi incontrò il suo viso. Quel viso che nel sogno era oramai nitido, ma non gli piaceva come appariva verso la fine di quel grande schema che si era creato nel suo cervello.

Jisung sembrava aver capito che stesse ragionando ancora riguardo qualcosa e così con lentezza poggiò le sue esili mani sulla coscia dell'altro, facendo forza su di esse per alzarsi al suo viso, lasciandogli un docile bacio sulla gota.

-Hey, ricordi cosa mi avevi detto? Andrà tutto bene.- Jisung prese la mano destra di Minho, lasciando che le loro dita si intrecciassero, mentre tornava a trovare riposo sulla sua spalla.



oh ma che carini😭😭

ora passando al check fast (Check the facts, go check that, check the facts, go check that EY EY EY), sapete che io potrei saltare tipo cinque capitoli per arrivare a Natale e Capodanno, ho il sangue caldo e non riesco ad aspettare, ecco perché non dovrei scrivere storie, perché finirei per ridurre 70 capitoli in 10 LMFAO

nel caso, chi va al I-DAYS festival di Milano? Gli Stray Kids ci regaleranno il loro titolo da Head Liners yay! Io se avrò l'opportunità di andarci, lo farò sicuro e vi dirò tutto!!! Ora beccatevi so capitolo e andate a dormire.

nel caso, chi va al I-DAYS festival di Milano? Gli Stray Kids ci regaleranno il loro titolo da Head Liners yay! Io se avrò l'opportunità di andarci, lo farò sicuro e vi dirò tutto!!! Ora beccatevi so capitolo e andate a dormire

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