Capitolo 31

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La sua bocca sembra corteggiare la mia, mentre le sue mani sembrano toccarmi per la prima volta.
Mi tira dolcemente il labbro inferiore con i denti, mentre mi sfila i vestiti con delicatezza, come se un solo movimento brusco possa rompermi.
Si spoglia a sua volta, totalmente, e mi stringe a sé, respirando la piena essenza del mio profumo.
Io sono in estasi. Pelle contro pelle, calore contro calore.
Non m'interessa neanche di guardarlo totalmente, non m'importa, perché ora contano solamente i suoi occhi. I suoi maledetti e meravigliosi occhi.
Mi solleva come se pesassi nulla e mi adagia sul letto, il lenzuolo fresco sulla schiena nuda mi fa sospirare emozionato.
Mi priva di tutto: ogni copertura, ogni salvezza, ogni protezione... e mi costringe a vivere di lui.
-Oh, Harry... mmh...- gemo e mi mordo il labbro dalla goduria alla sensazione delle sue dita dentro di me. Mi allarga, preme con insistenza nei miei punti, mi stimola in quel suo modo così eccitante da farmi mandare la testa all'indietro. -Sì...- lo imploro, gli occhi serrati per godere meglio ogni suo passaggio e la mano poggiata sulla fronte che inizia a sudare.
Mentre le sue dita sono... ... la sua bocca tortura i miei capezzoli a turno: lo stringe tra i denti, li tira, li succhia e passa la lingua sui muscoli vicini ad essi.
Prendo dei respiri profondi. È tutto così... bello e... passionale.
Quando si accorge che sono pronto, mi lascia vuoto solo per pochi secondi: la sua carne s'incastra con la mia, combaciando alla perfezione, sfregando fra loro e passandosi a vicenda un piacere che mi fa inarcare la schiena. Respiro con l'affanno e lo fisso. Mi sta guardando intensamente, in attesa di qualcosa.
-Sei pronto?-
Aggrotterei le sopracciglia, se non fosse per il fatto che ce le ho contratte dal piacere. Mi ha veramente chiesto il permesso di continuare?
Mmh, strano, di solito fa il prepotente.
Annuisco brevemente per rispondergli. Lui fa un piccolo sorriso sincero e tenta di muovere le mani senza smuovere me: la sua mano sinistra intreccia le nostre dita al lato della mia testa, intanto l'altra si preoccupa di tenermi stretto per un fianco. La mia mano destra va sul suo meraviglioso braccio muscoloso e lo accarezzo attraverso le spalle.
Comincia a prendere un ritmo lento ma sicuro, permettendomi così di assaporare maggiormente la dolce sensazione del suo cazzo, duro e caldo, strusciare e toccare la carne al mio interno.
Gli graffio leggermente il dietro del collo, ma lui non fa una piega; continua con questa sua dolce tortura. Alzo una gamba e lo spingo dal culo sodo e piatto verso di me con un piede, facendogli capire che voglio di più. Di nuovo non mi dà retta e va avanti per la sua strada.
Ringhio di frustrazione, venendo bellatamente ignorato. Sono fin troppo abituato alle sue scopate selvagge e dure, cos'è questa roba?
Dio, neanche con Rose ho mai fatto questi ritmi.
Però aumenta di poco nell'accorgersi che siamo entrambi affannati. Io prendo delle grandi boccate d'aria e la mia mano stringe con disperazione la sua, perché o mi fa venire adesso o io implodo. Avanti, indietro, dentro, fuori, con la sua bocca turgida che respira aria calda sul mio viso.
Le mie gambe s'incrociano fra di loro sopra il suo culo, accompagnandolo negli affondi, ora più brutali.
-Cazzo!- urlo beato quando trova il punto giusto e le nostre mani si staccano, solo per permetterci delle posizioni migliori: io aggrappato alla sua schiena e lui a sostenersi sul materasso.
Lo percepisco, lo sento in ogni punto di me. Dai nostri petti che strusciano eroticamente l'uno contro l'altro sudati, fino ai miei polpacci che si uniscono alla perfezione con i suoi fianchi stretti.
Sento un familiare e spettacolare formicolio percorrermi il corpo, accompagnato dal calore che provo in basso.
Merda, sì!
Ho fottutamente caldo, sono affannato, sudato, ma non voglio che la smetta. Non voglio che si fermi mai. E tutte queste emozioni, tutta questa eccitazione, ci fa muovere senza un senso. Le mie mani finiscono sul suo viso, i miei polpacci sfiorano le sue cosce sode e scattanti, la sua mano va alla mia eccitazione, facendomi produrre dei versi di puro godimento.
-Dio Santo, Louis! Ti scoperei dalla mattina alla sera, solo per vederti sempre venire per me!- ruggisce dal petto, facendomi solo aumentare l'eccitazione e desiderando approfondire ancora di più il tutto.
Lo bacio con quasi un ossessione folle, la mia lingua assapora la sua e mischia i nostri sapori, mi perdo nella sua bocca bollente e bagnata, al retrogusto di vino rosso ed io sono perso.
Dio!
-Harry!- urlo il suo nome quando vengo, perché ne ho avuto bisogno e so che a lui piace quando lo faccio. Infatti mi segue dopo neanche due spinte. Il suo sperma mi sporca in modo erotico il culo, anche quando esce, e lui tenta di muoversi per pulirmi con dei fazzoletti.
Sento il mio cuore nelle orecchie, i polmoni affamati d'aria mi fanno alzare il petto di continuo e gambe e braccia sono possedute dai tremori dell'orgasmo. Ho male al culo e un po' la schiena, ma ne è valsa la pena.
-Stai bene?- mi sposta un ciuffo di capelli dalla fronte e mi fissa in uno strano modo. È seduto vicino a me e non sembra pronto alla morte come me. Sorrido e annuisco. -Sono vivo.- rispondo, facendo ridacchiare entrambi.
Era sesso dolce... non lo avevamo mai fatto.
Però è stato bello, altro che tango.
-Sono perdonato?-
Lo fisso, confuso. -Per cosa?-
-Per averti fatto ingelosire.-
Arrossisco e lo guardo ad occhi sgranati.
Cosa?!
-Io non ero geloso.- sbuffo contrariato e lanciandogli un' occhiataccia quando ridacchia.
-Farò finta di crederle, Mr. Tomlinson.-
-Smettila, non lo ero.- ribadisco, voltando la testa da un'altra parte.
Sento la sua mano accarezzarmi con tocco amorevole la guancia, dove sta crescendo una lieve barba e sospiro beato. Mi piace come mi accarezza.
-Riesci ad alzarti?-
Torno a fissarlo, incredulo. -Perché?-
Non mi risponde e si limita ad alzarsi, seguito da me, ma con qualche difficoltà.
Lui smanetta sul proprio telefono, poi lo poggia sul comodino non appena parte la musica. Mi avvicina a lui, i corpi ancora nudi e madidi di sudore, facendoci mettere in posa e ballando in cerchio un classico lento.
I suoi occhi fissi nei miei e viceversa.
Non so come, ma è riuscito a farmi sentire... amato. Apprezzato.
E mi dico che sì, forse potrei abituarmi nel vedere questi sovrannaturali occhi verdi, anche dopo il mio matrimonio.

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora