Capitolo 36

3.8K 205 31
                                    

Dalla casa escono due persone, un uomo e una donna sui quaranta, e io e Harry li raggiungiamo. Lei ha un abito da donna delle pulizie e lui da maggiordomo di alta classe.
-Louis, ti presento Jocy e Pierre, la governante e il maggiordomo di questa casa. Li ho chiamati stamattina e ci hanno messo apposto tutta l' abitazione.- ci presenta Harry e stringo la mano a entrambi. -Sono lieta di conoscerla, Mr. Tomlinson.- sorride cordiale Jocy, le guance rotonde arrossate e i capelli castano chiaro raccolti in una crocchia sulla nuca. Faccio un cenno di saluto e poi entriamo. Subito mi trovo a camminare sulle assi di legno, alla mia sinistra prevale una cucina aperta sul color crema con affianco le scale che portano al piano di sopra e alla mia destra un immenso salone con divani, poltrone, un tavolino e una tv gigante. Dietro al salone vi è la sala da pranzo con un lungo tavolo e sei sedie, infine c'è una porta a doppia anta che deve condurre nelle altre stanze. È bellissima, veramente una bella casa.
-Jocy, due cioccolate calde, per favore. Pierre, va' a prendere i bagagli di Mr. Tomlinson e portali nella mia stanza.-
-Subito, Mr. Styles.- annuiscono insieme e Harry dà a Pierre le chiavi della sua macchina. Mi sento un po' a disagio, non ho mai avuto qualcuno che facesse qualcosa per me. -Jocy, tranquilla, posso farlo io.- propongo e non appena pronuncio queste parole sia lei che Harry mi guardano come se avessi detto una stupidaggine.
-Non si preoccupi Mr. Tomlinson, è il mio lavoro.- insiste Jocy, ma io scuoto la testa. -Va bene così, ci penso io.- sorrido cordiale, anche perché lei mi sembra stanca. Mr. Occhi di Ferro si avvicina a me e mi guarda preoccupato. -Sicuro?- sussurra, -Hai comunque un braccio ingessato, sarà faticoso per te.-
-Più che sicuro.- annuisco, so che posso farcela. Harry sbuffa leggermente e si rivolge, sconfitto, alla sua governante: -Puoi tornare alle tue solite faccende, Jocy.- la congeda e lei china il capo. -Con permesso.- mormora e sale le scale per il piano di sopra. Dalla porta entra Pierre, pieno delle mie cose, e Harry lo aiuta. -Torniamo subito, tu mettiti comodo.- mi dice e solleva dal manico la mia valigia a trolley. -Faccio le nostre cioccolate.- ghigno, mentre lui sale le scale assieme a Pierre. -No! Mettiti comodo!- urla una volta che è di sopra. Ridacchio e vado verso il frigo. Prendo una confezione di latte, cerco tra le varie dispense e trovo del cacao in polvere della Hershey, una pentolina e lo zucchero. Mi sento sollevato quando trovo la fecola di patata, sennò con la farina ci avrei messo troppo. Infine prendo due tazze.
Be', cioccolata calda all' italiana per il nostro Mr. Occhi di Ferro.
Come posso, svito il tappo del latte e ne verso un po' nella pentola, poi ci aggiungo il cacao e lo zucchero. Non so perché Harry abbia voglia di cioccolata, forse per il freddo che c'è fuori, ma ogni scusa è buona per un dolce... e anche per farmi mangiare, a quanto pare. Accendo uno dei fornelli alla temperatura adatta e vi metto la pentola, una volta che ho mescolato tutto. Mi sposto per non bruciarmi e il gesso va a sbattere contro la bottiglia di plastica, la quale cade e il latte finisce tutto sul pavimento.
Cazzo! Dannazione...
Ringhio per la frustrazione, -Merda.- impreco sottovoce e strappo qualche pezzo di carta dal rotolone sopra al microonde. -Tu non mi ascolterai mai, vero?- giunge Harry dalle scale, prendendo la carta dalle mie mani e pulendo al posto mia. -Scommetto che ti fa ancora male anche la coscia. Vai a sederti.-
-Harry, tu non capisci, mi sento così inutile!-
Butta via la carta bagnata e mi scruta in modo triste. -Davvero?-
-Davvero.-
Lo vedo sbuffare e sembra che stia ragionando su qualcosa. Si mette attaccato alla mia destra, stando attento al gesso, e mette il suo braccio destro nella stessa posizione della mia mano sinistra, sul fianco.
Ma cosa...?
Corrugo la fronte e lo guardo a bocca aperta. -Che stai facendo?-
-Divento il tuo braccio destro. Forza, fa' quello che devi fare.- con la testa fa cenno alla pentola che bolle e io mi incuriosisco. Faccio come mi dice e mi muovo, lui mi segue come se fossimo una persona sola. Spengo la fiamma e lui toglie la piccola pentola dal fuoco. Con attenzione, io prendo le tazze e lui ci versa la cioccolata a turno.
Però!
Incredibile, sembra veramente che io stia usando entrambe le mani, anche quando mettiamo tutto apposto e portiamo le tazze sul basso tavolino del salone. Sembra prevedere ogni mia mossa, è fantastico.
-Grazie.- gli sorrido e ci sediamo su uno dei comodi divani. Oddio, ci sprofonderei e dormirei volentieri!
-Di niente. Ogni volta che ne avrai bisogno, ti aiuterò. Ah, quasi dimenticavo.- torna in piedi, va verso la sua giacca che ha lasciato appesa all' entrata e tira fuori una scatola elegante e quadrata. Me la porge. -Tieni.-
Sorrido sorpreso e la apro, tirando il fiocco. All' interno vi sono un portafoglio firmato Armani in pelle nera e un IPhone, entrambi nuovi di zecca e ultimi modelli. Me li metto in tasca, imbarazzato quanto grato. -Di nuovo, grazie.-
-E di nuovo, non c'è di che. Adesso riposa il braccio e la coscia, starai meglio.- ordina come un genitore, passandomi una delle tazze.
Soffio sulla cioccolata e la bevo con cautela. -Non starò meglio fino a quando non mi toglieranno questo gesso, è fastidioso e mi prude! Devo aspettare almeno un mese.-
-Mmh, non proprio, no.- scuote il capo e beve a sua volta, -Dipende. Tu sei giovane e in salute. Ti basterà non fare sforzi e andare a fare la terapia.-
Ridacchio. -I medici non mi hanno consigliato alcuna terapia.-
-Loro no, ma io sì.-
Cosa?!
-Stai scherzando, spero.-
-Le poche volte in cui ho scherzato ho seriamente spaventato Gemma, quindi no, non scherzo.- si lecca le labbra, catturando l' attenzione dei miei occhi su di esse, e fa una smorfia. -Tu farai la terapia non appena il tuo braccio comincerà a guarire. Non voglio vederti con quel coso per un mese.-
-Perché ti fa ricordare il mio incidente o perché per via di esso e della mia coscia non possiamo fare sesso?-
La sua bocca diventa una linea retta e sposta le pupille ovunque, evitando me. Assurdo, non mi risponde.
-Harry!-
-Ok, per entrambi.-
-Guarda che io non ero mica serio! Non posso crederci...-
-Mi dispiace, voglio solo che tu stia meglio... e poi ci sono altre cose che possiamo fare, nel frattempo.-
Sospiro, dandogli mentalmente del "maniaco" e mi costringo a non dargli il gesso in testa, anche perché farebbe male a tutti e due, e bevo ancora. Ah, bella calda. -Va bene, farò finta di non averti sentito. E sì, farò la terapia. Voglio tornare presto a usare entrambe le mani, perché, sai, non sono mancino.-
-Lo capisco. Allora sta' tranquillo e riposati. Farò tutto io.- la sua voce è dolce e una delle sue mani mi accarezza tra i capelli e il viso. Vi poggio la guancia, potrei abituarmi. Già, se solo questa non fosse la mia realtà.
-Dov' è Jasper?- prego che non reagisca come l' ultima volta che ho fatto il suo nome nel bel mezzo di uno dei nostri momenti. Lui si morde il labbro e poggia la tazza sul vetro. -Abbiamo avuto un forte litigio, dopo che ho scoperto che lui ti aveva detto di Andy al mio posto, così gli ho detto di lasciarmi i miei spazi. È andato in Germania per concludere un affare, forse sto per acquistare una nuova catena alberghiera. Come se non bastasse, tra qualche mese dovrò tornare a Riverton per iniziare le registrazioni del secondo di "Evernight", "Stargazer".-
-Cavolo, sto frequentando un attore.- fingo stupore e ammirazione, lui sbuffa una risata dal naso. -E io uno scrittore.-
-Un neo scrittore.-
-Scommetto che sei bravo comunque. L' offerta della mia casa editrice è ancora valida.-
-Harry.- inizio a rabbonirlo, -Te l' ho detto, voglio farcela da solo.-
-Nemmeno un aiutino?-
-Ti faccio stare senza sesso per un mese veramente e non vado a fare la terapia.- lo minaccio e lui fa segno di chiudersi la bocca con la zip. Bravo, l' ho addestrato bene.
-Tornando al tuo film... com' è recitare? Insomma, io ho una sorella che insegna teatro, certo, ma non ho ben capito cosa si prova.- metto via la cioccolata accanto alla sua e mi sistemo meglio il cuscino dietro la schiena. Rilassato, cambia posizione e si avvicina di poco a me. -Loro mi danno il copione in mano e mi dicono quali scene si provano quel giorno. Io provo e riprovo davanti allo specchio e con altri attori, provo a leggere anche il libro sulla quale è basato il film, ma non riesco mai. E allora capisco che non devo essere il mio personaggio, Lucas, devo semplicemente essere me stesso. Devo mettere le mie emozioni nei movimenti e nella voce, regalandole a Lucas. Con parole che non mi appartengono, butto via la rabbia, la paura e la tristezza, e nonostante ciò sto sempre fingendo, recitando. È come essere finalmente se stessi, essendo qualcun' altro.-
Oh... mio... wow.
-Harry...- balbetto, -... mi hai fatto emozionare, che cosa profonda che hai detto.-
Annuisce. -Già... poi bacio Katherine McNamara e mi immagino che sia tu.-
-Come non detto.- gli faccio il verso e lo spingo con la mano buona sulla fronte. Lui finge di ferirsi e cade con la schiena all' indietro. Rido e lo prendo per la maglia per farlo tornare dritto. -Smettila! E... recitare con lei com' è?-
-Bello. È una brava ragazza, spiritosa e simpatica. Ho litigato con Taylor Lautner il primo giorno di riprese perché gli avevo rubato l' ultimo pasticcino.-
-Davvero?-
-No.- scoppia a ridere e gli dò un pugno leggero alla spalla. -Sei un cretino. Comunque, che ci faceva lì Taylor Lautner?-
-È nel film, fa la parte di Balthazar More.-
-Oh, certo... Barbachi?-
Mi guarda con un sopracciglio alzato.
-Scusa, una delle mie sorelle conosce questa saga, io no... cosa succede esattamente?-
Si schiarisce la voce e tenta di farmi capire: -Bianca Olivier, interpretata da Katherine, è una ragazza che frequenta l' accademia di Evernight, un' accademia principalmente per i vampiri. Lei stessa lo è, come i suoi genitori. Il primo giorno si scontra con Lucas Ross, che sarei io, colui che sarà la sua prima cotta e che più avanti si rivelerà un cacciatore di vampiri, discendente a sua volta di cacciatori che lavorano insieme, la Croce Nera, e infiltrato a Evernight, solo che anche lui si innamora di Bianca. Balthazar, ovvero Taylor, è un vampiro pluricentenario ed è innamorato di Bianca, ma l' intera saga è concentrata sui due innamorati. È come "Romeo e Giulietta", solo in versione vampiresca.-
-Oddio, e alla fine muoiono?-
-Ah, io questo non posso dirtelo. Dovrai scoprirlo da solo, leggendo i libri o guardando i miei film.-
-Sono costretto a vederti tutti i giorni dal vivo, perché mai ti dovrei subire anche dallo schermo?- lo sfotto, beccandomi di nuovo il solletico alla pancia.
-Lei è crudele, Mr. Tomlinson.-
-Fa parte del mio charme. Oh! Ora che ci penso, puoi fare una cosa per me?-
-Dimmi.-
-Puoi andare di sopra a cercare il mio portatile tra le valigie e portarlo qui?-
-Certo.- si alza, mi dà una pacca sulla gamba e va al piano di sopra. Mi accomodo meglio e mi rilasso. Di punto in bianco mi sorge un dubbio. Con tutta la calma del mondo, prendo il mio nuovo telefono e compongo il numero di Evelyn.
-Pronto?-
-Ehi, Eve.-
-Louis? Quando l' hai preso il telefono nuovo? Anzi, non importa! Senti, mi dispiace per quello che hai dovuto vedere, non avrei mai voluto... Dio, sono un' adulta e ancora litigo con mia madre!-
-È normale, non conta l' età, lei litigherebbe persino con qualcuno sotto terra!-
La sento ridere di gusto. -È vero. Tu come stai? Dove sei?-
-Styles mi ha portato in una bella casetta stile quella delle fiabe... ma è confortevole, ci sto bene.-
-Ne sono felice.-
-Eve, senti, ehm... volevo chiederti una cosa. Una volta che sarai mamma... farai conoscere al piccolo la sua famiglia?-
-Oh, Louis, mi porgo questa domanda da quando ho scoperto di essere incinta. Non lo so, voglio che tu e le ragazze siate presenti nel corso della sua vita, ma non lo voglio vicino a mamma.-
-Ti capisco.- borbotto e poggio il telefono tra orecchio e spalla per potermi grattare la testa, -Anche io, a dirla tutta, ho paura di far avvicinare Troy a nostra madre. Le voglio bene, certo, ma so quanto lei possa influire su qualcuno.-
-Troy? Hai chiamato tuo figlio come papà?- sento la sua voce farsi malinconica, pure commossa, e io arrossisco. -Sì, anche se è stata un' idea di Rose. Evelyn, mamma è solo una parte della famiglia, siamo noi fratelli la parte grande e più importante. Io non ti abbandono, nemmeno se tra te e tuo marito le cose non migliorassero.-
-Ora assomigli molto a Troy Tomlinson.- la sento sorridere, il cuore mi batte forte in petto.
Eve...
-Restiamo insieme, va bene? La tua battaglia contro di lei non ha un solo giocatore. Sei con me?-
-Sempre.-
Mi si alza un angolo della bocca e annuisco. -D'accordo. Ti richiamo, lo prometto. Ti voglio bene.-
-Anche io, piccolo.-
Chiudo la chiamata e sospiro contento, proprio quando Harry torna tenendo tra le mani il mio computer.
-Dobbiamo parlare anche del fatto che non posso restare qui.- lo avverto, non appena si siede alla mia destra e accende il portatile.
-Sì che puoi.-
-No, invece. Ah, e stasera usciamo con i miei amici. Dopo li chiamo e li avverto, ci sarà pure Bailey. Se tu non accetti, io dirò di "no" ai nostri prossimi appuntamenti, ok?-
Si volta verso di me e mi bacia di colpo. Una sorpresa ben gradita, ovviamente, ma non capisco il perché. Poi mi guarda e comprendo: -Quanto hai sentito della conversazione?-
-Abbastanza da capire che sei un fratello fantastico, proprio come il sottoscritto.- mi passa il pollice sul labbro inferiore e tiene d' occhio la mia bocca, bramoso. -Sorridimi, Mr. Tomlinson.-
Obbedisco e gli rubo un bacio a mia volta. -Non si origlia, "corvo nero mancato".- lo rabbonisco, -"Rondine nera".- mi corregge lui e torniamo a guardare la schermata. Mi chiede la password: -"Niallciambella32".-
-Cosa?- si volta verso di me, confuso e incredulo, facendomi ridere. -Te lo giuro.-
-Ma perché?-
-È una lunga storia.-
Alza gli occhi al cielo e inserisce la password. -E adesso?-
-Vai su Word.- comando e lui agisce. Con le dita che ho a disposizione, apro il file della mia storia e vado alla fine del capitolo ventisette. Cancello un pezzo e sorrido a Harry. -Tutto tuo.-
Mr. Occhi di Ferro mi guarda come se avessi due teste. -Scusami?-
-Io non posso con una sola mano, devi farlo tu! Era da tempo che volevo correggere quella parte, ora o mai più. Forza, io ti detto e tu scrivi.-
-Oddio...- impreca e si prende in grembo il mio lavoro, -Neanche fossi tornato a fare gli esami di fine corso.-
-Meno chiacchiere, più genio!- mi alzo in piedi e cammino in giro per la stanza, ragionando. -Riesci a dirmi cosa succede in quel capitolo?-
-Ci provo, ehm... Alexis va alla biblioteca della sua scuola dopo aver ricevuto un messaggio da Mr. Lestys. No, un attimo, sei serio?-
Fermo la mia camminata e lo guardo confuso. -Eh?-
-Mr. Lestys? Davvero? Louis, è l' anagramma del mio cognome!-
Sul serio?!
Oh, mamma...
-Certo! Certo, io... l' ho fatto apposta.-
-No, non è vero.-
-Zitto e scrivi.- lo ignoro, rosso in viso e lo sento ridacchiare.
Merda, come ho fatto a non essermene mai accorto?!
-Dunque, mmh... ah, ci sono! "La ragazza arrivò alla biblioteca tutta trafelata, non capendo perché Henry Lestys le avesse chiesto un incontro proprio lì...".-
-Ok, sto per scoppiare a ridere, Henry Lestys?!-
-Dopo lo cambio!- urlo, però non serve a niente contro la sua risata. -Ti giuro che lo cambierò. Forse il nome, ma non il cognome. Ora scrivi! Dicevo... "Andò a passo incerto verso la sua corsia preferita, dove vi erano le storie d' amore nei regni di fantasia, quando qualcuno le toccò una spalla. Lei trasalì, si voltò e annegò in un lago di perfezione blu...".-
-Sto per vomitareeee!- si prende gioco di me e gli rifilo uno scappellotto da dietro il divano. -Zitta, scimmietta lavoratrice, non interrompermi o niente banana! "-Cosa vuoi ancora?- chiese lei, tutta rossa in viso. Non so dirvi se dalla rabbia o a causa della presenza del moro. -Non abbiamo ancora concluso il nostro discorso dell' altro giorno.- insistette lui, avvicinandosi a lei. Alexis gli poggiò una mano sul caldo petto coperto da una sottile t-shirt, -Non dovrei nemmeno essere qui. È contro le regole, ci sono solo i bidelli a quest' ora!- balbettò. Le fece un ghigno che la fece ansimare, perché le ricordava tanti momenti belli e proibiti. -Ci sono anche i professori, posso dire che ti dò ripetizioni.- le disse, tutto con un occhiolino spavaldo. -Io ti voglio, Alexis.- continuò l' uomo, -E se che anche tu mi vuoi. Brett Gilmore non ti ama, ho visto come ti tratta. Sta' con me, piccola, resta con me. Lascia che ti ami, perché la nostra non è solo passione carnale.".- concludo e prendo fiato. Cavolo, è faticoso pure se non sono io a scrivere.
-Che ne pensi?- mi risiedo vicino al mio riccio, il quale sta leggendo tutto l' insieme del capitolo. Lo vedo che scorre tra le varie pagine e sospira sorpreso. -Louis, questo... questo libro è fantastico. Dico davvero. C'è tutto: amore, tradimento, odio, un triangolo amoroso... scrivi persino in un modo impeccabile e senza errori di alcun genere, come hai fatto?-
Faccio spallucce e deglutisco. -Ho pensato alla mia vita da quando ti ho conosciuto e... questo è il risultato.-
-Mmh, sì. In effetti ci siamo proprio noi e la tua fidanzata in questa storia... e l' hai pure finita?-
-Già.-
-Wow, io... non ho parole. Sono meravigliosamente colpito, Mr. Tomlinson.- splende come il sole ai miei occhi e mi fa sorridere. -Grazie.-
-Però, purtroppo, prima non scherzavo: lo sai che non puoi usare il mio nome, nemmeno se modificato. Se un giorno venisse pubblicato...-
-Lo so, lo so, la stampa ci ucciderebbe e ci darebbe il tormento.-
-Esatto. Perciò trova un nome diverso. E inventato seriamente.-
-Lo farò.- lo tranquillizzo, -Devo pure trovargli un titolo, mi manca solo quello.- mi faccio più vicino a lui, poggia la testa sulla sua spalla e guardiamo assorti il mio lavoro.
Praticamente, da quello che mi ha fatto capire Harry, Mr. Lestys sarebbe lui, io sarei Alexis e Rose è Brett? Una storia reale di bugie e menzogne? Dove io insisto nel mio... peccato...
Mi tolgo da lui e gli sollevo di poco la maglietta, trovando il tatuaggio sul suo fianco. -Ricordami cosa vuol dire.- chiedo a Mr. Occhi di Ferro.
-Chi persiste nello stato di peccato per ignoranza o negligenza, oppure per formale rifiuto di farne ammenda.- risponde, poi corruga le sopracciglia: -Perché?-
Sento la gioia salirmi nel cuore e mi gira la testa, talmente sono felice. È questo il senso; insistere nel peccato, essere ostinati in un vizio! Talmente letale quanto piacevole...
Deciso, avvicino il computer e scrivo in grassetto e a caratteri cubitali il titolo del mio libro: Unapologetic.

One Hundred's TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora