capitolo novantatré

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Alice.

Mi accasciai all'altezza della lapide, cambiai il mazzo di rose che avevo messo una settimana prima.

Non arrivavo neanche a farle appassire, lui non le meritava.
Meritava quelle vive, belle e fresche.

«Saluta papà», dissi a Thomas che osservava curioso ogni mio movimento.

Tese la manina e accarezzò il suo nome.

M.M
15.04.1997/15.04.2024.

«Sono passati due anni... due anni da quando mi hai lasciata sola», sospirai prendendo in braccio il piccolino.

Due anni da quando ho smesso di vivere.

«Ad oggi posso dire che mi sto riprendendo e sto rivedendo quel piccolo spiraglio di luce che mi serviva per andare avanti.»

Posai lo sguardo su mio figlio che giocava con i miei capelli.

Gli sorrisi e lui ricambiò.
Sulle guance paffute gli si formarono due fossette.

Uguali a quelle del papà.

«Tra le braccia ho nostro figlio. Lo sai? Anche lui ama le ciliegie, ne va pazzo.»

«Ha i tuoi stessi occhi e lo stesso cenno all'arco di cupido. I miei stessi capelli e il mio naso. Siamo ancora perfetti sul suo viso.» sospirai cercando di trattenere le lacrime.

«Non ho ancora accettato la tua assenza. Nessuno l'ha fatto. Ci manchi da morire»

«Quando ci siamo conosciuti non era uno dei migliori periodi per me. Ad oggi posso dirti di essere felice, ma senza di te non è lo stesso. Porto sempre il bracciale di tua mamma e nostro figlio lo ama, ci gioca sempre.»

Inclinai la testa a destra e osservai il suo nome inciso nella targhetta.
Thomas mi diede un bacio sulla guancia e mi strinse le braccia al collo.

«C'è una parte di me che è morta con te. Siamo andati tutti avanti ma ognuno di noi ha un posto nel cuore riservato solo a te»

«Se guardo nostro figlio, sono felice. Dio se lo sono. Ma poi in lui rivedo te e mi ricordo che non ci sei più...», la voce prese a tremarmi.

Presi un lungo respiro e ripresi.

«Ti amo ancora tanto Amore mio», la voce mi si spezzò e cercai ancora di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire.

Thomas mi guardò rattristito.

Non voleva che piangessi infatti quando lo facevo mi nascondevo sempre da lui.

«Sì, sono ancora una piagnucolona non cambierò mai per quanto riguarda questo aspetto... Non me la cavo bene senza di te. Crescere Thomas è complicato. Ho molte cose da fare, ma cerco sempre di ritagliarmi una piccola parte di giornata da dedicare solo a lui».

Mi sedetti sul gradino in pietra e feci sedere Thomas sulle mie gambe.

Mi sedetti sul gradino in pietra e feci sedere Thomas sulle mie gambe

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