Alice.
Mi svegliai quando sentii Mason che si muoveva sotto di me.
Aprii appena gli occhi quando prese a lamentarsi.
Sollevai la testa dal suo petto e lo trovai che si agitava nel sonno; una gran parte di sudore gli ricopriva la fronte.
Non mi mossi da sopra di lui e presi ad accarezzargli la guancia ruvida con la speranza che si calmasse.
«Dio...» lo sentii stringere i denti e la sua espressione si contorse sofferente.
Mi misi a sedere, gli presi il polso e lo spinsi contro di me.
Mi ricadde sul petto e cercai di calmarlo
«Ci sono io... shh» sussurrai poggiando la guancia sulla sua testa.
Mi strinse la maglia nel pugno; essa si era alzata arrotolandosi sulla mia vita.
Gli alzai appena il viso, il giusto per poterlo baciare.
Le mie labbra si incastrarono alle sue e sperai che si potesse calmare. Continuavo ad accarezzarlo e sentii il suo petto alzarsi e abbassarsi lentamente, segno che stava funzionando.
Mi strinse a lui facendo passare entrambe le braccia sotto alla mia schiena e circondandomi la vita.
Mi sentivo stranamente debole e pensai fosse per via della pioggia della sera precedente.
Puntai lo sguardo alla sveglia e lessi che erano le 06:03. Tra poche ore mi sarei dovuta alzare per accompagnare Swami a scuola.
Dovevo parlare con Eden.
Mi allungai verso il comodino, dove c'era abbandonato il cellulare di Mason.
Lo presi, facendo attenzione a non svegliarlo.
Andai sul registro delle chiamate e nello scorrere i contatti, lessi il nome di Debora; era una delle ultime chiamate fatte.
Sentii lo stomaco attorcigliarsi quando risalivano a ieri sera.
Sotto il suo contatto, c'era il mio e c'erano otto chiamate mai effettuate.
Lasciai perdere e continuai a cercare il nome di Eden. Quando lo trovai, scattai una foto con il mio cellulare e riposi tutto dove lo avevo preso.
Sussultai quando alzò il viso e mi puntò i suoi occhi chiari.
Mi paralizzai con la mano a mezz'aria, con ancora il suo cellulare tra le mani.
«Che combini?» mi domandò con voce roca.
Mi sbrigai a posare tutto per poi riportare la mano su di lui, per racchiuderlo tra le mie braccia
«Nulla. Volevo leggere l'orario» mentii... ormai lo facevo sempre di più.
Annuì, forse troppo stanco per concentrarsi su altro.«Stavi sognando?» la voce mi calò e dovetti schiarirla.
Annuì semplicemente e si soffermò a guardare una parte della stanza.
Sì accigliò appena ed io insieme a lui«Da quando hai un portagioie?», scattai con lo sguardo sulla mia postazione trucco; dove si trovava un portagioie di cristallo
«Non lo so...» un sussurro mi abbandonò le labbra.
Quel portagioie non era mio e non sapevo neanche chi ce lo avesse messo.
Era la prima volta che lo vedevo.
Considerandolo un elemento non rilevante, scrollò le spalle e mi dedicò la sua attenzione.
No sapevo come, ma ora mi trovavo sotto di lui che si era fatto spazio tra le mie gambe.
Aveva la guancia poggiata sul mio stomaco e il busto appoggiava sulla mia intimità, ancora nuda e scoperta dalla maglia alzata.
Non ci badai perché in quel momento ero troppo presa dalle sue iridi che mi tenevano incollata al suo sguardo.«Che stavi sognando?» domandai in un sussurro, visto che nessuno dei due parlava.
Fece spallucce e scostò lo sguardo alle mie spalle, guardando un punto non preciso.«Quello che ormai sogno da sei anni» parlava più a se stesso che a me.
Cercai di distaccarlo da quel pensiero e gli presi il viso tra le mani.
Mi allungai in avanti per raggiungerlo e mi affrettai a baciarlo come se fossi in astinenza.
Lo intensificò afferrandomi per la maglia. Allacciai le cosce intorno a lui e lo spinsi contro di meInserì le mani sotto alla mia maglia e prese a percorrere ogni centimetro della mia pelle calda. Mi catturò un seno e lo strinse appena.
Le nostre lingue si frustavano a vicenda e in un attimo la stanza si riempii di gemiti e ansimi piacevoli e sussurrati.Ci limitavamo a non fare altro, ma ogni nostro bacio valeva come il miglior rapporto sessuale che potessimo avere.
Mi afferrò per i fianchi e li percorse a mani aperte e con una foga da mandarmi fuori di testa.
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Il principio di tutto
ChickLitChe succederebbe se una ragazza che non sa tenere a freno la lingua, si ritrova a vivere con un ragazzo che invece gliela vorrebbe tagliare? Alice ha sempre vissuto con la mamma in California, per la precisione a San Diego; seppur tutta la sua famig...