capitolo trentasei

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Alice.

«Sei sicura tesoro? Per noi potevi pure rimanere qui»

Arianne, aveva dato la notizia a mamma, che da li a pochi giorni se ne sarebbe andata, perché aveva affittato una casa qui vicino.

«Grazie Dana, ma lo sai come sono. Ho bisogno dei miei spazi»

Rise e mamma la seguii

«Sì, lo so»
___

Dopo quella piccola conversazione, io e Arianne, ce ne andammo in giardino per farci un bagno in piscina.
Oggi faceva particolarmente caldo.

Ci mettemmo il costume e mentre lei sguazzava in acqua, io mi stesi sul lettino.
Il calore del sole, mi pizzicava le cosce nude, esposte ad esso.
Ogni tanto mi travolgeva un leggero venticello, che mi rinfrescava.

Quando mi stavo per rilassare del tutto, degli schizzi freddi, mi travolsero, facendomi sussultare.
Aprii di scatto gli occhi e notai Arianne, che guardava divertita sott'acqua; dove poco dopo, riemerse Josh.

«Josh! Più delicato la prossima volta!», mi lamentai asciugandomi con un asciugamano; ma fu tutto inutile, perché a susseguirsi si tuffarono anche Noah e Liam.

Ora basta.

Mi alzai inviperita e li raggiunsi, loro riemersero, portandosi i capelli all'indietro, sprigionando tutta la loro bellezza.

«Ma vi sembra modo!?», mi portai le mani sui fianchi e li osservai dall'alto, mentre mi guardavano divertiti.
I due fratelli si scambiarono uno sguardo d'intesa. Io capii al volo e indietreggiai; i loro schizzi mi travolsero, gli diedi le spalle rabbrividendo.

Venni afferrata per le spalle, alzai la testa e vidi che si trattava di Mason che mi teneva ferma.

Il corvino guardò divertito i fratelli.
Poi successe tutto troppo velocemente. Mi sollevò come un sacco di patate.
Gridai e iniziai a dimenarmi, colpendogli la schiena e scalciando

«Non ci provare! Hai capito!?» lo minacciai, ma fu tutto inutile.
Mi lanciò.
Il contatto con l'acqua fu amaro e brusco.
La sua temperatura fredda, mi fece mancare il respiro e quando mi trovai sul fondale, mi diedi una spinta con i piedi per tornare in superficie.

Mi portai i capelli all'indietro e quando riaprii gli occhi, mi guardavano tutti divertiti. Compresa la mia amica, che mi venne incontro, aggrappandosi al mio collo.

«Ma io ti uccido!», la scaraventai lontano da me e raggiunsi il bordo.
Mason mi guardava con tutta la sua bellezza. Indossava solo i pantaloni della tuta e una t-shirt bianca, che risaltava il suo petto pompato.

Quando feci per schizzarlo, lui mi precedette; si lanciò superando la mia figura e ricadendo in acqua.

Non ebbi neanche il tempo per voltarmi, che venni afferrata e bloccata da dietro.
Riconobbi il braccio sinistro, tatuato di Noah.
Mi dimenai, ma era tutto inutile.

«Noah! Lasciami subito!»

Ero diventata il loro bersaglio e questo non mi piaceva per niente!

Mason risalì e prese a schizzarmi dritto in faccia. Tentai di coprirmi, ma avevo le braccia bloccate.

«Che volevi fare? Si può sapere?» rise, ripensando al gesto che avevo fatto, ancor prima che si tuffasse in acqua.
Mi pentii amaramente.

«Scusa! Ma tu hai fatto di peggio!»

Tentai di farlo ragionare, ma non ne volle proprio sapere.
Stufa, feci leva verso il basso, scivolando dalle braccia di Noah.
Mi rifugiai sott'acqua.
Aprii gli occhi e mi pietrificai quando davanti mi ritrovai...

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