Capitolo quindici

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Alice.
4 settembre 2023
Lunedì

«Mai più un appuntamento del genere! Da oggi in poi esco solo con persone che hanno studiato il galateo e il bon ton».

Risi alle sclerate continue di Arianne, che mi stava raccontando dell'appuntamento con il famoso barista.
Io nel frattempo mi stavo preparando un caffè, con rigorosamente tre bustine di zucchero.
Di solito non ero una a cui piaceva bere il caffè, ma per affrontare in particolare quella giornata mi serviva.
Mamma si era presa questo giorno libero solo per aiutarmi a scegliere il vestito per il fidanzamento e per il matrimonio.
Secondo lei un semplice top e una gonna che possedevo già, non erano all'altezza dell'evento.

Tralasciando il fatto che non ci parliamo da due giorni, anzi sono io che non le parlo; lei fa finta di niente.

«Ma hai capito la gravità della situazione?!».

La mia amica continuava a lamentarsi mentre girovagava per la camera per sistemarla.

«Quindi è un no?», chiesi divertita, mentre soffiavo sulla tazzina fumeggiante.

«Assolutamente no!»
«Ha sbagliato tutto dall'inizio. Perché non riesco a trovarne uno normale?!»

Ah tu?

«Finirò zitella e gattara, sicuro»

«Ma perché, è andata cosi male?»

«Male? È stata un disastro. Per prima cosa mi è venuto a prendere in ritardo, durante il viaggio una ruota ci ha abbandonato.
E con il mio vestitino bello, pulito ed elegante, mi sono dovuta mettere a passargli tutti gli attrezzi.
Lui si è messo a cambiare la ruota e si è sporcato le mani  e circa mezz'ora dopo, ne siamo usciti vivi.»

«E allora quale è il problema?»

«Il problema è che poi mi era venuta fame e ho aperto un pacchetto di patatine, mi ha chiesto se gliene potevo dare due e stavo per farlo, ma lui mi ha preceduto, mettendo le sue manacce luride all'interno del pacchetto. Inutile dire che non ho mangiato più. Ma questo dove la metto!» sclerò.

Stava litigando con una pelliccia e non sapeva dove metterla, visto che nell'armadio non c'entrava.

«Buongiorno», la voce impastata dal sonno di Swami, risuonò in cucina.
Alzai lo sguardo per auguragli il buongiorno e la trovai che si stava sfregando gli occhi ancora mezza addormentata.
I ricci erano tutti arruffati e il suo pigiama con le farfalle lilla era coperto da una vestaglia in pile con le stelle, anch'esse lilla.

«Buongiorno», sogghignai per le sue condizioni.
Dopodiché, venne da me e si sporse, così che le potetti dare un bacio sulla guancia e lei ricambiò con uno alla testa.

«Ciao ricciolina», la salutò Arianne dal cellulare

«Buongiorno bionda» ricambiò il saluto poi andò a farsi un cappuccino.

«Hai ripassato quello che abbiamo studiato ieri?», le chiesi osservandola oltre la mia spalla.

Ieri siamo state tutto il pomeriggio a studiare storia e dovevo dire che era davvero molto brava.

«Ripasso in macchina, tanto credo di ricordare tutto».

Annuii e ripresi a chiacchierare con Arianne.
___

Swami era appena uscita di casa per andare a scuola, aveva detto che la passava a prendere un amico.

Io invece mi trovavo in camera e mi stavo vestendo.
Indossai un top a mezze maniche, semplice, bianco e per i pantaloni optai per un paio di jeans neri.

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