capitolo cinque

5.9K 133 9
                                    

Alice.

Una volta finito di cenare aiutai mamma a sparecchiare; e mentre entrambe ci dirigevamo in cucina, mi assicurai che nessuno sentisse.
Mi avvicinai a lei che stava lavando i piatti.

«Mamma, scusa, ma gli altri?» domandai curiosa, mentre asciugavo le posate.
Nonostante avessimo cenato solo noi cinque, tutta la tavola era apparecchiata, come se dovesse venire qualcun altro.

«Tesoro, vedi... i ragazzi sono un po' particolari». La lasciai continuare osservandola confusa.

«A volte ci sono e avvolte no, dipende»
«E ad Alberth va bene questa cosa?», domandai ovvia.

Se io facessi come loro, mia madre mi appiccherebbe al lampadario.

«Penso che lui ormai si deve essere rassegnato, poi non è facile gestirli tutti»

Ripose asciugandosi le mani bagnate.

«Ora tesoro, scusami, mi vado a preparare», mi accarezzò la guancia e uscì salendo le scale.

Doveva uscire con Alberth, non so per l'esattezza dove.

Uscì dalla cucina e feci per andare in camera, ma appena salì il primo scalino, sentii la porta d'ingresso aprirsi.
Posai lo sguardo su di essa e tre ragazzi irruppero senza la minima delicatezza, perché uno di loro, andò a sbattere contro lo stipite della porta, creando così un tonfo; gli altri due scoppiarono a ridere insultandolo per la goffaggine.
Uno di loro era Josh.

Li ignorai e continuai a salire le scale, ma non appena quest'ultimo mi vide, non fece a meno di farmelo notare.

«Ciao sorellina!», mi salutò con voce acuta; obbligandomi a fermarmi.

NON SONO TUA SORELLA.

Posai l'attenzione su gli altri due, che si guardavano divertiti.
Li scrutai con attenzione.
Uno di loro era alto quanto Josh, il metro e novanta lo toccavano sicuro; aveva una chioma riccia e bionda che gli ricopriva la fronte; due iridi azzurre, talmente chiare da sembrare due lastre di ghiaccio, subito mi fecero pensare a quelle di Swami.
Le spalle larghe mi ricordavano quelle di Alberth.

Rimasi quasi incantata dalla bellezza; erano tutti bellissimi, ma lui superava le aspettative di tutti.

«Lui è Liam, il più piccolo della cucciolata», ironizzò Josh; Liam gli tirò un pugno sulla spalla e Josh scoppiò a ridere, ma subito dopo rise anche lui e notai una pallina bianca sulla lingua, capii che si trattava di un piercing.

«Coglione, Swami dove la lasci!?», urlò come offeso.
Ma poi si ricompose e mi fronteggio con postura galante; rimasi paralizzata quando mi prese la mano e baciò il suo dorso.

Cercai di non arrossire e presi la cosa sul ridere.

«Benvenuta in famiglia, Alice», non mi passò inosservato come pronunciò il mio nome: lentamente e attentamente.
Il che mi fece vacillare nuovamente.

«Piacere mio, Liam»

ripetetti il suo stesso tono, senza emettere alcuna esitazione nel guardarlo dritto negli occhi.
Dopodiché si allontanò indietreggiando per dare posto all'altro fratello.

«Piacere, Noah. Scusalo é un ragazzo speciale», si presentò quest'ultimo porgendomi la mano e offendendo il fratello minore.
Ricambiai la stretta con aria divertita.
Il suo tono pacato mi fece diminuire la tensione psichica e fisica che fino a poco fa avevo trattenuto con il fratello.

Lo osservai attentamente: nel suo corpo, sguizzavano muscoli ovunque, le spalle larghe e muscolose erano il triplo delle mie, nel pormi la mano, notai l'intera mano tatuata, è la mia immaginazione non ci mise molto a capire che quel tatuaggio proseguiva per tutto il braccio.
Invece l'altra mano risultava pulita e notai che sorreggeva un casco integrale nero.
Avevano tutti delle labbra carnose, ma nelle sue si accennava di più l'arco di cupido, lo stesso di Swami, ed erano di un colorito roseo.
Al naso invece aveva un nostril nero che faceva sembrare la sua figura più tenebrosa.
Un altro piercing nero perforava il suo sopracciglio destro
Le sue iridi erano azzurre con delle sfumature blu e risultavano ancora di più grazie ai folti capelli neri, pettinati all'indietro in modo disordinato.

«Quanti anni hai?», chiese curioso Liam, facendosi spazio tra me e suo fratello.

«venti, voi?»

«io ventidue», si indicò,
poi indicò Josh

«lui ventitré» ed in fine indicò Noah

«e venticinque»

«Sembrate più grandi» ammisi scrutandoli uno ad uno, poi mi soffermai a Liam.

«Tu invece sembri più piccolo»

Noah e Josh scoppiarono a ridere, invece Liam si imbroncio, ricordandomi un bambino.

«Ecco, ora ancora di più» scoppiai a ridere.

Josh gli incastrò la testa sotto il suo braccio e gli arruffò i capelli con aria divertita

«Lo vedi Liam, pure lei dice che sei il più piccolo»

Ma io dico una cosa e loro capiscono tutt'altro!?

«Non ho detto che è il più piccolo, ho detto che SEMBRA. E piano che lo soffochi!».
Andai nel panico quando vidi che Liam cambiò colore del viso e che si dimenava dalla presa del fratello.
Josh fece il finto preoccupato, si allontanò dal fratellino.

«Oddio! Tutto bene Liam? Respira, su!», lo incitò dandogli vari colpi alla schiena. Liam scappò dalle sue grinfie e corse al mio fianco.

«Mio dio! Stavo morendo; io con voi ci rimetto la pelle!», iniziò a fare il drammatico controllandosi i battiti del cuore toccandosi il collo.

«Che esagerato!»

Li lasciai ai loro battibecchi e mi concentrai su Noah che sembrava come se mi volesse dire qualcosa

«Mi dispiace che ti sia capitata proprio questa famiglia, con questi due soggetti», mi sussurrò senza smettere di guardare i due che ancora si stavano insultando

«Sono simpatici dai» risi lasciandogli una rapida occhiata per poi riconcentrandomi su Liam e Josh.

«comunque» dissi attirando la loro attenzione.

Mi era salito un dubbio.

«Quanti fratelli siete?», domandai preparandomi psicologicamente nel conoscere qualcun altro come loro

«cinque» rispose Josh diretto, ancora concentrato sul fratellino.

«E dov'è il quinto?».

A questa domanda vidi i tre vacillare e nella stanza per vari secondi calò in silenzio.

«In vacanza», ripose Liam interrompendo Josh che stava per dire qualcosa.

«In vacanza?», domandai confusa.

Tra pochi giorni si teneva il fidanzamento di mia madre e Alberth, non era il periodo ideale per andarsene in vacanza.

«Sì, zona mare. Giusto?» Liam si rivolse a Noah che rise divertito

«Più o meno».
Non mi sfuggì la risatina che scappò a tutti.

«Spero che non sia vivace come voi, non resisto altrimenti»

«Dammi retta, ci rimpiangerai» ironizzò Josh dandomi una pacca sulla spalla come segno di supporto.
___

La conversazione finì dopo poco, ed io me ne andai in camera, presi il cellulare e come un pugno in pieno stomaco, mi ricordai degli SMS di Michael, è tra quelli ce ne erano altri due.
Presi coraggio e li lessi.

Ciao a tutte!💕
Finalmente avete conosciuto anche Noah e Liam... ne manca solo uno 🔥🖤

Il principio di tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora