Capitolo 30

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Sono letteralmente scappato dal dormitorio e da Mary, ho bevuto tipo due litri di acqua e mi sono fatto una doccia veloce per riprendermi. Parcheggio vicino al college, mi tiro sulla testa il cappuccio verde militare della mia felpa leggera - dato che oggi è l' ultimo giorno caldo prima dell' autunno vero e proprio - e corro in giro, cosciente che adesso quasi nessuno è in nessuna aula per via del cambio dell' ora.
Dov' è? Dove sei?
Eppure nella mia testa continuo a ripetermi "non posso essere stato così cretino, manca qualcosa". Devo trovarla, devo chiederle scusa, anche se so che per una stronzata del genere le scuse non servono a un cazzo. Finalmente la vedo, Amber sta cercando qualcosa nel suo armadietto e si muove come se fosse a disagio, sperduta. Per colpa mia.
Forza, Louis.
Prendo l' aria e la rilascio lentamente, avvicinandomi a lei. -Amber.- le tocco la spalla, lei salta e mi guarda terrorizzata.
Merda, no.
-Stammi lontano.- dice velocemente e si volta, camminando a passo svelto per evitarmi. So che non dovrei e che è meglio lasciarla stare, ma la raggiungo lo stesso. -Amber, per favore, possiamo parlar...-
-Ne vuoi un altro?!- mi interrompe, girandosi con ferocia verso di me e alzando una mano come avvertenza. Mi sta odiando con tutta se stessa, glielo leggo negli occhi. Un altro? Un flashback mi invade prepotente la mente e ricordo: -Oddio, tu hai schiaffeggiato me, non io te.-
-Certo, che credevi? Sennò come ti saresti fermato?-
Fermato?
Ora ricordo!
-Non ti ho stuprata.- sussurro sgranando gli occhi e sentendo un senso di sollievo invadermi il cuore. -No, ma ci sei andato vicino.- ringhia e io desidero solo castrarmi, -Ti credevo diverso e invece sei proprio come Alden.- mi guarda delusa, pronta a piangere e singhiozzando. Mi lascia da solo e scappa verso le scale.
Ha ragione, c'è veramente mancato poco al che io la... Gesù, che coglione che sono. Ricordo che ero triste per i miei amici e mi sono messo a bere, subito dopo ho ballato con Amber e l' ho baciata. Poi l' ho portata in giardino, in un luogo appartato dove potessimo restare soli. Le ho messo le mani addosso e le ho tolto le mutandine, provando più volte a zittirla, e lì lei mi ha dato una sberla facendomi tornare lucido per qualche minuto, il tempo di riprendersi l' intimo e scappare lontano da me. Poi ho preso un taxi per tornare al dormitorio, ma mi sono addormentato vicino alla porta. Oppure sono svenuto.
Stupido. Stupido, stupido, stupido, stupido.
Amber non ha tutti i torti, forse è vero che sono come Alden. Che diavolo mi è saltato in testa, perché ho bevuto? Alla faccia degli alcolisti anonimi...
-Louis?-
Giro su me stesso per ritrovarmi di fronte Niall e Lacy, confusi. -Che ci fai qui?- mi chiede il mio amico e io mi appoggio agli armadietti con la spalla. Cristo, penso di essere ancora un po' rimbambito. -Cercavo Amber. Ieri, ehm... abbiamo avuto un litigio.- mento e sento il cuore nelle orecchie. Che mal di testa orribile, Cristo.
-Avete chiarito?- arcua un sopracciglio Lacy e io nego: -No, ma non importa. È stata colpa mia ed è giusto che non mi voglia parlare.- borbotto con la bocca arida e mi passo la lingua tra le labbra.
In un certo senso, vedevo in Amber una possibilità. Lei con me è sempre stata gentile, dolce, comprensiva... non è l' autoritaria e dittatrice Rose e non è nemmeno il complicato e bugiardo Mr. Occhi di Ferro. Amber è semplice, il tipo di ragazza con cui poter avere un rapporto normale senza complicazioni. Ma ora ho mandato tutto a puttane, non può più essere la mia fantasia nascosta di serenità e normalità... una cosa impossibile, insomma. Però, in un certo senso, mi sento più attaccato a Harry. Il che mi porterebbe e mi porta un sacco di guai.
Perché preferiamo l' amore complicato, doloroso e avventuroso a quello semplice e stupendo?
-Ragazzi?- cambio argomento, -Riguardo a ieri sera, mi dispiace tanto. Non volevo che scopriste così il mio passato e quello che ho fatto. Lo capirò se non mi vorrete più vedere.-
-Louis, no.- scuote la testa Niall, -Le nostre reazioni sono state frettolose, ci dispiace. Meriti di spiegarci. Ma non puoi non capirci. Cioè, uno stupro è sempre uno stupro, non importa chi sia l' artefice, che sia un amico o un parente.-
-Lo so.- annuisco, -Vi spiegherò tutto, lo prometto. Ma ora devo andare.-
-E dove?- sorride di poco Lacy. Prendo un bel respiro e faccio spallucce. -Be', se voi potete ascoltare me... io posso ascoltare il mio cuore.- accenno un sorriso e li stringo in un abbraccio caloroso, felice che mi abbiano perdonato. Li lascio andare e corro verso la mia macchina.
So che quello che ho fatto è mostruoso e che Amber ha tutto il diritto di starmi lontano, come ben so che chiunque mi stia facendo del male per Grace sa cosa le ho fatto... ma tutti meritano di spiegare. Anche Harry.
Prima che possa aprire la portiera, qualcuno mi prende e mi sbatte contro la mia macchina. Mi ritrovo contro gli occhi di Keira, in fiamme dalla rabbia. -Sta' lontano da lei, mi hai capito?!-
-Keira, cos...?- mi risbatte contro la portiera. -Sta'. Lontano. Da Amber.- ribadisce e se ne va a passo pesante. Prendo dei respiri profondi e mi metto al posto del guidatore. La posso capire, io avrei fatto lo stesso per Lacy o Mary.
Mi metto per strada e guido fino al grattacielo della Styles Lives & Co. A proposito, se il mio aggressore è Alden allora è anche il mio stalker! Ma non posso accusarlo di una cosa tanto grave senza prove. Certo, la felpa azzurra e il suo livido sono delle prove valide, ma lui è un teppista, quel livido può esserselo fatto ovunque. E poi, quante persone ci sono al mondo con una felpa blu? Però, durante la mia aggressione, mi sono accorto che, chiunque fosse, sapeva combattere almeno quanto me. Io e Alden andavamo nella stessa palestra di boxe... Scuoto il capo, non può essere così semplice. O forse sì?
Pensa, Louis, ragiona.
Tutte le strade mi portano ad Alden, deve essere lui a questo punto. No, un attimo... Alden mi ha detto che lui e Keira si sono picchiati perché sostiene che lei gli abbia rubato la felpa. E se fosse così? Se fosse Keira? In effetti, l' altezza di lei e del mio aggressore è la stessa. Però... Keira? No, dai, impossibile. Alden potrebbe anche avermi mentito. Dopo tutto, come mi ha fatto notare Lacy, lui non ha mai detto a nessuno di intrufolarsi tutte le notti nella roulotte di Keira. Dio, che confusione. Devo fare delle ricerche su quei due, in qualche modo devono essere legati a Grace. Fermi tutti! E se non fosse davvero uno del college? Se fosse un nemico di Harry che ha fatto delle ricerche su di me e le sta usando per spaventarmi? Ma quali nemici ha, Harry? Jasper?
Jasper?
Metto la macchina sotto il grattacielo e tengo sempre il cappuccio alzato mentre vado verso l' entrata. Quale collegamento malsano ci potrebbe mai essere tra Jasper e Grace? Già, meglio cercare informazioni sulla rossa. Forse sono completamente fuori strada, forse il mio stalker e il mio aggressore non sono la stessa persona. E ancora non so chi ha sparato a me e ai miei amici nella nostra casa in affitto mesi fa. Il mio stesso aggressore? Il mio stalker? Alden per Lacy?
Ok, ok, ok, calma, Louis. Un passo alla volta.
Poggio la fronte contro il freddo dell' ascensore e lascio che mi porti all' ultimo piano, abbassando il cappuccio e passandomi una mano tra i capelli. Una volta giunto a destinazione, percorro il lungo corridoio e sento delle grida da litigio. Mi si rizzano i peli sulla nuca, però riconosco solo la voce di Harry, l' altro non è Jasper. Busso timidamente e mi faccio intravvedere solo dopo che il riccio mi ha detto di farmi avanti. Harry mi guarda incredulo e sorride, ignorando il suo ospite: -Louis, ciao... prego, entra pure.- sembra che non ci creda al fatto che sono veramente qui, con lui. Poi, tornando serio come sempre, parla ancora all' uomo che ha di fronte. -Continueremo il nostro discorso un' altra volta, Mr. Mardoc.-
-Lo spero bene.- parla rabbioso l' uomo, senz' altro più grande di Harry, con gli occhi nocciola e i capelli castano scuro tutti alla sua destra a causa del gel. È un bell' uomo e dal nome capisco che è il nuovo direttore della banca di Mr. Occhi di Ferro. Prima di andarsene, mi rifila uno sguardo che non mi piace per niente e ghigna malizioso. Cazzo, deve avermi riconosciuto.
-Tutti i tuoi dipendenti sanno delle nostre scappatelle?-
-Non ho potere su cosa guardano su internet o in TV, Mardoc lavora per me solo da qualche mese e non preoccuparti, se ti guarda ancora in quel modo lo stronco.- la sua voce è senza emozioni e si poggia contro la scrivania, davanti a me e incrociando le braccia al petto, meraviglioso nel suo completo celeste con cravatta nera. -Come mai sei qui? Pensavo che non volessi vedermi. E, devo chiedertelo, come sapevi che ero qui e non al college?-
-Stamattina ho chiamato Bailey. Mi ha detto dei tuoi impegni e so anche che lei, adesso, è a casa con Hearl che non sta bene.-
-No, infatti, si è preso l' influenza.- si volta di poco e prende il bicchierino di plastica bianca poggiato sulla scrivania, beve con lentezza e sento il profumo del suo caffè nero. -Sono senza autista. E senza autista, niente limousine.-
-Come mai ti serve un autista quando hai tante macchine che guidi da solo?-
-Hearl guida solo le mie limousine, le macchine le guido io.-
-Non ne capisco comunque il senso. Anzi, non capisco nemmeno perché tu abbia tante macchine. E poi non avevi il colloquio con Mr. Mardoc ieri sera?-
-Bella memoria, Mr. Tomlinson, complimenti.-
-Ah, è il motivo per cui non sei venuto alla festa.- il che mi fa quasi arrabbiare. Se ci fosse stato Harry, forse non avrei spaventato Amber.
-È tornato perché ieri sera non avevamo concluso un discorso su alcune entrate della mia banca e si era fatto tardi.-
-Oh, ok, capisco.-
-Louis, perché sei qui?- finisce finalmente questo nostro dialogo messo in ballo per non affrontare il vero problema e mi sento strozzare alla gola, anche se la mia maglietta non è affatto stretta. -Non volevi vedermi, non abbiamo alcun appuntamento, cosa vuoi?-
-Ecco, io... io...- balbetto e arrossisco come un bambino preso in fallo dall' allenatore. Stargli vicino, dopo che ho scoperto di Andy, mi fa paura. Eppure lo voglio ancora più addosso a me. Rivedo tutte le cose belle fatte insieme e mi sciolgo mano a mano. Il ristorante francese dove mi ha portato, la battaglia di gavettoni di vernice per farmi passare la paura della mia ex casa, il volo libero e pazzesco fatto dal suo jet privato e il paracadutismo leggendario nel cielo dove mi ha stretto e mi ha fatto urlare per l' euforia. Poi ripenso ad Amber. Al suo sorriso diventato una smorfia di tristezza, ai suoi occhi vivaci e felici che si trasformano in due laghi che straripano...
"Louis, no! Ti prego! Noooooo!".
-Louis? Stai piangendo?- si mette dritto, allontandosi dalla scrivania e facendo un passo incerto verso di me. È preoccupato e la sua immagine mi appare luminosa a causa delle lacrime. -No...- scuoto il capo, respirando con l' affanno, ma poi mi mordo le labbra e strizzo forte gli occhi, -... sì.- annuisco e mi nascondo contro il suo petto.
Aiutami, Harry. Aiutami.
-Ehi, ehi, tranquillo.- mi abbraccia e mi passa una mano sulla schiena, lasciandomi piangere e singhiozzare sulla sua giacca. -Shhh, va tutto bene, sono qui.-
-Ho fatto una cazzata... un enorme cazzata...- mormoro contro il tessuto e stringo tra le dita le sue spalle coperte. -Voglio ascoltarti. Voglio sapere perché...-
-Shhh, è ok, Louis. Ti racconterò ogni cosa, hai la mia parola. Ma ora sei sotto shock.- mi bacia la testa e mi stringe fin quando non riprendo a respirare normalmente. -Resti qui con me, ti va? Chiamo i tuoi coinquilini e dico loro che sei con me. Oggi parleremo, d'accordo? Ci diremo tutto. Adesso, però, devi riposare.- mi stacca di poco da lui e mi porta verso la camera con letto matrimoniale. Mi aiuta a togliermi il necessario e mi fa sdraiare sotto le coperte.
Sono terrorizzato. Se la questione di Grace, in verità, gli ha fatto schifo, non so come la prenderà con la faccenda di Amber.
-Dormi, Louis. Al tuo risveglio, chiariremo questa storia. Ok?- mi accarezza tra i capelli e mi bacia la guancia, -Riposati.- mi lascia ed esce, spegnendo la luce. In pochi istanti, chiudo gli occhi e mi abbandono al mondo dei sogni.

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora