Risate. Fischi. Applausi.
-Dai, Tomlinson, unisciti a noi!- una pacca sulla spalla, un sorriso che sembra amichevole.
Qualcuno, con me. No... non con me.
-Ti prego... no... non farlo!-
Urla. Sangue. Un pianto.
-Che cazzo stai facendo?!-
-Sei un mostro!-Sobbalzo leggermente, il cuore in gola e i battiti a far tremare il mio corpo. Guardo velocemente l'ora sul mio telefono: mi sono addormentato neanche un'ora fa.
Deglutisco pesantemente. Non avevo questo incubo da anni.
Decido di rilassarmi e torno ad appoggiare la testa sul cuscino, addormentandomi.
Prima di aprire di nuovo gli occhi, sorrido nel sentire delle braccia forti intorno a me, come per proteggermi. Annuso dolcemente il suo collo, inebriandomi del limone e del tabacco, quando le braccia mi stringono in modo più possessivo.
-Chi si è svegliato prima di me per una volta?- domanda in modo giocherelloso, intrecciando le nostre gambe e facendomi sospirare in modo eccitato non appena i fianchi combaciano con i miei.
-Io.- rispondo ovvio, facendo ridacchiare entrambi. -Fuori è buio, andiamo a mangiare?- gli domando con voce stanca, guardando fuori dalla portafinestra e sentendo dei leggeri crampi per la fame.
Mi bacia la fronte con una strana dolcezza e poi esce dalle lenzuola. Lo guardo prepararsi dal letto e sento l'acquolina in bocca anche di qualcos'altro.
Poi... mi ricordo dell'incubo. Una specie di scarica elettrica mi attraversa il corpo e sospiro pesantemente. Mi alzo e mi preparo anch'io. Mi pettino velocemente i capelli, indosso un orologio e allaccio i bottoni della mia giacca nera.
Di colpo, una leggera corda di seta si avvolge attorno al mio collo e mi avvicina a Mr. Occhi di Ferro con un colpo secco. Realizzo subito che è una cravatta. -Ma che fai?- esclamo sorpreso, guardandolo stranito mentre mi sistema la sua cravatta color nero seppia.
-Dov' è finito il tuo sorriso?-
Eh?
-Il mio che?-
-Fino a poco fa sorridevi... perché ti sei scurito in volto?- mi fa un leggero broncio triste, stringendo leggermente la presa su di me e piegando la testa.
Merda.
-Non ho niente.- rispondo deciso, spingendolo leggermente lontano da me, ma non funziona più di tanto.
-Bugia.- m'incolpa, guardandomi severo. -Cos' è successo?-
-Nulla!- insisto, alzando il tono di voce.
So che sto facendo il bastardo, ma detesto le persone insistenti in cose che non le riguardano. È affar mio, lui che c'entra?
-Stai ricominciando.- dice, intanto che sono finalmente riuscito nel liberarmi dalla sua stretta e nell'andare in bagno. Prendo la saponetta e la uso per lavarmi le mani, prima di improvvisarla anche come profumo sui polsi. Già, mi sono scordato il profumo.
-A fare cosa?- domando scettico e sbuffo non appena lui mi mette tra le mani la sua costosa acqua di colonia 1977. -Stai scherzando?! Costa quasi trentacinque dollari!- lo rimprovero, dandogli indietro la boccetta di vetro. Torno a guardarmi allo specchio, sistemandomi qui e là. Lo ammetto, è gentile a prestarmi la sua roba, però cavolo, sono un uomo adulto, so badare a me stesso.
-Lo so. A scappare.- risponde senza sentimenti a entrambe le mie frasi, spalmandomi a tradimento un po' del suo profumo sul collo. Be', almeno ci sto ricavando un massaggio.
Preme con delicatezza e massaggia nell'attaccatura tra il collo e la testa, in un modo così delizioso che sono costretto a mordermi il labbro pur di non gemere.
-Non sto scappando. È solo che...- trovo le parole giuste, -... il nostro è solo un rapporto di piacere, non penso debba interessarti quello che mi passa per la testa, no?-
Interrompe le sue mani e si avvicina col viso al mio. -Neanche se riguarda me?-
-Soprattutto se riguarda te.- sorrido furbo e lo fisso con sfida.
-Stai per caso confermando che a volte ti passo per la testa?- arcua un sopracciglio e ghigna soddisfatto dei tre passaggi che ha la mia faccia: sorpresa, fregatura, rabbia.
-Non ho mai detto questo.- ridacchio imbarazzato, cercando di andare verso la porta, ma vengo fermato da lui. -Non ce n'è bisogno.- mi guarda come se fossi un cucciolo in difficoltà e sono costretto a trattenermi dal non urlargli contro.
Sto per dirgliene quattro, quando qualcuno bussa alla nostra porta. Approfitto di questo suo momento di distrazione e fuggo dalle sue grinfie. -Ciao, Harry.- canticchio trionfante, prima di chiudergli la porta del bagno in faccia.
Mentre faccio un balletto della vittoria interiore, mi assicuro di essere veramente salvo andando ad aprire alla porta. E quasi non mi cade la mascella a terra. -Che ci fai tu qui?-
-Mmh... strano, questa domanda mi porta ad un déjà-vu.- sorride in modo malefico ma sempre professionale Bailey, entrando senza chiedere e guardandosi attorno, facendo costantemente rumore con i suoi tacchi. -Dov'è Mr. Styles?- mi chiede, fissandomi coi suoi grandi occhi e poggiando una mano con anello sul fianco, accompagnato da dei braccialetti argentati.
Lo devo ammettere: è uno schianto. In abito bianco crema, con vari gioielli e i capelli ondulati sciolti sulle spalle.
-È in bagno. Mi dici perché sei qui?-
Lei sbuffa, quasi teatralmente. -È vero che siete alle Canarie, Mr. Tomlinson, ma Mr. Styles ha pur sempre il suo lavoro.-
-Inoltre, le ho chiesto io di venire.-
Mr. Occhi di Ferro esce dalla toilette con una cravatta nera abbinata alla giacca e alla camicia sotto bianca, sorridendo in tutto il suo splendore.
Gesù benedetto, sembra uno sposo.
-Esatto.- annuisce la stagista, tirando fuori un telefono con pennetta dalla propria borsetta da sera bianca. -Si ricordi di chiamare Jasper per l'intervista con il New York Times il prossimo weekend.- ricorda al riccio con uno sguardo fra l'angelico e il demonico. Wow, sembra quasi... arrabbiata. Ma perché?
-Lo farò.- annuisce, prima di andare verso la porta e aprirla. -Andiamo?- lo chiede ad entrambi, ma fissa solo me.
Ci fa strada tra i corridoi, fino a giungere dentro un ascensore. Preme il pulsante per il piano terra e le porte si chiudono. Bailey è davanti a me e Mr. Occhi di Ferro è al mio fianco. Tutti e due fissano i numeri che segnano i piani.
-Bailey, ma tu dove dormi?- mi ritrovo a chiedere, dato che sono veramente curioso.
-Non si preoccupi, Mr. Tomlinson: ho una camera proprio due piani sopra alla vostra.- mi fa un cenno, per poi tornare ferma come prima.
Annuisco e sobbalzo leggermente sentendo una mano stringere leggermente la mia. -Dunque... intende dirmi cosa l'ha resa così cupo o no, Mr. Tomlinson?-
Sul serio tira fuori questo argomento davanti a Bailey? La quale finge di ignorarci, ma la vedo porgere di poco il viso verso di noi.
-Gliel'ho già detto, Mr. Styles, non è affar suo.- deglutisco piano, degrignando i denti per la sua testardaggine. Non lo sopporto quando fa così, sembra un bambino.
China la testa verso il basso, ridendo senz' anima, prima di annuire obbediente. -Devo supporre che non si fida di me.-
-Non mi fido di nessuno.- confesso ed è la verità. Eppure mi sento male nell'averglielo detto.
-Come desidera.- si arrende, leccandosi il labbro superiore, proprio quando le porte si aprono.
Usciamo, di nuovo costretti a camminare lungo un corridoio, stavolta però all'aperto e vedo perfettamente le piscine di ceramica con l'acqua color azzurro scuro e la notte nera costellata.
-Come mai hai comprato metà hotel proprio qui?- chiedo a Mr. Occhi di Ferro, il quale cammina al mio fianco e non mi molla per un secondo la mano.
-Non l'ho comprato. È stato un regalo.-
-Di compleanno?!- mi sorprendo, chiedendomi chi altri oltre a lui abbia così tanti soldi da fare regali del genere. Lui si ferma e sembra pronto a dirmi qualcosa di pesante, ma poi sospira: -Sì.- mormora, però sembra che mi stia mentendo.
Bailey apre una porta a dobbia anta fatta di legno intagliato ed entriamo in un ristorante self-service, pieno di persone vestite in gran stile.
Mi sento quasi a disagio. Durante la mia adolescenza sono stato abituato a vedere le strade dei bassi fondi, a Los Angeles, ogni volta che tornavo a casa da scuola, e adesso eccomi qui, circondato da gente abituata a vedere i soldi come un bisogno secondario.
Vedo cibo proveniente da ogni parte del mondo, frutta varia e quadri conosciuti e non. Uno spazio enorme, nel bel mezzo della sala, viene usata come temporanea pista da ballo da sala, con una piccola orchestra accompagnata da varie coriste.
Arrivati ad un tavolo prenotato a nome Styles, Mr. Occhi di Ferro mi indica dove prendere da mangiare assieme alle posate ed inizio così a cercare il cibo con un vassoio tra le mani. Mi sembra di essere tornato al liceo, ma questo è molto meglio.
Finita la "caccia al tesoro", ci pregustiamo insieme gli antipasti offerti dalla casa, compreso il delizioso cocktail di gamberi provenienti direttamente dai Caraibi, però non mi gusto totalmente la cena come dovrei.
Mr. Occhi di Ferro non mi fissa quasi più e non mi parla. Non me ne stupisco, certo, però in mia difesa è lui il più grande tra i due, dovrebbe comportarsi in modo più dignitoso e maturo. Sì, come no.
-Harry!-
Alziamo tutti e tre lo sguardo e il riccio si alza, abbracciando un uomo moro sui quaranta. -Ciao, Drew. Da quanto tempo!-
-Troppo, ragazzo.- sorride gioioso l'uomo e noto che indossa una divisa da chef. Lo raggiunge una donna più giovane, sull' età del riccio, i capelli dello stesso colore del padre e gli occhi grigi magnetici. -Ti ricordi di mia figlia, Natalie?-
-Assolutamente. È bello rivederti.- sorride Mr. Occhi di Ferro, abbracciando con affetto la ragazza.
-Anche per me, Harry.- arrossisce lei, squadrandolo dall'alto in basso.
Stringo gli occhi in due fessure. Ma che cosa...?
-Vi presento Bailey, la mia stagista, e Louis, un mio amico.- sia io che Bailey ci alziamo in piedi non appena ci nomina, stringendo la mano ai due sconosciuti, e lancio un'occhiata confusa al mio "amante".
Amici?
Seh, amici con benefici, semmai!
-Accidenti, Harry, è la prima volta che conosco un tuo amico.- ci fissa confusi l'uomo, prima che il riccio sorrida gentilmente. -Me ne rendo conto. Louis, Bailey, vi presento Drew Anderson, il capo chef della cucina dell'hotel, e sua figlia, Natalie, facevamo ballo insieme da ragazzini.- presenta velocemente, facendo un cenno col capo alla mora.
Natalie ridacchia. -Oh, Harry... tu avrai anche finito di ballare, ma io non mi sono mai fermata.- sorride orgogliosa.
Il mio cuore perde un colpo.
Ballare. Questa divinità sa ballare.
Dio Santo...
-Ma davvero?- sgrana leggermente gli occhi, fingendosi sorpreso, ma poi vedo una scintilla nello sguardo che le porge successivamente. -Allora, suppongo che non ti tirerai indietro ad una mia offerta.-
-Quale offerta?- domanda sinceramente confusa la ragazza. E lo sono anche io. Penso pure Bailey, a giudicare dal suo sguardo.
Mr. Occhi di Ferro porge con nonchalance una mano a Natalie, fissandola negli occhi. -Mi concede questo ballo, mademoiselle?-
Cosa?
COSA?!
-Oh! Ehm... certo.- sorride sia imbarazzata che emozionata la ragazza, facendosi condurre verso il centro della sala.
Il capo chef si siede sulla sedia di Styles, mentre io crollo sulla sedia, a differenza di Bailey che si siede elegantemente, ma entrambi lo fissiamo curiosi.
Che diavolo vuole fare?
Mr. Occhi di Ferro fa avvicinare un cameriere, gli sussurra qualcosa all'orecchio e poi gli mette in tasca una banconota da venti. Egli si dirige verso l'orchestra e parla loro sottovoce, facendo poi la stessa cosa con le coriste. Le luci si abbassano leggermente, tranne quella sopra Harry e Natalie, i quali si mettono in posizione: la mano sinistra di Mr. Occhi di Ferro stringe in appoggio la destra di Natalie, la mano destra è sulla sua schiena e il braccio sinistro di lei avvolge le spalle di lui. Sono vicinissimi, i loro piedi ad incastrarsi.
A vederli così, noto che s'incastrano alla perfezione con i loro corpi. Mr. Occhi di Ferro sembra molto di più un uomo e Natalie è meravigliosa con quell'abito di pizzo nero con spacco laterale a destra, a mostrare le belle gambe lisce.
Non c'è che dire: un uomo e una donna perfetti. E ciò mi provoca una fitta al cuore.
Per il nostro matrimonio, Rose mi ha costretto ad imparare molti balli da cerimonia e mi sento morire quando dalla musica - una cover di Worth It delle Fifth Harmony - e dai loro movimenti riconosco il tango, il ballo più sensuale di sempre.
I loro petti si uniscono come due pezzi di un puzzle, si muovono insieme in circolo, in modo sincronizzato e seguendosi a vicenda. I piedi ad incrociarsi fra di loro, straordinariamente mai in modo mortale. Le lori mani sembrano attaccate come la colla e i loro sguardi sono sempre uniti.
Lui la tiene per un polpaccio, alzandoglielo, facendole fare una specie di spaccata a mezz'aria. La fa volteggiare per la sala e vicino al suo corpo, le fa fare il casque costringendola a stringersi a lui come se ne varrebbe la propria vita. Dopo una piroetta, finiscono con lei attacca al suo addome con la schiena. Lei scivola sensualmente sul suo corpo, lentamente, intanto che lui le accarezza i fianchi dolci, sospirandole sul collo quando può, facendola ansimare dolcemente. Una gamba di lei finisce sopra ad una sua spalla e lui la fa volteggiare in aria.
Sento un forte calore e un nodo alla gola. L'accarezza, la prende, la tocca, impedisce che cada, la solleva, la fa volare con leggerezza... sento che la fa sentire speciale.
Io vedo, percepisco, le mani di lui su di lei, ovunque. Sui fianchi, sul ventre, sul collo, tra i capelli, sulle mani, sulle gambe avvinghiate ai fianchi di lui, sul viso adorante.
E alla fine rimaniamo tutti a bocca aperta quando Mr. Occhi di Ferro riesce addirittura a farle fare una specie di contorsione, partendo dal sollevarla da terra, scivolarla come se fosse acqua sulle spalle da sinistra a destra e poi rimetterla giù.
Applaudiamo entusiasti dello spettacolo - io un po' meno, in realtà - e Mr. Occhi di Ferro torna da noi con la sua amica. Dopo i vari complimenti e l'aver finito il dolce, Bailey torna nella sua camera e così anche noi.
Chiudo la nostra porta a chiave e sono indeciso sul da fare non appena lo fisso cambiarsi. Una parte di me è eccitata per come lo ha visto ballare con quella ragazza, l'altra vuole solo strappargli le palle e usarle per giocare a golf.
-Lo fai spesso?- mi decido, mettendo le braccia conserte e poggiando la schiena alla porta.
-Che cosa?- la sua voce mi giunge da dentro l'armadio, dove ripone i suoi vestiti, e prende poi una canotta leggera e bianca dalla valigia. Il mio sguardo cade sul tatuaggio e sui muscoli torniti.
Oddio, ho voglia di morderglieli...
-Toccare le donne in quel modo.- mi riscuoto dai miei pensieri.
-Era tango, Louis, sono stato praticamente costretto.-
-Costretto...- sbuffo ironico, -Sei stato tu a chiedere il tango, ti ho visto.-
Si blocca nei suoi movimenti, ma dopo poco fa spallucce. -Mi dichiaro colpevole.- ghigna nella mia direzione.
Prendo più aria che posso pur di calmarmi. -Sei veramente un incosciente, Harry!-
-Ho solo ballato con una vecchia amica.-
-Solo per farmi un dispetto!-
-Magari, la prossima volta, ci penserai due volte prima di rispondermi in quel modo!- mi punta un dito contro, una vena sul collo prende a pulsargli.
Non ci credo, stiamo seriamente avendo un litigio da coppia?
-Fallo con me.- confesso il mio attuale desiderio, avvicinandomi a lui, il quale mi fissa confuso.
-Cosa?-
-Toccami come hai fatto con lei. In quel modo. Non essere... rozzo, come sei sempre, sii solo... Harry.- alzo leggermente le spalle, fissandolo con una supplica negli occhi.
Lui mi fissa con aria superiore per qualche secondo, prima di sbuffare una risata finta. -Che c'è, non ti piace più il sesso selvaggio?-
Oh, Dio!
-No!- gli urlo in faccia, scattando in prada alla furia e boccheggiando successivamente. Gli occhi iniziano ad inumidirsi, come il naso a bruciare. -Sei un idiota, non capisci niente!- lo sgrido infuriato, puntandogli addosso un dito accusatore. -Guardami!- gli ordino.
-Ti sto guardando...-
-No! Guardami veramente!-
Sono a pezzi, mi ha stufato. Non ce la faccio più.
Deve capire.
-Sono qui, Harry.- piango disperato, per poi strapparmi letteralmente le maniche lunghe della camicia. -Le vedi queste?- gli faccio una domanda retorica, indicandogli varie mie vene visibili. -Sono vene, identiche alle tue. All'interno contengono sangue.- mi avvicino a lui e gli prendo una mano, -Sangue che viene pompato da questo!- gli poggio la mano sul mio petto, facendo sentire ad entrambi i miei battiti cardiaci.
Mi allontano di nuovo e mi apro i bottoni con forza frenetica, facendoli saltare in aria. Mi porto una mano al cuore. -Da questo muscolo, chiamato semplicemente cuore. Esso mi dà vita, come a te, mi fa amare, come a te, mi provoca dolore, come a te!- singhiozzo disperato, sentendo il corpo venir scosso da fremiti.
Lui mi fissa stupito, ma anche impassibile, come se fosse una statua.
-Sono umano, Harry... io provo delle emozioni, dei sentimenti, cazzo!- gli ribadisco, prima di togliermi del tutto la camicia e buttarla a terra, rimanendo a petto nudo. -Ma se non te ne fotte nulla di me, allora va bene! Non m'importa! Tanto siamo qui solo per il sesso, giusto? Non è così? Mmh? Quindi che aspetti?! Prendimi!- urlo tra le lacrime, allargando le braccia di fronte a lui e sentendomi esposto, debole, come non mai. -Ignora la mia voce, i miei occhi, i miei pensieri come hai fatto fino ad oggi! Come tutti quanti!- esclamo in preda all'ira, guardandolo e aspettando che faccia qualcosa. -Sii come gli altri, Harry.- lo sfido, facendo un mezzo sorriso di scherno. -Avanti. Trattami come hanno sempre fatto tutti e dimostrami che non sono altro che uno sfogo, un esperimento, perché è questo quello che sento di essere, un cazzo di oggetto!- grido allo stremo il mio dolore, singhiozzando tutta l'aria che ho preso.
Fanculo, mi fa male il petto.
Continuo ad aspettare, ma non accade nulla. Alzo la testa e lo fisso. I suoi occhi sono concentrati su di me, sulla mia pelle e mi scrutano con... ammirazione?
-Dio, Louis...- sospira, prima di venirmi incontro e baciarmi. Non mi tocca, non mi palpa. Mi bacia e basta. Un bacio pieno di sentimenti, passione, bisogno... che mi manda in palla il cervello.
Improvvisamente, tutta la rabbia sembra sparita.
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One Hundred's Trilogy
Fanfiction🔴🔞 Raccolta della One Hundred's Trilogy: • One Hundred Kinds of Styles. • One Thousand Tears of Styles. • One Million Kisses of Styles. @uncoverdlouis: "È una morte lenta, bellissima e dolorosa questa fanfiction". @_ilary-: "La sto rileggendo. Non...