Capitolo 31

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Vengo svegliato da un bacio a fior di labbra e non posso fare a meno di sorridere a occhi chiusi. -Buonasera, Mr. Tomlinson.-
Sera?
Lo guardo e poi fisso la vetrata della finestra. Oddio, è vero, fuori è buio. -Quanto tempo ho dormito?-
-Abbastanza da saltare il pranzo. Sono quasi le nove. Vieni, mangiamo qualcosa.- mi fa alzare con tutta la calma del mondo e poi mi mette la sua cravatta sugli occhi, facendo il nodo dietro la testa. -E questo?-
-Per la mia sopresa. Volevi che ti dimostrassi quanto tengo a te, no?- lo sento che mi spinge leggermente da dietro e cammino circospetto verso dove vuole lui. Camminiamo per tanto e salgo persino delle scale. C'è solo un luogo dopo il suo ufficio e che si raggiunge con le scale.
Il tetto.
-Eccoci qua.- mormora e mi libera dall' oscurità provvisoria. Rimango sbalordito nel vedere il cestino da picnic con coperta rossa scozzese stesa e riempita di cibo, delle candele profumate al gelsomino rendono più bella l' atmosfera, accompagnate da un piccolo stereo nascosto vicino alla porta che riproduce brani di violino e pianoforte.
Ok, ora mi commuovo.
-E meno male che tu non eri tipo da relazioni.- lo derido scherzoso, ghignando e alzando un sopracciglio. -Picnic notturno sotto il cielo stellato.-
-Oggi la tua memoria mi sorprende sempre di più. Te lo dissi al nostro primo appuntamento.-
-Che fu proprio qui.- lo seguo e mi fa accomodare sulla coperta. Ci sediamo vicini e lui prende due piatti con costolette alla salsa barbecue, accompagnate da insalata e posate.
-Non sapevo se tu preferissi le posate con questo tipo di carne, perciò te le ho prese lo stesso.- dice come se mi dovesse una spiegazione e mi passa così tanti tovaglioli da permettermi di non sporcarmi i vestiti con la salsa. -Va bene così, anche se uso le mani.- rispondo alla sua domanda implicita e addento la prima costoletta, succulenta e buona, la quale mi fa sentire la fame che ho trattenuto per tutta la mia dormita. -Oddio, spettacolare! Chi le ha fatte?-
-Gli chef di un mio ristorante specializzato in cibo americano e newyorkese.- risponde con fierezza e mangia anche lui, mettendo poi una birra analcolica nei nostri calici. -Sapevo che avresti preferito il cibo rustico a quello di gran classe.-
-A differenza tua?-
-A differenza mia.-
-Preferivi i tuoi pettini di mare e quant'altro? A saperlo avrei portato il tuo costoso cocktail.- gli faccio un occhiolino dispettoso e lui ridacchia. -Siamo così diversi...- parla sovrappensiero, pulendosi le dita appiccicose. Mi passo un tovagliolo sulla bocca e lo fisso curioso. -Su questo sono d'accordo, ma di quale campo stai parlando? Intellettuale?-
-Le nostre vite. Insomma, anche prima di arricchirmi da solo io e mia sorella avevamo molto denaro in casa con cui poter vivere e fare quello che volevamo. Mio padre ha servito il nostro paese come militare per parecchi anni della sua vita e mia madre era una manager per Ricerca e Sviluppo. Tu invece... so che tua madre lavora in quell' azienda per giocattoli e so che tuo padre era un meccanico.-
-Ora sto seriamente cominciando a pensare che quel pazzoide del mio stalker in realtà sia tu.- confesso, il cuore in subbuglio e la bocca che beve il liquido analcolico, dannandolo perché non può aiutarmi come vorrei. Harry mi fissa scuro in volto: -Non dirlo neanche per scherzo, Louis! Ho già messo a lavoro una squadra per risalire al mittente delle tue foto, sto tentando di proteggerti.-
-Non sta funzionando, allora.- scuoto la testa e mi si stringe lo stomaco. Lascio gli avanzi della carne sul piatto e lo allontano da me, abbastanza da poter allungare le gambe. -Ieri mi è arrivato un altro pacco.-
-Altre foto?-
-No. Una copia de "Il Conte di Montecristo", impregnata di sangue sulle pagine dove viene riportata la vendetta del conte.-
Lo vedo rabbrividire, però mantiene la calma e la sua compostezza. -Ha qualche significato per te?-
-La prima volta che parlai con Grace, lei stava leggendo quel libro.- lo dico guardando con attenzione ogni sua espressione. Sta pensando e ragionando, talmente forte che mi sembra di vedere il fumo che gli esce dalle orecchie. -Non mi sembra affatto una minaccia da poco.- si gratta una tempia e io annuisco. -Lo penso anch'io e credo che, chiunque sia, possa essere anche il mio aggressore.-
Alza la testa di colpo e corruga la fronte. -Aggressore?-
-Io suppongo che la persona che mi ha aggredito al night club in stile far west, il mese scorso, sia la stessa che mi ha riempito di botte giorni fa.-
Si morde il labbro e annuisce lentamente. -Va bene e perché pensi questo?-
-Dopo avermi massacrato con pugni e calci, il mio aggressore ha fatto cadere su di me una ciocca di capelli rossi e ricci.-
-Come quelli di Grace.-
-Esatto. Potrebbe essere Grace stessa o qualcuno che lei conosce che è venuto fin qui per me, per vendicarla.- mi trema la voce al solo pensare che queste mie teorie possano essere vere. Cioè, Grace ha tutte le ragioni del mondo per odiarmi, è il non sapere che mi spaventa. Questa persona forse vuole solo spaventarmi e se non è così... se non è così, allora, mira alla mia morte.
Cristo...
-Ho paura.- ammetto sinceramente e mi diventano gli occhi umidi. Trattengo le lacrime e mi abbraccio da solo. Harry, con dolcezza, taglia una fetta di torta di zucca e me la passa. -Lo so, ma non temere. Queste tue informazioni non andranno sprecate, cercherò il responsabile della tua paura.- mi rassicura, prendendo per entrambi due forchettine da dolce. Gli sorrido riconoscente e faccio cenno alla torta: -Non è ancora mezzanotte.- lo prendo in giro, alludendo al classico Dolcetto della Mezzanotte che mi dà sempre lui dopo una delle nostre cene, e il mio riccio mi rifila un mezzo ghigno. -Lo so, ma tu hai lasciato la carne e devi mangiare. Per stavolta, possiamo anche non aspettare l' orario di Cenerentola. E ora forza, mangia prima che io ti trasformi in una zucca!- mi bacchetta piano la sua forchettina sul naso, facendomi ridacchiare e scuotere la testa. -Ok, ok, come vuoi.- sto al suo gioco e mi soddisfo il brontolio nella pancia come posso.
Rimaniamo in silenzio per molto, a contemplare la bellissima notte stellata e io ringrazio mentalmente il cielo che stanotte si stia bene, che non faccia né troppo caldo né troppo freddo... e che non piova. La mia mente torna al suo posto quando sento la mia gamba vibrare e leggo il messaggio che mi ha mandato Nate.
"Perché lo hai detto a Lacy?! Dovevo farlo io! Grazie tante, mi ha lasciato".
"Lo sapevi che sarebbe successo, dovevi dirglielo prima di farle la proposta. Non ci devono essere segreti in una relazione, mai!".
Blocco la schermata e rimetto il telefono apposto. Non capisco perché Nate non abbia sputato il rospo, nascondere una cosa del genere alla propria futura sposa...! Mi dò mentalmente uno schiaffo in fronte. Che cazzo giudico a fare? Io a Rose ho fatto di peggio e non le ho mai neanche detto di Grace. Il che è strano dato che eravamo tutti e tre alle medie insieme.
-Mi dimostri così quanto valgo per te? Con un picnic?- faccio tornare la mia concentrazione su Harry e lo sento sbuffare una risata. -No, per quello ci vuole tempo. Perciò dormirai qui, con me.-
Eh?!
-Aspetta.- strizzo forte gli occhi e mi mordo il labbro inferiore, -Stai dicendo che dormiremo qui? Proprio qui, qui?! Sul tetto? Sotto le stelle?-
-Già... direi che è, come lo definite voi esseri normali, romantico.- fa un verso stupido nel dire l' ultima parola e io rido, dandogli un pugno leggero sulla spalla.
-Sei venuto qui da me perché ti ha spaventato il libro insanguinato?- mi porge la domanda che speravo di evitare, ma so che è una cosa stupida nella quale pregare. Ingoio l' ultima fetta di torta e scuoto il capo. -No, io... ho fatto una cosa orribile. O meglio, stavo per farla.-
-Sarebbe?- si avvicina al mio corpo, concentrandosi al massimo su di me. Respiro con timore e confesso: -La storia di Grace stava per ripetersi. Con Amber.-
Harry piega le sopracciglia, confuso, poi però realizza e la sua espressione diventa scioccata. -Stavi per... tu la stavi per...?-
-Stuprare! Cazzo, Harry, sì, stuprare, la stavo per stuprare!- urlo, interrompendo il suo balbettio e tornando a piangere come una fontana. Scoppio in lacrime e fatico a respirare, lui mi stringe contro il suo petto e mi accarezza. -Ma non l' hai fatto... non l' hai fatto...- mi sussurra dolce, -Ed è questo l' importante.- prova a calmarmi e io annuisco. -Ne sono consapevole. Però adesso... lei... lei mi odia.-
-È normale, tu prova a parlarle e vedrai che col tempo il vostro rapporto migliorerà. Certo, non sarà più come prima, ma probabilmente riavrai la sua fiducia.-
È vero.
Torno a respirare senza fatica e il mio corpo si rilassa contro il suo. Non posso nascondergli il vero motivo per cui punto tanto sul perdono di Amber. -La mia vita sta andando a pezzi. Sono all' ultimo anno di college, sto per sposarmi con una donna che non amo, sto per diventare il padre peggiore della Terra e l' uomo che mi ha sempre fatto sentire bene mi ha nascosto un segreto grande quanto un palazzo.- elenco tutti i miei problemi principali, -Io vedevo in Amber una via di fuga e adesso non ho più neanche quella. Prima mi sorrideva e avevo le farfalle nello stomaco, ora mi evita e io mi sento morire. Sono diviso, Harry. Sono diviso fra te e lei. So che in fondo voglio te, ma Amber, lei non...-
-Lei non ha tutti i miei casini.- mi toglie le parole di bocca e so che un po' l' ho offeso. -Lo capisco.- mi stringe forte una ciocca di capelli, -Per quanto il pensiero che non sei totalmente mio mi faccia un male cane... capisco la ragione per la quale il tuo cuore si sia legato a lei: per te è più facile non soffrire.- sospira e si alza, il tempo per spegnere la musica e tornare da me. Mette i piatti nel cestino e tira fuori un' altra coperta, con la quale suppongo dovremmo coprirci, e con mosse gentili ci fa distendere con le schiene poggiate, uno di fianco all' altro. Sorrido spensierato alla vista di tutte le stelle della notte, che aumentano non appena Harry ci lascia con sole due candele accese. -Che spettacolo.- sospiro. Harry annuisce: -Già.-
-È uno dei nostri appuntamenti, questo, giusto?-
-Beccato.- fa una finta smorfia di dolore e io ridacchio. -Sei incorreggibile.-
-Per me è un complimento, non mi piacciono le persone correggibili.-
-Io sono correggibile.-
-Oh, fidati, Mr. Tomlinson, non lo sei.- i suoi occhi si spostano dal cielo alla mia faccia, piegando di lato la testa. -A te non ti può correggere nessuno.- lo dice con sincerità e so che non è affatto un difetto. Non per lui.
Harry... mio bellissimo Harry.
-Raccontami di Andy Rasteece.- dico finalmente la frase che volevo porgergli da giorni e lui fissa di nuovo le costellazioni. Rimane zitto per qualche secondo, poi parla: -Era la mia cotta del liceo. Così dolce, così innocente... ma etero. Gli offrii di sperimentare, sperando che così si sarebbe innamorato di me, ma mi sbagliavo. Era il periodo in cui i miei genitori litigavano alla maggior intensità, perché non si nascondevano più per urlarsi contro come quando ero piccolo. Li sopportavo a stento e Gemma era lontana, all' università, dovevo subirmeli da solo. Poi vi furono i segreti. Tanti segreti. Non so, mi sarà entrato nel sangue, per questo ti ho nascosto tante cose su di me. A mio padre dovetti nascondere che mia madre stava avendo problemi sul lavoro e che non aveva più soldi per aiutare la famiglia, a mia madre dovevo nasconderle che lui aveva l' amante pur di non ferirla... e tutto questo lo tenevo nascosto a Gemma. Sorridevo in modo finto sempre, ero disponibile a casa tutte le volte che serviva. Non uscivo nei weekend solo per evitare che si ammazzassero a vicenda. Ero arrabbiato, frustrato, devastato, e tutto il mio odio lo buttai su Andy, su quell' amore non ricambiato. Tu sai il come. Può sembrare una scusa del cazzo e forse lo è, ma quella era la mia famiglia e si stava sgretolando sotto i miei occhi. Mi sentivo perduto, solo. Dopo il suicidio di Andy, ho chiuso con tutto. Amici, famiglia, uscite... avevo solo Gemma. Non ci fu nessun processo, nessun indagine. I genitori di Andy non volevano sapere nulla, dicevano che non avrebbe riportato indietro il loro ragazzo, e Jasper era troppo addolorato. Non so quando ha scoperto la verità, so solo che verso i miei vent'anni mi è venuto a cercare.- per la seconda volta, guarda me e vedo una persona così debole da riuscire a malapena a reggere il mio sguardo. -Per anni, non ho fatto che sognare la morte di Andy. Poi sei apparso tu. E solo quando feci quell' incubo su di te e su un tuo probabile incidente stradale capii quanto fosse grande la mia paura di perderti.-
Gesù, Harry.
-Non merito perdono, cazzo, io stesso mi odio. Posso solo assicurarti che adesso sono diverso e che il mio modo di amare te è diverso dal modo in cui amavo Andy, proprio come per te lo è con Grace. Io ti amo. Amo solo te.-
Louis, non piangere, guai a te se piangi proprio adesso!
Prendo aria dal naso e rilasso i muscoli contratti. Non posso accettare subito il suo passato, ma posso amare l' uomo che è adesso. -Ti credo, Harry.-
Nel leggero buio che ci avvolge, riesco a scorgere la luminosità dei suoi smeraldi e si mette di fianco per guardarmi meglio. -Davvero? Anche se non ti avessi detto tutto, mi avresti comunque amato?-
-Sono tornato da te, no?- faccio ovvio, mi metto come lui col corpo e mi scappa un sorriso. -Torni sempre da me.- mi ricorda. Annuisco. -Torno sempre da te.- confermo.
Tornerò sempre da te.
Restiamo a fissarci negli occhi per chissà quanto tempo e io lancio un' occhiata veloce al mio telefono per vedere se ho qualche messaggio e l' orario. -Ora è mezzanotte.- smorzo il silenzio e mi rivolgo al riccio: -Buon domani.-
-Non esiste quest' augurio.-
-Invece sì, l' ho inventato io.-
-Ma per favore! Comunque, io non considero il domani se prima non dormo, che sia mezzanotte o meno.- la sua voce non è affatto assonnata, anzi è calda, e sento i rumori di vari clacson e musiche provenienti dalla città sotto di noi. Mi riappoggio con la schiena alla coperta e faccio spallucce. -Allora dormiamo.- propongo, per niente serio. Neanche il tempo di chiudere gli occhi che Harry mi è addosso e mi fa il solletico. -Harry, no!-
-Non esiste che ti lasci dormire, stanotte. Sei un diavoletto pestifero, Mr. Tomlinson!-
-Ho imparato dal migliore.- lo sfotto, perché adoro farlo impazzire. Mi lascia stare solo quando finisco il fiato, ma resta lo stesso spalmato sul mio corpo. Allargo le gambe e gli permetto di sistemarsi meglio. -Sei bellissimo, Louis.-
-Lo so.- gongolo e mi morde il labbro sorridente. -Poco modesto.- ride con leggerezza e mi sciolgo alla vista della sua fossetta. -Vivrei in quel tuo sorriso, Mr. Tomlinson.-
Mi nasce una smorfia maliziosa. -Lo so.- ribatto ancora, ma il mio scopo non è sfinirlo. Tutt' altro. -So cosa vuoi farmi.-
-Ah, sì? E che cosa voglio farti?-
-Piuttosto che parlare potrei dimostrartelo.- alludo con le sopracciglia e lui annuisce, estasiato. -Non vedo l' ora...- mi bacia in modo profondo, con tanto di lingua, e io assaporo il mio Harry, con un retrogusto della nostra cena. Quando ci stacchiamo, sono senza fiato e mi sento la testa tra le nuvole, in orbita. -Puoi tenermi con te?- sussurro sulle sue labbra, voglioso del suo corpo, del suo sorriso, dei suoi occhi, per tutto il resta della mia vita. Mi sembra senza parole, poi risponde: -Sempre.- promette, il tono fedele e desideroso di mantenere questo nostro patto.
Ti voglio.
Ho l' adrenalina nel sangue e mi aggrappo a lui con le unghie, non appena comincia a far strusciare tra loro le nostre erezioni ancora dormienti. Mi tartassa con i suoi movimenti, mi succhia il collo e mi accarezza i fianchi in modo possessivo. Reclino la testa all' indietro e abbasso le palpebre, totalmente andato per via dell' inizio del Sesso Harry.
Prendimi. Sono tuo.
-Dimmelo, Mr. Tomlinson.- soffia caldo sulla mia gola, dove di sicuro ha lasciato un succhiotto. Gemo non appena mi palpa una natica con decisione. So esattamente che cosa vuole e lui ottiene sempre ciò che vuole. Ma anche io ho i miei desideri, i miei bisogni.
Voglio quest' uomo e lo voglio adesso.
-Ti odio, Mr. Occhi di Ferro.- sospiro, in piena estasi e dolore psichico per la continua tortura che sta compiendo coi nostri fianchi. -E poi?- borbotta e mi apre la felpa, portando la mano calda sotto i miei indumenti e sul mio petto. Mi scappa un grido quando mi morde un capezzolo.
Morirò per lui.
-E poi... e poi ti amo...-

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora