Capitolo 8

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Mr. Occhi di Ferro poggia una mano calda e grande sulla mia spalla e mi spinge a sedermi sul letto.
-Perché proprio io?- domando, mentre lui butta per terra la sua cintura e abbassa i pantaloni.
-Perché nessun uomo ha mai avuto alcun effetto su di me... a parte lei.- continua a guardarmi negli occhi anche quando si toglie la camicia e rimane solo in boxer.
Deglutisco a fatica. Il suo petto ha pochi tatuaggi, muscoloso e liscio, ha un po' di peluria al centro ma non si vede tanto. Due rametti di ulivo su entrambi i suoi fianchi fanno da frecce verso le sue parti basse ed io ho ancora più caldo.
Lo voglio fare veramente? Voglio sul serio tradire Rose?
Ok, lo ammetto, a causa dei nostri continui litigi è da un bel po' di tempo che non capisco più che cosa provo per lei, ma questo non mi dà comunque il permesso di trattarla come spazzatura.
Mr. Occhi di Ferro si inginocchia lentamente di fronte a me e finisce fra le mie gambe. Arrossisco e lo guardo imbarazzato. Le sue mani si avvicinano con lentezza e mi accarezzano le cosce. I pollici fanno dei leggeri cerchi sulla mia carne morbida e dei brividi mi percorrono la schiena.
Sento che sto per avere un arresto cardiaco. È troppo bello e surreale.
Le sue dita vanno furtive verso la cintura dell'accappatoio e me la slega. Successivamente, si rialza e si porta dietro con sé il mio unico indumento, lasciandomi nudo ai suoi occhi verdi. Vorrei coprirmi, lo desidero veramente, però i suoi occhi me lo impediscono. Mi comandano silenziosamente di non nascondergli niente di me.
-Salga.- mi ordina, facendo un cenno con la testa. Striscio verso l'alto e lui gattona, seguendomi. Una sua mano va al centro del mio petto e mi spinge a sdraiarmi. Il mio corpo si rilassa una volta che si appoggia al materasso.
Mi accarezza dolcemente una guancia, continuando a guardarmi negli occhi. La mano scivola oltre l'orecchio e la testa, togliendomi poco a poco il cuscino. Le sue mani vanno ai lati della mia faccia e ora mi sovrasta completamente. Ha ancora i boxer ed io mi sento impotente.
-Si giri, Mr. Tomlinson.- mi ordina.
Non so perché, ma faccio fatica a fidarmi.
Comunque non ho scelta.
Mi giro, diffidente, e poggio la pancia sul materasso, assieme ai palmi e al viso.
Di nuovo scatta quel senso d'allarme nella mia testa che avevo anche ieri sera, prima che mi facesse suo.
Non sento alcuna parte di lui che mi tocca, solo il suo respiro che raggiunge lieve il mio collo. Quando sento il letto più leggero, capisco che è sceso.
Il cuore batte velocemente e sto cominciando a sudare. Ho paura, potrebbe farmi di tutto.
Scatto con la testa in alto e lancio un leggero grido, ma la sua mano mi riporta subito spiaccicato contro il materasso bianco. Qualcosa di freddo e bagnato sta scorrendo contro la mia spina dorsale e mi sta mettendo i brividi.
Ghiaccio.
Dove se l'è procurato, il ghiaccio?!
Prendo dei respiri profondi e stringo forte tra le mani il lenzuolo. Mi stuzzica, mi allerta di una possibile minaccia, ed io non posso farci niente.
Il cubetto arriva al mio sedere. Mi bagna entrambe le natiche lentamente e poi scivola al centro.
Oh, Dio!
Schiaccio forte il viso contro la superficie morbida e prendo dei respiri profondi, trattenendo a volte il fiato, quando il ghiaccio scivola e rimane a turno sulla mia fessura.
Ho freddo ovunque, sto tremando in modo forte e le mie dita sono diventate rosse per quanto le sto stringendo in modo forte.
Il cubetto sparisce all'improvviso e il peso del suo corpo torna sul materasso.
-Ora la riscaldo io.- sento la sua voce arrivarmi all'orecchio, anche se non mi sfiora neanche di striscio.
-Può fermarmi in qualsiasi momento.- mi ricorda, probabilmente temendo in un mio scatto di ira.
Mi gira la testa e mi pare di capire che non ha nemmeno iniziato.
Le sue mani si poggiano sulle mie, facendomele rilassare, e me le porta sul bordo del materasso. -Stringa.- mi ordina ed io non ho il coraggio di ribattere.
Le sue mani tornano indietro. Una di loro, la destra, percorre la mia schiena. Lo stesso percorso che aveva fatto il ghiaccio. L'acqua che era rimasta, fredda, viene sparsa da lui sulla mia pelle e mi parte un'altra scossa di brividi.
Continua a salire, mi accarezza il collo e la testa, per poi prendermi d'un colpo per i capelli. -Ah!- mi lascio scappare, quando libera il mio viso dal buio e dalla serenità in cui ero finito. Mi fa allungare la testa, portando anche essa sul bordo del materasso. -Morda.- ordina di nuovo, severo.
Obbedisco una seconda volta e mordo con forza, distanziando un po' le mani dalla mia bocca. Mr. Occhi di Ferro me le prende e le riporta al suo posto. -Non deve muoversi senza il mio permesso.- il rimprovero arriva con una sculacciata ben assestata.
Ahia!
A causa del ghiaccio sono ancora più sensibile. Sono tutto più sensibile. Anche se non mi sta toccando, la mia pelle percepisce il suo calore.
Le sue mani tornano a tormentarmi e mi apre le gambe al limite possibile. -Rimanga così.- l'ennesimo ordine e ho paura che di questo passo diventerò un ammasso di ossa e carne debole.
Mordo con discrezione la morbidezza del letto e tento di capire che diavolo voglia fare ora.
Ho la pelle d'oca e ciò mi permette di percepire il suo petto sopra la mia schiena.
Contraggo i muscoli e mi stringo nelle spalle non appena il suo viso si avvicina al mio orecchio. -Adesso io la prendo, Mr. Tomlinson. Se sento anche un solo urlo, gemito o sospiro che non sia soffocato dal materasso, avrà altro ghiaccio sul suo splendido culo, subito seguito dalle mie sberle.- il suo sussurro mischiato a un ringhio mi fa tendere tutto il mio corpo fino allo spasmo.
Spero solo sia una cosa veloce.
Urlo, mordo e stringo a morte il tessuto non appena mi penetra di scatto.
Il ghiaccio mi aveva ammorbidito e bagnato, posso capire perché non mi abbia preparato. Ma almeno avvertire, cazzo!
No, ok. L'ha fatto. Sono io che capisco solo dopo l'atto ciò che mi ha detto!
Dio, è più grande di quanto mi ricordassi.
Lo stringo con forza, facendo strusciare le nostre carni diverse e facendolo gemere. Non si muove e gliene sono grato. Mordo ancora più forte quando, non appena comincio a rilassarmi, prende a fottermi con potenza.
Certo che è freddo pure a letto...
Una sua spinta, più forte e veloce delle altre, mi colpisce in pieno la prostata e il mio cazzo pulsa sotto di me.
Come non detto, porca troia!
Non è freddo se vado a fuoco. Mi sento un incendio all'interno, ma la mia pelle è ancora fredda.
È un contrasto.
Come la dolcezza dei baci che inizia a darmi dopo un po' su spalle e collo, totalmente diversi dalle spinte brutali e per niente cortesi che sta facendo subire al mio culo.
Ad ogni spinta arriva sempre in fondo, si lascia stringere da me e striscia fra le mie pareti bagnate e calde.
È durissimo, fa male. Ma è anche stupendo. È caldo e mi riempie. Mi sento completo come non era mai successo.
I suoi fianchi vanno velocemente, la sua bocca lentamente, e sono proprio questi ritmi così diversi a farmi impazzire.
Grido come un pazzo, soffocando il mio respiro e lasciando andare lacrime di frustrazione. Voglio venire e ne ho bisogno.
Gemo e stringo fra le dita il tessuto rovinato e stretto, provo a rispondere alle spinte, ma ricevo solo un'altra sculacciata che mi fa perdere una lacrima.
Di nuovo la prostata, si ferma all'interno e gira i fianchi velocemente. Come una trivella.
Gesù Cristo!
Urlo senza fiato, ho la testa nel pallone, non capisco più niente.
Mi piace. Fa male.
Fermati. Continua!
Cerco con versi soffocati di fargli capire che sono al limite, ma non mi accontenta. Non so se non mi ha capito o se semplicemente mi ignora.
Mi sbatte ripetutamente, con continui ringhi animali una volta che ha deciso che continuare a torturarmi con i suoi baci caldi e bagnati mi farebbe solo arrivare all'orgasmo più velocemente.
Fa di nuovo la mossa della trivella ed è all'ora che mi arrendo.
Sgrano gli occhi, il fiato mi si spezza e devo lottare per non muovermi.
Vengo sulle lenzuola e tiro un sospiro di appagamento, ma perdo subito il fiato quando lui non smette di spingere.
Mi sento schiacciato, dominato, e mi domando se mi sentirò così sempre se gli permetterò di fare di me ciò che vuole.
Di colpo, si ferma dentro di me e ringhia più forte delle altre volte. Sento il suo sperma bagnarmi peggio del ghiaccio e il suo cazzo tendersi fra le mie pareti indolenzite.
Ed è adesso che realizzo.
Cazzo! Non ha usato il preservativo e neanche ieri sera!
Esce da me dopo pochi secondi e mi riprende per i capelli, liberandomi la bocca. Mi fa mettere supino qualche attimo dopo e posso finalmente respirare a pieni polmoni. Sono rosso, da per tutto. Ho il corpo pieno di sudore caldo e acqua fredda, di nuovo un contrasto eccitante.
Lui è vicino a me, sdraiato su un fianco. Mi fissa e ha di nuovo i boxer.
-Non me lo farà mai vedere?- domando, passandomi la lingua sulle labbra secche e screpolate.
Lui ghigna, probabilmente capendo di cosa sto parlando. -Le verrebbe un infarto.- i suoi occhi scrutano il mio viso, ma non sto ridendo.
Lui mi ha visto completamente nudo, perché io non posso con lui?
Oddio, non è che finora ha usato un dildo, vero?
Nah, me ne sarei accorto di certo.
-Lei è ingiusto, Mr. Styles.-
-Si sente bene?- cambia argomento.
-Ho sete.- dichiaro. Lui si alza senza dire nulla e sparisce dalla mia visuale, uscendo dalla porta della camera solo con l'intimo.
Prendo dei grossi respiri e sento ancora la testa girare.
Ma dove l'ha messo il cuscino? Mi servirebbe veramente.
Un rumore a dir poco familiare mi fa voltare. Sul comodino vicino al letto c'è il mio cellulare.
Di certo l'ha messo lui, l'ha preso dai miei pantaloni.
Lo prendo e leggo il messaggio.
È di Rose.
"Oggi vengo a pranzo da te. Cucina l'anatra e manda via quegli odiosi dei tuoi coinquilini".
No, ma... fa come se fossi a casa tua!
Sbuffo e lancio il cellulare su un angolo del letto. Quella ragazza mi farà diventare pazzo.
La porta si apre e Mr. Occhi di Ferro si avvicina a me, con una bottiglietta d'acqua e una energetica. Ha un sorrisino soddisfatto a contornargli il viso.
Figlio sexy di puttana!
-Ecco a lei.- mi dice, dandomi entrambe le bottigliette. Mi siedo e un bevo un sorso da entrambe.
Odio ammetterlo, ma è stato bello. Molto bello. Quasi quasi...
Un altro messaggio mi fa sobbalzare. Mi allungo e prendo il telefono. Stavolta il messaggio è di Niall.
"Amico, dove sei?! Siamo tornati e tu non c'eri! Raggiungici subito, dobbiamo iniziare il progetto di Psicologia".
Il mio cuore ha un accelerazione improvvisa.
Merda.
Santissima merda.
Il progetto!
L'avevo anche scritto nella mia agenda, porco Giuda!
Quel progetto potrebbe essere la mia carta vincente per andare a Londra e io me sono scordato.
Giro la testa e guardo Mr. Occhi di Ferro. Sta guardando non so cosa sul suo computer e mi dà le spalle.
Davvero stavo buttando tutto il mio lavoro, il mio futuro, per lui?
Davvero scorderei ogni cosa se lui mi dominasse?
Distrazione.
Non avevo faticato per niente.
Lui è una distrazione.
Mi alzo dal letto, dolorante e indolenzito, poggio le bottigliette sul tavolo in cui è lui e mi rimetto l'accapatoio. -Voglio andare a casa. Mi ridia i miei vestiti.- ordino deciso.
Alza lo sguardo e mi fissa sorpreso. -Mr. Tomlinson, cosa...-
-Mi dia. I miei. Fottuti. Vestiti. Ora.- scandisco bene le parole e lo guardo male.
Sarò io ad averla vinta stavolta.
Ci guardiamo in silenzio per qualche secondo e poi prende il proprio cellulare. Compone pochi numeri e se lo porta all'orecchio: -Bailey, per favore, va' in lavanderia e porta qui gli abiti di Mr. Tomlinson.- lo dice senza smettere di guardarmi negli occhi e poi chiude la chiamata.
Non ci parliamo né guardiamo più fino a quando non esco da quella stanza. Hearl mi riporta a casa, sempre in limousine, e appoggio la testa sul sedile, stanco morto.
Di certo non reggerò a un interrogatorio improvvisato di Niall e Lacy, ma non ho scelta se non voglio destare sospetti.
D'un tratto, mi accorgo di non avergli detto né di sì né di no per quanto riguarda la storia dell'esperimento. Ma forse è meglio così.
Forse non lo rivedrò più.
Una piccola parte di me, nascosta e al buio, spera di no.

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