capitolo trenta

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Alice.

«Parla.», mi intimò Noah, affiancando il fratello, che non esitava a spostarsi.

Forse abbiamo sbagliato a prendere in considerazione loro due...

«Chi cazzo è questo? Rispondi!». La voce forte e il tono acido di Noah mi fecero sussultare.
Scattai con lo sguardo sulla sua figura, aveva le vene del collo ingrossate e i pugni serrati. Era incazzato da morire.

«Noah, aspet... »
«Parla!», fece per scansare Mason, ma con mia grande sorpresa, non si mosse di un centimetro e lo lacerò con un occhiata.
Noah avanzò verso di me, istintivamente mi allontanai di lato, nel tentativo di allontanarlo. Ma il braccio di Mason, ancora aggrappato alla penisola, mi bloccò.

Cercai di calmarlo, ma non ne volle proprio sapere.
Me ne pentii amaramente di aver aperto il discorso.
Stava andando tutto a rotoli e per poco anche il rapporto con Swami.

Noah si faceva sempre più vicino, ma venne fermato dal corvino, che lasciò la presa sul bancone e si agganciò al petto del fratello, che non gli permise di fare un altro passo.

I due si scambiarono un lungo sguardo e Noah, prima mi guardò e dopo sospirò, allontanandosi.

«Quindi?» sospirò Mason, che sembrava il più lucido. Spense la sigaretta quasi finita e la buttò sul cestino che si trovava al nostro fianco.

La sua vicinanza, mi metteva agitazione.

«Si chiama Jason...»

I due si scambiarono nuovamente un lungo sguardo e Noah trattenne il respiro

«Cognome?», assottigliò lo sguardo quest'ultimo

«... Jenner». La mia risposta li fece sbarrare gli occhi.

«Merda.», ringhio con voce ferma Mason. Si allontanò da me e si andò a sedere, affiancando Noah.

Qualcosa mi fece intuire che lo conoscevano.

«Voi non avete idea di cosa avete rischiato», prese a parlare Noah incenerendomi con lo sguardo.
Mi accigliai cercando di capirci qualcosa

«Come? Perché?»

«È il fratello di Mike, nonché cugino di Ethan. Ti è più chiaro adesso?»

Mi paralizzai a quella notizia. E ora che ci pensavo, gli somigliava e parecchio pure.

Come ho fatto a non accorgermene?

«State scherzando spero», la voce mi uscì debole e dovetti schiarirla.

«No, per niente. Vado a parlare con lei»
Noah andò spedito verso la porta, ma lo fermai

«Non c'è. È uscita»

«Con lui?»

Negai con la testa

«No, è andata a fare i compiti a casa di un'amica. Almeno così mi ha detto»

Mason mi rivenne incontro e mi scrutò attentamente

«Giura.»

Alzai un sopracciglio sorpresa

«A che servirebbe mentirvi se già vi ho detto tutto?»
«Non ha tutti i torti»

Lo so.
___

Abbandonammo tutti e tre la cucina, sotto lo sguardo interrogativo di Perla, che ci stava aspettando dietro alla porta.
Entrambe ce ne andammo nella camera di Arianne, che se l'era fatta sua. Trucchi, profumi e tacchi a spillo sparsi ovunque.

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