capitolo quattordici

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Alice.

«Voi li conoscete vero?»

Li accusò la biondina parandosi difronte al fratello.

Noah si mise sull'attenti, sorpreso dalla reazione della sorella

«Non lo so se li conosciamo, non iniziare ad accusarci»

si difese Noah alzando le mani in segno di resa.

Poi come una lampadina, qualcosa mi si accese nella mente e iniziai a ricordare un piccolo particolare.

Quella sera, quando sono venuti quei due ragazzi e hanno detto che la famiglia Morgan deve dei soldi a qualcuno e che avevano paura che se la sarebbero presa con Swami... beh... credo che stia già succedendo.

«Ma poi, che ci facevate con la macchina di Mason», chiese Liam, e in quel momento mi sentii chiamata in causa

«Ehm... Era l'unica macchina disponibile e nella situazione dove si trovava Swami, non potevo aspettare che qualcuno di voi tornasse», mi giustificai senza troppi giri di parole.

Se mi avrebbero capito, bene; altrimenti mi andava bene comunque, non mi interessava

«Mm... va bene, alla fine era una situazione di emergenza»

Mi capii Josh.

Quando pensai che la conversazione fosse finita lì, feci per andarmene in camera, ma sempre Josh mi afferrò per il braccio, così da fermarmi.

Lo guardai confusa, non capendo il suo gesto

«Questa però sappi che è la prima e ultima volta che prendi la macchina di uno di noi senza il nostro permesso»

Ma sul serio?

Non potevo crederci, non solo avevo"salvato" Swami, rischiando di investire qualcuno, ma ora mi facevano anche il terzo grado

«Ma Josh! Lascia subito il braccio di Alice», intervenne Swami raggiungendoci; con le sue pozze azzurre puntò amaramente suo fratello.

Il mio nervosismo mi stava salendo al cervello, così mi dimenai bruscamente dalla presa di Josh

«Lascia stare Swami, tanto qualsiasi cosa faccio a loro non va bene. Non si sono neanche preoccupati del perché avessi la macchina di Mason.
Per loro l'avevo presa giusto per farmi un giro»

dissi tutto ad un fiato. Sentivo il fumo uscirmi dalle orecchie.

Con l'indice li indicai un ad uno

«Sappiate che se pensate questo, vuol dire che di me non avete capito proprio niente!»

La mia voce la sentivo rimbombare nelle mie stesse orecchie.

«Non so quanto vi possa interessare, ma la macchina che la stava seguendo era una Suv nera opaca!»

Liam fece per intervenire, ma la porta d'ingresso si aprii, rivelando le figure di Alberth e mia madre; che vestiti di tutto punto fecero il loro ingresso mano nella mano.

Appena videro la situazione che circondava me e i ragazzi, si allarmarono.

Mia madre si staccò da Alberth e a passo veloce ci raggiunse

«Ma che succede qui?»

Chiese severamente puntandomi pericolosamente con lo sguardo.
Dopo pochi secondi la raggiunse anche Alberth, che invece fulminò i figli.

«Che senso ha dirti che è successo, tanto...»
, mi interruppi posando lo sguardo su ognuno di loro, poi proseguii

«Tanto l'unica che sa sempre meno, sono io».
Tirai la frecciatina a mia madre, colpendola in pieno; infatti scattò sull'attenti e si paralizzò sul posto.

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