capitolo cinquantacinque

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Alice.

Ci eravamo baciati.
Le sue labbra mi avevano presa con una tale passione da farmi ribaltare il cuore.
Sembrava come se lo stavamo aspettando da tutta la vita, come se senza potessimo morire. In quel momento ci serviva ossigeno e l'unico modo per averlo era affondare uno nelle labbra dell'altra.

«Ragazze, teneteli d'occhio»

Ci salutò mamma dando un bacio prima a me e poi a Swami.
Entrambe annuimmo divertite, mentre la vedemmo entrare in macchina.
Josh e Alberth finirono di caricare i bagagli, poi quest'ultimo si mise accanto a mia mamma.

«Divertitevi!»

Gridai agitando in alto la mano per salutarli, mentre uscivano dal cancello

«Si, ma non troppo!»

Scattai con lo sguardo su Josh

«No dai, non credo che. . . »

No, non voglio neanche immaginarli.

«Secondo te giocano a carte stando da soli? Io non voglio un altro fratello rompicoglioni. Siamo già in troppi qui»

Fece spallucce e rientrò in casa. Swami aveva ascoltato ed ora era rossa. La indicai con l'indice per rimproverarla

«No eh. Non apriamo l'argomento. E imbarazzate se ci penso»

Detto ciò entrai in casa e lei mi seguii.
Mi fermai quando trovai Noah appiccato sul lampadario che cercava di montare una lampadina multicolori

«Che combini?»

Chiesi raggiungendolo

«Non metterti sotto, che se mi cade ci rimani»

Indietreggiai di scatto, mentre fissavo il lampadario che si agitava ad ogni minimo tocco di Noah.

«Stasera Liam ha organizzato una festa. Quindi, vai a vedere se Mason e Liam hanno trovato la postazione da DJ in cantina»

Abbiamo una cantina? Da quando?

«Dove devo andare?»

Mi indicò il giardino.
Annuii e me ne andai.

Raggiunsi il retro e trovai la porta già a aperta, a susseguirsi delle scale che scendevano. Non si vedeva altro, era buio e freddo.

«Ragazzi!»

Li chiamai affacciandomi da sopra alle scale.

«Che c'è?»

Chiese Liam affannato, come se stesse facendo qualche sforzo.

«Che combinate?»

Chiesi e la mia voce rimbombò per tutto il sotterraneo. Sembrava veramente grande.

«Vieni, dacci una mano»

Disse il biondino alzando la voce.

Rimasi in silenzio osservando quella luce che andava a morire sempre di più, fino a dare vita all'oscurità.

Presi il cellulare e inserii la torcia.
Scesi con quella fra le mani.
Più scendevo e più l'umidità mi si impregnava addosso, fino a farmi sentire freddo.

«A fare cosa?»

Chiesi una volta che li raggiunsi. Liam sollevava un accumulo di scatoloni per dare possibilità a Mason di raggiungere qualcosa.

«Prendi questo»

Il corvino mi passò una serie di fili e casse per la musica. Le presi cercando in qualche modo di reggere anche la torcia.

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