Capitolo 45

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-Una delle auto di Harry Styles è stata trovata distrutta, questa mattina, nel parcheggio del grattacielo della Styles Lives & Co. Da come potete vedere dalle immagini, si tratta senza dubbio di un ragazzo di altezza media, incappucciato e armato di un piede di porco. Nonostante ciò, è riuscito a non farsi vedere in viso dalle telecamere, questo fatto fa pensare che non sia di certo la prima volta che passa per quella strada. Il ragazzo ha rigato tutte le portiere della Aston Martin, ha bucato le gomme, fatto a pezzi il parabrezza, staccato gli specchietti retrovisori esterni e scritto in grande, sul cofano anteriore: "Mr. Bastardo". Che tutto ciò abbia a che fare con l'intervista di Styles al New York Times? Resta il fatto che, scioccando addirittura il proprio avvocato personale nonché stagista, Bailey Porters, la vittima abbia scelto di non sporre denuncia. Passiamo allo sport: quest'oggi inizierà il torneo di football fra i liceali...-
Faccio un sorriso malefico e soddisfatto, prima di bere la mia tisana. Sono sdraiato sul divano, una coperta a coprirmi le gambe e un cuscino dietro la schiena. Cambio canale e lascio andare il telecomando solo quando becco una partita di rugby amichevole fra America e Germania.
L'idea iniziale era quella di mettergli il piede di porco dove non batte il sole, ma poi ho visto la sua auto - una delle tante - e non ho saputo resistere.
Mr. Bastardo. Ecco il tuo nuovo soprannome, Harry. Mr. Bastardo.
Bevo un altro sorso, sospirando. Ho dovuto abbassare tutte le serrande per evitare che i paparazzi che mi avevano trovato mi scattassero foto di nascosto, però non m'importa: questo buio mi rilassa.
I miei amici hanno portato Lacy dal medico e hanno ritenuto giusto che non fosse l'ideale il portarmi con loro, anche se volevo conoscere le condizioni della mia amica. Jordan e sua moglie sono a lavorare, mentre i bambini sono a scuola, perciò tutta la casa è per me. Ho dovuto spegnere il telefono a causa delle troppe chiamate e dei troppi messaggi, mi stava tornando il mal di testa, e ora mi rilasso come desidero.
Non so più che diavolo pensare di tutto questo. Qualsiasi cosa mi è stata rovinata. Oggi è stato l'ultimo giorno di college ed io l'ho passato nascondendomi dietro alla mia giacca, ai libri e ai quaderni. Colpo di grazia, il preside mi ha chiamato nel suo ufficio, descrivendo il mio comportamento "deplorevole" per non aver detto che quello con Harry era tutt' altro che un viaggio di lavoro e perciò non avrei dovuto saltare una settimana di lezioni. Lo ammetto, ha ragione, ma sono davvero allo stremo.
Tutto il mio corpo potrebbe essere infettato da non so cosa per colpa di Mr. Bastardo. Altri ragazzi... Con quanti di loro non aveva usato il preservativo come con me?
Un singulto mi sale su dalla gola e mi si stringe lo stomaco. Poggio la tazza di ceramica sul basso tavolino di vetro e corro in bagno. Mi piego sul water e vomito la colazione, assieme alla tisana. Una volta finito, mi pulisco la bocca con la carta igienica e mi siedo sul pavimento. Mi stringo su me stesso come un riccio e piango per quella che deve essere la milionesima volta. Mi fa male dove si trova il cuore e peggiora quando mi impongo di smetterla di pensare a lui o quando mi ripeto che l'amore che provavo per lui è sparito. Perché è una cazzata.
Mi prenderei a schiaffi. Non ho dato retta alla mia testa, non gli sono stato lontano come avrei dovuto e ora ne pago le conseguenze.
Alzo di scatto la testa quando sento bussare alla porta. Sono costretto ad aggrapparmi al lavandino pur di tornare in piedi e vado traballante verso la porta d'ingresso. Non fidandomi, guardo attraverso lo spioncino chi è e faccio un verso scioccato, aprendo poi la porta. -Lo sai che hai proprio una gran bella faccia tosta a presentarti qui?!-
-Se tu non rispondi al cellulare...- mi liquida Bailey, entrando dentro casa con i suoi soliti tacchi rumorosi e sul viola, abbinati ai suoi occhi.
Certo. La colpa è mia, come sempre.
Ringhio e impreco sottovoce, chiudendo poi a chiave. -Se uno ha il telefono spento vuol dire che vuole restare solo, non trovi?- sbotto ovvio, raggiungendola nel salotto, dove la trovo a guardare le varie foto appese al muro. -Che cosa vuoi?- incrocio le braccia al petto e spero che vada anche lei dritta al punto.
Voglio che se ne vada e subito. Non voglio più avere alcun tipo di contatto con Mr. Bastardo.
Bailey si gira nella mia direzione, aggiustandosi la giacca di pelliccia sul bruno scuro. -Indovina? Mr. Styles vuole parlarti.-
-Mr. Styles, per me, è bello che morto. E ora sparisci.- strascico il nome di quel verme come qualcosa di orripilante e le indico col pollice la porta. Lei non fa una piega: -Glielo devi, dato ciò che hai fatto alla sua Aston Martin. Non ti ha voluto nemmeno denunciare.-
Ah! Glielo devo?!
-Come, prego?! Io non sono affatto debitore di quel figlio di puttana, per quanto mi riguarda poteva anche venire a prendermi lui di persona e portarmi dalla polizia, tanto non ho più niente da perdere! Se l'è cercata lui, Bailey, non tentare di difenderlo, stavolta!- allargo le braccia, sfinito e mi impedisco di urlare più forte.
Se l'è meritato quel mio "scherzetto" alla sua auto e nessuno può osare dirmi che ho sbagliato. Il vecchio me avrebbe fatto anche di peggio, ma mi sono trattenuto. Voleva il vero Louis? L'ho accontentato.
-Puoi semplicemente venire con me e basta, senza fare storie?- alza gli occhi al cielo e mi porge una mano, come se non fosse successo nulla.
Gliela guardo con rabbia, non potendo credere che sia veramente così egoista, senza sentimenti, e lo stesso vale per il suo capo. -Dammi solo una buona ragione per cui dovrei rivederlo.-
E anche una perché non dovrei saltargli alla gola non appena lo vedo.
-Vuole chiarire le cose tra di voi.- mi spiega, come se stesse dicendo perché in inverno fa freddo e in estate si muore di caldo.
Oh, ma davvero? Vaffanculo!
-Chiarire cosa?- domando scioccato, unendo le mani come in un segno di preghiera e supplica.
Qui finisco in manicomio, per tutta questa storia, ve lo dico.
-Ma chiarire cosa?!- urlo furioso, fissandola nella sua freddezza. -Ti rendi conto che l'uomo per cui lavori mi ha praticamente reso lo zimbello di tutto lo Stato? Anzi, forse di tutta l' America!- mi spettino i capelli, muovendomi compulsivo e la vedo cedere lentamente.
Harry Styles è un bastardo, uno stronzo coglione, ed è giunto il momento che anche lei lo dica, che se ne renda conto una volta per tutte.
Apri gli occhi, guarda bene per chi stai lavorando.
-Non potrò più andare da nessuna parte, Bailey, la gente non fa altro che fissarmi! Sono andato al college, oggi, e non ce n'era uno, uno dico, che non mi stesse guardando!- le lacrime mi offuscano la vista e deglutisco, la gola secca e arida.
Non ce la faccio. Non posso continuare così, è un incubo.
Bailey annuisce, gonfiandosi una guancia con la lingua e pensando a non so cosa, gli occhi rivolti verso il pavimento. -Non posso parlare a nome suo.- dice alla fine, -Ma ti assicuro che io sono veramente dispiaciuta, Louis. Non ne sapevo niente, te l'assicuro. Mr. Styles non mi dice quasi mai nulla, io faccio solo quello che mi viene ordinato di fare. Credimi, sono arrabbiata anche io per ciò che ti ha fatto, ma è il mio capo: non posso ribellarmi. Tu sì.-
Che?
-E come?- scuoto la testa, stanco e affranto. Sono allo stremo delle mie forze, penso che non sopporterei un altro colpo come questo.
-Parlagli. Affrontalo, faccia a faccia. Io lo conosco da anni, ormai, è fin troppo abituato ad averla vinta. Un vero e proprio ragazzino viziato. Non so perché ti abbia sputtanato così, però dimostragli che non ha vinto. Reagisci.- corruga la fronte, lo sguardo determinato e le labbra imbronciate in una smorfia arrabbiata.
Dentro di me, sto sorridendo. La "ragazza-robot" che era prima sembra totalmente sparita.
È tosta.
Prendo un respiro profondo per calmarmi e chiudo gli occhi. -Ok.- accetto, -Però prima rispondi ad una domanda.-
-Certo.- acconsente, avvicinandosi di poco a me. Mi gratto la nuca, nervoso. Non sono sicuro se voglio sapere sul serio la verità. -Ciò che Harry ha detto nell'intervista... era vero? Era tutto vero?-
Per pietà, fa che abbia detto solo un mucchio di balle.
Bailey sgrana gli occhi, sospirando. Diventa rossa e guarda ovunque, tranne me, torturandosi coi denti il labbro inferiore. È imbarazzata. Totalmente impaurita nel rispondermi. E ciò mi basta.
Non ha mentito...
-Anche i ragazzi sono veri?- oso chiedere e di nuovo la stessa reazione. Si stringe nelle spalle e mi guarda con aria colpevole. -Sono stati prima di te, Louis, te lo giuro.-
Oh, mio Dio...
Faccio un sorriso incazzato e incredulo, passando poi le mani più volte sulla faccia. Quell' uomo è proprio senza vergogna. -Dio Santo.- borbotto attraverso i palmi.
-Può rallegrarti il fatto che sua sorella lo sta continuando a chiamare da ieri sera solo per riempirlo di parolacce?-
Rido, seriamente divertito. Lo dicevo e lo ripeto: adoro Gemma. -Sì, questo mi rallegra tantissimo.- ammetto, tornando a guardarla.
Il mio cuore diventa più leggero quando capisco che non sono l'unico ad avercela con lui. Bailey, Gemma, i miei ex coinquilini... siamo tutti incazzati con Mr. Bastardo per quello che ha fatto e ne sono contento.
Non sono poi così "solo" in questa guerra contro di lui.
Bailey sorride, un sorriso fiero, e cammina verso l'entrata. Si ferma al mio fianco e mi porge la mano: -Sei pronto, adesso? Sarò lì, a difendere te se servirà.-
Rimango letteralmente a bocca aperta. Scherza, per caso? -Dici sul serio?-
-Assolutamente. Sono o non sono un avvocato?- mi fa un occhiolino e allunga di più la mano. Sorrido per la prima volta, dopo tanti pianti. Mi arrendo e intreccio le nostre dita.
Andiamo ad affrontare il demone.
Afferro in fretta il telefono e le chiavi della mia auto, lasciando un post-it a chiunque rientri a casa per primo e io e Bailey ci dirigiamo, con due macchine differenti, verso il grattacielo della Styles Lives & Co. Per me è la seconda volta in due giorni.

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