Capitolo sessanta

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Alice.

Ivy si era allontanata parecchio, tanto che mi costrinsi a chiedere informazioni.
Mi avvicinai a due signore di mezz'età che chiacchieravano sedute su un muretto imbrattato.
Le due donne mi guardarono con circospezione e quando le chiamai, si guardarono in torno per capire se ce l'avessi con loro.

«Avete visto una bambina, biondina, più o meno alta così»

Con la mano gli mostrai l'altezza di Ivy, che mi arrivava poco più sotto del bacino.

Le due donne negarono con la testa.

«Può essere andata di la, qui non è passato nessuno»

Disse una di loro, indicando l'altra parte dell'incrocio. Le ringrazia e corsi via.

Erano da circa venti minuti che la stavo cercando, i ragazzi mi avevano persa di vista lungo il tragitto.

Notai un bar, dove ad un tavolo esterno, vi erano un gruppo di signori, che sembravano essere più dei malviventi.

Da iniziare dagli abiti consumati e dalle barbe lunghe e trascurate.
Mi irrigidì e abbassai lo sguardo, pregai che mi ignorassero, trattenni il respiro per tutto il tempo.

Quando pensai di esserne uscita viva, eccolo lì, il fischio, che non manca mai in questi casi.

Non sono un cane.
Che cazzo ti fischi!

Li sorpassai frettolosamente e mi guardai in torno, sperando di adocchiare qualcun altro, ma nulla, c'erano solo loro e subito dopo si trovava un altro incrocio.

Dovevo rischiarmela, per forza.

Mi abbassai la felpa nel tentativo di coprire il sedere nel migliore dei modi.
Presi un profondo respiro facendomi coraggio e mi avvicinai.

Sentii i loro occhi penetrare dentro la mia carne, seppur fosse coperta dai Jeans e dalla felpa.

«Avete visto una bambina, biondina e bassa così»

Indicai l'altezza e li guardai in attesa di una risposta, ma si limitavano a ispezionarmi senza alcun contegno, mettendomi a disagio.

Ognuno di loro aveva un ghigno malizioso e mi osservavano dal basso come se fossi carne da macello.

Basta, vado a intuito.

Negarono con la testa.

«Va bene grazie»

Mi sbrigai e feci retromarcia, ma uno di loro di alzò e mi raggiunse.
Il cuore mi si fermò e sentii le gambe incredibilmente pesanti

«L'unica cosa che abbiamo visto, sei tu. Una ragazza così carina non si vede mai passare qua»

Mi costrinsi a sorridere per rimanere educata, mentre continuavo ad indietreggiare.

«Adesso però devo andare»

Indicai appena con il pollice dietro di me.
Quando l'uomo fece per afferrarmi il braccio, lo ritrassi in tempo, la gola mi si serrò e iniziai a tremare.

Mannaggia a me e che non mi sto ferma!

«Vieni bella, ti offriamo qualcosa. Cocaina, LSD, crack, che preferisci?»

«Che ti allontani prima che ti stacco le palle»

La sua voce.
Ero pietrificata e non riuscivo a parlare.
Vidi l'uomo guardarmi male e si risedette insieme a tutti gli altri, che avevano smesso di ghignare.

Mi voltai lentamente e incastrai le mie iridi scure alle sue, che andavano sul nero.
Ritornai a respirare quando trovai sia Mason che Eden dietro di me.

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