Capitolo 28

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SERENA'S POV
La sveglia suona, sono le 7 di mattina.  Mia mamma mi ha chiesto di passare un giorno di lavoro nella loro azienda. La cosa mi scoccia, ma decido di accontentarla almeno per una volta. Il telefono lo lascio a casa tanto sarebbe solo una distrazione.
Indosso un pantalone nero stretto e una maglietta bianca. Infilo le convers, sistemo I capelli e vado in cucina dove c è mia mamma che mi aspetta.

Una volta arrivate mi mostra l ufficio in cui dovrò restare in questa giornata. È strano essere in un ufficio tutto per me,ma sarà una bella esperienza. Mi siedo alla scrivania dove ci sono fogli con bozzetti di vestiti, penne, matite e colori. Immagino che dovrò disegnare qualche vestito,in fondo questo è il lavoro di mia madre. Lavorerei molto
volentieri a Milano, ma Riccardo Francesco e gli altri da soli non li lascio.
"Sere disegna qualche vestito" Dice mia mamma distogliendo i miei pensieri.
"Per? " Chiedo pensando a cosa le potessero servire. 
"Potrei farli vedere al signore che ieri ti ha fatto il colloquio." Dice lasciando la frase in sospeso. "Potresti avere un posto migliore se presenti qualche bozzetto." Continua facendomi venire in mente mille idee su come disegnare il vestito.
"Va bene." dico abbassando lo sguardo sul foglio che ho davanti.
"Ti lascio lavorare." Dice avvicinandosi alla porta. "Ci vediamo
dopo." Continua chiudendo la porta alle sue spalle e lasciandomi da sola
Passa una mezz ora, guardo l orario e sono le 10:30. Sento bussare la porta. Sistemo i capelli dietro le orecchie e la porta si apre. È un ragazzo che indossa dei jeans stretti e una t-shirt bianca e anfibi ai piedi. Ha l area di non essere un bravo ragazzo e non capisco cosa ci faccia qui.
"E tu chi sei?" Mormoro un po intimorita.
"Perchè ti interessa così tanto? " Dice avvicinandosi a me e chiudendo la porta. Inizio ad avere paura perciò indietreggio verso il muro.
"Lo sai che sei molto bella?" Dice con un sorriso inquietante.
Continuo a indietreggiare finendo con le spalle al muro. Il cuore inizia a battermi forte e inizio ad avere paura. Lo guardo ed è lì fermo a fissarmi mentre tremo vicino alla parete.
"Tranquilla non succederà niente." Dice avvicinandosi a me e sfiorandomi il braccio.
"Non mi toccare!" Urlo tirando il braccio indietro. "Va via ti prego " dico  lasciandomi scendere una lacrima.
Mi scosto alla mia destra per liberararmi ma lui mi ferma per il polso e mi tira a sé portando le sue ruvide labbra sul mio collo. È orribile questa sensazione. Cerco di allontanarmi ma lui mi ferma vicino al muro e inizia a baciarmi facendo salire il timore in me.  Quanto vorrei avere la forza di urlare ma non ci riesco.
"Dai solo cinque minuti " mi dice abbassando la spalla della mia maglietta facendola stracciare. 
"Mollami! " Urlo tirando su la spalla della maglietta.

FRANCESCO'S POV
Sono fuori all azienda dei genitori di Serena. Dopo ore di viaggio sono finalmente arrivato. Non vedo l ora di vederla e stare con lei. Anche se non la vedo da due giorni mi manca troppo. Ho bisogno di vederla. Entro nell edificio e all entrata trovo delle ragazze che mi si avvicinano.
"Salve le serve qualcosa? " Domanda  una di loro sorridendomi.
"Sì. Mi sapresti indicare dove si trova Serena la figlia dei proprietari? " Chiedo portando una mano dietro la testa
"In fondo a destra." Dice indicando un corridoio "L' ultima porta." Lo so che sono figo , ma non mi guardate così. Non le sopporto quando mi fissano, sopporto solo Serena.
"Grazie mille." sorrido mentre mi avvio nel corridoio.
Arrivo all ultima porta, busso ma nessuno risponde. Poggio l orecchio alla porta e sento una specie di urlo. Inizio a preoccuparmi. Non mi interessa devo sapere cosa succede lì dentro. Spalanco la porta e la scena che si apre davanti a me è tremenda. Un tizio mai visto in vita mia che tiene la mia ragazza in lacrime vicino a muro. Guardandola bene ha anche la maglietta stracciata che le lascia intravedere il seno
"Aiutami." Dice in lacrime.
Senza pensarci due volte mi fiondo su
Quel tipo e lo prendo per la maglietta.
"Non ti azzardare più a sfiorarla , nemmeno con un dito,  chiaro? " Ringhio spingendolo lontano da lei " mi hai sentito?" Dico poi stringo Serena sotto il mio braccio.
"Grazie." Dice stringendosi attorno al mio petto.
"Te ne vai?" Dico riferendomi al tipo che è ancora nella stanza.
"Sto andando." Si volta verso la porta "È bona la tua tipa." mi fa l occhiolino ed esce.
In quel momento lo avrei rincorso e picchiato, ma non voglio che Sere stia peggio.
"Amore tutto apposto? " gli chiedo stringendola a me.
"Sì per fortuna sei arrivato in tempo." sussurra lei stringendomi forte.
"Arrivo sempre al momento giusto." Ironizzo tentando di farle tornare il sorriso.
"Menomale che ci sei tu." Dice abbozzando mezzo sorriso.
"Andiamo a casa dei tuoi." Sussurro. "In queste condizioni non ti lascio " dico con baciandole la tempia
"Vado a dirlo a mia mamma " mormora lei asciugando le lacrime.
"No ci parlo io." Dico non volendo che litighi anche con la madre. Non lo sopporterebbe.
"Però non lasciarmi sola." sussurra piangendo.
"Certo che non ti lascio "le dico portando le sue braccia sulle mie spalle e stringendola dietro la schiena.
Mi è mancato stringerla a me e sentire il suo respiro sulla mia pelle. "Ti scoperei." Sussurro tentando di strapparle un sorriso.
"Prego?" Si stacca dall abbraccio e mi guarda negli occhi.
"Ti scoperei" ripeto poggiando la mia
Fronte sulla sua.
"Ti amo." Sussurra accarezzandomi dietro la testa.
"Ti amo." Mormoro mentre avvicino le labbra alle sue.
Infilo la lingua nella sua bocca, sento i brividi percorrermi tutto il corpo, se non fosse incinta andrebbe oltre un semplice bacio.
"Andiamo a casa voglio riposare " Dice staccandosi dall abbraccio  e prendendo la borsa dal tavolo.
"Andiamo" Sussurro prendendola  per mano.
Ci dirigiamo verso l'ufficio della madre e le dico di aspettare fuori e che nel frattempo avviso la madre di ciò che è successo
"Salve signora" Dico entrando timorosamente nella stanza.
"T-tu che ci fai qui?" Dice scrutandomi dalla testa ai piedi.
"Non importa ora." Mormoro "Io e sua figlia torniamo a casa." Arrivo direttamente al punto per evitare di allungare il discorso,  cosa che non voglio che succeda.
"Cosa?" Ringhia alzando il tono di voce. "Mia figlia sta La..."
"Sua figlia stava per essere violentata da uno sconosciuto e lei pensa al lavoro?" Sbotto non lasciandole completare la frase.
"Cosa?" Sussurra con espressione sconvolta in viso.
"Sì ha capito bene ora vado." Saluto ed esco raggiungendo Sere .
"Amore." Sussurra mentre siamo nel taxi dato che nessuno dei due ha una macchina qui a Milano.
"Che succede? " Domando un po preoccupato dal suo tono di voce.
"Perchè sei venuto a Milano? " Chiede stringendomi la mano.
"Non rispondevi ai messaggi e alle chiamate secondo te perché sono venuto?" Dico appoggiando la testa sulla sua.
"Come sei carino." Dice posando una mano sul mio viso e costringendomi a guardarla negli occhi. "Per il lavoro è andata bene. A breve mi assumono" Sospira creando un sorriso sulle mie labbra
"Peccato la mattina non potrò vederti." Dico ripensando alle mattinate passate con lei.
"Siamo arrivati." Annuncia l'autista del taxi.
Pago l'autista e scendiamo dalla macchina. Davanti a noi c è una villa gigantesca. Non riesco a credere che qui abitano i genitori di Serena. "Grande eh?" Sospira bussando al campanello.
"Gigante direi " sorrido posando un braccio sulla sua spalla.
Entriamo in casa.

Il vero amore ||Dear jackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora