Soli. Come non dovevamo restare.
Sul terrazzo del suo grattacielo. Come quel giorno fatale che segnò il mio destino con lui.
Mi fissa, senza emozioni ma con la sua solita maschera.
Ha chiesto a Bailey di andarsene a casa, così che non potessi sgridare tutti e due contemporaneamente, ne sono certo.
C'è un leggero vento e se non fosse per le luci del tendone, sono sicuro che non vedrei niente.
Cosa diavolo sta aspettando? Perché sembra in attesa di qualcosa.
Le mie scuse?
Piuttosto la morte.
Metto le mani sui fianchi in modo sicuro e lo fisso furioso, fuori di me. -Lei è una persona particolare, lo sa, Mr. Styles?-
-Siamo da soli, Louis, non c'è bisogno delle formalità. E poi pensavo che avessimo già chiarito durante il nostro pranzo che sono "una rondine nera mancata", sbaglio?- sorride, nonostante sembri pronto ad urlare tutte le parole più pesanti del mondo, e alza per un attimo gli occhi al cielo.
Ridacchio con una nota di pazzia in voce o di stanchezza - perché, davvero, ne ho abbastanza - e cammino avanti e indietro, orizzontalmente rispetto a lui. -Prima... mi offre un lavoro pur di tenermi vicino, poi dice alla mia futura sposa che l'ho invitata al matrimonio quando in realtà non era vero, costringe la sua stagista a diventare la mia nuova insegnante informandomi pure che probabilmente lei sarà il mio nuovo preside, mi fa fare bella figura di fronte al vicecapo direttore della sua casa editrice e fa la brava persona con uno dei miei amici. Tutto questo solo perché lei non accetta un rifiuto!-
-E lei, Mr. Tomlinson, non accetta la realtà dei fatti.-
Blocco la mia camminata compulsiva e lascio uscire un verso frustrato, mentre mi massaggio le tempie. -Che cavolo vuole dire?-
-Voglio dire che ogni mio tocco, ogni mio sguardo, le piace. Eppure il solo pensiero di ciò le dà ribrezzo! Lei sembra non conoscersi affatto, Mr. Tomlinson. È assurdo il fatto che lei non riconosca il proprio linguaggio corporale, pur studiando alla Queens.- punta un dito accusatore verso di me e corruga la fronte, facendo qualche passo verso di me.
Mi allontano di poco e scuoto la testa, indignato. -Lei non è il solo genio sulla Terra, Mr. Styles. Ho riconosciuto i miei segnali e ho letto solo rabbia e disgusto nei suoi confronti.- sibilo amaro, cercando di mandarlo via almeno con le parole.
Lui sgrana gli occhi, prima lasciarsi andare ad una risata amara e facendo cadere la testa all'indietro. -Certo, ovvio!- sorride fintamente a trentadue denti, allargando le braccia e alzando la voce. -Lei ha tenuto conto solo di ciò che voleva, dovevo aspettarmelo... tipo, che ne so, il fatto che stringe i pugni ogni volta che dico qualcosa che non le va a genio, il fatto che contragga la mascella, che arriccia il naso per ciò che la mette a disagio! Non ha notato gli altri suoi segnali, dico bene?- inclina la testa da un lato e fa finta di aspettare una risposta che sa già.
Boccheggio e sposto lo sguardo ovunque, confuso e senza parole.
Quali altri segnali?
-Batte più volte le ciglia quando mi vede leccarmi il labbro: desiderio. Il suo respiro aumenta ogni volta che le parlo: imbarazzo. Ha tenuto strette le gambe fra loro tutto il tempo subito dopo il mio lavoretto a cena: tensione sessuale, non le era bastato. Tutte le volte che facciamo sesso, lei in realtà vorrebbe muoversi e agire ma io la tengo fermo e so perfettamente il perché: lei è pieno di stress e il sesso è l'unica cosa che riesca a calmarla; perciò l'altro giorno ha fatto sesso con la sua fidanzata nonostante lo avesse fatto da poco con me. Io stesso l'avevo stressata.- finisce il suo monologo, fissandomi negli occhi con sguardo truce.
Io non penso più, non ci riesco. Ho la testa piena d'aria e confusione.
Ha veramente notato tutto questo?
Si allontana di poco, dandomi le spalle, ed io mi sento come se mi stesse lasciando. -Io non accetto il suo rifiuto, Mr. Tomlinson, perché lei è un bugiardo. Mente a se stesso e ciò la porta a mentire anche agli altri, involontariamente. Anche se non lo dice, lei mi vuole. Mi vuole sin dal giorno in cui ci siamo visti. Proprio come io voglio lei.- mormora, mostrandomi solo il suo profilo e fissando New York illuminata e avvolta dal buio.
Assurdo, mi sento... nudo. Senza barriere. Vuoto. Come se non avessi più niente.
Qualche parola e mi ha portato via tutto.
Tremo, intanto che gli occhi cominciano a bruciarmi. Deglutisco e stringo con forza i pugni e i muscoli delle braccia. Una parte di me vuole sentirsi consolata, l'altra vuole solo buttarlo di sotto.
-Io ti odio.- sussurro fra le lacrime, ma lui non si volta neanche a guardarmi.
-No, Mr. Tomlinson. Lei odia se stesso. Perché sa che ho ragione.-
-Io non sono un oggetto, porca puttana!- mi ritrovo ad urlargli contro, il petto che si alza e si abbassa velocemente. -Ho dei sentimenti! So prendere delle decisioni, so fare delle scelte...- cammino velocemente verso di lui e arrivo con la bocca a sfiorargli un orecchio. -Ho un cuore.- gli dico, senza voce.
E sta iniziando a battere per te, cazzo.
Mr. Occhi di Ferro gira con calma il viso verso di me. Io prendo dei respiri profondi dalla bocca e rimaniamo in silenzio, a fissarci, per qualche secondo. Poi, con una lentezza esasperante, toglie la mano dalla sua tasca e la poggia sul mio petto, all'altezza del mio cuore.
Traballo leggermente, ma non mi sposto. La prima volta che mi fece suo mi aveva fatto sentire il battito del suo cuore... proprio come ora, lui lo sta facendo con il mio.
-Lo sento.- mi dice, con le labbra a sfiorare le mie.
E questo mi fa solo più male, perché significa che sa cosa sta facendo con me, però non gli importa di ciò che provo.
Mi allontano e corro via, scendendo velocemente le scale per andarmene. Il mio respiro aumenta e diventa più agitato quando lo sento rincorrermi e riesce a prendermi, sollevandomi e schiacciandomi fra lui e il muro.
Ho un flashback. È lo stesso identico punto dove mi ha rubato il nostro primo bacio. Non è passata neanche una settimana da quel giorno, eppure mi sento così diverso da quel ragazzo nei miei ricordi.
Mi blocca i polsi ai lati della testa e avvicina i nostri nasi. Riesco a vedere solo i suoi occhi.
-Le ho già detto di smetterla di fingere... e di scappare.- mi soffia sulla bocca, premendo i suoi fianchi su di me. Mi scappa un gemito e prendo a sudare invece di piangere. -Mi lasci.-
-Ancora bugie?- chiede retorico, passandomi leggero la lingua sulle labbra e facendomi fremere. -Non vuoi scoprire chi sei veramente?-
-La smetta.- scuoto la testa piano e con un filo di voce, sentendo di star cedendo.
Perché io so che ogni parola che ha detto è vera. Sono un bugiardo, lo sono da anni. Non so più chi sono, cosa voglio.
Ma la mia vita è questa, ho le mie responsabilità. Non posso mollare tutto. Delle persone si aspettano molto da me, persone che hanno sacrificato tanto per farmi andare avanti nella vita. Però, le loro catene invisibili, si sono strette sempre di più nel corso degli anni.
Singhiozzo, poggiando la testa al muro.
Che testa di cazzo.
-Shhh...- sussurra lui, baciandomi il collo con tocchi leggiadri degni di una farfalla. Poco a poco, aumenta e sento che sta prendendo a succhiare e a leccare.
Ecco, è in questo momento che lo avevo fermato, la volta scorsa. Non voglio che succeda di nuovo. Non voglio fermarlo.
Mr. Occhi di Ferro mi tortura il collo con la sua bocca ed io lo lascio fare, intanto che apre sia i miei che i suoi pantaloni.
Voglio capire chi sono, se quello che c'è fra me e lui è solo passeggero... o se lo è la mia attuale relazione.
Una volta che mi lascia andare, lo graffio sulla schiena attraverso la stoffa e gli divoro le labbra.
Amo il suo sapore, non voglio più nasconderlo. Mi ha invaso i pensieri ed il corpo. Lui significa qualcosa.
Io significo qualcosa per lui?
Mi abbassa gli indumenti e fa lo stesso con i suoi, mettendo poi la sua lingua nella mia bocca.
Dopo avermi preparato con le dita, fra gemiti e urla soffocate da baci bagnati, mi prende violento e mi sbatte, trovando subito il punto magico e facendomi gridare.
-Sì! Mmh... ti sento.- gli ringhio, prendendo il suo splendido viso fra le mani e tirandogli leggermente con le dita i capelli setosi.
Devo scoprire se per lui è tutto temporaneo, se vuole di più da me... una parte di me vorrebbe di no, l'altra sì.
Il mio matrimonio, il mio futuro... è ciò che sono destinato ad avere? O c'è un motivo se lui mi condiziona così tanto?
La mia bocca finisce sulla sua mascella e sul suo pomo d' Adamo, baciandogli e leccandogli la pelle con uno leggero strato di barba.
Dio, il suo sapore! Leggermente salato quanto dolce, buono al gusto e mischiato all'eterno profumo di tabacco e limone.
Oh, Dio!
Sento il solito calore al ventre e questa volta non intendo trattenermi. Voglio sentirmi amato per ciò che mi piace, per le sensazioni ultraterrene che quest' uomo riesce a farmi provare ogni volta.
Non riesco più a fingere, non voglio più fuggire.
Voglio lui. Ma non posso.
Spinge, forte, fino in fondo, facendomi rimanere senza fiato, inprigionando il mio corpo al suo. E mi libero tra i nostri corpi, come lui fa dentro di me.
Mi era stranamente mancata la sensazione del suo liquido dentro di me.
Mi morde dolcemente il labbro inferiore e prendiamo fiato, accaldati e sudati. Meno male che mi regge, sennò sarei già crollato a terra.
Mi metto a ridere per un mio pensiero. Lui sorride, le nostre fronti unite. -Cosa c'è di tanto buffo?-
-Abbiamo appena trombato nella tromba delle scale.- ridacchiò ancora di più quando vedo la sua faccia in risposta alla mia battuta.
-Mr. Tomlinson...- mi rabbonisce, chiudendo gli occhi e trattenendo una risata traditrice. -Se dice di nuovo una barzelletta oscena come questa, giuro che la metto a quattro zampe sulle scale, proprio qui, e la trombo di nuovo.-
-Non ne ha il coraggio.- fingo di non crederci, perché so che lo farebbe, beccandomi uno sguardo malizioso e predatore. Sono ancora schiacciato fra il freddo del cemento pieno del mio sudore e il suo corpo sporco del mio orgasmo.
-Mi sta sfidando, Mr. Tomlinson?-
-Sì, Mr. Styles.- confermo, alzando le sopracciglia in modo allusivo.
Lui sorride come qualcuno che ha appena vinto un premio. E quel premio sono io. -Oh, Mr. Tomlinson... deve davvero smetterla di sfidarmi. Non ne esce mai vincitore.-
-Lo so bene.- annuisco, passandomi con lentezza la lingua sulle labbra screpolate e secche.
Lui non perde tempo: mi solleva, mi mette come vuole lui e finisco con entrambe le mani su uno scalino e le ginocchia in uno più in basso.
Sgrano gli occhi e rimango a bocca aperta quando sento per la seconda volta la sua presenza in me.
Spinge subito velocemente, come al solito, spingendomi in avanti e facendomi gemere con forza.
Come diavolo fa ad essere costantemente eccitato?!
È una specie di macchina del sesso!
-Mr. Tomlinson... vorrei proporle... una cosa...- cerca di dire fra una spinta e l'altra, assieme a dei ringhi di puro godimento.
Adesso? Ma gli sembra il momento?!
-Cosa?- soffoco un ansimo per rispondere e lui cambia angolatura. -Merda!-
-Fra due settimane... sarò in Ohio... starò via per qualche... ah! Giorno...- stringe i miei fianchi tra le mani e mi spinge verso di lui, facendomi sobbalzare.
-Dio! Quindi?!- grido, sperando che vada al più presto al sodo.
-Vorrebbe venire... dopo domani, con me... via per una... oh, settimana?- spinge con più decisione, facendomi urlare dal piacere e inclinare la testa in avanti.
Via con lui? Per una settimana?!
Oh, cazzo!
-Per dove? Cristo!- stringo con forza i pugni sulle scalle sbarrate in ferro e prendo aria con fatica.
-Sorpresa.- si limita a rispondere, continuando a fottermi in modo forte.
Gesù, che gli dico?
Non posso assentarmi proprio ora che sto finendo l'anno di studi. E poi, come lo spiego a Rose? E a Lacy e Niall?
-Allora?- una sua spinta alla prostata mi fa tornare con i piedi per terra.
-Ah! Ecco, io non...-
-Come, scusi?- di nuovo un colpo di reni ben assestato e i miei muscoli si irrigidiscono.
-Non cre... non credo che potrò...-
-Non la sento!- urla arrabbiato, bloccandosi dentro di me.
Oh, no. No, quella no!
E invece sì.
La mossa della trivella.
Stavolta, però, i fianchi girano con più forza, martellando ogni volta il mio punto. -Dio Santo!- urlo, sul punto di venire per la seconda volta.
-Risponda, Mr. Tomlinson!-
-Harry!-
-Risponda correttamente!- una sua mano va alla mia erezione e fa in modo di bloccarmi l'orgasmo, continuando a far ruotere i fianchi dentro di me, uscendo per poi rientrare poche volte.
Piango per la frustrazione, soprattutto quando l'altro sua mano mi dà una sculacciata ad una natica.
-Louis!-
-Sì! Sì! Va bene, sì!- mi arrendo, con le spalle tremanti e i denti a martoriarmi le labbra.
La mano che mi stava impedendo di lasciarmi andare prende a masturbarmi e posso finalmente venire, con un grido soffocato.
Lui viene ancora in me e dopo qualche secondo, mi prende in braccio e mi porta nella camera dove avevo dormito con lui per la prima ed unica volta.
Non è cambiato nulla e constato che le lenzuola sono sempre fresche una volta che Mr. Occhi di Ferro mi ci mette all'interno.
Mi spoglia, facendomi rimanere con solo i boxer e sento che anche lui ha solo quelli, una volta che si è sdraiato al mio fianco. Mi circonda con il suo braccio destro e avvicina il suo viso alla mia testa, annusando l'odore del mio shampoo.
Sono sfinito, ho avuto troppe emozioni oggi.
Lontano con Mr. Occhi di Ferro in un luogo sconosciuto.
Spero sia la volta buona in cui scopro che cosa mi sta nascondendo di tanto oscuro... o che cosa sta nascondendo a tutti noi.
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One Hundred's Trilogy
Fanfiction🔴🔞 Raccolta della One Hundred's Trilogy: • One Hundred Kinds of Styles. • One Thousand Tears of Styles. • One Million Kisses of Styles. @uncoverdlouis: "È una morte lenta, bellissima e dolorosa questa fanfiction". @_ilary-: "La sto rileggendo. Non...