-Terzo appuntamento e di nuovo la sera. Dove mi porti?- sorrido a Harry, guardandolo di striscio. -No, non dirmelo. "Sorpresa", vero?-
-Impara in fretta, Mr. Tomlinson.- annuisce, portando poi gli occhi fuori dal finestrino. Lo faccio anche io e ammiro i grandi giardini e i palazzi che sorpassiamo, investiti dalla notte di Ottobre.
La Limo Bob è in movimento da ormai un bel po' e non ho la più pallida idea di dove voglia portarmi. Mi sta portando di nuovo nella periferia di New York, da quel che posso vedere, dall' altra parte della città rispetto a casa mia. Sono elettrizzato, ma anche spaventato; quest' uomo ha sempre un asso nella manica. Senza farmi notare, lo fisso per intero: jeans blu comodi autunnali con stivaletti scuri, maglietta aderente sull' azzurro sporco e tremendamente sexy... sì, un vero spettacolo da ammirare con la bava alla bocca.
-Nemmeno un suggerimento?-
-Mi conosci, Louis, non parlo.- scuote la testa e si sistema l' orologio. Batto con frenesia il piede e gemo per la disperazione: -Dai, non puoi fare sempre così!-
-Abbi solo fiducia in me, ti sono sempre piaciute le mie sorprese.- la sua voce controllata mi fa calmare, ma non di molto, e finalmente il motore si spegne. -Siamo arrivati.- mi sorride il riccio ed esce dalla sua parte. Porto gli occhi sul finestrino e vedo solo un terreno ricoperto di cemento con sfondo tanti alberi ed erba. Mi ha portato in una prateria?
Se rivedo un cavallo, giuro che...
La mia portiera viene aperta di colpo e Harry mi porge una mano, accompagnandola da un sorriso invitante: -Prego.-
Mmh, adorabile, Styles.
Accetto il suo invito sottinteso e lascio che mi aiuti a uscire dalla limousine.
-Dato che abbiamo preso entrambi quattro aerei diversi per andare e tornare da Fuerteventura mesi fa... suppongo che non soffri di vertigini, giusto?-
-Giusto. Perché?- aggrotto la fronte nel fissarlo lateralmente, il mento vicino alla spalla, e lui mi indica con la testa davanti a noi. Seguo il suo sguardo e resto ammutolito. -Oh, mio Dio...-
Ma che... cosa...? Porca puttana!
-Jet privato?-
-Jet privato.- conferma lui, fiero della specie di aereo che mi ritrovo di fronte. Uno splendido jet, enorme, regna al mio cospetto. Bianco come un diamante e con le iniziali in nero, "H" e "S", intrecciate tra loro in modo elegante. Mi scappa quasi da ridere quando vedo che la "S" di Styles è segnata col segno dei dollari.
Come se già vedendo questa bellezza non si capisse che hai potere, Harry.
-Entriamo?- mi prende per mano e ci avviciniamo a delle persone in divisa accanto alla scala, tre uomini e una donna, uno di loro deve essere il pilota. Piegano il capo come cenno di saluto e saliamo le scale per arrivare al portellone del jet. Harry fa entrare prima me e resto a bocca aperta.
Wow...
Tante poltrone di pelle regnano ai lati di un lungo corridoio rosso e morbido, l' aria di pulito è gratificante e per niente soffocante, nell' aria aleggia una musica rilassante da sala, assieme al delizioso profumo di alcolici e di qualche spuntino. È come essere in prima classe!
-Harry, è stupefacente.- ammetto, accomodandomi sulla poltrona che lui stesso mi ha indicato e si siede su quella di fronte a me. A dividerci c'è solo un piccolo tavolino e ben presto arriva uno degli uomini a offrirci da bere, con tanto di vini. -Per lui solo acqua.-
-Harry!-
-No, Louis. Solo acqua.- frena ogni mia polemica e versa lui stesso da bere a entrambi. Sbuffo, che presuntuoso... Veniamo di nuovo lasciati soli e sento una voce femminile che ci avverte della partenza. Sia io che Harry mettiamo i telefoni in modalità aereo. -Dimmi che non andiamo così lontano, lo sai che non mi posso allontanare da New York e nemmeno tu.-
-Lo so. Non ti porto da nessuna parte, ho solamente chiesto di farci fare un giro nei dintorni.- beve distrattamente il suo vino bianco e alza la mini serranda del finestrino per farci guardare fuori e avere un po' più di luce. Guardo meravigliato quanto piccola sia la Grande Mela illuminata da quassù e sorrido estasiato. Magari, dopo l' università a Londra, troverò anch'io un lavoro come quello di Harry. Non lo stesso, certo, ma che mi permetta di fare cose del genere quando e dove voglio.
-L' hai fatto aggiustare, alla fine.- inizio un discorso, bevendo la mia noiosa acqua "by Harry Styles". -Come avevi detto che era? "Sotto i ferri"?-
Ridacchia, grattandosi con il pollice e l' indice il mento, -Già, che pessima battuta, quella. Volevo farti ridere, ma non ce l' ho fatta.-
-Ti sembrerà strano, ma tu riesci a farmi ridere quando nemmeno lo vuoi.-
-Ah, sì?- gli occhi verdi brillano di sfida e prende ad unirli verso il naso, facendo una smorfia da pesce con la bocca, gonfiando le guance.
Oddio!
Scoppio a ridere e non so se per la tenerezza o perché la sua faccia è veramente buffa. -Stavi dicendo?- ghigna vittorioso, allargando le braccia. -Ok, ok, hai vinto.-
-Come sempre.-
Gli faccio il verso e poggio le braccia sul tavolino, unendo le dita tra loro e osservando assorto il suo classico anello con testa di leone. Cielo, Harry Styles che fa il pagliaccio solo per me. E pensare che quando l' ho incontrato la prima volta mi era sembrato così serio, malinconico, spento...
-Se devo essere sincero, anche io pensavo le stesse cose di te quando sei entrato nel mio ufficio la prima volta.-
Eh?
Mi mordo le labbra e chiudo le palpebre, mortificato. -L' ho detto ad alta voce?-
-Vuoi che menta per farti sentire meno in imbarazzo?-
-Sarebbe carino da parte tua, ma preferisco di no.-
-Allora confermo, l' hai fatto.-
-Perfetto.- mi allontano di nuovo da lui e appoggio la schiena contro il morbido schienale. -Grandioso, sì...- mi gratto la nuca e arrossisco. Perché scollego spesso la bocca dal cervello?!
-Forse questo ti può aiutare a rilassarti.- si allunga verso di me e preme un pulsante attaccato al mio sedile, sulla parte laterale. All' improvviso, tutto il mio corpo prende a tremare.
Un sedile con shiatsu!
-Oh, Signore! Io mi trasferisco qui.- dichiaro e poggio la testa all' indietro, facendo ridere Harry per la mia frase detta senza pensieri. -È come stare in uno dei tuoi hotel, solo... nel cielo.-
-Esatto. L' infinito, misterioso cielo.- annuisce e unisce le nostre mani sul tavolino. -Ti ricordi cosa ti ho detto la scorsa notte?-
L' ansia torna a tormentarmi il cuore. -In finlandese?-
-In finlandese, sì.-
Ingoio a vuoto e lascio andare il suo tocco caldo. Si aspetta qualcosa? Magari dovrei...
-Louis, non agitarti.- viene in mio soccorso, avendo senz' altro notato l' espressione sulla mia faccia. -Non sei costretto a dirmi niente, prenditi i tuoi tempi. Io sarò sempre qui, non importa cosa deciderai.-
Il peso sul petto sparisce e gli sorrido grato. Harry è veramente un uomo maturo, quando si decide a usare la testa. Capisce quando ho veramente bisogno di spazio e tempo, e questa è una cosa che mi piace molto.
-Louis!- mi risveglia dai miei pensieri e ha l' aria preoccupata. -Stai bene?-
Sto per dargli una conferma, ma poi ripenso a quello che è successo oggi, con quel maledetto pacco e quelle foto che mi hanno spaventato a morte. Prendo un lungo respiro e decido di svuotare il sacco: -Non direi. Qualcuno mi sta spiando, mi ha mandato delle foto.-
-Che tipo di foto?-
-Di me.- confesso e mi vergogno nell' ammettere una cosa del genere. Lo vedo farsi scuro in volto. -Uno stalker.-
-Penso di sì, non lo so.-
-Vuoi avvertire la polizia?-
-No! No, io... vorrei prima provare a risolvere la questione da solo.-
-Che cosa?! Louis...!-
-Fidati di me.- lo blocco sul nascere e lo prego con gli occhi. -Fidati di me.- ripeto, sperando che capisca. Non voglio mettere nei guai nessuno, se qualcuno ce l' ha con me dovrà affrontarmi di petto. Gli ho detto delle foto solo perché ne avevo bisogno. Un segreto del genere è troppo orribile per essere nascosto solo da una persona.
Annuisce con pesantezza, prima di guardarmi in modo strano. -Louis, ti sta uscendo il sangue dal naso.-
Oh!
In fretta e furia, prendo fuori un pacchetto di fazzoletti dalla tasca dei pantaloni e mi tampono le narici, sperando di non sporcare nulla. -Merda, scusa.-
-Tranquillo, è normale che venga a quest' altezza.-
-Non penso sia l' altezza, mi succede molto spesso ultimamente... da qualche mese, in realtà.-
Il mio Mr. Occhi di Ferro mi guarda con aria sospettosa: -Soffri di epistassi?-
-Non che io ricordi.-
-Può essere per la mancanza di vitamina C. Stai mangiando? Hai cenato, stasera, prima di venire qui?-
Oh, mamma.
Mi mordo, colpevole, il labbro inferiore e incasso la testa tra le spalle, desiderando di nascondermi. -Ecco... in realtà... no.-
-Oh, Louis...- si mette una mano in fronte, il gomito poggiato sul bracciolo, e grugnisce. -Sei peggio di un bambino.-
Ah, io?!
Si sporge verso il corridoio e fa cenno allo steward che ci ha portato da bere. -Qualcosa di dolce per Mr. Tomlinson.-
-Subito, Mr. Styles.- si inchina leggermente e sparisce, per poi tornare con una piccola confezione pregiata di Chocolate Chip Cookies. Sorrido e comincio a mangiare. Harry lo ringrazia e mi guarda in modo severo: -Vedi cosa succede quando non ti prendi cura di te stesso?-
-Dio, Harry, sei peggio di mia madre e lei viene chiamata dai miei coinquilini Elle go to hell.- scuoto la testa e rido, gustandomi la dolcezza dei biscotti. Mmh, mi sta viziando, mi sta seriamente viziando. Gli occhi cadono sul suo orologio e sorrido divertito: -Dolcetto della Mezzanotte.- allungo un biscotto verso di lui e mi ammira con adorazione. Prende il dolce con i denti, facendomi allontanare di scatto per non farmi mordere da lui e ridiamo entrambi.
-Quindi, ehm... una sera esci con me e i miei amici?- tiro fuori l' argomento con timore e infatti mi punta addosso uno sguardo che fa sia ridere che spaventare. -Come, scusa?-
-Ti ho chiesto... se vuoi uscire con me e i miei amici, una di queste sere. Io, te, Niall, Lacy, Mary, Liam e Zayn. Ci divertiamo.- faccio spallucce, -Tanto l' hai detto tu che non corriamo alcun pericolo con le tue guardie del corpo. Tu ti fidi di Zayn e io mi fido dei miei amici.- tengo il tono di voce sicuro il più a lungo che posso e prego in una risposta affermativa.
Mi stupisce, perché sbuffa una risata: -Perciò, il nostro prossimo appuntamento, comprenderà altre persone?-
Che?
Ruoto gli occhi, pensieroso. Non l' avevo pensato come a un appuntamento, ma se questo può aiutarlo a dire di sì... -Certo, se vuoi.-
-Ok. Sarà il tuo prossimo appuntamento concesso.- mi rende involontariamente felice come una pasqua e nascondo come posso il mio sorriso di vittoria.
-Il nostro prossimo appuntamento sarà, mmh... dopodomani.-
Quasi non mi soffoco con un biscotto. Ho sentito male, vero? Tra tutte le date, proprio quella?! -Harry, non posso! È l' ultimo di Ottobre, c'è la festa di Halloween al Queens.-
-E allora?-
-E allora?! Io e i miei compagni di corso ci abbiamo messo una vita per rendere quella serata perfetta per tutti, ho già un costume, non voglio e non posso mancare.- spiego con una leggera nota di rabbia le mie ragioni e lo fulmino con le pupille. -Mi dispiace rovinarti la serata, ma la mia risposta è no.-
Non cambio idea su questo, proprio no.
Harry si morde una guancia e mi fissa in silenzio per qualche secondo. Torna a parlare solo dopo aver sospirato in modo deluso: -Va bene, come non detto. Un' altra volta, allora.-
-Bene. Tu ci sarai, al ballo?-
-Non penso. Dato che mi hai appena dato buca, penso che per quella sera organizzerò un nuovo colloquio con Mr. Mardoc, il nuovo direttore della mia banca.-
È possibile che un po', giusto un pochino, me la sono meritata.
Finisce di bere dal suo calice, mentre io finisco i miei biscotti, poi si slaccia la cintura e mi fa segno di seguirlo. -Vieni con me.- ordina, avvicinandosi allo steward che ora sono diventati due. Faccio come mi ha detto e per un attimo ho avuto il presentimento che mi portasse in bagno per... maledizione, da quando ho una mente così perversa?!
Harry, aiutato dai due uomini, si mette una specie di tuta blu e bianca e ne passa una identica a me. -Mettitela.-
-Perché?- domando, ma la indosso lo stesso.
-Questa è la nostra fermata.- mi informa, mettendosi degli occhialini e dandone un paio anche a me. Sollevo le sopracciglia così tanto che, di sicuro, sono finite dietro i miei capelli sulla fronte. No, un momento... sta dicendo quello che penso di aver sentito?
-Ma sei scemo?-
-Perché? Mai fatto paracadutismo?-
-No, grazie, preferisco vivere.- me ne esco, sbattendogli sul petto questi dannati occhialini e camminando il più lontano possibile dal portellone dell' aereo. O almeno ci provo, perché Harry mi ha preso per la collottola e mi sta avvicinando a lui: -Ti assicuro che andrà tutto bene.-
-A meno che tu non possegga anche la forza di gravità, miliardario dei tuoi stivali, dubito che la scienza sarà così gentile da impedire un nostro schianto al suolo.-
-Non è questione di scienza, ma di fiducia.- così dicendo mi mette gli occhialini e uno strano zainetto sulle spalle. Mi accompagna con calma verso l' uscita e il portellone si apre lentamente. Gli steward sono spariti e allungo di poco il collo per guardare giù... pessima decisione.
Cristo Santo!
-Ora sì che soffro di vertigini!- mi irrigidisco e mi stringo al suo braccio con forza, facendogli male. Sento la terra mancarmi di già sotto i piedi al solo pensiero di buttarmi e una potente tromba d' aria ci attacca. Non ce la faccio, è troppo anche per me!
Questa è una pazzia, è un' odiosa follia!
-Harry, ti prego, non posso!- urlo al di sopra del rumore del jet e del vento.
-Sì che puoi.- dice con dolcezza, senza neanche un filo di paura. -Con me.- unisce le nostre dita e mi sorride in modo rassicurante. Pian piano, il terrore del vuoto sembra scomparire.
Ok... forse posso farlo.
-Prendi un bel respiro e ci buttiamo al mio tre, ok?-
-Ok.- annuisco e non riesco a capire se sto tremando o è il jet. Mio Dio, ho i nervi a fior di pelle! Senza alcun dubbio, sverrò durante la caduta.
-Dobbiamo arrivare laggiù.- urla e indica uno spazio aperto sotto di noi, -Se hai troppa paura, tienimi la mano tutto il tempo. Pronto?-
-No, ma... facciamolo.-
-D'accordo. Uno... due... tre! Salta!- prendiamo più rincorsa che si possiamo e ci buttiamo insieme nel cielo di New York.
Oh, mio Dio, oh, mio Dio, oh, mio Dio!
-Harry!- urlo il suo nome con mille emozioni diverse e lo lascio andare. Agito braccia e gambe nel vuoto, facendo degli urli assurdi, accompagnati da quelli di Harry. Però i suoi sono di gioia, liberatori. -Louis!- grida anche lui al vento, facendo delle acrobazie bellissime ed eleganti, quanto spericolate. Comincio a divertirmi anche io e lo imito, nel frattempo la forza di gravità ci schiaccia poco a poco, sempre di più, verso il terreno.
Accidenti, che forza!
È una sensazione incredibile, ultraterrena. Sono nel cielo, lontano dalla Terra e dai suoi problemi, come un Dio per sempre libero e felice. E tutto questo migliora perché c'è Harry. Vedo New York, la mia città, avvicinarsi con tutte quelle case e i palazzi, piene di persone che forse non hanno mai provato quello che adesso sto provando io... ed è perfetto.
Raggiungo di nuovo Harry e lui mi stringe a sé, prendendo a girare e facendomi ridere. Altro che montagne russe, questa è una Via Lattea infinita. È tutto bellissimo, è tutto sbagliato... è tutto me e lui.
Urlo e grido dalla gioia, volando nella notte assieme all' uomo che amo. Mi libera e torna a unire le nostre mani. -Tira la cordicella per il paracadute al mio uno... due...- prendo il filo come fa lui e sorridiamo, -... tre!- tiro e sento tutto farsi più leggero, anche se sono leggermente tirato dal paracadute sulla schiena, bianco come il suo. Non mi molla un secondo, neanche quando tocchiamo terra, che sento le ginocchia molli e in corpo ho ancora la sensazione del nulla intorno a me.
-Stai bene?- si libera dallo zaino e fa lo stesso con me, facendomi rimanere in tuta. Ci raggiungono alcuni uomini, che penso lavorino per lui, però non ci bado molto quando comincia a saltare sul posto. -Bene? È stato fichissimo! Una cosa leggendaria, sono così elettrizzato! Possiamo farlo ancora? Per favore!- lo tiro per una manica come un bambino che vuole salire sulla sua giostra preferita e Harry ride divertito e intenerito. -Magari, un giorno...-
-Solo... non capisco. Perché me l' hai fatto fare?- mi calmo e guardo curioso il mio uomo, sempre pieno di sorprese.
Sorride con sincerità, lo stesso sorriso che ha fatto quando mi ha detto "ti amo", e mi rinchiude tra le sue braccia. Mi ruba un bacio, un bacio colmo di desiderio e passione, che sa di vino bianco e cioccolato. Mi toglie il fiato e me lo restituisce, mi uccide e mi fa rinascere mille volte... mi ama e mi vuole come nessun altro.
Oh, Harry... Dio.
Ora capisco. Le sensazioni che mi dà questo bacio con le emozioni che ho provato poco fa, in volo, sono praticamente identiche, speciali e uniche. Voleva mostrarmi questo; voleva farmi capire cosa gli provoco.
-Adesso hai capito?- soffia caldo sulla mia bocca, stringendomi a lui come se ne valesse della sua vita. Sorrido con affetto e gli circondo il collo con le braccia, pensando dentro di me che sì, può farlo sempre; può amarmi come fa solo lui. -Sì.- sospiro, sognante e felice. Stavolta, sono io a baciarlo.
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One Hundred's Trilogy
Fanfiction🔴🔞 Raccolta della One Hundred's Trilogy: • One Hundred Kinds of Styles. • One Thousand Tears of Styles. • One Million Kisses of Styles. @uncoverdlouis: "È una morte lenta, bellissima e dolorosa questa fanfiction". @_ilary-: "La sto rileggendo. Non...