capitolo sessantotto

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Alice.

«Sul serio? Tu e mio fratello?» sospirò a limite della sopportazione Swami.

Entrai in camera sua, per vedere se stava dormendo.
Invece se ne stava solo sul letto con il cellulare tra le mani.

Mi avvicinai e mi andai a sedere accanto a lei.

«È complicato...» tentai di dire qualcosa, ma la sua mano non me lo permise.
Si alzò per interrompermi

«Con tutti problemi che ho ultimamente, questo posso sopportarlo», mi sembrò di sentire un accenno di dolcezza nelle sue parole.
Sentii il cuore farsi più leggero

«Non so dirti cosa siamo... ma non riesco a stargli lontana» ammisi stendendomi al suo fianco.
Non rispose e ruotò con il fianco nella mia direzione, incastrò la mano sotto al cuscino e mi osservò.
Incastrò le sue iridi azzurre nelle mie

«Grazie per oggi» sfoderò un piccolo sorriso. Le tirai un buffò simpatico sulla fronte

«Hai finito di metterti nei casini? Quando troverai pace?» risi e lei mi seguì.
Senza preavviso mi arrivò una cuscinata in faccia. Rimasi per qualche secondo per perplessa; poi mi alzai, afferrando il mio cuscino e lanciandoglielo in pieno viso.

Venimmo interrotti dalla porta che si aprì.

Josh fece il suo ingresso, seguito da Liam; entrambi si bloccarono quando ci videro pronte ad attaccarci.

«Che combinate?», domandò Josh sconcertato. Swami mi si parò davanti, alzandosi anche lei e rimanendo in equilibrio sul materasso.
Fece per rispondere al fratello, ed io colsi l'occasione per prenderle il cuscino dalle mani. Li sorressi tutti e due e mi rimisi stesa sul letto, sotto al suo sguardo stizzito.

Arresa si mise al mio fianco e i due fratelli ci raggiunsero.

«Fammi posto» mi disse Josh.
Mi scansai, stringendomi a Swami, che ora si trovava accucciolata sul petto di Liam.
Josh vece passare un braccio dietro al mio collo, in modo da farci centrare tutti e quattro. Il letto di Swami era una piazza e mezza, quindi era automaticamente più stretto.

«Ali, devo fare i compiti, mi aiuti?», mi chiese la biondina dolcemente.
«Certo...»
«No. È meglio che non vai a scuola questi giorni» mi interruppe Josh.
Entrambe saettammo con lo sguardo su di lui

«Ma a me piace la scuola, perché non posso andarci?» nel tono di Swami si sentii un accenno di tristezza.

Josh aveva ragione, Ethan era più agguerrito che mai; ed era pronto a colpirci in qualsiasi modo possibile.

«Lo so, ma è meglio così. Io e i ragazzi dobbiamo vedere come dare tutti i soldi a Carlos. Non possiamo impiantarci fuori alla tua scuola nell'attesa che tu esca. Dobbiamo tenerti d'occhio» Josh non fece in tempo a finire, che Swami si alzò contrariata.

«Io non smetterò di vivere solo per paura di essere rapita da un pazzo. Fatevene una ragione. Io vado a fare i compiti» detto ciò se ne andò sbattendo la porta.
Mi misi a sedere con le gambe incrociate, al centro del letto, mentre i due fratelli non si smossero dalla loro posizione.

Si rivolsero uno sguardo esterrefatto

«Cristo quanto è testarda» sbuffò Liam.
La nostra attenzione fu attratta da gli altri due fratelli che entrarono.

«Che è successo?» domandò Noah puntando i suoi occhi chiari su noi tre. Non mi resi conto ma dal nervoso avevo preso a mordermi le labbra e le unghie.
Era una situazione veramente complicata e ci stava mettendo alla prova duramente.

Swami non aveva tutti i torti, era ancora piccola e meritava di vivere come tutte le ragazze della sua età

Lì sentii parlare ma non mi applicai, troppo presa dai miei pensieri.

Ultimamente i problemi ci stavano travolgendo e in più si erano aggiunti anche quei bigliettini.
Sentii il cuore farsi pesante e cercai di concentrarmi nuovamente per capire il loro significato.

Che cavolo significano quelle lettere e quei numeri?

Sussultai quando sentii i qualcuno toccarmi i capelli, strappandomi amaramente dai miei pensieri.
Alzai lo sguardo e trovai quello di Noah, che nel frattempo si era fatto posto accanto a me e aveva notato la mia assenza dalla loro conversazione.

«Va tutto bene?» si accertò accarezzandomi affettuosamente la guancia.
Feci spallucce e mi portai le braccia al petto.

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