Capitolo 6

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Mi ritrovo sul tetto del grattacielo di Mr. Occhi di Ferro, con lui che si è cambiato con degli abiti più formali che da uscita - maglietta nera e jeans -, e mi fissa con una strana luce negli occhi.
Una luce che non mi piace.
Dentro di me, tremo come se un terremoto mi stesse sopraffando. L'uomo di fronte a me è un maniaco, un pazzo psicopatico, fissato con i maltrattamenti sessuali.
Mi vuole, riesco a vederlo. Ma non glielo permetterò.
Non appena mi avrà confermato che il lavoro è mio, me ne andrò il più velocemente possibile. Oppure, per non rivederlo più, gli dirò che non m'interessa fare il personal trainer per lui.
Se mi tocca, lo stendo con uno dei miei pugni. È una promessa.
Forse Mr. Occhi di Ferro è abituato ad avere il controllo sulle persone, a far fare alle donne ciò che vuole per soddisfare i propri bisogni sessuali, però si dovrebbe accorgere che io non ho né le tette né la fica. Sono un uomo e se non l'ha notato, è uno stupido.
Spero solo che quello che ho visto nel suo computer sia solo curiosità e non voglia di provare.
Deve capirlo, io non sono una puttana.
Sono fidanzato, sono in grado di proteggermi e ho un futuro luminoso davanti a me.
Devo ricordarlo anche a me stesso: lui non ci sarà nel mio futuro. Né ora né mai.
-Mi perdoni se non le ho mostrato il mio grattacielo, ma alcuni impegni di lavoro mi hanno preso la mano. Spero non sia un problema.- mi sorride in modo gentile e sposta la mia sedia per farmici sedere.
Ecco un'altra cosa di lui che non capisco, non si organizza.
Diceva che mi sarebbe venuto a prendere lui; è venuto il suo autista. Diceva che mi avrebbe portato a cena fuori e che avrebbe pagato lui; mi ha portato nel suo grattacielo privato. Diceva che me lo avrebbe fatto visitare; mi sta versando da bere per la cena.
Come fa a non organizzarsi se, di certo, ha tanti impegni? Non ha una tabella di marcia?
Scuoto la testa e lo stomaco mi si restringe quando i suoi smeraldi mi fissano, sedendosi di fronte a me. -Non si preoccupi, non fa niente.-
Schiocca le dita e Bailey apre la porta, facendo entrare quattro camerieri. Due di loro hanno i nostri piatti - salmone affumicato -, uno ci versa il vino in altri due bicchieri e il quarto ci posa del pane in mezzo al tavolo. Subito dopo, ci lasciano da soli, Bailey compresa.
-Si è rinfrescato?- mi domanda, prendendo con la forchetta un po' di pesce. Spezzo una fetta di pane e annuisco, il suo profumo mi sta facendo girare la testa. -Sì. Comunque, grazie per il pranzo e per la cena. Potrei ripagarla invitandola a casa mia, uno di questi giorni.-
Ma che cazzo sto dicendo?!
Mi sorride in una maniera bellissima e arrossisco. -È gentile da parte sua, ma non si preoccupi. Già il fatto che lei è qui, ripaga ogni cosa.- beve un sorso del vino rosso e continua a fissarmi.
Sento caldo, la luce del tramonto è così forte da far sembrare che metà del suo corpo brilli.
È bellissimo, non c'è che dire.
Ma io sto con Rose. Devo sposare lei. E andare a Londra.
Le cena la passiamo quasi tutta in silenzio, rispondo a monosillabi con ogni domanda personale che mi pone, mentre evita le mie.
Non so niente di lui, tranne il fatto che è una specie di Mr. Grey - povere ragazze - e che ha frequentato la Queens College anche lui.
-Spero che il salmone sia stato di suo gradimento.- i suoi occhi vanno dal mio piatto vuoto alla mia bocca e mi fa un mezzo sorriso. -Sì, era tutto delizioso. Complimenti al suo chef, Mr. Styles.- sorrido cordiale e mi alzo dalla sedia, togliendo il tovagliolo dalle mie gambe e poggiandolo sul tavolo. Finalmente posso andarmene.
-È suo.-
La mia testa si alza di scatto e lo guardo stupito. È ancora seduto, le mani in grembo e le gambe leggermente aperte. -Come, scusi?- chiedo, non avendo capito bene.
-Se lo vuole, il lavoro di personal trainer è suo. Spero che lei non sia impegnato nel weekend. Mi vorrei allenare in quei due giorni, dato che per gli altri cinque sono impegnato fino ad ottobre.- mi spiega, facendomi partire il cuore a raffica.
Accetto o no?
Non so cosa fare. Però mia madre non può pagare per sempre ciò che faccio e mandarmi i soldi per posta ogni mese. Deve badare alle mie sorelle insieme a Elle, mia madre, e preparare il matrimonio insieme a Rose e ai suoi genitori.
Prendo un bel respiro e mi condanno: -Va bene, la ringrazio. Il matrimonio si terrà a fine giugno. Da allora, sarò il suo personal trainer.- lo informo.
Mr. Occhi di Ferro sorride in modo strano e si alza, porgendomi la mano. -Affare fatto.- dice, mentre gliela stringo.
E questa è fatta.
Gli lascio la mano, gli sorrido e vado verso le scale... ma lui mi blocca. La sua mano è sul mio petto e mi sta spingendo lentamente contro il tavolo. -Sa, Mr. Tomlinson... ci sono poche regole per i miei dipendenti. Una di queste, la più importante, è ascoltarmi.- la sua voce è più bassa di prima, severa, quasi arrabbiata.
Lo guardo confuso. Che sta succedendo?
-Va bene, la terrò a mente.- rispondo, solo per togliermelo dai piedi. Si è avvicinato fin troppo e il suo profumo è talmente forte che mi fa male la testa. -Doveva farlo prima.- il suo tono si indurisce e mi mostra il telefono. Sullo schermo ci sono delle immagini, riprese di una videocamera.
È il suo ufficio. E io ne sono all'interno.
Oh oh.
-Lei è un ficcanaso, Mr. Tomlinson, gliel' hanno mai detto?- ha la mascella contratta, la rabbia è ben udibile nella sua voce.
Mi sta schiacciando contro il tavolo, il suo bacino sfiora il mio e non ho più spazio. Sono con le spalle al muro.
Dio, quanto sono stato stupido... maledetta la mia voglia di sapere!
-Mi perdoni, sono curioso di natura.- cazzo, che scusa orribile.
-Questo non la giustifica. La sua è stata "invasione della privacy", dovrebbe vergognarsi.- mette via il cellulare e poggia le mani sul tavolo, ai lati dei miei fianchi. Perfetto, ora sono veramente in trappola.
Mi riesce difficile respirare, soprattutto pensare, e i suoi occhi diventano tutto ciò che riesco a vedere di questo mondo.
-Sono mortificato.- sussurro, non riesco a parlare. Neanche durante la lotta, bloccato dalle mie sorelle, mi sentivo così indifeso.
Esposto.
È una sensazione orribile, ma... anche assurdamente piacevole.
-La smetta.- sbotta all'improvviso, facendomi corrugare la fronte. -Di fare cosa?-
-Di fingere.- mi risponde e tutto il mio corpo ha un tremito. Sento che le mie gambe stanno per cedere.
-A cosa si riferisce, Mr. Styles?- la mia domanda è sincera, non capisco a cosa si riferisca.
Non sto fingendo niente. Sono qui, sono reale e sono di fronte a lui. Cosa si aspetta?
No... no, ti prego. Non avvicinare quella mano, ti supplico.
Una delle sue mani si è alzata e, con una lentezza estrema, si è appoggiata al mio petto, sulla camicia. Il tocco è convinto, caldo, protettivo e scivola verso il basso.
Le sue labbra vanno all'altezza dei miei occhi, rosee e carnose, e sento l'acquolina in bocca.
Cosa mi succede? Non dovrebbe attrarmi in nessuna maniera e invece...
-Lei ha iniziato questo gioco, Mr. Tomlinson. E adesso lo finisce.- il suo ordine è detto con voce bassa e calda, i suoi occhi scrutano il mio viso spaventato e confuso.
Quella frase non ha senso, ma allo stesso tempo ne ha. Mi sono congelato, non riesco a muovermi.
La sua mano si ferma a poco prima dell'inguine e raggiunge la mia destra, prendendola e portandola con dolcezza sul suo petto, all'altezza del cuore.
E posso sentirlo. Batte velocemente e forte. È emozionato. Proprio come me.
Ho caldo, troppo caldo, e il mio membro è duro come la roccia. Nessuna, neanche Rose era mai riuscita a farmi eccitare così tanto... figuriamoci un uomo.
Sono diviso a metà. Una parte di me vorrebbe spingerlo via e l'altra vorrebbe stringerlo fino alla morte.
Mr. Occhi di Ferro, che cosa mi stai facendo?
Si avvicina di più col viso al mio e lo fisso incantato. -Toccami, Mr. Tomlinson.- il suo è un ordine.
Lascia la mia mano e aspetta che faccia io. Le dita tremano e accarezzo titubante i suoi pettorali e le sue spalle. La sua maglietta nera e sottile mi fa sentire alla perfezione la sua pelle, morbida e calda, e i muscoli che si contraggono ad ogni mio passaggio.
Sono agitato, mi sembra di star per esplodere. Non mi sono mai sentito così, vivo e in pace con me stesso.
Di colpo, lui si allunga e fa ribaltare la tovaglia. Riesco a sentire la ceramica e il vetro andare in pezzi intorno a noi e sono anche sicuro che qualcosa sia caduto di sotto. Si allontana e velocemente si toglie la maglietta. Ho a mala pena il tempo di intravvedere i suoi tatuaggi che mi sfila la giacca e la camicia, facendo saltare tutti i bottoni, e mi fa girare verso il tramonto. Non capisco cosa stia succedendo neanche quando mi piega con la forza contro il tavolo di vetro, facendomi mettere a novanta.
Che cazzo...?!
Prende le mie mani e mi costringe ad allungare le braccia, facendomi aggrappare al bordo, poi sento il rumore di una cintura e di una zip.
Ho il cuore in fibrillazione, le mani sudano e la testa è piena di segnali di allarme.
Che sta facendo? Vuole violentarmi? Oh cazzo, almeno non qui!
Tento di rialzarmi, ma una sua mano si poggia al centro della mia schiena. -Non si muova. Resti fermo.- mi ordina e la salivazione aumenta.
Le sue mani mi abbassano i pantaloni e i boxer lentamente e io mi sento le gote scottare.
Porca troia.
Sono nudo dalla vita in giù, davanti a lui, eppure non sento imbarazzo.
Sono solo eccitato.
Non m'importa cosa mi farà o come, voglio solo che mi soddisfi.
Tento di girare la testa, ma di nuovo la sua mano mi impedisce di muovermi. -Ho detto fermo. Guardi il tramonto, Mr. Tomlinson, e non tolga lo sguardo da lì.- ha la voce roca, eccitata e potente.
Ho paura, ma sono anche euforico. La mia pelle è calda, sto sudando come non mai. Non so cosa mi aspetta, però mi piace questa sensazione.
Il tavolo di vetro è l'unica cosa alla quale possa tenermi ed è un bene, perché rischio seriamente di cadere a terra quando sento qualcosa di duro e caldo sfregare contro il mio sedere.
Oh, Dio. In questa posizione non posso neanche vedere o sapere quanto è grande.
Per quanto mi riguarda, potrebbe anche spaccarmi in due.
Una mano si appoggia sul mio fianco nudo, stringendolo e facendomi leggermente sobbalzare. Poi, qualcosa stimola la mia entrata.
Gemo forte e stringo con i denti il labbro quando sento e realizzo che sono delle dita.
Cristo Santo!
Vorrei alzarmi, cambiare posizione e magari baciarlo. Ma sono intrappolato. Non posso vederlo.
La mano si sposta dal mio fianco e sale, premendo contro le mie mani unite. Sono paralizzato.
Mi muovo contro quelle dita che mi allargano, toccano punti dentro di me che non sapevo di avere così sensibili e gemo in modo incontrollato quando le piega e tocca un punto preciso, che mi fa venire le lacrime agli occhi.
Quando toglie le dita, sono quasi tentato di pregarlo per rifare tutto, ma mi limito a mugolare disperato.
-Resista, Mr. Tomlinson.- dice solamente e io non capisco che cosa aspetti. Non ragiono più. Non ricordo chi sono, dove sono e perché. So solo che voglio che mi prenda come può e alla svelta.
So cosa sta per fare e io voglio che lo faccia. Voglio provare questa nuova esperienza, con lui, con Mr. Occhi di Ferro.
Prendimi.
Le sue mani si poggiano sulle mie, ora divise ma sempre strette al tavolo, e posso vedere i muscoli delle sue braccia flettersi.
-Conti fino a dieci, Mr. Tomlinson.- ordina di nuovo e comincio a perdere la pazienza.
Perché dovrei contare?
-Uno, due...- non appena inizio, sono costretto a rallentare.
Qualcosa si sta facendo spazio dentro di me e so che è lui. Mi sta penetrando. Sta spingendo contro di me.
-Vada avanti.- mi costringe.
-Tre... quattro...- mi viene difficile, parecchio difficile. Continua ad entrare e sembra non smettere più. Mi brucia tutto e il dolore mi fa scuotere la spina dorsale.
Stringo gli occhi e i denti, fa malissimo.
-Mr. Tomlinson.- mi riprende, quando si accorge che non continuo.
-Cinque... sei... sette...- velocizzo la conta, sperando che questa tortura finisca presto, ma mi accorgo che va al mio stesso ritmo.
Ma non finisce più?! Quanto è grosso, per l'amor di Dio?!
-Otto... nove...- rallento di nuovo e una goccia di sudore scende dalla mia tempia. Il tramonto non è così forte da farmi chiudere gli occhi, ma mi rende consapevole del fatto che sto per essere scopato nel cielo di New York, sopra la città e che posso urlare quanto voglio.
-... dieci.- non appena finisco, smette di entrare anche lui.
-Oh, Dio...- sospira, muovendo i fianchi per sistemarsi meglio dentro di me e facendomi gridare.
Mi riempie completamente, mi sono aperto come non mai e adesso, anche se non l'ho visto, posso dire che sì, Mr. Occhi di Ferro è ben dotato.
Inizia a muoversi lentamente e a me scappa un urlo. Vorrei potermi spingere contro di lui, ma le sue mani non mollano le mie.
Il mio culo è in fiamme, mi scopa forte e il suo membro è talmente duro da farmi male in modo piacevole.
Si piega sulla mia schiena e mi morde vicino alla spalla e al collo, sono sicuro che mi abbia lasciato un segno.
Urlo forte e gemo fra dolore e piacere. Non mi era mai andata giù l'idea di essere posseduto, ma ora... è una sensazione magnifica.
Le sue palle sbattono sulle mie chiappe non appena aumenta il ritmo e lo sento uscire e rientrare in modo forte e veloce. Entra in me quasi con disperazione ed io lo stringo come se non ci fosse un domani.
Il mio corpo fa scintille, sto sudando e piangendo per quanto sia bello, i raggi del sole che tramonta mi fanno vedere solo luci brillanti e accecanti a causa delle lacrime.
Una sua spinta più forte mi spinge in avanti e mi fa aumentare l'affanno. Non riesco a respirare e i suoi ringhi mi fanno sentire come se un leone mi stesse sbranando.
È forte, virile e sa quel che vuole.
E se lo prende e basta.
Grido in modo quasi acuto quando la punta del suo cazzo va a sbattere contro quel punto paradisiaco e mi lecca la schiena nuda e sudata per metà della spina dorsale.
-Mio Dio!- impreco, quando continua a colpire sempre lì.
Ogni mia cellula viene scossa e stringo i denti, mentre sento i muscoli contrarsi con forza. Urlo non appena mi tortura di nuovo in quel punto preciso e vengo, senza più aria nei polmoni.
Lui continua a martellare dentro di me, il cazzo ancora duro e bollente e quando viene riesco a percepire la sua pelle serica. Tremo non appena esce da me e mi sento svenire.
Mi ha stremato.
Riesco quasi a cadere a terra, se non fosse per lui, che mi prende al volo e mi sistema in braccio. Non riesco neanche ad aprire gli occhi, ogni parte del corpo mi duole e ho il fiatone.
Percepisco solo un bacio sulla fronte, prima di cedere al buio e rilassarmi completamente.

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora