Capitolo 15

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-Buongiorno, ragazzi. Spero abbiate riletto e analizzato il brano che vi ho... che mi venga a prendere Satana, Styles?!- la professoressa Peuge si mette le mani sui fianchi e guarda stupita il nuovo arrivato. Vedo Mr. Occhi di Ferro farle il saluto da militare, scherzoso. -È un privilegio rivederla, Mrs. Peuge.-
-Vorrei poter dire la stessa cosa. Ha deciso di riprendere gli studi?-
-Sì e non intendo mollare, stavolta.-
-Come desidera, ma non si aspetti da me un comportamento diverso nei suoi confronti solo perché adesso si è fatto un nome.- lo ammonisce, alzando un sopracciglio. La osservo, sembra contenta, nel suo piccolo, di rivedere Harry.
-Mi offenderei se facesse il contrario, piuttosto.- sghignazza il riccio, passandosi una mano sul mento sbarbato. Il gesto fa sorridere e arrossire parecchie mie compagne. Mamma mia, si è solo grattato il viso! No, ok, ha fatto effetto anche su di me.
-Ne sono compiaciuta. Bene, qualcuno di voi può prestare i propri appunti a Mr. Styles così che possa seguire la lezione assieme a noi?-
Neanche lo avesse detto che almeno una decina di mani si allungano verso Mr. Occhi di Ferro con tanto di quaderno e libro.
Zeus, se esisti, folgorami all' istante, ti prego.
-D'accordo, dicevamo, se avete analizzato bene il brano della scorsa volta, vi sarete accorti del contrasto tra...- la Peuge comincia a parlare e a scrivere sulla lavagna, mentre vedo tutti prendere appunti.
Faccio lo stesso e con la coda dell' occhio fisso Amber. Mi surriscaldo, ha delle labbra splendide e il modo in cui mordicchia la penna... Il mio telefono vibra velocemente due volte, comunicandomi che mi è arrivato un messaggio. Lo prendo fuori di nascosto e tento di non farmi vedere da nessuno.
"Miss Talles accende il suo interesse, Mr. Tomlinson?".
Alzo gli occhi al cielo, ti pareva che non fosse lui.
"La trovo una bella ragazza. Problemi, Mr. Styles?".
"La sua fidanzata potrebbe ingelosirsi".
Sei tu quello geloso, a quanto pare.
Scuoto la testa e poso lo sguardo su Harry. Da dove sono io potrebbe sembrare che stia prestando attenzione alla lezione, ma io so che non è così. Lo vedo alzare la testa e il suo ferro si pesa fortemente su di me. Sorride, divertito. Mi arriva un altro messaggio.
"Pronto per il primo appuntamento?".
Deglutisco. Merda, vuole partire di già con questa storia? Devo inventarmi in fretta qualcosa. Per quanto la sua pelle sia la mia droga prediletta, mi serve che non restiamo mai da soli. Ma ad un appuntamento, stare da soli, è la regola d' ordine. Figurarsi, poi, se gli appuntamenti sono tre.
Pensa, Louis, trova una soluzione.
Vediamo... Mr. Occhi di Ferro è un calcolatore, riesce a vedere la situazione da qualsiasi punto di vista e trova una scappatoia ovunque, a differenza mia.
Mmh... ci deve essere una soluzione, a questa sua battaglia, a questa guerra...
Un nodo stretto si slaccia nella mia mente. Un momento!
"La vita è una guerra, Mr. Tomlinson. Lei deve solo imparare le regole per vincere".
Ma certo! Per lui non è nient' altro che un gioco, il nostro, una partita a carte. Non devo far altro che prenderlo in contropiede, sbilanciarlo dal suo piedistallo. Ghigno fra me e me, gli occhi tenaci sullo schermo del telefono. Dunque, cosa posso fare per portare a mio vantaggio il suo gioco perverso?
Stringo le meningi e mi giro ovunque, come per trovare una soluzione nell' aula. Mi accorgo che alcuni ragazzi guardano sia me che Harry, bisbigliano e ridacchiano. Mi sale il sangue alla testa. Merda, altro gossip. E meno male che dovevamo rimanere un segre... Salto quasi sul posto per l' idea che mi viene: il gossip! Harry già fatica a tenerci nascosti alla stampa, se gli propongo un posto con molte persone si ritroverà doppiamente nei casini, perché non potrà né toccarmi né permettere che ci vedano insieme.
Sghignazzo di petto, prenderei senza dubbio due piccioni con una fava.
Sono un fottuto genio!
"Posso decidere io per il primo appuntamento? È stato lei a dirmi che avevo libera scelta di uno su tre, giusto?".
Ci mette un po' a rispondermi.
"Molto astuto, Mr. Tomlinson. A lei la prima mossa".
Mi gratto l' accenno di barba e ci penso seriamente: un posto affollato, dove chiunque può vederci, ma non abbastanza per la stampa. Perciò un posto chiuso... Ristorante? Nah, non possiamo sempre mangiare quando ci vediamo e poi non è da me un appuntamento a lume di candela. E allora dove? Non dovrà toccarmi e neanche io, a lui. Per farlo, però, dovremmo essere entrambi occupati.
Poggio il telefono sul banco e mi metto le mani nelle tasche della giacca. Sobbalzo quando sento di aver toccato qualcosa e la tiro fuori. Corrugo la fronte, il biglietto da visita di Eve? Quando me lo sono messo in tasca? Una lampadina mi si accende in testa.
Bingo!
"Ti piace il teatro?".
"Certo, ti stupiresti di quante recite io abbia visto".
"Non da vedere. Da fare".
Non resisto dal vedere la sua reazione. Mi fissa con stupore e, se non sbaglio, anche un po' imbarazzato.
"Richiesta insolita, Louis, ma purtroppo devo rivelarti che non so recitare".
"Disse il protagonista del nuovo film di Peter Jackson".
Odo un piccolo grugnito e sono sicuro che sia il suo. Rido sotto i baffi, l' ho smascherato.
"Beccato, Mr. Tomlinson. Ma perché proprio un corso di teatro?".
"Lo tiene mia sorella e non mi dispiacerebbe provarlo con te. E poi, così, non avrai alcuna possibilità di allungare le mani..." lo stuzzico. Lo so che rischio di farlo arrabbiare e irritarlo, ma l' Harry frustrato mi fa troppo ridere.
"Alla faccia mia, vero, Mr. Tomlinson? Ho capito, vuoi torturarmi. Ma sappi che non finisce qui".
Un mezzo sorriso mi alza la guancia destra e fisso i suoi i suoi capelli, così scomposti ma perfetti allo stesso tempo.
"Ne sono consapevole. So cosa vuoi farmi".
Le mie gambe si stringono fra loro e una folata di caldo interno mi fa contorcere le interiora. Cazzo, non pensavo che resistergli fosse così difficile.
"Sai cosa voglio da te. Per questo devi avere paura".

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