capitolo quarantasei

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Alice.

Sgranocchiavo una ciotola di cereali, mentre scorrevo su TikTok.
Ero talmente presa, che non notai la presenza di Alberth.

«Buongiorno Alice»

«Buongiorno, scusami, non ti ho visto»

Mi sbrigai a scusarmi, mentre mandavo giù un altro pugno di cereali.
Fissava l'orologio costoso al polso, mentre girava il caffè.

«Mamma?»

Chiesi curiosa, non vedendola scendere.
Di solito scendevano insieme per fare colazione.

«L'ho accompagnata sta mattina in ufficio.»

Lo guardai confusa per tutto il tempo .e lui se ne accorse

«Non ti ha detto niente?»

«Su cosa?»

«Oggi è il suo primo giorno, le ristrutturazioni sono finiti da circa una settimana»

Alberth è riuscito a far aprire a mamma una boutique. Sono stati giorni a cercare dipendenti che l'aiutassero e devo dire che sono riusciti a trovarli senza fare troppi colloqui.

«Si, lo sapevo, ma non sapevo che iniziasse oggi»

Rimasi delusa, perché mi sarebbe piaciuto augurarle buon lavoro almeno.

«Vuoi venire con me? Sto andando proprio lì»

accettai e corsi a prepararmi. Indossai una felpa con dei leggings. Pettinai al volo i capelli e corsi via.

Non volevo far aspettare troppo Alberth.
Uscii di casa e lo trovai nella sua Lamborghini Sian.

«Pronta?»

Chiese mettendo in moto.
Annuii e partimmo.

L'iniziò del viaggio lo trascorremmo in silenzio.

«Ti stai trovando bene, vedo»

Fu lui a parlare per primo. Lo guardai mentre era impegnato a guidare.

«Si. Non pensavo, sono sincera»

Risi e lui mi seguii

«Vedo anche con i ragazzi. Sono rimasto sorpreso sai? Non sono molto amichevoli, ma a te, ti hanno presa tanto a cuore»

Non riuscì a trattenere un sorriso.
Mi ci ero affezionata ormai, e questo sorprendeva anche me.

«mi aspettavo di peggio. . . »

Lasciai la frase in sospeso e lui se ne accorse

«Grazie per quello che stai facendo per mamma. Ne ha davvero bisogno; non pensavo che qualcuno sarebbe riuscito a riportarle il sorriso che aveva perso ormai da anni»

Mi rattristì per le mie stesse parole. Parlando della felicità di mamma, faceva sempre male.
Posai lo sguardo su di lui, che se ne stava pensieroso

«Forse io non riuscirò mai a tappare quel vuoto che ha lasciato tuo padre. Ma ci voglio provare. So quanto avete sofferto. . . so quanto tu hai sofferto, Dana me lo ha sempre detto; all'inizio non parlava d'altro.»

Sorrisi a quelle parole

«Sei cambiata molto anche tu, non solo tua madre. Sei rinata Alice; e insieme a te, sono rinati pure i ragazzi; soprattutto Swami»

Già. . . Swami.

«Come sta?»

Chiesi interrompendolo.

Sospirò cambiando marcia

«A pezzi. Sto pensando di affidarla ad un professionista»

si, credo sia l'unico modo, a finché si possa risvegliare dal trauma.

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