Capitolo 32

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Più di una volta ero stato costretto da ragazzino a guardarmi "Spirit - cavallo selvaggio" per volere delle mie sorelle, ma vedere dal vivo uno dei suoi tanti cugini è veramente tutt' altra cosa.
Il cavallo di fronte a me nitrisce, scuotendo la sua folta criniera scura e guardandomi come se gli stessi facendo perdere tempo. Ma perché ho accettato questa follia?
Sono le nove del mattino e Mr. Occhi di Ferro mi ha letteralmente trascinato in questa specie di fattoria per affittare temporaneamente dei cavalli che ci faranno da "guide turistiche" per l'isola.
Lo vedo mettere la sella a entrambi gli animali, prima di sorridermi avventuriero. È vestito con pantaloncini e camicia leggeri, come me, e in testa porta un cappello di paglia stile cowboy. Non so se ridere o trovarlo stranamente sexy.
-Pronto a cavalcare?- mi domanda, dando delle pacche gentili al cavallo assegnato a me.
-No.- dico serio. Ho una paura matta di salire su quel... coso. Non ci sono mai andato in vita mia e non intendo farlo adesso.
Lo fisso arrabbiato quando ridacchia. -Ti assicuro che sarà divertente.-
-E io ti assicuro che non lo farò!- scuoto la testa e metto le braccia conserte, deciso. Mi ha costretto a fare tante cose che non volevo assolutamente provare, stavolta non ci casco.
Lui alza gli occhi al cielo, viene verso di me e mi solleva di scatto.
Ma che cazzo?!
-Mettimi giù!- strillo, dandogli dei colpi dove riesco, ma lui se ne frega e mi fa sedere sulla sella del cavallo. Esso si muove un po', ma lascia che mi aggrappi a lui come se stessi per cadere. Sono più in alto e la sensazione è ben diversa dal guidare la mia macchina.
-Non so cavalcare, Harry!- lo avverto, stringendo convulsamente quelle specie di corde di pelle che tengono stretto il cavallo al muso.
-Non devi avere paura.- esclama con tono tranquillo, salendo a bordo del suo "mezzo". -Sono addestrati e sono una coppia: dova va uno, va anche l'altro. Ti guiderò io.- mi rassicura, avvicinandosi a me per aiutarmi a tenere meglio le corde.
-Ok, si parte.- mi fa un cenno con la testa, per poi dare il segnale al suo cavallo di partire, subito seguito dal mio.
Oh, merda!
Stringo forte il collo dell'animale, che segue Harry con insistenza, e tento di non chiudere gli occhi per la paura.
-Ancora mi domando come diavolo tu abbia fatto nel convincermi in questa follia!- grido al riccio, mentre raggiungiamo la spiaggia. Gli zoccoli ci schizzano leggermente l'acqua, ma questo non rallenta i due stalloni.
-Lo sai che, se voglio, posso farti fare tutto.- ridacchia e mi fa un occhiolino provocatorio.
Gli ringhio contro come un animale, ma per il resto mi limito a contare i secondi che mancano alla fine di questa pazzia.
Facciamo un lungo giro che ci porta dal mare fino all'inizio del deserto e non riesco a capire quanto diamine ci abbiamo messo. Però, grazie al cielo, alla fine torniamo nella stalla.
-Stai bene?- ghigna nel vedere la mia faccia ancora traumatizzata e gli rifilo il medio. Siamo scesi dai cavalli e li stiamo pulendo con delle spazzole solo per passare un po' il tempo.
-Preferisco i cavalli della giostra.- alla mia risposta acida, il cavallo sulla quale ho cavalcato sbuffa pesantemente. Che brontolone...
-Tratta bene Stella, non offenderla.-
Chi?
-Chi è Stella?- aggrotto le sopracciglia confuso e, come tirato in causa, il cavallo con la quale ho ormai fatto conoscenza nitrisce.
È una femmina?!
-Ecco la tua risposta. Sai, dovresti ricordati i nomi delle femmine che cavalchi: è da maleducati.- ride Mr. Occhi di Ferro, facendomi arrossire di brutto e aggiustandosi il cappello. Accarezza dolcemente la cavalla. -Lui, invece, è Tyson.- fa un cenno con la testa verso l'altro cavallo, prima di accarezzarmi la pelle scoperta del braccio. -Dai, finiamo di pulirli e poi ti porto in piscina.-
Oh sì, portami dove vuoi...
Scuoto la testa e mi rifilo mentalmente due sberle. Che accidenti...?! Perché con lui vicino vado facilmente a fuoco?
Prendo dei respiri profondi e torno con la spazzola sul muso di Stella. Devo rimanere calmo. Lui non è dietro di me, con vestiti attillati, che si prende cura di un altro essere vivente, in un mix tra dolcezza e sensualità, assolutamente no...
Oh!
Sobbalzo, faccio un verso di sorpresa e mi volto di scatto. Mr. Occhi di Ferro si sta mordendo il labbro inferiore nel suo sorriso spavaldo e mi toglie i vestiti con gli occhi un poco alla volta, lo sguardo pulsante di desiderio e un frustino per cavalli ben steso fra le sue mani.
Oh, mio Dio...
Oh. Mio. Dio.
Non lo ha fatto per davvero, ditemi che non lo ha fatto.
-Mi hai appena...?-
-Frustato il culo? Mmh. Può darsi. Ti è familiare?- schiocca il frustino verso di me, beccandomi la natica sinistra e facendomi sibilare dal dolore e... dal piacere.
-Sì. Abbastanza.- annuisco, frenetico. Che diavolo è stato? Non mi ha fatto così male, anzi...!
-Ne vuoi ancora?- fa un mezzo sorriso e tocca delicatamente il cuoio scuro. Il mio respiro si blocca per un secondo, prima che torni all'attacco con l' affanno. Che cosa ha in mente? No, un momento... io cos' ho in mente? Perché diavolo non lo fermo?! Gli ho detto di sì al sesso, non ha... questo!
-Quello è per i cavalli.-
Sul serio, Louis?! Fra tutte le cose che potevi dirgli, hai detto proprio quella più stupida?!
-Lo so.- il lato destro della sua bella bocca si alza e passa lascivamente una lunga occhiata compiaciuta verso il mio culo. -Mettiti contro l'asse di legno... puledrino.-
Porca puttana.
È bastata solo quella parola per farmi diventare duro. Il cazzo mi spinge contro i pantaloni, i quali mi sembrano quasi strozzarmi l'inguine.
Faccio come mi ha ordinato senza rendermene conto, a questo punto il mio corpo desidera solo appagarlo e appagarmi a mia volta e sa che solo lui può farlo. Stringo fra le braccia l'asse di legno dura e resistente, che parte dal pavimento fino al soffitto. Sento dei passi lenti, ma determinati, e poi il suo petto caldo, ora libero dai bottoni, che preme contro la mia schiena coperta. Annusa profondamente il mio profumo, dai capelli e dal collo, facendomi andare in visibilio, per poi sbattare di colpo il frustino sul legno, vicino al mio viso.
Ringrazio ogni Santo che non ci sia nessuno, perché mi vergognerei profondamente dei miei versi di goduria in caso contrario.
-Che cosa vuoi?- mi sussurra roco all'orecchio, seducente, e la lingua calda tocca la mia pelle rovente.
Dio!
-Voglio il sesso.- ammetto, sospirando a bocca aperta e spingendo di poco il culo verso la sua erezione.
-Che tipo di sesso?- mormora piano, poggiando la fronte sulla mia nuca e facendomi rabbrividire quando la sua "arma" sfiora la mia spalla e poi il mio fianco. -Forte?- una lieve frustata mi colpisce il fianco, facendomi gemere. -Lento?- di nuovo un colpo, stavolta alla gamba, facendomela alzare per istinto e facendo partire una scarica elettrica verso il mio inguine. -Duro?- ancora quella deliziosa tortura, che becca la natica destra.
Oh... non fermarti.
-Sesso Harry...- mi sfugge, stringendo forte il legno tra le dita e serrando gli occhi.
-Vuoi il sesso Harry?- ridacchia piano, la voce colma di desiderio e una mano ad esplorare sopra al tessuto il mio cazzo. Gemo forte. -Sì!- esclamo deciso, beccandomi un'altra frustata al culo.
-Oh!-
-Shhh... non urlare, puledrino.- soffia sul mio collo, prima di baciarmelo con foga e facendomi piegare la testa sulla sua spalla.
Dio, che bello!
Il suo corpo schiaccia il mio, la sua erezione sembra volermi perforare i pantaloni pur di penetrarmi e la sua mano comincia a toccarmi con decisione, subito dopo avermi abbassato la lampo dei pantaloni.
-Sorridimi, Mr. Tomlinson.- mi comanda e, pure in una situazione del genere, non riesco a non dirgli di no.
Mi lascia a metà, schiacciandomi all'asse con una mano e allontanandosi. Sto per dirgliene di tutti i colori, ma vengo bloccato da una frustata sul culo. Una frustata forte.
-Ah!- mi scappa un grido più di sorpresa che per il colpo e mi aggrappo con forza non appena continua, le ginocchia traballano e fatico nel restare in piedi.
Colpisce prima una natica e poi l'altra, oppure in mezzo ad esse e spesso mi becca le cosce.
Una frustata. Due frustate. Un' altra ancora. Quattro, cinque...
Continue, ritmiche, eccitanti.
Mi fanno sobbalzare ogni volta, stringere tra le dita e le unghie il legno e spingere il bacino in avanti. La frustrazione cresce così intensamente che, ansimando e sudato, sfrego la patta dei pantaloni contro l'asse per avere almeno un briciolo di sollievo.
Di nuovo un colpo e mi salgono le lacrime agli occhi per quanto sia bella e dannata questa tortura.
Ti prego, toccami...
È una cosa strana... è un bruciore piacevole, che mi fa venire la voglia di scattare verso di lui e di morderlo in modo forte ovunque.
-Ahi!- sobbalzo per l'ennesima volta, ma poi non sento più nessun colpo. Prendo dei respiri profondi e, successivamente, una mano prende la mia e mi fa lasciare il legno. Il sangue torna a fluire nelle mie dita e con gentilezza, quasi temesse di rompermi, mi porta dentro una scuderia vuota. Spinge il mio corpo per terra, contro il fieno, facendomi sdraiare. Si leva la camicia bianca e il cappello - rimanendo coi pantaloni neri -, mostrandomi le bellezze che si ritrova come petto e come braccia.
-Avanti, bel puledrino...- gattona con eleganza sopra di me, ingabbiandomi tra i suoi possenti muscoli, la sua pelle liscia e la sua carne calda. -... mostrami che cosa sai fare.- ghigna con eccitazione.
Mi attacca come un leone attacca la sua preda e sbrana con ogni forza la mia bocca con la sua. I suoi denti, la sua lingua, le sue labbra, ogni cosa di lui sembra volermi mangiare.
I suoi addominali mi fanno sentire ancora più calore contro la maglietta, le sue gambe si incastrano con le mie e il suo cazzo tenta di dominare sul mio inguine. Le sue mani mi stringono, si aggrappano a me come un naufrago alla deriva: mi tira e stringe i capelli, mi infilza le unghie nella carne della schiena attraverso l'indumento, ed io tento di prendere aria e di sopravvivere a lui.
Non calcolo il tempo che ci mette a mettersi dentro di me, a possedermi con ferocia, con quella furia indomante che ho sempre amato in segreto, o fino a dove si sono spinte le mie grida quando mi fa raggiungere il piacere assoluto.
Mr. Occhi di Ferro si ritira su la zip dei pantaloni, mettendo di seguito le mani dietro la testa e sorridendomi soddisfatto.
-Sei veramente un amante del sesso.- affermo, ridacchiando piano e cercando di prendere maggior ossigeno possibile.
Sono ancora nudo per metà, con addosso solo i boxer, ma i suoi occhi mi appaiono di nuovo vogliosi.
-Chi non lo è? Tu, ad esempio: sei un grande amante del sesso Harry.- sorride furbo, beccandosi da me un lieve pugno alla spalla. -Dimenticatelo.- lo ammonisco, mentre lo guardo ridere divertito. Sotto sotto, però, sto ridendo anche io.
Avvicina il viso al mio e mi bacia a stampo. -Mai.- affarma, sorridendomi dolcemente.
Gli sorrido di rimando e mi perdo nell'ammirarlo: pelle rosea e di una leggera sfumatura al caramello, un viso ovale senza cicatrici di brufoli da liceo, un piccolo neo non molto lontano dalla parte inferiore delle labbra a sinistra, una fronte ampia che mette in risalto le sopracciglia castane e i folti capelli, una bocca sottile ma carnosa e due pazzeschi occhi verdi che racchiudono tutto un universo. Annuso profondamente il suo odore e mi trattengo dal leccarlo lungo il collo e la spalla leggermente scoperta.
-Perché profumi sempre di tabacco e limone?- oso chiedergli, la voce stanca e gli occhi che tentano di catturare ogni più singolo particolare di lui.
-Lo ammetto, il fumo è una mia cattiva abitudine. Però, stranamente, quando sono vicino a te, non prendo neanche un tiro.- arcua un sopracciglio, confuso, come se avessi io la risposta. Assurdo, neanche io fumo vicino a lui. -E poi perché mi piace il significato del fiore del limone.-
-E quale sarebbe?-
Avvicina una mano al mio viso, come incantato, e mi passa le dita lunghe sulla guancia accaldata. -Fedeltà in amore.-
Oh, Harry.
Penso di avere uno sguardo commosso in questo momento. È così dolce, ma allo stesso tempo rude, quando vuole e quando deve...
-Voglio conoscerti meglio, Louis.-
Batto più volte le ciglia al suono della sua voce. -Come?-
-Mi incuriosisci. E io adoro i misteri.- mi confessa e il suo naso sfiora di poco il mio, in un gesto confortevole. -Me lo permetterai? Voglio conoscerti per davvero.-
"Voglio conoscerti per davvero".
Il mio cuore ha uno sbalzo improvviso a queste parole. Nessuno mi ha mai voluto conoscere per quello che sono in realtà. Tutti si sono sempre fermati alle mie classiche parole chiavi: Queens college, matrimonio, Londra. Lui no... lui vuole me. Il vero me.
Cristo...
Un senso di bruciore al naso mi destabilizza, almeno quanto gli occhi che mi stanno diventando lucidi.
Fanculo!
Una parte di me vorrebbe liberarsi, raccontargli ogni cosa, l'altra, invece, teme di fargli schifo. Così schifo da costringerlo a lasciarmi andare.
Senza che me ne renda conto, prendo la sua faccia con delicatezza tra le mani e alzo la testa per avvicinarmi a lui, che mi lascia il mio tempo, ma si avvicina a sua volta con la stessa lentezza. Chiudo gli occhi come ha fatto lui e sento già il suo respiro sulle labbra...
-¡Dios mío!-
Saltiamo entrambi sul posto e ci voltiamo. Un uomo leggermente basso sui quaranta, il pancione da birra e gli occhiali è appena entrato nella scuderia e ci sta fissando sorpreso e disgustato. Lo riconosco: è il proprietario della stalla. -¡¿Que estás haciendo aquí?!-
Oh, cazzo!
-Via!- grida il riccio, prendendo velocemente il resto dei suoi vestiti e correndo via, seguito a ruota da me. Nel frattempo, io sono quasi morto dalla vergogna.
Che figura di merda!
-Louis, corri veloce!- mi incita Mr. Occhi di Ferro, dirigendosi verso la strada e chiamando in fretta un taxi. Corro con il fiatone e quasi me la faccio sotto quando vedo il tizio con un fucile in mano.
Oh oh!
-Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!- impreco forte e riderei come un matto all' urlo di spavento del riccio, se non fosse per i suoni che fanno i due proiettili che vengono sparati.
-¡¿Lo estabas haciendo en la casa de mi yegua?! ¡No en mi territorio! ¡Vienes aquí, feos pervertidos!- urla infuriato il tizio, prima che arrivi finalmente un taxi a salvarci.
Chiudo la portiera e Mr. Occhi di Ferro dà l'ordine di partire il più in fretta possibile.
Porco diavolo, che spavento...
Fortunatamente, il taxista non ci chiede nulla quando ci vede con quasi metà dei nostri vestiti in mano o quando prendiamo a ridere come pazzi per l'adrenalina.
Ragazzi, la migliore vacanza di sempre!

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