Capitolo 35

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Mi tolgo la maglietta, metto un po' di magnesia sulle mani spargendola e mi avvicino alla sbarra.
È il nostro ultimo giorno a Fuerteventura ed io ne approfitto, sfruttando la palestra dell' hotel. Mr. Occhi di Ferro è andato a farsi la sua ultima gita a cavallo e stava per portarmici, ma quando gli ho detto "se mi fai avvicinare di nuovo a quei quadrupedi, ti castro talmente male che dovranno sostituirti le palle con quelle di un cavallo!" ha giustamente capito che non era il caso.
Come se non bastasse, dato quanto mi ha viziato - e mi sono viziato, lo ammetto - ho preso qualche chiletto e la mancanza della boxe si è sentita, così ne faccio adesso un po' qui. Una delle prime cose che farò, una volta tornati, sarà tornare in palestra.
Per quanto riguarda ieri sera...
Contraggo la mascella e chiudo gli occhi, mentre mi risollevo con le braccia sulla sbarra, le caviglie incrociate tra loro e i pollici ad incastrarmi le mani al legno.
Mi ama. Mr. Occhi di Ferro mi ama.
Non posso crederci.
Come ho potuto essere così stupido? Come accidenti ho fatto a non accorgermene prima? Da quant'è che mi ama? Lo sa ciò che prova o no?
Costringo i miei muscoli ad allungarsi non appena il mio mento va oltre le mani e poi torna giù assieme al resto del corpo.
Dio... che cazzo faccio se mi confessa i suoi sentimenti? Il patto, di certo, andrebbe a monte e gli spezzerei il cuore al mio rifiuto.
Mi blocco per un secondo. Lo rifiuterei? Scuoto la testa. Ovvio che lo rifiuterei. Non ho fatto tanta strada nella vita per nulla, non mi sono migliorato solo per tornare peggiore.
Ce lo siamo detti all'inizio: nessuno di noi due è gay. La nostra è solo curiosità. Anzi, la sua lo era. Io volevo solo divertirmi.
Merda, che casino.
Non deve cambiare assolutamente nulla, tra di noi. Non posso permetterlo.
-Ma che bella visione.-
Alzo lo sguardo, i muscoli in tensione perché mi sono tirato in alto. Mr. Occhi di Ferro è appena entrato e ha chiuso la porta a chiave.
Bene, mi fa piacere che abbia le chiavi anche della... ah, già, questo posto è suo, pirla!
Deglutisco. Appeso ad una sbarra come una fottuta scimmia, senza maglietta, con i pantaloncini corti, le scarpe da ginnastica e sudato dalla testa ai piedi. Sono veramente un genio, davvero. Ora sì che mi sento vulnerabile.
Si avvicina a me senza fretta, gli occhi che vagano sul mio corpo e restano sui muscoli dell'addome e dei pettorali.
Mi mordo un labbro, teso come una corda, ma cerco di ignorarlo e riprendo il mio esercizio.
Contrazione dei muscoli delle mani e dei bicipiti, inspiro. Torno giù, rilassamento dei muscoli, espiro.
Di nuovo. Una, due, tre volte.
Inspiro, espiro.
I muscoli si contraggono, i gomiti e le ginocchia si flettono.
-Voglio succhiarti i capezzoli.-
Cosa?!
-Ah!- una mia mano perde la presa e starei di sicuro dondolando in rischia di caduta, se non fosse per i riflessi dell'uomo che mi sta davanti. Mi ha preso per i fianchi appena in tempo e mi aiuta nel tornare come prima. La mano torna al suo posto e sbuffo un leggero "grazie".
Oddio!
Sobbalzo quando sento le sue mani su di me. Non ho neanche il coraggio di guardare quando mi toglie i pantaloncini con l'intimo, passandoli attraverso le mie scarpe e facendomi rimanere solo con quelle addosso.
Stringo le dita per l'intraprendenza intorno alla sbarra e sento le lacrime agli occhi.
Non farlo.
-No...-
Non amarmi.
Torturo me stesso pur di guardarlo in volto. È sopreso, forse un po' divertito. No, è decisamente divertito, considerato il suo ghigno sadico. -No?- ripete, passando come dei piccoli passetti le dita sulle mie cosce. Trattengo a stento un gemito. -Secondo desiderio, Mr. Tomlinson.-
No, merda!
-Non fare il bambino cattivo.- mi ammonisce con un sussurro seducente, prima di leccarmi languido la carne tra il ginocchio e il polpaccio.
Getto la testa all'indietro.
Dio, sì.
Faccio dei respiri profondi, deve smetterla di controllarmi così o impazzirò. Torno a guardarlo dall'alto, in attesa di qualsiasi cosa abbia in mente. Mi sembra strano il fatto che adesso io sia nudo - a parte le scarpe - di fronte ai suoi occhi vogliosi e affamati e che non mi sia ancora saltato addosso. Cosa aspetta?
-Tirati su con le braccia.- mi ordina, la voce seria e lo sguardo senza vergogna nel fissarmi tutto, e mi sembra di essere tornato a quando non avevo ancora accettato nulla da lui. O di lui.
Aggrotto la fronte e faccio come vuole, per poi tornare giù lentamente. Mi sa che stavolta ha solo in mente di godersi la vis... come non detto.
-Porca puttana!- grido con tutta l'aria che ho in corpo.
Oh, cazzo, oh, merda, Dio Santo!
Il tempo di scendere giù con il corpo, che Mr. Occhi di Ferro mi ha preso nella sua bocca e mi ha stretto fortemente il culo in una presa ferrea, senza che me ne rendessi conto. Boccheggio senza fiato alla strabiliante sensazione della sua bocca calda intorno al mio membro, con i denti a sfregare in una minaccia silenziosa e la lingua a leccarmi senza pudore.
Mi gira la testa come non mai e per poco non mollo la presa. Respiro velocemente, ansimando confuso.
Che cazzo sta...?!
Si è avvicinato a me e i miei polpacci sono finiti oltre le sue spalle, le ginocchia vanno a poggiarsi su di esse ogni volta che mi avvicino al terreno.
Solleva le mie natiche con le mani e capisco di dover tornare su. Esco leggermente dalle sue labbra così innocentemente morbide, poi vi torno all'interno come una caverna non appena scendo. E di nuovo così, più e più volte, facendomi scopare la sua bocca.
Figlio di buona donna!
È paradisiaco.
Fletto il corpo più volte, faccio dei versi strazianti ma anche in preda alla gioia del momento e le mie braccia faticano sempre di più nel tenermi.
Riesco a sentire la morbidezza della sua carne, il fondo della sua gola dove vengo dopo minuti di piacere e stringe forte le guance più volte, stritolandomi.
-Dio, Harry! La tua bocca... la amo! Amo fotterla!- strillo nel pieno della goduria e quando mi libero dentro di lui, ingoia ogni cosa.
Mi lecca per pulirmi e poi mi fissa, fiero e soddisfatto. -Chi è venuto presto?- domanda giocoso.
Gli rifilo un mezzo sorriso finto e un leggero colpo di tacco alla schiena. -Invece di gongolare, pompinaro abbronzato, che ne dici di rivestirmi?-
Ride, ma poi fa come gli ho chiesto. Mi aiuta a tornare coi piedi per terra, il petto ancora senza indumento va a contatto col suo, coperto da una canotta.
-Riesci a stare in piedi?-
-Vanitoso.- lo rimprovero e ridiamo entrambi. Di nuovo quello sguardo e vado nel pallone.
Non guardarmi così, Harry. Ti prego.
-Dato che Bailey è occupata con i dettagli della mia intervista che farò con il New York Times e non può venire qui a disturbarci, che ne dici di ricambiare il favore?- soffia malizioso sulle mia labbra, cominciando già ad aprirsi la cintura dei pantaloni.
Oh oh.
-Ehm... a dire il vero, avrei da fare.- dico la prima cosa che mi salta in mente, lo bacio sulla guancia, prendo le mie cose e corro via, salutandolo una volta all'uscita.
Mi appoggio contro la porta e sospiro. Me la farà pagare, io lo so che me la farà pagare.

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora