Capitolo 4

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Mi sento come un coniglio che è stato attirato nella tana del lupo.
Non dovrei neanche essere qui. Mi aveva promesso un pranzo, ma non pensavo che fosse nel suo luogo di lavoro. Speravo in un bel ristorantino. Dove tutti potevano vederci e non saremmo stati da soli!
-Vuole accomodarsi?- mi chiede Mr. Occhi di Ferro, facendomi segno verso il tavolo. Cammino con titubanza verso la sedia che mi sposta e mi avvicina al tavolo con essa.
Calma, respira.
Si siede a sua volta di fronte a me, facendomi respirare il suo profumo al tabacco e limone, e noto che nei nostri piatti c'è già la carne speziata con insalata. -Spero lei non sia vegetariano, Mr. Tomlinson.-
-No, non si preoccupi, Mr. Styles. Comunque, pensavo avremmo pranzato fuori.-
-Siamo fuori.- mi sorride, aprendo le braccia per indicare la città intorno. Spiritoso, l'uomo.
Sorrido imbarazzato e comincio a tagliare la carne, mentre lui versa l'acqua ad entrambi.
Non guardarlo è quasi una sfida, i suoi occhi sono come calamite e tutto il mio corpo sembra essere attratto da lui.
Mi sento confuso. Non ho mai provato delle sensazioni del genere. Le ragazze non mi hanno mai fatto sentire in questo modo. Scuoto la testa, mangiando un boccone e sentendo che è davvero buono. Io sono etero, Mr. Occhi di Ferro è solo un bell'uomo che mi ha colpito con il suo fascino. Forse, se tengo in testa l'immagine di Rose, lui sparirà dai miei pensieri.
-Dunque... mi parli un po' di lei.- se mi parla in questo modo, non funziona. Il mio sguardo vaga e bevo un sorso d'acqua fresca.
Respira, porca puttana!
-Non voleva parlarmi di un'offerta di lavoro?-
-Sì, ma mi piacerebbe sapere chi è la persona che mi potrebbe fare da personal trainer.-
-Oh... be', ho quattro sorelle, mia madre è single e vivo con due coinquilini.- prego che gli basti, voglio arrivare dritto al punto. Il tendone bianco diminuisce la potenza della luce del sole e il vento si è abbassato di molto. Mi sembra di essere in estate. -Interessante.- non si direbbe dal suo tono. -E lei e la sua fidanzata? Come vi siete conosciuti?-
-Liceo. Avevamo dei corsi in comune e i nostri genitori erano amici.- mi riempio la bocca con altra carne, così da avere la scusa per non parlare ancora. Come mai si interessa tanto della mia vita?
-Prima di lei? Non ha avuto nessun'altra?- la sua voce mi giunge leggermente più seria, sembra si stia arrabbiando. -Avventure di una notte. Non so se mi capisce...- gli faccio un cenno amichevole, sperando che intenda, da uomo a uomo.
I suoi occhi si stringono in due fessure, facendomi salire un freddo glaciale dalla spina dorsale, e poggia i gomiti sul tavolo. Le nocche sostengono il mento. -Prego?-
-Lo sa, no? Ho letto su Internet che lei ha avuto molte spasimanti. Dovrebbe capirmi.- faccio spallucce, finendo l'acqua. Ecco, donne. Parliamo di donne.
Le sue labbra vengono poggiate sulle dita intrecciate e mi fissa, quasi curioso. -Lei intende donne con la quale ho fatto solo sesso, Mr. Tomlinson?-
No, non parliamo di donne.
-Ehm... sì.- Dio, mi vergogno da morire ad ammetterlo.
-Se devo essere sincero, lei ha ragione. La sola idea di avere una relazione, mi... mi mette i brividi, per così dire. Già una persona fa fatica nell'avere la propria felicità, perché deve occuparsi anche di quella di qualcun'altro?- si raddrizza sulla sedia e mangia un pezzo della bistecca.
Lo scruto, sorpreso. -Lei è un corvo nero mancato, Mr. Styles.- il mio commento mi è uscito quasi senza pensarci e spero vivamente che non si sia offeso. -Se non le dispiace, preferisco il termine "rondine nera", Mr. Tomlinson.- la sua risposta mi lascia senza parole. Non riesco a replicare, non so come commentare.
Direi quasi che ha vinto.
Guardo altrove, godendomi la vista di New York dall'alto. Mi sento come un re che vede dal palazzo il proprio regno. Ma io non sono un re. Lui lo è.
-Mi sorrida.- quell'invito, che mi pare più un ordine, mi porta a fissarlo confuso. -Cosa?-
-Da quando l'ho incontrata, lei non mi ha mai sorriso. Ed è un vero peccato. Le persone sono più belle quando sorridono.- mi scruta in viso, come alla ricerca di un mio possibile segno di cedimento.
Mi accorgo che è vero. Ha ragione. Non ho mai sorriso di fronte a lui. Che ragione ne avevo?
-Sorridimi.-
-Non le ho dato il permesso di darmi del "tu".- la mia è solo una forma di difesa e sono certo che l'abbia capito. Si alza dalla sua sedia e viene verso di me, lentamente. Il tabacco e il limone mi investono secondo dopo secondo. La sua pelle è un richiamo per le mie labbra, ho la strana voglia di baciarlo ovunque. Avvicina il suo viso al mio e incatena i nostri occhi. -Sorridimi, Mr. Tomlinson.- mi sussurra, facendomi sentire un forte caldo ovunque.
Mi sta ipnotizzando, ne sono certo. Mr. Occhi di Ferro sta usando ogni suo potere su di me e stanno anche funzionando.
Gli sorrido, quasi fosse normale. Naturale.
Mi sorride a sua volta e annuisce, soddisfatto. -Così va meglio.- commenta, tornando al suo posto. Solo adesso mi accorgo che abbiamo finito entrambi la carne. È riuscito a distrarmi dall' ovvio. Di nuovo.
-Cosa ci faceva al Lion?- mi domanda, finendo di bere la sua acqua. Tento di non guardarlo. -Volevo divertirmi e ho trovato quel locale. Lei?-
-Ne sono il capo.- quasi mi strozzo con la fetta di pane che mi sono messo in bocca.
No. È uno scherzo, vero?
-Sul serio?-
-Sul serio.- mi risponde deciso. Si alza di nuovo e mi porge una mano. -Vuole vedere il mio grattacielo? Può usare la mia stanza per rinfrescarsi.- mi sorride in modo cordiale, ma anche freddo. Gli prendo una mano e mi alzo a mia volta. -Così parliamo del lavoro che mi vuole offrire?-
-Oh, no. Quello stasera a cena. Le va di cenare qui, Mr. Tomlinson? L'avverto, però, che io ceno sempre e solo durante il tramonto. Amo guardarlo mentre mangio, è il miglior "cena e spettacolo" esistente secondo me.- un groppo in gola mi fa deglutire e la mia mano nella sua inizia a sudare. No, non posso. Gli ho già concesso un pranzo, non può tenermi qui tutto il giorno!
-Veramente, io...-
-Ho uno chef eccellente e farò in modo che i miei maggiordomi la facciano sentire al proprio agio. Si fidi di me, Mr. Tomlinson.- mi fissa in quel modo che non mi fa capire più niente e boccheggio troppe volte. E adesso che cosa faccio?
Trova una scusa, trova una scusa!
-Mi dispiace tanto, ma domani ho dei corsi...-
-Quando?-
-Nel pomeriggio.-
-Allora suppongo non sarà un problema per lei studiare domani mattina, giusto?- sfoggia un mezzo sorriso e accarezza la mia mano con la sua. Il bastardo è seriamente bravo. Troppo bravo. -O... ok.- balbetto, maledicendomi per la milionesima volta. Sorride vittorioso e mi accompagna verso la porta. -Perfetto.- mi lascia solo quando dobbiamo scendere le scale.
Sono dietro di lui e tento di riprendere fiato, lo stesso che mi ha tolto mentre mi trafiggeva con gli occhi verdi e scuri. Il mio corpo trema, la testa gira e prima che me ne possa accorgere, inciampo e rischio di cadere, se non fosse per Mr. Occhi di Ferro che mi prende al volo. Sono finito addosso a lui, petto contro petto e ho perso di nuovo il fiato per lo stesso motivo di poco prima.
La sua bocca è semichiusa, mi sta respirando sulla pelle e il suo profumo è talmente forte da sembrarmi mille aghi che mi pungono il cervello. Le sue mani mi tengono in modo stretto i fianchi, i quali combaciano con i suoi e le mie dita sono poggiate sulle sue spalle.
-Mi scusi...- mi esce in un sussurro e non volevo questo. Mr. Occhi di Ferro fa vagare gli occhi dalle mie labbra ai miei azzurri e sembra quasi che si sia tolto delle corde quando mi fa girare di scatto, fa cozzare la mia schiena al muro, mi solleva tenendomi per le cosce e si avventa sulla mia bocca aperta per la botta improvvisa.
Non ha pietà di me. La sua lingua ispeziona le mia, le mie labbra e il mio palato, le sue mani mi stringono il culo con forza provocandomi un male piacevole e il suo bacino si struscia contro il mio. Attraverso i suoi pantaloni, sento che è duro come una roccia e mi scappa un gemito. Ha un sapore selvaggio, buono, travolgente.
Mi morde la pelle, mi lecca, mi succhia ovunque, assaporandomi come un ghiacciolo, ma io sento solo caldo. Ho tremori ovunque, mi agito e lui tenta di tenermi fermo per potermi baciare meglio.
Non so cosa fare, non voglio che si fermi, ma mi sembra tutto sbagliato. È perfettamente sbagliato.
-Mr. Styles...- tento di fermarlo, ma non mi ascolta, troppo occupato a tirarmi il lobo con i denti. Una sua mano mi tiene il culo, mentre l'altra tenta di aprirmi la camicia. Torno in me solo quando sento che sta per farmi un succhiotto fra la mascella e il collo.
La mia famiglia, il mio futuro e Rose tornano come pensieri principali. E mi rendo conto di cosa sto facendo.
-Si fermi! Si fermi, si fermi, si fermi, si fermi, si fermi, si fermi!- continuo a ripetere, finché non urlo e lo spingo via. Torno con i piedi per terra, intanto che lui traballa e ci fissiamo intensamente. Abbiamo entrambi i vestiti piegati, la mia camicia è aperta a metà, e stiamo respirando a fatica.
Che cazzo è successo? Perché gliel' ho lasciato fare? Perché l'ha fatto?
Mi sistemo e respiro profondamente, tentando di ritrovare il controllo. Io non sono gay. Non è possibile che io lo sia. Non lo sono mai stato e mai lo sarò. E lui, poi? Per quale dannato motivo mi ha messo le mani addosso? Non è etero anche lui? E tutte le sue storie?
Stavolta mi riesce molto più facile non guardarlo.
-Da questa parte.- è l'unica cosa che mi dice, riprendendo a scendere le scale senza aspettarmi.
Sono confuso e la testa gira molto più forte di prima. Mi è rimasto il suo profumo sui vestiti e mi domando se sia stata una buona idea accettare di cenare con lui.

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