Capitolo settantaquattro

4.7K 123 53
                                    

Alice.

Sentii la sua mano sfiorami la spalla... la cicatrice.
Strinsi gli occhi pregando che non lo facesse.

«Ti ho svegliata?» lo sentii sussurrare.
La sua voce non risultava roca, ciò stava a significare che era sveglio già da un po'.

Aprii lentamente gli occhi, alzai il viso per guardarlo.
Non aveva i segni del sonno. Guardai fuori alla finestra e vidi l'alba.

«Sì» mentii. Non avevo dormito tutta la notte.

Quello psicopatico aveva ripreso a torturarmi la mente.

Si alzò facendomi ricadere sul materasso caldo.
Lo osservai mentre raggiunse i vestiti che aveva lasciato sulla sedia.

«Che ore sono?» domandai stropicciandomi gli occhi nel tentativo di scacciare via il sonno.
«05:00» rispose mentre si vestiva.

«Vai all'università?» domandai curiosa.

Annuì e lo vidi scavare qualcosa nell'armadio, estrasse un mazzo di soldi e se li mise in tasca.

«Devo prima passare da Ethan però» sospirò.
Sentii il cuore arrivarmi in gola.

Ero convinta che fosse lui, non c'erano altre spiegazioni.

«Va bene, fai attenzione... ultimamente lo abbiamo fatto arrabbiare»
Non mi vedeva, ma da sotto alla coperta mi stavo torturando le unghie nervosamente.

Non doveva accorgersi del mio nervosismo.

Ieri sera mi era arrivato l'ennesimo biglietto.
Era stato lasciato sotto al sedile della macchina di Ian.
Quando sbarrai gli occhi, mi resi conto troppo tardi che Mason mi stava fissando, così decisi di portare la sua attenzione su Backy che flirtava con  Noah.

Poi mi affrettai a prenderlo e neanche lo lessi.
Ce lo avevo ancora in borsa, non volevo leggerlo ma dovevo.
___

«Ma chi é il genio?», grido Josh dalla cucina.
Io e Swami lo raggiungemmo e lo trovammo con il barattolo di marmellata tra le mani; era vuoto.

«Di che parli?» chiese la sorella andando a prendere del succo di frutta da dentro al frigo.

«Qualcuno ha messo il barattolo vuoto nella credenza. Sono stato illuso, ero convinto che ci fosse» piagnucolò e mi sentii terribilmente in colpa.

Ieri mia madre mi aveva distratta e senza accorgermene avevo risposto il barattolo vuoto.
«Scusami, sono stata io» ammisi mordendomi la lingua, colpevole.

Strinse le labbra, forse per trattenere gli insulti.

«Vestiti» mi ordinò ed io strabuzzai gli occhi

«Eh?» chiesi confusa
«Andiamo a comprare la marmellata. Guidi tu?» fece tutto lui, mi lanciò le chiavi dell'auto che agguantai al volo e rimasi per secondi interdetta.

Non può andarci da solo?

Lasciai perdere e mi andai a cambiare.
Indossai una tuta, nulla di complicato o di eccentrico, solo una tuta grigia.

Legai i capelli in una coda alta e raggiunsi Josh.
Entrammo nella Maserati e mi misi al volante

«Ti avviso solo di una cosa»
Spostai lo sguardo dal tachimetro a lui
«cosa?»
«Voglio vivere.»
«Okay, alla prima curva vado dritta» ironizzai facendolo sbiancare.
___

Lui mi fece da navigatore fino a destinazione.
___

«Quella alle mele!»
«Non se ne parla. Quella alle ciliegie é più buona» prendemmo a battibeccare davanti a tutti e senza alcun contegno.

Il principio di tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora