A svegliarmi è un ronzio fastidioso e assordante nelle orecchie. Apro di poco gli occhi e mi accorgo di vedere tutto sfocato. Delle voci tentano di sovrastare il ronzio, senza però riuscirci.
Cos' è successo? Dove sono?
Provo ad aprire bocca, a parlare, ma non mi esce neanche una lettera. Merda, che saporaccio amaro... e che male alla testa, Dio. Tento di alzare il viso per vedere se riesco a vedere meglio, ma a fermarmi ci pensa un dolore atroce al collo e due mani. Di chi sono queste mani?
Una luce abbagliante mi viene puntata contro l' occhio destro, poi quello sinistro, alternandosi.
-Louis?-
Harry?
-Louis, riesci a sentirmi? Vedi qualcosa, Louis?- la sua voce mi giunge lontana, peggio di un eco. Ora sì che devo vomitare. Oppure devo... svenire di nuovo... perché ho così sonno, adesso? E mi gira tutto... perché la faccia di Harry è sottosopra?
Gesù, non ricordo niente. Ahia, che male...
-Mi serve del ghiaccio e chiamate un' ambulanza. Qualcuno mi aiuti a sollevargli la testa!- il volume aumenta di poco e il ronzio si attenua. Sto morendo? La testa è dolorante, pesante eppure, allo stesso tempo, così leggera...
-Piano, piano, non dobbiamo muoverlo più di tanto.- le mani diventano quattro e incomincio, finalmente, a vedere meglio Harry e le altre persone. Prima erano solo chiazze, luci e colori, senza una forma ben precisa. -Dove cazzo è il ghiaccio?- Harry grida in preda al panico e alla rabbia. Odio ammetterlo, ma persino questo suo lato autoritario mi era mancato.
Sento il mio corpo come un enorme peso e non riesco ancora a parlare, però inizio a ricordare: sono uscito con i miei amici, sono scappato rivedendo Harry e qualcuno mi ha spaccato - probabilmente - una bottiglia di vetro in testa.
Porco cane, ma tutte a me?
Un freddo improvviso alla nuca mi fa rabbrividire, devono aver portato il ghiaccio. Poco a poco, le mie dita cominciano a muoversi e Harry capisce che sto riprendendo i sensi.
-Louis...- sussurra, accarezzandomi i capelli e tenendo stretta la busta del ghiaccio vicino a me. Rispetto a me, è sottosopra e la sua bocca è proprio all' altezza dei miei occhi. -Hai perso molto sangue, ma non temere: i soccorsi stanno arrivando.- la sua mano mi sfiora leggermente la guancia e capisco all' istante chi fra noi due ha la pelle calda.
I miei occhi vagano per il pub: hanno acceso la luce normale spegnendo quella colorata, sono tutti intorno a noi e trovo i miei amici alla mia destra, che mi guardano preoccupati. Devono aver bevuto chissà quanti litri di acqua pur di tornare sobri e aiutarmi.
Un giramento orribile mi costringe a chiudere le palpebre, facendomi combattere pur di rimanere sveglio.
No... non di nuovo...
-Louis? Louis, cazzo!- Harry si allarma di nuovo, appena nota che sto perdendo di nuovo le forze. -Ma quanto ci mette quella merdosa ambulanza?! Potrebbe morire, Cristo!- attraverso le chiazze che vedo nuovamente, capisco che sta imprecando contro i dipendenti del pub.
Santo cielo, perché il dolore è ancora lì? La testa, cazzo...
Il respiro di Harry mi finisce, all' improvviso, tra i capelli; si deve essere avvicinato.
-Porca puttana, come ho fatto a non vederlo?!- sbotta e io desidero parlare adesso più che mai.
Ti prego, non urlare...
-State calmi, sono un medico. Mi servono delle pinzette, una lente d' ingrandimento, dell' ovatta e un disinfettante. Del sapone e una caraffa d' acqua.- ordina a voce alta e sento successivamente dei passi veloci che si allontanano.
Cosa sta succedendo? Ho paura... Harry, che diavolo fai?!
Se non fossi privo di sensi, starei avendo un attacco di panico, me lo sento.
Delle dita mi muovono con cura la parte lesa della testa, facendomi piangere internamente. Fa fottutamente male, dannazione!
-Merda, è troppo in fondo... mi serve anche un ago, svelti!- lo sento imprecare sottovoce, poi odo la voce di Mary: -Io ho le pinze per le sopracciglia, vanno bene lo stesso?-
-Sì, passamele. Un ago, subito! E un panno, potrebbe sanguinare ancora. Mi servono altre due persone.- Harry è più calmo o almeno ci sta provando a restare calmo. Percepisco altre due presenze avvicinarsi a me e dal rispettivo profumo e colonia, riconosco Lacy e Niall. -Finalmente!- sospira pesantemente il riccio e sento dei movimenti svelti vicino a me.
Mio Dio, qualcuno mi dica cosa c'è che non va!
-Niall, giusto? Non appena te lo dirò, tamponagli la ferita, ma non muoverlo molto. Tu, invece, tieniti pronta: ti dirò cosa passarmi, dovrai farlo in fretta.- dà istruzioni Harry e sento un forte odore acido e pungente che mi fa aumentare la nausea. -Lacy, disinfetta le pinzette mentre io lo faccio con l'ago. Niall, tienigli le tempie; potrebbe tentare di muoversi.- queste parole mi fanno alzare un' altra volta le palpebre. Macchie di colori che spesso diventano chiare, poi tornano ad essere imprecise. Ma il volto di Harry riesce a farsi spazio oltre la confusione: è concentrato, serio e determinato nelle sue azioni. Vedo che si piega molto verso la mia testa e passa la lente d' ingrandimento a Lacy: -Tienimela su, devo vedere bene dove si trova il vetro.-
Co... cosa?
Ora capisco: ho un pezzo di vetro nella testa. Oh, mio Dio...
Un dolore acuto quanto piccolo proviene dalla mia ferita e capisco che ha infilato l' ago.
No, fermo! Vaffanculo, fa male! Merda!
-Tienilo, tienilo fermo.- ordina al mio amico quando la mia testa si sposta di poco dal dolore. Niall esegue ed Harry continua il suo lavoro. I miei occhi sono fissi su di lui, che lo vedono a tratti e faticosamente. Piangerei, se ne avessi le forze.
-Fatto, ora posso prenderlo. Lacy, le pinzette.- un altro ordine, un altro rumore metallico. Il dolore ritorna, più forte, ed è come se la mia pelle tentasse di trattenere il vetro il più possibile, fallendo.
Male, male, male, cazzo!
-Tolto!- dichiara trionfante, poggiando una mano sulla mia fronte. -Lo tengo io, poggiagli il panno sulla ferita e tampona. Lacy, passami il sapone e la caraffa.- lo vedo e sento sorridere, sollevato.
Il mio cuore batte quasi più forte di prima. Harry sembra così felice e soddisfatto di se stesso. Ciò che ha fatto, salvarmi, gli è piaciuto. La sua espressione è totalmente diversa rispetto a quando lo vedevo parlare di lavoro e commercio con Bailey.
È un vero medico. Un eroe.
-L' ambulanza è qui!- dichiara una voce e mi sento sollevare e venir messo su una barella dopo qualche secondo. Mi lascio andare al riposo non appena noto i miei amici sull' ambulanza con me e con Mr. Bastardo che mi stringe la mano. Non si dicono niente per tutto il tempo, non parlano, tranne Harry che dice ai paramedici che cosa ha fatto per salvarmi e chiede addirittura il permesso di seguirmi come mio medico, nonostante non abbia la laurea in medicina. Ovviamente, rifiutano. Mi addormento poco dopo, cullato dalla velocità dell' ambulanza.
Quando mi sveglio, il ronzio è sparito e la vista è tornata normale. Mi sento la testa stretta in una morsa e tocco distrattamente la benda che me la fascia. Seduto vicino a me, c'è un Harry Styles con le occhiaie, che mi fissa rilassato. -È sempre bello rivederla, Mr. Tomlinson.- sorride divertito. Un po' lo sono anch'io: è uno strano modo di rincontrarsi.
-Sei sempre un corvo nero mancato.- lo saluto a mia volta, la voce roca per il sonno appena concluso. Lui ridacchia e mi fissa attentamente lungo tutto il corpo, come a cercare una nuova ferita. -Devo temere che succederà questo tutte le volte che tenterai di scappare da me?- lo dice scherzando, ma noto la preoccupazione nella sua voce.
Sospiro, rassegnato: -Non avrò bisogno di scappare, perché questa sarà la prima ed ultima volta che ti vedrò.- dichiaro, severo. Non riprenderemo quello che è stato uno stupido e pericoloso gioco tra di noi.
Annuisce, assente. -Se lo dici tu.- mormora.
-Dove mi trovo?- sbuffo, stanco e ancora assonnato.
-Sei in ospedale, i tuoi amici sono andati a casa perché gli ho detto che ci sarei stato io qui, con te, finché non ti fossi svegliato e sono le quattro e un quarto di notte.- finisce la frase guardandosi l' orologio.
Le mie sopracciglia vanno in alto dallo stupore. Ha risposto a tutte le mie domande senza che neanche gliele facessi.
-Chi mi ha colpito?- il quesito che mi tormenta maggiormente rispetto agli altri lascia le mie labbra senza il mio permesso. Fa spallucce: -Non si sa. Io non ho fatto in tempo a vederlo, ero troppo concentrato su di te che cadevi a terra. Gli altri erano ubriachi o distratti, si è visto solo che scappava via velocemente subito dopo averti colpito.-
Ah, bene. Quindi non è stato uno stronzo brillo, suppongo.
Chiunque mi ha colpito, voleva farmi del male.
-Aspetta.- realizzo di colpo, sgranando gli occhi, -Mi hanno colpito di spalle, è così?-
-Sì, con una bottiglia di birra. Il taglio ricopre un po' il tuo collo e la parte dietro del tuo cranio, a destra. Perché?- incrocia le braccia, guardandomi confuso.
I macchinari percepiscono l' aumento del mio battito, nel frattempo che mi ricordo di aver sbattuto contro qualcuno e di essermi voltato verso Harry, prima di essere colpito. -Perché l' ho visto in faccia.-
-Stai scherzando?- si alza in piedi di scatto, come se fosse pronto ad aggredire qualcuno.
-No, ma... non ricordo niente.- ammetto, perché è la verità. Ricordo poco o niente di prima o dopo la botta, però ricordo perfettamente una cosa: -E comunque, anche se sembrava il contrario, ero cosciente mentre cercavi di salvarmi. Ti ho visto, ti ho sentito. Leggevo preoccupazione nei tuoi occhi, Harry, ma anche passione in ciò che facevi. Mi hai mentito. La medicina è il tuo campo migliore. Puoi salvare delle persone e star meglio con te stesso, allo stesso tempo.- lo fisso con delusione, perché ancora non riesco a credere al fatto che abbia scelto la fama al posto di salvare delle vite.
Harry non si muove. Mi fissa come se fossi un mobilio qualsiasi, senza sentimenti. Poi, apre la bocca: -Ho saputo che ti sei rimesso con la tua fidanzata.-
Che diavolo...? E lui come accidenti fa a saperlo?
-Perché ho dei doveri nei suoi confronti: è incinta.- con questa frase, lo sfido. Mi aspetto di tutto: urla, negazione, rabbia, persino delusione da parte sua. Ma non mi aspetto la sua freddezza. Resta immobile, così com'è, e si alza in piedi solo dopo un po'. Si avvicina ad un pulsante e lo preme. Subito mi sento ancora più insonnolito. -Dorma, Mr. Tomlinson.- soffia lieve, allontanandosi da me e camminando verso la porta. Ha incassato il colpo, ma di certo sarà l' unica volta. Dentro di me, so che questo è, di nuovo, solo l' inizio.
Vuoi una battaglia, Mr. Bastardo? Eccoti una guerra.
Lui l' ha iniziata, ma sarò io a finirla.
Prima che la mia vista si annebbi del tutto, vedo la sua figura uscire e la domanda che mi sta facendo andare fuori di testa riparte a tormentarmi, sempre più insistente: chi cazzo mi ha mandato in ospedale?
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One Hundred's Trilogy
Fanfiction🔴🔞 Raccolta della One Hundred's Trilogy: • One Hundred Kinds of Styles. • One Thousand Tears of Styles. • One Million Kisses of Styles. @uncoverdlouis: "È una morte lenta, bellissima e dolorosa questa fanfiction". @_ilary-: "La sto rileggendo. Non...