Epilogo

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3 Anni Dopo

Il vento mi scompiglia i capelli e l'ombrellone impedisce alla luce del tramonto di finirmi negli occhi.
Inspiro ed espiro la brezza marina di Fuerteventura. Vicino alla riva, mia figlia Sequoia gioca felicemente con Axel e Lucien, il figlio di Bailey e Niall.
Comodo sulla sdraio bianca, scruto l'orizzonte e mi accarezzo piano la cicatrice sul torace.
Oramai si sta avvicinando l'anniversario della mia operazione e ogni volta sento dolore in questo punto.
Il suono di ciabatte da spiaggia che si avvicinano mi fa sorridere e una mano con una fede nuziale identica alla mia mi passa un cocktail analcolico.
«Come su sua richiesta, mio signore».
Ridacchio e bevo dalla cannuccia, mentre mio marito si sistema sulla sdraio di fianco alla mia. «Direi che ti sto addomesticando bene, Mr. Occhi di Ferro».
Poggia gli occhiali da sole sulle orecchie e sul naso, allungandosi con tutto il corpo per abbronzarsi. «Non ti ci abituare».
Già, lo so che fa così solo perché siamo in vacanza coi nostri amici. Una volta tornati a casa, ricomincerà a fare il brontolone e al lamentarsi sul fatto che a lavoro mi danno decisamente troppe ore.
Assaporo il gusto miscelato dei frutti tropicali e mi si sciolgono i muscoli quando mi accorgo di come Harry guarda Sequoia.
Quando l'abbiamo adottata e ci hanno fatto parlare ininterrottamente con gli avvocati e i servizi sociali, lui ha detto qualcosa che sul momento mi ha quasi commosso.
«Cinque giorni», aveva proclamato. «Cinque giorni è il tempo che mi ci è voluto per capire che Sequoia è mia figlia. Nostra figlia».
Si riferiva ai giorni in cui eravamo rimasti ricoverati in ospedale dopo che io ero stato operato e a lui avevano rimossa il proiettile.
Sequoia era stata dimessa dopo che le avevano curato il braccio, poi aveva insistito per farci visita tutti i giorni. Inutile dire che entrambi ci eravamo innamorati di lei.
«Ne voglio un altro».
Sorrido. «Un altro figlio?» Sarebbe magnifico.
«È adolescente e Alden si rifiuta di vederla. Non voglio che stia sola ancora a lungo».
Mi si afflosciano le spalle.
Quando abbiamo fatto domanda per prendere in custodia Sequoia, il tribunale è stato costretto a contattare il suo unico parente. Alden non si era fatto vivo, non aveva risposto a nessuna telefonata del giudice. Era in Europa e pareva non voler tornare.
Annuisco, non mi dispiacerebbe un altro bambino. Con lei siamo stati fortunati. Vogliamo esserlo ancora.
Rigiro sull'anulare destro l'anello con testa di leone di mio marito. «Dimmi che possiamo rimanere qui per sempre».
È il nostro angolo di paradiso. Per farci sentire una famiglia, Harry aveva lasciato perdere l'hotel di sua proprietà e aveva acquistato una casa vicina al mare.
L'avevo amata ed è il nostro rifugio per quando vogliamo starcene da soli senza venir disturbati.
«Abbiamo delle responsabilità, professore», mi prende in giro. «Anche quest'anno avrai nuovi studenti da bacchettare a dovere».
«Oh, tesoro, non essere geloso. Io bacchetto solo te».
La mia intenzione era quella di stuzzicarlo, ma quando abbassa gli occhiali per fissarmi con uno sguardo infuocato mi accorgo del mio errore. «Prometti?»
Bastardo. Si gioca in due.
Prendo il cubetto di ghiaccio dal mio bicchiere, lo passo sulla lingua e lo uso per tracciare un percorso dal collo alla clavicola destra.
La sua bocca si piega, maliziosa ed eccitante. «Questo mi ricorda qualcosa».
Le mie palpebre si riducono in due fessure. Mi allungo e lui apre la bocca, rigirando con la lingua il ghiaccio tra i due palati. «Mmh, è speziato con il tuo sapore».
«Shh, ci sono i bambini».
Mi tocca una coscia, stringendo la mia carne. «Ha cominciato lei, Mr. Styles».
«Colpa della sua indole provocatoria, Mr. Styles».
No, è colpa mia. Lo so bene.
Quand'è nei paraggi, non riesco a non toccarlo.
Scende dalla sdraio per salire sulla mia, mettendosi dietro di me e tenendomi. Oh, sì. Ora va decisamente meglio.
«Tra poco dobbiamo raggiungere gli altri al ristorante. Abbiamo promesso di fare il bagno ai bambini, ricordi?», mi bisbiglia all'orecchio, causandomi una vibrazione che scende lungo la spina dorsale.
«Che ne dici di far loro il bagno, darli ai ragazzi al ristorante e poi scappare nella nostra casa?»
Mi mordicchia l'orecchio. «Vuoi scappare dalla vacanza in famiglia?»
«Loro non sanno della villa che hai comprato, penseranno che siamo nella nostra stanza in albergo».
Stringe le braccia intorno a me. «Sei tremendo».
Volto la testa per fissarlo, ha il mento sulla mia spalla. «Ci credo. Ho imparato da un corvo mancato».
Mi distendo addosso a lui, beandomi delle risate di Sequoia e del profumo di tabacco e limone del mio uomo.
Certe volte ripenso agli incubi che facevo una volta e che ora sono svaniti.
Al presentimento di essere un mostro, che mi ha tartassato per anni a causa di Grace e di come lo allevio ogni giorno, provando ad essere una persona migliore in qualunque situazione.
Alla soddisfazione provata quando hanno arrestato Mardoc ed Elle.
Al terrore che ho provato quando, dopo l'intervento per il trapianto del mio cuore, mi sono svegliato e lui non c'era.
Mi ero strappato di dosso le flebo ed ero corso fuori dalla mia camera, in camice e in mutande. Ho cercato per i corridoi, ho pianto per non essere riuscito a trovarlo... e dopo l'avevo visto venirmi incontro.
Era in camice da ospedale anche lui e portava una fasciatura al braccio sinistro.
L'avevo stretto a me finché non mi ero convinto che non stessi sognando. Che lui era vivo. Che lo eravamo entrambi.
E dopo settimane passate a letto, ero tornato a casa con Harry, consapevole che nel mio petto ci fosse il cuore di Jasper Rasteece, il quale era cerebralmente morto dopo che Dean Mardoc gli aveva sparato per il suo doppio gioco.
Pure con gli anni passati, ci stavamo ancora riprendendo.
Il mondo aveva tentato di dividerci e di farci odiare a vicenda, spesso eravamo stati noi stessi a spingerci fino a quel punto, ma i nostri sentimenti hanno avuto la meglio.
Facevamo beneficenza, dirigevamo case-famiglie, aiutavamo gli ospedali e gli ospizi. Ogni gesto di bontà ci aveva avvicinati. Ci aveva curati. Ci aveva fatti innamorare sempre più.
Sorrido contento e Harry mi bacia una tempia. Mai mi sarei immaginato che quel giorno, quando ho messo piede per la prima volta nell'ufficio del suo grattacielo, sarei finito così, insieme a lui.
Ricordo ancora la vista dal suo tetto. La vedo tutt'ora.
Ed è come noi. Senza colpa per i nostri peccati.

FINE

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora