Capitolo 18

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Le persone sono fondamentali per l' essere umano. Siamo stati creati per rimanere insieme, uniti, contro ogni avversità. Non siamo fatti per restare soli. Per questo, a volte, quando conosciamo una persona, succede un miracolo. Sentiamo come un senso di attaccamento, tendiamo a stare sempre vicini a quella persona. Perché, nell' attimo in cui i nostri sguardi si incontrano, il nostro cuore pensa, a nostra insaputa, "ho bisogno di te, voglio te, desidero che tu faccia parte della mia vita". E il nostro corpo ne ricava tutti i sintomi: mani sudate, cambiamento del tono di voce...
Può accadere con chiunque, in qualsiasi momento. A me è successo due volte. La prima volta quando sono nate le mie sorelline e, la seconda volta, quando Harry Styles mi ha rubato il nostro primo bacio. Forse l' avevo capito subito che lui era speciale, almeno per me, che c'era qualcosa d' insolito in quest' uomo che, pur di non farmi andare via, mi ha stretto la mano invece del braccio al nostro primo incontro.
Non so, sinceramente, se riproverò mai questa sensazione.
Ecco a cosa penso, mentre i miei coinquilini si bevono degli shottini nella cucina di casa nostra, ma va bene così.
-Auguri, Mary.- sorrido alla mia amica, abbracciandola stretta. Mary ridacchia non appena le faccio il solletico sui fianchi. -Grazie, Lou.-
-Questa è per te, da parte di tutti noi.- torna dalla propria stanza Niall, con in braccio un pacco enorme e incartato. Mary fa i salti di gioia e lo scarta subito sul tavolo.
Fisso la scena commosso. La nostra Mary, adesso, non ha più diciannove anni.
Oh, la nostra piccola è diventata adulta!
Rido al mio stesso pensiero e mi sento orgoglioso quando vedo la sua faccia alla vista della chitarra. -Ma voi siete pazzi, è bellissima! Grazie!- esulta entusiasta, stringendoci uno a uno. Lo devo ammettere, Lacy ha avuto una gran bella idea.
Ieri, dopo teatro, Harry mi ha accompagnato a casa e mi ha reso indietro un paio delle mie mutande. Mi ha anche seguito fino alla porta per assicurarsi che stessi bene, dato che la chiacchierata con Eve mi aveva destabilizzato parecchio. Per non parlare del bacio d' addio che mi ha dato sulla soglia...
-Un brindisi!- propone Lacy, alzando il suo bicchiere di vino. -A mia sorella, benvenuta negli "anni venti"!- ride, facendo poi cozzare i nostri drink col suo. -Molto divertente, Lace.- le fa il verso Mary, stretta da Niall. -A parte gli scherzi, una di queste sere dovremmo uscire. Tipo con Nate o... con Harry.-
Cosa?!
Sputo a terra il mio vino e guardo scettico la mia amica. -Mary... fai sul serio?-
Lei fa spallucce. -Perché no? Se avete ripreso a vedervi, non mi sembra un cattivo ragazzo.-
Oh, non sai quanto.
-Scusa, ma così io e te restiamo soli.- le fa notare Niall, corrugando la fronte. Mary fa una una smorfia. -Tu non hai Amber?-
-Io non ho proprio nessuno! Giovedì non è successo niente, tra me e lei. Mamma mia, penso ancora a Jullienne, come potrei?-
-Chiudi gli occhi, la baci, fine della storia.- la fa facile Lacy, riempiendo ancora il proprio bicchiere.
Sto per ridere a pieni polmoni, ma il campanello mi ferma. -Vado io.- proclamo, evitando così una discussione inutile. Apro la porta e mi ritrovo addosso due occhi ametisti incorniciati da un paio di occhiali da vista neri. -Bailey?-
-Louis.- mi saluta lei, dandomi una spallata per entrare.
No, ma... fai con comodo.
-Dobbiamo parlare, riguarda Harry.-
-Quando mai?- sbuffo sarcastico, raggiungendola in cucina. I miei amici hanno smesso di festeggiare non appena Bailey ha messo piede in casa. Lacy e Mary la guardano confuse, non avendola mai vista, mentre Niall... porca miseria, Niall ha la bava alla bocca!
-Buongiorno. Scusate l' interruzione, dall' odore e da quel che vedo suppongo che stiate facendo una festa privata.- Bailey si guarda attorno, stringendo tra le mani la tracolla della sua mini borsetta fucsia.
-E tu saresti...?- domanda guardinga Lacy, camminando verso Bailey con passo felpato e con dietro di sé la sorella e il cugino. Merda, sentire il nome di Harry deve averle acceso un senso di allarme in testa.
-Bailey Porters. La stagista di Harry Styles, molto piacere. Tra poco, la sua assistente.- stringe la mano a tutti e tre e io la guardo, stupito. -Assistente?-
-Col fatto che vi ho protetto molte volte, sia con la stampa che con Jasper, potrei avere una promozione. Parola sua.- mi spiega in breve, prima di rivolgersi di nuovo ai miei coinquilini: -Voi presumo che siate i fratelli Hanson, giusto?-
-Non proprio. Io e lei siamo sorelle, lui è Niall, nostro cugino.- spiega brevemente Mary, facendo con cenno con la testa ai due ragazzi. Bailey sorride a Niall, -Ti chiedo scusa, pensavo foste fratelli, vi assomigliate così tanto.- arrossisce. -A volte mi chiedo come deve essere avere un fratello o una sorella, dato che sono figlia unica. Lo sei anche tu?-
Per tutta risposta, Niall la fissa imbambolato. Cavolo, mi vergogno per lui. È la stessa faccia che fa di fronte a una torta!
-Niall.- lo richiama Mary, dandogli una gomitata. -Psss, Niall!- insiste, facendolo tornare in sé: -Che? Eh? Ah, sì, sono unico figlio di figa!-
Che?!
Mi copro in fretta la bocca e Mary diventa rossa dall' imbarazzo, a differenza di Lacy che è esplosa in una fragorosa risata. -Figlio... figlio di figa...!- fatica a respirare, cadendo all' indietro sul divano e scalciando dallo schienale.
Qualcosa mi dice che Niall si è appena dimenticato Jullienne...
-Ok...- parla lentamente Bailey, schiarendosi poi la voce e voltandosi dalla mia parte. -Dove possiamo parlare?-
-Seguimi.- faccio in fretta strada verso la mia stanza e sento sempre la risata di Lacy che non vuole calmarsi.
-Come mai sei qui?- chiedo a Bailey, una volta che ho chiuso la porta a chiave. Lei mette le braccia conserte e grugnisce piano. Ehm... che? Alzo le mani in segno di innocenza. -Che ho fatto?-
-Ah, non so. Dimmelo tu. Ieri Harry era tutto sereno, contento, e stamattina ha distrutto il proprio ufficio in preda a un attacco isterico!- sbotta furiosa, prendendo il proprio cellulare e dandomelo. Vedo perfettamente l' ufficio di Harry del grattacielo messo a soqquadro, la scrivania di vetro è in mille pezzi e i quadri sono stati tutti strappati.
Dio mio.
-Non... non so cosa... non capisco, stamattina non ci siamo detti nulla per telefono e non ci siamo neanche visti. Come può essere colpa mia?-
Perché l' ha fatto? Non ha alcun senso! Che sia davvero arrabbiato con me? Oppure ha litigato con Jasper. Sempre a causa mia...
-Io ho supposto che c'entrassi qualcosa perché lui ha questo tipo di reazioni solo quando ci sei di mezzo tu.- fa lei, riprendendo il telefono.
Sospiro affranto. Che gli sarà preso, stavolta?
-Comunque, mi ha mandata lui principalmente per comunicarti il luogo e l' ora del vostro prossimo appuntamento. E... anche per darti questo.- sorride di buon gusto, prendendo dalla propria borsetta una scatolina nera elegante.
Un altro regalo?
Prendo il dono e lo apro.
Oh! Dei gemelli!
Due splendidi gemelli da polso dorati, con diamante incastonato centrale e il disegno in entrambi di due girasoli.
-Sono dell' Atelier Yozu. Li ha fatti ordinare per te.- li osserva assieme a me Bailey e mi accorgo di un altro biglietto da visita dietro il cuscinetto che incastra i gioielli. Lo prendo e, di nuovo, leggo una sola frase: "Anima gemella".
Wow...
Sento una fitta al cuore. Non immaginavo che potesse essere così dolce e la sua calligrafia è molto raffinata.
-Digli grazie da parte mia.-
-Lo farò. Dunque, l' appuntamento è domani pomeriggio alle quattro, Harry non vuole ricevere alcun no, vi ritroverete davanti al grattacielo della Styles Lives & Co. e poi lui ti condurrà dove serve. Detto questo, ti saluto.- mi bacia una guancia e gira la chiave della mia stanza. -Aspetta.- la fermo, sperando di non star facendo una cazzata.
Non ditemi che lo sto per fare veramente, qualcuno mi fermi!
-Puoi... ehm... puoi chiedere a Harry se, una di queste sere, gli va di uscire con me e i miei amici?-
Bailey sorride radiosa. -Certo, credo proprio che accetterà volentieri.- annuisce e io la seguo per accompagnarla fuori. Se non fosse per lo spettacolo che ci ritroviamo davanti...
-Dame tu cosita! Ah, ah! Dame tu cosita, ah!- ballano e urlano i miei amici, sculettando per casa. Sento la puzza di alcol - assieme a una musica insopportabile messa a tutto volume - e i miei occhi finiscono sul tavolo della cucina dove c'è la bottiglia che avevo nascosto in bagno. Come cazzo hanno fatto a trovarla?
-Ahm... ma sono sempre così?- si china con la testa verso di me Bailey, ridendo leggermente. -Preferisco non rispondere.- mormoro a disagio.
-Rispondo io! A volte siamo messi peggio! Questa è la nostra fase da ubriachi più leggera!- si fa avanti Lacy, ridendo come una scema. -Ehi, LouLou! Unisciti alla festa! Dacci tu cosita!- si agita in preda all' euforia, muovendo il bacino verso di me.
Oh, madre di Dio...
-Lace, vai a bere un po' d' acqua.- la incoraggio, spingendolo lontano da me. Lei si illumina. -Sì, adoro l' acqua! È bagnata!- si esalta, saltellando poi verso il frigo, non prima di essersi rivolta a Bailey: -Ehi, stagista! Tipusustacchia?-
-Eh?-
-Bazinga!- ride forte, quasi grugnendo come un maialino e scappa via. Bailey sorride intenerita. -Sembrano simpatici.-
-Hai detto bene: "sembrano".- scherzo io, conducendola fuori da casa. La conduco fino alla sua auto, ma prima che possa salire, mi fissa preoccupata. -Sono loro che ti hanno fatto iniziare a bere?-
Sgrano gli occhi. Che?!
-Niente affatto! Loro non avrebbero mai... aspetta! Harry te l' ha detto?- poggio le mani sui fianchi e la fisso torvo. Le ha veramente detto il mio segreto?
-Gli è sfuggito. Oh, a proposito... mi ha detto di ricordarti che, dopo domani, devi andare al primo degli incontri. Sperava non te ne fossi dimenticato.-
Cazzo.
Sorrido sarcastico. -No che non me ne sono dimenticato.- parlo a denti stretti, stringendo i pugni. Io l' ho sempre detto, Mr. Occhi di Ferro mi controlla.
-Bene. A presto.- mi liquida, aprendo la portiera e andandosene poi per strada. La saluto da lontano e torno dentro.
Ci metto un quarto d' ora per far tornare i miei amici totalmente lucidi - quattro sberle non gliele ho negate - e poi ci siamo seduti sul divano per guardare un film. Mary non fa che ricevere chiamate o messaggi d' auguri ed è verso le cinque e mezza che il nostro campanello suona di nuovo. Vado ad aprire sempre io, dato che tutte le volte questi tre cretini si mettono d' accordo per farmici andare. Questa volta, però, non conosco la persona che ha suonato il campanello.
Di fronte a me c'è un ragazzo con la pelle abbronzata, i capelli rasati quasi a zero e un piercing al labbro inferiori. Gli occhi grigi mi fissano con timore. Ha la mia età, senz' altro, ma sono sicuro di non averlo mai visto al college.
-Ciao.- mi saluta, la sua voce è poco più quella di un adolescente. -Mary Hanson abita qui?-
Oh.
-Mary? Ehm, sì. È qui.- gli faccio cenno di entrare e chiudo la porta. -Ehi, Mary? C'è una persona per te.- sveglio la mia amica, che si è addormentata sul divano, facendo a sua volta svegliare Lacy e Niall. Mary si mette seduta e guarda con timore il ragazzo che mi sta a fianco. -Terrence.- sussurra senza fiato. Il ragazzo, che a quanto si chiama Terrence, alza una mano velocemente in segno di saluto. -Come ti va, MaryHan?-
Come a tennis, guardo prima uno e poi l' altro. Si conoscono, quindi. Lacy e Niall si mettono subito vicino a Mary, come per darle conforto, e io inizio a capire che qualcosa non va.
Mary sta cominciando ad avere gli occhi lucidi e fissa Terrence con il fuoco nelle pupille. -Dillo.- lo sfida, -Ti avevano chiesto di venirmi a cercare solo se...- si interrompe e deglutisce pesantemente, -Dillo, Terry.-
Terrence prende un respiro profondo e vedo che sta cercando di non tremare, né col corpo, né con la voce: -Zeke è morto.-
Divento bianco in viso e sento le gambe crollarmi. Oh, Dio... ma cosa...? Mary scoppia a piangere e viene subito stretta da Lacy. Niall mi lancia un' occhiata complice e intuisco quello che mai, neanche una volta, avevo minimamente sospettato: Mary non è venuta a New York solo per il lavoro.

Ci siamo spostati in cucina. Io e i miei coinquilini siamo seduti al tavolo, mentre Terrence ha preferito rimanere in piedi. Mary è agitata, fa ballare la gamba sotto il tavolo e aspetta che il suo amico parli. Terrence si avvicina a noi con passi incerti e tira fuori da una delle sue tasche un videoregistratore. Lo poggia sul tavolo e lo fa partire. Sono alla sinistra di Mary e la guardo assorto. Probabilmente, adesso, capirò di più. Sembra così abbattuta...
La voce di un ragazzo si fa largo nell' aria: -Amore mio...-
-Oddio.- singhiozza Mary, portandosi una mano alla bocca e piangendo.
Piccola...
Le stringo l' altra mano.
Va tutto bene, respira.
-So che sei arrabbiata con me, sono stato io a farti salire su quell' aereo. Ma, continuerò a ripetertelo, l' ho fatto perché ti amo e non potevo lasciare che tu restassi legata a un essere come me, costretto in un letto a causa della mia stupida malattia. Mi dispiace tanto, Mary. Spero che tu possa perdonarmi.-
Mary annuisce, leccandosi le labbra secche. Niall le mette un braccio sulle spalle e Lacy le passa un fazzoletto. Sento un nodo stringermi la gola. Il ragazzo che ha amato è morto... era malato e lui l' ha mandata via, dandole un futuro.
Oh, Mary, tesoro...
-Ho chiesto io, a Terrence, di farti ascoltare la mia voce il giorno del tuo compleanno e sappi che sono mortificato per il fatto che ti abbia anche detto che sono... be', lo sai.- la voce della registrazione smette di parlare e sento un singhiozzo strozzato, -Volevo che lo sapessi oggi, perché solo oggi il mio testamento può iniziare a dare i suoi frutti. Lascio a Mary Kate Hanson tutta la mia eredità, in quanto figlio unico e senza famiglia. Ti amo, amore mio. E ti amerò per sempre.- la registrazione finisce e Mary seppellisce la faccia contro la felpa del cugino,
Merda... porca puttana, davvero.
Vorrei sapere di più, vorrei capire di più, ma capisco che Mary non ha le forze per parlare. Fa capire a Terrence che può restare e rimane stretta a lui per molto tempo. E ora comprendo, anche, perché Mary non ha mai avuto una relazione, neanche casuale o da una notte, in questi mesi.
Mi sento soffocare e preferisco lasciarli da soli. Esco fuori da casa e prendo una grossa boccata d'aria non appena le mie scarpe toccano il cemento. Cristo, povera Mary. Come ha fatto a tenersi nascosto tutto questo dolore, per tutto questo tempo?
Cazzo, che schifo deve essere stato per lei.
Mi massaggio il torace. Merda, mi fa male e ho un gran bisogno di ossigeno. Prendo più aria che posso e trattengo a stento le lacrime. Cavolo, che mi prende? La storia di Mary mi ha fatto davvero così male fisicamente?
Fanculo questo mondo ingiusto.
Decido di tornare in casa dopo parecchi minuti passati a starmene seduto sul cemento freddo del marciapiede - testa di cazzo io nel non aver messo una giacca, l' autunno si sta facendo sentire - e magari preparare una camomilla a Mary. Tiro fuori le chiavi, ma faccio fatica a vedere qual'è quella giusta. È abbastanza buio, c'è nebbia e la sola luce è quella che proviene dal dormitorio. Se solo riuscissi a...
AH!
Mi agito convulsamente e tento di colpire chiunque mi stia attaccando da dietro. Una mano guantata mi tiene chiusa la bocca e un braccio tenta di trascinarmi lontano dalla porta.
Cazzo! Aiuto!
-Mmh!- strillo da dietro la mano dello sconosciuto e riesco a tirargli una gomitata tra le costole, più un calcio all' indietro, beccandogli un polpaccio. Mi spinge in avanti e sbatto la fronte contro il muro.
Ahi...
Mi gira fortemente la testa, però cerco di tornare in me per combattere il mio aggressore. Provo ad andargli contro per riservargli uno dei miei pugni da combattimento, ma mi prende alla sprovvista e mi attacca freneticamente: mi da un pugno sullo zigomo e un calcio allo stomaco, che mi fa accasciare a terra. Fatico a respirare, mentre lui mi rifila un altro calcio, stavolta in faccia.
Cristo... che male...
Apro a fatica gli occhi, vedo malissimo, tutto sfocato... però riconosco una felpa. Una felpa a zip blu. Chiunque sia, è alto come me e forte, molto forte. Non si toglie nemmeno il cappuccio, lo stronzo.
Codardo, guardami in faccia mentre mi ammazzi di botte!
Desidero ardentemente reagire, urlare, chiamare aiuto, perché non ho mai avuto paura come ne ho adesso. Non mi stupirei se tirasse fuori un coltello a serramanico, in questo momento. Si inginocchia vicino a me e vorrei dirgli di farlo di più. Questa poca luce e i miei occhi malfunzionanti non mi aiutano affatto. Voglio vederlo in viso, almeno gli occhi.
Chi sei?
Mi va il cuore a mille appena mette una mano in tasca.
Oh, no, no! Il coltello!
E invece no, bensì una ciocca di capelli tagliati. Me l' avvicina il necessario che mi permette di vederli accuratamente. Il mio corpo ha uno spasmo: capelli ricci e rossi.
Oh, cazzo.
No. Non è vero.
Non è possibile...
-Grace...- mi esce uno squittio appena udibile. È lei? Il mio aggressore dalla felpa blu stringe con forza la ciocca, lasciandola successivamente cadere sulla mia maglietta. Alza un pugno ed è l' ultima cosa che vedo prima di svenire.
Grace?

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora