Capitolo 35

3.5K 216 56
                                    

Coi tacchi vertiginosi, mia madre si avvicina a noi e Evelyn si mette davanti a me, come per proteggermi, una sua mano stringe forte la mia.
-Evelyn... da quanto tempo. Sei cresciuta, vedo. Cos' è quella, una fede nuziale?- mia madre indica l' anello di mia sorella e guarda disgustata l' arredamento di casa mia.
-Ce l' ho da quattro anni.-
-Oh, ma che bello! Mi sarebbe piaciuto poter venire al matrimonio... peccato che non sapessimo dove ti fossi cacciata.- parla in modo acido, piena di sarcasmo e sistema i cuscini del divano come vuole lei. -Almeno ha abbastanza soldi da potersi prendere cura di te?-
-Ovvio...- sospira Eve, sorridendo e facendosi beffe di lei, -A te interessa solo questo: il denaro.-
-Piccola, il denaro regge il mondo. Non ti ho insegnato niente in tutti quegli anni in cui siamo state insieme?- sorride divertita e torna a camminare nella nostra direzione.
-Tu mi hai solo insegnato a ribellarmi e sta' lontana da Louis!- sbotta mia sorella non appena si fa troppo vicina. Fa dei passi indietro portandomi con lei e io sento il cuore nelle orecchie. Finirà male, molto male, me lo sento.
mio figlio, decido io per lui. Se voglio abbracciarlo, lo abbraccio. Ma non è affar tuo. Piuttosto, cosa ci fai qui?- Elle resta impassibile e si sistema la borsetta sulla spalla, i suoi occhi esaminano mia sorella come se fosse una barbona che vive sotto a un ponte.
Dio, perché mio padre non è rimasto in vita abbastanza da poter impedire questo litigio? Lui era bravo in queste situazioni, sapeva come calmare le acque e come badare a queste due.
-Sono a New York da un bel po', volevo rivedere mio fratello.-
-Ah, sì? Non è che stavi cercando un posto dove dormire? Fammi indovinare: a giudicare dalla tua pancia, direi che lui ti ha cacciata di casa perché non vuole il bambino oppure non è suo. Povero il mio piccolo Louis, hai una sorella maggiore irresponsabile e infantile. Si vede quanto siete legati, tra poco avremo due pecore nere in famiglia se non ti sposi.-
Mi si stringe forte una morsa nel petto e mi sento come se mi avessero seppellito sotto terra dentro una cassa, ancora vivo e senz' aria. Come può dirmi una cosa del genere?
Mamma...
-Non parlare in quel modo di mio figlio, non sono una troia! Forse sarò anche una cattiva madre, ma Louis è un bravo ragazzo e tu gli stai facendo del male!- Eve si allontana da me e fronteggia nostra madre con coraggio. Lei, sorridendo in quel modo odioso alla Umbridge, sbuffa dal naso una risata e scuote la testa, la crocchia fatta con le solite bacchette la segue a ritmo. -Tu non sai niente di Louis. Non sei più una Tomlinson da quando te ne sei andata e per questo, ora, ne paghi le conseguenze. Louis lo sa di Dean? Del fatto che sei stata una ragazzina pestifera e disobbediente? Tesoro, vuoi veramente avere lei come modello da seguire?- si rivolge a me e io incasso la testa tra le spalle.
Avanti, Louis, di' qualcosa. Difendi tua sorella, forza!
Vorrei dire tante cose, vorrei urlarle in faccia tutto il dolore che mi ha provocato in questi anni, ma non ci riesco. Lei e Troy mi hanno cresciuto, mi hanno dato da mangiare e delle sorelle che amo con tutto me stesso. Devo loro la mia vita... già, ma è una vita legata a dei fili da burattino.
-Meglio me di te.- ringhia Eve, fissandola negli occhi con sfida. Sono alte e magre quasi ugualmente, perciò non capisco chi delle due stia troneggiando sull' altra.
-Ne sei certa? Al tuo bambino insegnerai a scappare? Proprio come lo stai facendo ora con tuo fratello?!- si avvicina a lei e sfiora il naso col suo, ma Evelyn controbatte: -Gli insegnerò a non farsi mettere i piedi in testa e a essere padrone di se stesso, proprio ciò che tu hai voluto ignorare con Louis, così che potessi maneggiarlo a tuo piacimento.-
-Come osi?!-
-È vero e tu lo sai! Prima l' hai fatto con me, poi con lui e dopo passerai alle nostre sorelle!-
-Parli così alla donna che ti ha messa al mondo? Tu mi devi la vita!-
-Oh, tu, piccola vipera velenosa...!-
-Finitela!- grido al limite di sopportazione ed entrambe mi guardano scioccate, -Vi sentivo da piccolo, posso sentirvi anche adesso. Papà sarebbe deluso da tutte e due, piantatela, per favore.- le prego e prendo più aria possibile. Cristo, con poche frasi mi hanno fatto venire un mal di testa e una ventina di déjà-vu.
La smetteranno mai di darsi contro?
-Mamma.- cammino verso mia madre e la rassicuro: -Io e Rose ci sposeremo, so quant'è importante per la nostra famiglia. E Eve? Io ti voglio bene, sei la mia sorellona, ma devo fare ciò che è giusto.-
-Louis...-
-Dico davvero. Sto bene, so quel che faccio.- le sorride in modo triste e poi mi rivolgo a entrambe: -Se davvero mi volete un po' di bene, non litigate più. Almeno non quando ci sono io.-
Ve ne prego.
Sia mia madre che mia sorella passano lo sguardo da me a loro, ma poi annuiscono tutte e due e io mi sento sollevato. -Grazie. Adesso, dato che ho un braccio fuori uso, mi aiutate con le mie cose? Harry dovrebbe arrivare tra...- il suo del campanello mi interrompe, -... adesso.-
Che puntualità.
Cammino lentamente verso la porta e so che, alle mie spalle, Evelyn ed Elle si stanno guardando con astio, ma preferisco evitare di aprire bocca. Invece di trovarmi davanti Hearl, trovo il mio bellissimo riccio che mi sorride, ma aggrotta la fronte quando vede la mia faccia adombrata e la mia famiglia dietro di me.
-Entra.- dico soltanto e lui esegue. Rosso in viso dalla vergogna e con le orecchie che mi vanno a fuoco, i tre nella stanza assieme a me si studiano a vicenda. Harry lo fa con attenzione, Evelyn gli sorride e mia madre lo guarda amareggiata.
-Miss Tomlinson.- saluta prima mia sorella Harry, prendendole la mano e baciandogliela. Eve ridacchia e mostra l' anello. -Mrs. Paisley.-
-Scusi, Mrs. Paisley.-
-È un piacere rivederla, Mr. Styles.-
-Anche per me.- le fa un occhiolino amichevole, poi fa un cenno col capo a mia madre. -Ci siamo visti all' ospedale, ma non ci siamo presentati. È un piacere, Mrs. Tomlinson.- saluta in modo cordiale e allunga una mano così che lei si lasci baciare la sua. Elle ghigna in modo perfido e distaccato. -Non per me. Come mai Louis va a stare da lei?-
-Per aumentare le ripetizioni per il college, mamma, te l' ho già spiegato.- intervengo io, in modo da poter far capire a Harry quale scusa io le abbia rifilato. -Esatto.- mi dà sostegno e poi si dirige verso una mia valigia. Incurante dello sguardo scettico di mia madre su di lui, Mr. Occhi di Ferro e Evelyn cominciano a portare verso l' auto del riccio la mia roba.
Dopo tanto tempo, finalmente è tutto in ordine e la Range Rover di Harry sembra sul punto di esplodere.
Mia madre mi saluta con un abbraccio veloce e dicendomi che rimane in città - quasi fosse una minaccia -, poi stringo forte Evelyn. -Chiamami se hai qualche problema.- mi sussurra all' orecchio e io rido di poco. -Lo farò non appena avrò un nuovo telefono.-
Lei ride con me e mi lascia andare. Harry mi mette una mano sulla schiena e mi accompagna verso la macchina. Mi metto al posto del passeggero, un po' tremolante per via del mio ultimo ricordo in auto, e faccio un cenno di saluto a mia madre e a mia sorella. Il riccio mette in moto e parte, diretto verso... sinceramente non lo so in quale casa vuole portarmi.
-Hai una sorella deliziosa.-
-E...?- mi volto verso di lui, perché so che vuole aggiungere altro. -E... una madre petulante.-
-Ah! Lo sapevo.- gongolo, per niente offeso. So com'è fatta mia madre e so benissimo che la maggior parte della popolazione non la sopporta. -Quindi, in quale casa mi porti?-
-In una dove ancora non hai messo piede.-
-Uuh, sembra allettante.- fingo interesse, ma solo per fargli intendere che non mi è d' aiuto così.
-Comunque, cos'era quel clima freddo tra tua madre e tua sorella?-
-Dodici anni fa Evelyn scappò di casa perché litigò di brutto con Elle e da quel giorno non si sono più viste né sentite.-
-Ah, capisco.- annuisce e poi sbuffa una risata, -Perché chiami tua madre per nome?-
-Perché sono stato adottato.- le parole mi scappano prima che me ne accorga e Harry inchioda di colpo. Meno male che non c'è nessuno dietro o di fronte a noi. Erano anni che non dicevo quella parola con la "A", forse perché mi sono sempre sentito parte dei Tomlinson e perciò non c'ho mai badato più di tanto.
-Tu sei... che cosa?!-
-Lo so, lo so, ti posso spiegare tutto.-
-Perché non me l' hai mai detto?-
-Non l' ho mai ritenuta una cosa importante.- mi scuso velocemente, -I Tomlinson, mia madre e le mie sorelle, sono la mia vera famiglia, non coloro che mi hanno abbandonato.-
-Oh, Louis...- sospira e riparte, -Raccontami.-
-Vedi, mia madre e mio padre ebbero Evelyn quando erano ancora entrambi adolescenti e per questo si dovettero pure sposare per poterla mantenere, ordine dei miei nonni. Ma quando Evelyn nacque, vi fu un problema nel parto e mia madre rimase incosciente per molti giorni. Al suo risveglio, le dissero che era improbabile che potesse di nuovo avere figli. Per i suoi sedici anni, Evelyn non chiese un nuovo vestito o dei trucchi... chiese un fratellino. Chiese me.- sorrido leggermente non appena mi tornano alla memoria quei pochi momenti passati con mia sorella. -I miei furono costretti all' adozione. La cosa comica? Dopo ebbero quattro figlie biologiche.-
-Perciò tu sei non solo l' unico maschio della progenie, ma anche l' unico che non ha il loro sangue.-
-Già, infatti. Ma mio padre mi trattò con amore, come se fossi davvero suo. Mi amò. Anche mia madre, solo che era troppo presa da Eve prima che lei se ne andasse e si mettesse ad organizzare la mia vita.- guardo fuori dal finestrino e scorgo l' acqua dell' East River, -Questa storia mi ha tormentato per anni nella mia testa e solo dopo la scomparsa di mia sorella capii.- i miei occhi lo cercano ancora e confesso la verità che ho sempre preferito ignorare e nascondere nell' angolo più remoto della mia mente: -Era stata Evelyn a volermi, non i miei genitori.-
-Cristo, Lou... io... non so cosa dirti, mi dispiace.- con entrambe le mani sul volante, sposta quando può lo sguardo su di me e lo sento triste nei miei confronti. Faccio spallucce. -Non importa.- lo tranquillizzo, -Alla fine sono finito in una bella famiglia. Sono cresciuto come persona grazie a Troy ed Elle ha fatto in modo che diventassi più controllato e maturo. Ho cominciato ad ascoltarla solo dopo Grace... e poi ho visto la nascita delle mie sorelline. Io sono apposto così, sul serio.-
-Ti credo, Louis. Solo che... avrei preferito saperlo prima. Quando sono andato a cercare informazioni su di te... non so, non c'era scritto da nessuna parte che fossi stato adottato, lo avrei saputo.-
-Forse le tue fonti non sono così imbattibili, dopo tutto.- mi prendo gioco di lui con un sorrisetto e lui stacca per pochi secondi la mano sinistra solo per potermi solleticare la pancia. -Fai meno lo spiritoso: abiterai a casa mia, dovrai ascoltare il padrone di casa.-
-Non contarci.- scuoto la testa e la appoggio al sedile. Mi rilasso e guardo attentamente questa macchina. Riscaldamento, radio, larga, pulita, abbastanza grande da poterci contenere almeno cinque persone. O una famiglia. O dei bambini.
Tanti bambini...
Mi mordo una guancia e mi ficco le unghie nel palmo della mano buona. Perché ho iniziato a immaginare me e Mr. Occhi con dei bambini in quest' auto? Oh, no. Neanche tra cinquant'anni.
Louis, torna a essere realista.
Cosa mi prende? Mah, sarà la sindrome da prematrimonio. Ok, questa è una bella auto, lo confesso, un auto dove, ne sono certo, mio figlio Troy starebbe al sicuro. Magari mi compro lo stesso modello dopo che il matrimonio, ma prima devo convincere Rose di...
Aspetta.
Un fulmine mi illumina la memoria.
Il sogno! Quello strano sogno dove ho visto mio figlio, mi parlava e mi diceva che la sua vita faceva schifo. Faceva schifo per colpa mia. Santo cielo, è veramente quello il mio futuro? Il futuro del mio bambino?
Prendo dei respiri profondi e calmo il mio procinto di attacco di panico, giusto in tempo, perché Harry parcheggia davanti una casa stupenda, a due piani, fatta di legno e situata nella Woodstock. Sembra una di quelle case usate principalmente per l' estate, ma è comunque carina, bianca e contornata di rosso scuro.
-Vuoi farmi abitare qui?-
-Solo temporaneamente. Te l' ho detto, tu ti sposti quando mi sposto io. Ah, e Louis?- torno a guardarlo quando mi chiama e sorride: -Non nascondermi più nulla, per favore. Troppi segreti per una sola vita... lascia che ti aiuti a portarli.-

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora