Capitolo 49

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A questo punto, so la strada per il grattacielo della Styles Lives & Co. a memoria, amici.
Infatti non ci metto molto per arrivarci, questa sera stessa, anche perché uso parecchie scorciatoie. E di nuovo il solito portiere, la solita "ragazza-robot" all'entrata e il solito ascensore. Ma non la stessa decisione di ieri.
Lo ammetto: Bailey ha acceso di nuovo, dentro di me, quel barlume di speranza che si era spento già da un po'. Lei conferma che Harry Styles mi ama... ma quanto sono vere, queste parole?
Sospiro, ho persino avvertito i miei amici che forse dormirò fuori e loro sono stati così gentili e ragionevoli da non farmi domande.
Apro gli occhi stanchi, una volta arrivato all'ultimo piano. Senza fretta, cammino per il corridoio, dritto verso il suo ufficio. Le solite vetrate, la solita vista di New York, la solita pioggia triste che rispecchia perfettamente il caos in me. Prendo un respiro profondo e poggio una mano sulla maniglia.
Forza.
L'abbasso e... non c'è. Cammino all' interno, tutto esattamente come l'ultima volta. Ma lui non è qui. L'occhio mi cade sulla porta che conduce alla stanza. Quella stanza. La stanza dove mi ha ingannato e mentito per la prima volta. Dove gli ho permesso di farmi veramente suo.
Le mie gambe mi conducono verso la soglia ed entro senza fare rumore.
Oh... eccolo.
Ridacchierei, ma rischierei di svegliarlo. Sta dormendo sul letto bianco, così tranquillamente, senza scarpe. È in abito da lavoro, camicia bianca e pantaloni neri, l'orologio d'oro poggiato sul comodino. I capelli gli coprono il collo e le spalle, contornandogli con dolcezza il suo viso così virile, eppure, in questo momento, così fragile; ha le guance bagnate.
Oh, Harry.
Tutto l'odio è stranamente svanito nel nulla e mi è bastato guardarlo. È così bello, così dominante. Sento come delle schegge di vetro a punzecchiarmi il cuore quando ricordo che lui non è mio. È di Jasper. Ed è questo a farmi più male.
Come può una persona così bella essere anche così cattiva?
Mi torturo col pensiero di amarlo ancora. La mia vita è praticamente inesistente, a questo punto. Dare il colpo finale non sarà poi un guaio così grande. Far sapere che scopiamo ancora, che non sono più promesso a nessuno... lasciarmi toccare di nuovo.
Mi avvicino con grazia a lui e lo guardo, ammirandolo.
Farmi amare di nuovo.
Mormora nel sonno e si muove di poco: si sta svegliando. Non so cosa gli dirò, cosa farò. Inspiro prepotentemente. No, tabacco e limone... le mie nuove droghe.
Gli stanno così bene, addosso.
Eccoli, quei suoi occhi verdi. Non sono più belli come prima. Hanno meno luce, come i miei adesso.
Mi vede e sbatte le palpebre. Forse sta cercando di capire se sono solo un sogno o se sono reale. Quando capisce che sono per davvero di fronte a lui, si mette in ginocchio sul materasso di fretta, ma poi rilassa con lentezza i muscoli. -Pensavo non volessi più vedermi.- ha la voce roca, reduce dal sonno. Così sexy...
-E io pensavo di non essere la tua puttana.- lo rimbrotto, mordendomi un labbro. -Per che cosa sono quei soldi?-
Si massaggia la nuca, guardando in basso e alzando di poco la camicia. Gli vedo leggermente la tartaruga di muscoli e i bottoni aperti sul collo mi mostrano alla perfezione le sue clavicole e la parte alta dei suoi pettorali. Così virile...
-Una parte come regalo di fine college, l'altra come risarcimento per averti nominato senza permesso in diretta nazionale.-
Oh.
-Perché proprio quella cifra?- incrocio le braccia al petto e tento di rimanere sano di mente, fissandolo solamente in viso.
Non abbassare lo sguardo, Louis, non farlo, cazzo.
-Ho ordinato a Bailey di dirmi un numero a caso e lei lo ha fatto. Non sapeva per che cosa gliel'avessi chiesto, ora lo sa.- alza le spalle come se nulla fosse. Come se per lui, quella somma, non contasse un granché.
-Non prendermi in giro.-
-Non ti sto prendendo in giro, puoi chiederlo tranquillamente a lei. So che ha preso il tuo numero dal mio telefono. È furba, sì, ma non più di me.- si passa una mano tra i capelli disordinati e corrucia le labbra.
Wow... non so cos'altro dirgli. Non ho nemmeno le forze per urlargli contro.
-Mi hai portato a fare una vacanza nell' hotel che ti hanno regalato per le nozze.- mormoro, come se fosse un fatto qualsiasi e al solo dire questa frase, mi tornano gli occhi lucidi e la ferita si riapre, ma non ho le energie per rimproverarlo seriamente. -Mi hai mentito ancora.-
Mi hai fatto male ancora.
Harry sospira, in procinto di dire qualcosa, ma poi sembra ripensarci e sta zitto. Scuote la testa, come per cercare la risposta in giro. Torna con la sua foresta in subbuglio su di me. -Non ti chiedo scusa solo perché so che non basta.- alza le sopracciglia, nel pallone e distrutto.
Assurdo, siamo messi entrambi nello stesso modo. Però lui non ne ha alcun motivo. Mi ha preso in giro in TV, mi ha fatto conoscere l'uomo che ama e che è determinato ad amare per tutta la vita... cos'altro vuole, da me? Non si è divertito abbastanza? Non ha già preso abbastanza da me?
-Louis... non so... io...- balbetta, muovendo il capo a destra e a manca, indeciso. I miei sentimenti per lui sono come in pausa, fermati, in attesa di una svolta che so non arriverà mai, perciò mi limito ad accostarmi a lui con passo felpato.
Abbasso lo sguardo, il suo fiato mi arriva alla fronte. Gli sbottono la camicia fino alla fine e gliela tolgo con un ritmo lento. Accarezzo la sua pelle e sento il suo respiro bloccarsi, per poi ripartire con indecisione.
Tocco i suoi muscoli, così caldi e lisci, forti e duri... il suo corpo mi ha sempre provocato attrazione e un lieve senso di gelosia.
Lo guardo in volto, un bellissimo volto da uomo maturo e avvicino le nostre labbra, sussurrandogli: -Ti darò un'ultima notte, per farla facile. Ti darò un'ultima chance per ingannarmi ancora. Ti darò l'ultimo bacio, per non farci perdere la testa. Stavolta, ti prego, fallo bene.- le nostre bocche si toccano, ma non scatta nessun bacio.
So che è da coglioni, che è una bastardata. Però lo necessito. E sento che anche lui è messo come me. Dobbiamo farlo. Per lasciarci andare, per ricominciare da capo.
Ti prego, tesoro... un' ultima volta.
-Ti darò me stesso un'ultima volta, per amarmi di nuovo. Mi prenderò te per l'ultima volta, per averti ancora. Mi distruggerai di nuovo, perché ne abbiamo bisogno entrambi. Amore, stavolta non far cadere l' apocalisse.- piango sulle ultime frasi e lui mi attacca: mi stupra con ardore la bocca con la lingua, mi permette di riassaggiarlo ancora, tornando a vivere.
Mi toglie lentamente gli indumenti, ed io faccio la stessa cosa con lui. Mi aggrappo alle sue spalle e ci seppellisce insieme sul letto. Mi bacia ogni più piccola parte del viso, con dolcezza, e questo mi provoca sia desiderio che dolore.
Ti scongiuro...
Non avrei mai pensato che saremmo finiti così, a fotterci ancora in questo letto, in questo grattacielo dov'è iniziato tutto. Riprendere tutto ciò che abbiamo lasciato sarebbe un errore madornale, eppure mi attira costantemente.
È il mio frutto proibito.
Mi graffia in quel modo tanto delicato quanto graffiante, mi morde la pelle e me la succhia affamato, adorante di me sotto ogni aspetto fisico e anch'io non mi trattengo. Spesso gli dò piacere, spesso gli lascio un segno doloroso. Come lui ha fatto più volte con me.
Capovolgo le situazioni e, finalmente, gli tolgo io i boxer. Per la prima volta, glielo vedo e quasi mi strozzo con la mia stessa saliva. È grosso, duro e bagnato sulla punta. Non riesco a credere che sia stato più volte dentro di me. Glielo prendo in mano e lo masturbo, facendolo gemere oscenamente. Lo bacio e mi posiziono meglio. In un attimo, è dentro di me.
Ah!
Mi scappa un urlo e poggio gli avambracci ai lati della sua testa. Fa più male delle altre volte in questa posizione. E poi, non lo facevamo veramente da quando abbiamo fatto quella specie di doppia penetrazione.
Le sue mani mi stringono i fianchi, fiduciose, e mi aiutano nel muovermi. Faccio dei versi strozzati e doloranti. Lo sento più in fondo, più insistente. Mi ci vuole qualche spinta prima di iniziare ad adattarmi veramente.
Riesco a mettermi con la schiena dritta. -Ah!- gemo, portandomi le mani tra i capelli e la testa in alto, gli occhi chiusi. Lui mi aiuta, spinge quando si accorge che sto rallentando e muove i miei fianchi al posto mio una volta che mi stanco.
È fottutamente paradisiaco. Dopo tutte quelle emozioni, quello stress, quelle incazzature bestiali... ne avevo bisogno. Avevo bisogno di lui.
-Harry!- urlo quando la mia prostata viene beccata in pieno con la sua punta, sempre più gonfia. Mi riempie fino in fondo, pulsa facendomi allargare ogni volta, mi tartassa la carne e i punti di piacere.
Bello, emozionante, sconvolgente.
Lo amo.
-Dio, sì! Cazzo! Ancora!- lo sprono e, per tutta risposta, ribalta le posizioni.
Oh, sì! Merda, sì!
-Oh, Dio! Oh, mio Dio!- strillo in preda al piacere, travolgente come un' onda anomala e impazzisco quando mi tira i capelli, facendomi aprire gli occhi e guardarlo. È rosso in viso, ansante, eccitato. È l'essenza della lussuria e del sesso. -Chiamami ancora in quel modo.- mi ordina in un ringhio, ma sembra più che altro una supplica.
Capisco a cosa si sta riferendo e il dovergli obbedire per avere l'orgasmo mi fa sentire disgustoso.
-Amore...- sospiro, ansimando ad un colpo più forte. Dirglielo, però, mi è... piaciuto.
-Ancora.- abbaglia, cambiando angolazione e facendomi andare in visibilio. -Oh!- mi sfugge, -Amore.- lo accontento, alzando il bacino e rispondendo a mia volta.
Vedo le stelle, per quanto mi sta piacendo e mi sembra di star per perdere i sensi. È terribilmente straziante, stupendo e innaturale. Mi spinge contro ogni mia idea di spettacolare, mi fa ricredere su ogni ragazza con cui sono stato e mi impone un mondo fatto solo di Harry. Harry e la sua voce, Harry e le sue mani, Harry e il suo corpo...
-Cazzo!- m'irrigidisco e accolgo l'orgasmo arcuando il corpo, getto la testa indietro e urlo come un matto.
Oh... porca... miseria...
Godo comunque anche quando lui continua, impersistente e deciso fino all'ultimo. Mi viene dentro, ruggendo come un leone e stringendomi le mani dolorosamente.
Il silenzio ci accoglie e respiriamo con l'affanno. Si sdraia al mio fianco e tentiamo di calmarci. Un' esperienza unica, tutte le volte. Altro che Mr. Bastardo.
Mr. Sesso.
Fissiamo entrambi il soffitto, ancora scossi dai fremiti del piacere assoluto e i tuoni che ha fatto il cielo per tutto il tempo non hanno fatto altro che aumentare la mia voglia di lui.
Perché Harry è questo. Harry è come un tuono. Potente, rumoroso, che appare di colpo, cogliendoti di sopresa, e poi torna a rifugiarsi nel buio. Però c'è il rischio che, la maggior parte delle volte, ti trascini con lui nelle tenebre.
-Non li voglio i tuoi soldi.- prendo parola, senza muovermi e anche lui fa la stessa cosa. Sono sincero: non ho bisogno del suo denaro.
-Sono un regalo.- si giustifica, -E te li devo.-
-Non mi devi un bel niente.- chiudo gli occhi, sapendo di star dicendo una bugia bella grossa. -E non voglio nessun regalo da te.-
-Tienili comunque, a me non servono.-
Faccio un sorriso di scherno. Certo che non gli servono. Chissà quanti soldi gli avrà portato il mio scandalo.
-Come l'ha presa la tua fidanzata?- il suo indice sinistro picchietta sul suo addome, l'altro braccio lo tiene dietro la testa.
-Diciamo soltanto che non c'è più bisogno che tu la chiami così.-
-Ah.- è la sua unica replica.
Imbarazzante, senza alcun dubbio. Ecco com'è finito il nostro rapporto. Fatto a piccoli pezzettini, infiammato e buttato nel cesso. E ora sta per diventare ancora più "niente".
-Te ne vai sul serio?- ho il coraggio di chiedergli, perché devo saperlo. Devo sapere se questo è veramente il mio ultimo giorno con lui.
-Hai già cenato?- tenta di cambiare argomento. Sghignazzo: -Sì, Harry, ma non m'inganni. Rispondimi.- faccio vagare lo sguardo sul soffitto chiaro e mi domando come sarebbe senza. Vedrei il cielo, ovviamente, ma stasera mi bagnerei solo di pioggia.
Attendo con impazienza che mi dica la verità e ci vuole una vita prima che lo faccia: -Sì, sul serio. Passo da Chicago per prendere alcune cose e poi filo nel Wyoming.-
Stringo le lenzuola tra le dita strettamente. Lame. Questo sono le sue parole, per me.
Volta la testa nella mia direzione, proprio quando prende a tremarmi il labbro. -Non so dirti quanto mi dispiace, per tutto, non avrei mai...-
-Puoi solo...- la voce mi esce strozzata. Serro gli occhi, lasciando andare le lacrime e singhiozzando, il mio corpo sembra volersi piegare su se stesso. -Puoi solo stringermi e basta?- il mio tono è diventato più disperato, abbattuto e vuoto di luce propria.
Nessuno di noi due dice o fa più nulla per pochi secondi, ma poi Harry si avvicina a me e mi fa mettere di lato. Accosta la mia schiena al suo addome e ci fa combaciare, incastrare, alla perfezione. Mi copre come meglio può e mi bacia la spalla, permettendosi così di avvicinare le sue labbra al mio orecchio. Guardo di fronte a me la vetrata, la nostra città al di fuori di tutto questo, di noi, e il nostro riflesso.
-Sorridimi, Mr. Tomlinson.- mi soffia sulla pelle, un soffio caldo.
No... ti prego, Harry, no...
Chiudo gli occhi, un altro colpo al cuore che cede, come una mia lacrima perduta. -No...- bisbiglio, rifiutandolo per la prima volta, e incasso la testa fra le spalle quando si allontana da me. Mi stringe a sé e respira dolcemente sulla mia nuca, provocandomi una dolce sensazione di pace e normalità, che mi aiuta ad addormentarmi.

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