Prologo

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Luci. Flash. Richiami. Un nome: il mio. Domande. Microfoni. Telecamere.
-Louis!-
-Louis Tomlinson!-
-Di qua, Louis!-
-Perché non sei con Harry Styles?-
-Speravi fosse una cosa seria?-
-Sapevi che ti stava solo usando?-
-Ti ha mai maltrattato?-
-Che tipo di amante è a letto?-
-Eri a conoscenza degli altri uomini?-
-Hai veramente intenzione di sposarti?-
-È vero che la tua fidanzata è incinta?-
-Come l'ha presa Styles?-
-Louis!-

La mia mente torna di botto al presente e alzo la testa, rilassandomi e respirando profondamente come meglio posso.
-Bentornato, Mr. Tomlinson. Questa è la nostra ultima seduta, dico bene?-
-Sì, Mrs. Kellie.- sorrido alla psicologa, poggiando i gomiti sui braccioli della poltrona bordeaux in pelle e sorridendo lievemente.
Lei, seduta di fronte a me, si sistema gli occhiali da vista e legge il proprio taccuino. La coda alta le dondola da una parte all'altra, mostrando molto il contrasto fra le sue punte bionde e la nuca castana.
Guardo per un attimo fuori dalla grande vetrata e ammiro la bella luce che trasmette il sole, oggi. L'estate sta finendo e tra poco dovrò tornare al Queens. È stata una bella vacanza, qui a Boston, ma domani dovrò tornare a casa, nonostante la sola idea mi faccia male. Non che qui mi abbiano lasciato in pace, certo, però a New York mi riconosceranno in molti di più.
Oramai, i flash delle telecamere mi sono diventati familiari. Dopo la scoperta della gravidanza di Rose, la quale è venuta con me in questa vacanza, abbiamo deciso assieme alle nostre famiglie di rimandare il matrimonio fino a quando Rose non partorirà, così da poterla far stare nel vestito. Adesso si sta avvicinando al quarto mese e il suo ventre diventa sempre più gonfio. Questo ha attirato parecchio quelli della stampa e fra i due sono io quello che viene di più braccato da loro.
Mi sono dato dell' idiota mille volte. Tutta quella storia della dieta, del mangiare cose che non le piacevano pur di entrare nell' abito bianco... era tutto una menzogna e me l'ha confermato lei stessa. Voleva dirmi del bambino il giorno delle nozze.
-Rispetto al nostro ultimo incontro, come si sente?- poggia la dolce guancia sulla mano e mi sorride, incoraggiandomi con gli occhi a parlare. Mi mordo una guancia e annuisco: -Meglio, credo.-
-E i suoi incubi?-
-Quasi spariti del tutto.- mento, perché non è affatto così. Faccio incubi costanti, notte dopo notte, su Grace, su Rose e il bambino, su Harry e Jasper...
Il mio corpo ha come un senso di rigetto al solo pensiero di loro due insieme, in abito da matrimonio, sull' altare. Stringo forte le nocche.
Calmati. Va tutto bene.
-Mi è stato riferito che ha saltato gli ultimi due incontri degli alcolisti anonimi. È vero?- abbassa di poco gli occhiali, come per vedermi meglio.
Deglutisco.
Porca troia...
-Sì. Ho accompagnato la mia fidanzata dalla ginecologa.-
Prossima menzogna, Tomlinson?
Mi faccio schifo da solo. Dopo l' esperienza "Mr. Occhi di Ferro", le bugie hanno cominciato a darmi un forte senso di ribrezzo. Sia dette da me, che dagli altri. Soprattutto dagli altri. Almeno quanto mi dia il voltastomaco il fatto che mi sono ubriacato di brutto poco dopo la prima radiografia del piccolo in cui ero presente. E non dico solo per quel giorno. Intendo... tutti. I santi. Giorni.
Ma non ho mentito proprio del tutto. Io e lei avevamo scelto Boston proprio perché una sua amica ci aveva consigliato questa ginecologa apparentemente molto brava, la quale l' aveva aiutata con i suoi primi due figli, e così siamo venuti qui.
-Intende andarci a quelli di New York?- piega la testa di lato, indagatoria.
Sorrido nervoso. -Certo...-
... che no.
Le sue labbra, dolci e rosee, si serrano. -D'accordo.- mormora lentamente, segnando qualcosa su una delle pagine del taccuino.
Muovo con fretta il piede sul pavimento. Quando finirà questo interrogatorio?
-Andiamo avanti.- mi incita, stringendo al petto l' oggetto e mordicchiando pensante la penna. -Novità, forse?- domanda, fissandomi curiosa.
Gli studi presi al Queens mi portano ad analizzarla. Questa donna è una pensatrice, le importa veramente dei suoi pazienti e da come si accarezza quasi sempre distrattamente la fede nuziale, il suo matrimonio sembra andare alla grande.
Sì, fino a quando tuo marito non vorrà sperimentare con il primo uomo sexy che lo arrapa.
Mi mordo forte il labbro inferiore e respiro profondamente. Cazzo, devo smetterla di pensarci.
-Ecco... io e i miei ex coinquilini andremo a vivere al The Summit, sono i dormitori del Queens, mentre i miei suoceri rimarranno in città perché vogliono occuparsi personalmente di Rose. Tutto qui.- faccio spallucce, non sapendo cos' altro dire. Forse dovrei confessarle quanto io mi senta sporco e nel torto, non sapendo se parlare prima con Zayn, Nate e Jordan o con Liam, Lacy, Mary e Cindy.
Devo prendere una decisione prima che lo scoprano da sé.
Lei assottiglia gli occhi ed io sbuffo internamente. Sa perfettamente che cosa dovrei dire, di che cosa dovrei parlare. Ma non ne ho le palle.
Sono diventato anche un codardo da quando sono diventato il centro del mondo di tutti.
Non ha avuto alcuna importanza il tempo passato, le voci su di me, su di noi, non sono affatto diminuite.
-È certo che sia... tutto qui, Mr. Tomlinson?- arcua un sopracciglio e fa un mezzo sorrisetto, pronta a scrivere di nuovo.
Mi ripeto che non è un problema parlarne, dire il suo nome e liberarmi dalla sua maledizione. Perciò, comincio a parlare. Mi piego con i gomiti sulle ginocchia e tento di trovare le parole giuste: -C'è chi dice che sia ancora a Riverton. Chi dice che abbia voluto girare in fretta tutte le scene del film in cui c'era lui pur di andarsene prima. Chi invece suppone che sia andato in Colorado per una vacanza.- punto la vista sul pavimento, perché temo che sennò comincerei a piangere e non smetterei più.
Odio parlarne, odio risentire quel bruciore ardente di non sopportazione nelle viscere e dover far finta che sia tutto apposto quando in realtà non lo è, non lo è fottutamente.
Mi sono fatto gli esami del sangue più volte per quanto temessi che quello stronzo mi avesse attaccato chissà cosa. Tutte le volte che lo vedo sulle riviste che ci consegnano assieme alla posta le ritaglio in tanti, piccoli, minuscoli pezzettini, oppure le brucio nel giardino.
La cosa più orrenda è che continuo a pensare a lui. È stupido da parte mia, innaturale. Quanto vorrei che, da qualche parte nel mio cervello, esistesse un pulsante che disattiva tutti i pensieri e i sentimenti che riguardano Harry Styles.
Purtroppo, non ci siamo evoluti fino a tal livello. Magari.
Altre cose che so di lui attualmente? Che non smette di uscire con delle ragazze, nonostante i giornalisti gli chiedano sempre e soltanto di me. Sì, perché quando accendo la TV e vedo lui non posso far a meno di stare a sentire. Perché mi interessa, cazzo. Mi interessa ancora, quel figlio di puttana.
Gli incubi non sono i miei unici accompagnatori della notte, ma questo a Mrs. Kellie non me la sento di dirglielo. Sogno i suoi occhi così magnetici e potenti su di me, il suo corpo senza barriere e bellissimo a contatto col mio, stregandomi ad ogni tocco e facendomi perdere il lume della ragione.
Dio...
Posso ancora sentire quelle fantastiche sensazioni che solo lui mi provocava. Il modo in cui faceva combaciare le nostre labbra, il modo in cui mi succhiava il cazzo con così tanto ardore, l'impegno che ci metteva in ogni spinta che mi dava quando mi prendeva fino allo sfinimento e al collasso del mio piacere...
Le mie cosce si stringono tra di loro, bloccando appena in tempo un erezione prorompente.
No, Louis, smettila. Non di nuovo, non cascarci ancora, Cristo!
-E lei?-
Alzo la testa di colpo, guardandola confuso: -Io cosa?-
-Lei cosa dice, Mr. Tomlinson?- aspetta pazientemente una mia risposta, facendo dondolare una gamba poggiata sull' altra a vuoto.
Boccheggio, cominciando a sudare. Che cosa dico io?
Ci penso seriamente e a lungo.
Dentro di me sento... un vuoto. Sì, ecco. Il vuoto. Oramai è a questo che si è ridotto il sentimento per lui.
Non provo nulla.
Sono sicuro che se lo incontrassi per strada, non lo riconoscerei nemmeno. Non proverei a guardarlo, non proverei minimamente a sfiorarlo. Non proverei a parlarci.
Vuoto. È tutto un vuoto.
Perché è colpa sua. È stato lui.
Mi ha distrutto.
-Dico che è solo un Mr. Bastardo.-

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora