La festa di Jullienne si tiene in un ristorante a quattro stelle con sala da ballo, molto esclusivo e chic, da far capire che la sua famiglia non ha affatto problemi finanziari. Le luci illuminano i corpi che ballano, la pista e il buffet riposto nell'angolo.
Io e Niall abbiamo messo degli smoking in stile anni venti, mentre le ragazze indossano dei vestiti che sembrano dei tubi, accompagnati da pellicce finte e dei strani nastri con piuma che circondano loro la testa.
Sospiro, sono rimasto in disparte. Niall sta ballando un lento appiccicato a Jullienne e anche Mary e Lacy hanno trovato qualcuno con cui ballare. Non che nessuna ragazza mi avesse invitato a ballare dato che non lo avevo fatto io, ma non me la sento sul serio di stare così tanto a contatto con un corpo umano.
Guardo il mio orologio da polso: le undici e cinquanta. Oramai, è da tutto il giorno che fisso l'orario e il mio corpo freme nel sapere che manca poco alla mezzanotte.
Mi guardo attorno; parecchi ragazzi sono della Queens, gli altri devono essere dei vecchi amici di Jullienne, oppure dei suoi parenti.
Per quanto riguarda il regalo, Niall le ha preso le sue fidate ballerine, Lacy e Mary dei vestiti estivi ed io un profumo francese che mi è stato gentilmente donato da Rose, la quale in questo momento sta finendo di cenare con i suoi genitori per discutere riguardo al viaggio della luna di miele. Eh, sì. Rose deve dire loro dell' Italia.
La vibrazione del mio cellulare mi fa fare un sospiro di sollievo: qualche secondo per non annoiarmi, finalmente!
Mi viene da ridere non appena leggo il messaggio che lei mi ha mandato: "Se trovi sangue non appena vieni a farmi visita, dovrai aiutarmi a capire di chi è dei miei genitori".
"Sta andando male?".
"Tu che dici? Prima di questa settimana, non si vedevano da mesi. Guarda, tirerei uno schiaffo ad entrambi".
Scuoto la testa e rimetto apposto il telefono. Ultimamente, Rose mi sembra molto più calma. È meno ansiosa, sorride di più, ha cominciato una nuova dieta per entrare meglio nel vestito... Mi raddrizzo con la schiena sulla sedia. Che sia io, a renderla così nervosa?
Dio, qui ci vuole da bere.
Mi alzo e vado verso il punch, servendomi un bicchiere. Penso di essere stato un bravo fidanzato - certo, finché non l'ho tradita -, le ho sempre lasciato i suoi spazi. Quando non stavamo ancora insieme ufficialmente, al liceo, lei frequentava chi voleva ed io pure, senza rancore. Solo dopo abbiamo iniziato ad innamorarci, o per lo meno così credevo io, e quasi mi dispiaceva l'aver dato la mia prima volta a...
Stringo forte il bicchiere vuoto quando mi rendo conto della vera cazzata che ho fatto, perché non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista.
Grace... è lei la mia prima volta.
Mi viene da vomitare. La mia prima volta è stata uno stupro?
Mi porto una mano alla fronte, stringendo la mascella per evitare di urlare dalla rabbia. Quanto si può essere idioti, da ragazzini?
Trattengo il fiato quando qualcuno sembra bendarmi da dietro, però invece mi accorgo che, in qualche modo, riesco a vederci. Guardo di sfuggita il mio riflesso nel punch rosa: ho una maschera. Una maschera nera, con i lineamenti e dei ghirigori argentati sul naso e gli zigomi.
Che diamine...? Cosa?
Mi volto e trovo di fronte a me un uomo più alto, con la mia stessa maschera, solo che le linee tracciate sulla sua sono dorate.
E so chi è dai suoi occhi verdi degni di una foresta rigogliosa, dal suo profumo del fiore del limone mischiato a quello del fumo di alta classe e dalla visione di quelle labbra che ho baciato così tante volte.
Harry... Il mio cuore sembra aver preso a cantare l' Alleluia.
Indossa un vestito elegante, adatto al tema, e i capelli sono raccolti in un incantevole chignon. È bellissimo.
-Tempo scaduto, Mr. Tomlinson.- mormora sulle mie labbra con aria trionfante, prima di prendermi per mano e portarmi al centro della pista.
Eh?! No, fermo!
Sto per tentare di scappare dalla sua presa, quando mi ricordo che entrambi portiamo delle maschere. Nessuno può riconoscerci. Almeno, non insieme.
Le persone ci fanno spazio, incuriositi dai nostri volti nascosti, e Mr. Occhi di Ferro fa un cenno alla band. Fisso il piccolo palco e rimango a bocca aperta: è salita Bailey e sta posizionando il microfono.
Intanto, il riccio ci sistema in una posa da ballo ed io mi sento morire. Mi è mancato il suo tocco, l'energia che la sua pelle mi ha da sempre trasmesso. Le luci si abbassano e diventano un miscuglio tra una luce normale e colori caldi. La musica parte e con lei, anche noi. Mi stringe a sé con delicatezza, ma anche con possessione. Non smette mai di guardarmi, di godere dei miei occhi felici, e mi tratta con eleganza per tutto il tempo.
-Com'è andata?- gli chiedo, tra un volteggio e l'altro. Lui ridacchia: -Vuoi parlarne adesso?-
-Non ti vedo da ventiquattr'ore.- gli ricordo, con il tono di qualcuno che non vede da anni un parente perché è andato in guerra. -Perché sei andato a Washington?-
Harry fa spallucce, porgendomi di nuovo la mano e continuando a condurre le danze. -Mi vogliono come attore nel film di "Evernight", il primo libro di Claudia Gray. Mi vogliono per il co-pratognista, Lucas. Secondo Jasper e Bailey, frutterebbe tantissimo alla mia fama. Conquistare il pubblico delle adolescenti è veramente un' impresa, ma è probabile che con questo progetto io abbia già la vittoria in pugno.-
Sbarro gli occhi. Wow. -Harry, ma è fantastico.- e lo dico per davvero. Fizzy, una delle mie sorelle, ha passato quattro anni della sua vita leggendo la saga della Gray e ne parlava per giorni non appena uscivo il libro. Sono fiero di lui, le ragazzine lo adoreranno.
-Lo so.- ghigna, senza smettere di accompagnarmi nella canzone.
Vorrei baciarlo, ma evito solo perché non siamo soli.
-Dobbiamo riprendere alcuni discorsi, Mr. Styles.- cerco di tornare serio, ma mi è impossibile se sento la pressione della sua mano sulla mia schiena.
-Mmh... tipo quello iniziato per messaggi, Mr. Tomlinson?-
Pervertito.
-No. Parlo del fatto della palestra e del tuo stalking nei miei confronti.- lo guardo deciso negli occhi. Gli strappo le palle se osa difendersi.
Sbuffa e mi guarda come se dovesse spiegare qualcosa di elementare ad un bambino. -Tu non hai cercato informazioni su di me su Internet prima di intervistarmi?-
Oh.
-Sì, ma...-
-Hai visto foto di me? In foto in cui ero, che ne so, tipo al mare, in montagna o per strada?- dice, con un tono da "pensa prima di parlare".
Ringrazio la maschera che gli impedisce di vedere almeno in parte il mio rossore. -Ovvio che le ho viste, erano sempre lì mentre ti cercavo.-
-Ecco, io ho fatto la stessa cosa. La differenza? Io sono famoso, tu no. Ma per il resto, anche tu hai stalkerato me.-
Uno pari, palla al centro.
Gli sorrido fra l'arrabbiato e il nervoso. Mi frega ogni volta, dannazione. -Come non detto. E la palestra?-
-La boxe è per chi è abituato a combattere, a fare risse, tu non rientri in quella categoria.- il tono è sempre lo stesso, le braccia mi circonda in un modo più determinato. -Voglio solo evitare che ti capiti qualcosa. Il karate insegna a difendersi e penso che tu ti possa anche divertire con esso.-
Ci penso su: è pur sempre un' arte marziale, ovvio, ma devo per forza fare tutto quello che mi dice? Lo fisso e rido malignamente dentro di me. Non senza avere qualcosa in cambio.
-Ci sto. Ma ad una condizione.- sorrido furbo, smettendo non appena avvicina in modo brusco le nostre bocche. -Comanda, padrone.- soffia su di me.
Dio, le sue parole.
-Domani devi lasciarmi in pace e anche stanotte. Ho un esame importante e lo devo passare se voglio andare all'ultimo anno di college. Non mi devi distrarre, intesi?-
Annuisce, comprensivo. -Intesi. Però, dopo domani, sei tutto mio. E so che ce la farai. Sei intelligente, pur essendo un ragazzino.-
Come?!
-Ehi!- rido, imitato da lui, e dandogli una leggera sberla sul braccio. -Ci passiamo solo cinque anni!-
-Sei pur sempre un ragazzino.- rincara la dose, beccandosi un altro mio colpo. Ridiamo ancora, senza smettere di ballare e ascoltando Bailey che canta dolcemente in francese una canzone americana. È veramente molto brava.
-Mi sei mancato.- mi sfugge, mi è uscito proprio dal cuore e sentivo che dovevo dirglielo.
-Mi sei mancato anche tu.- ammette, baciandomi poi con uno strano senso di nostalgia. Nel frattempo, anche gli altri hanno ripreso a ballare e ci ignorano, com'è giusto che sia.
-Sorridimi, Mr. Tomlinson.- sussurra seducente ed io lo faccio perché... perché è Harry. E Harry mi ama.
-Altre ventiquattr'ore.- sospiro triste e lui mi bacia a stampo sulla fronte. -Resisteremo, come oggi. Tanto tu torni da me, vero?- lo dice con una nota di tristezza, ma anche speranza.
Guardo il suo volto, coperto per metà come il mio, attraverso le fessure per gli occhi della mia maschera e mi sale un magone in gola. -Torno sempre da te.-
STAI LEGGENDO
One Hundred's Trilogy
Fanfiction🔴🔞 Raccolta della One Hundred's Trilogy: • One Hundred Kinds of Styles. • One Thousand Tears of Styles. • One Million Kisses of Styles. @uncoverdlouis: "È una morte lenta, bellissima e dolorosa questa fanfiction". @_ilary-: "La sto rileggendo. Non...