FRANCESCO'S POV
"Francesco." Una voce familiare rimbomba alle mie spalle. Mi volto e vedo mia mamma. Ha un viso triste rispetto al solito. Per essere qui deve essere successo qualcosa,non viene spesso a farmi visita.
"Mamma." Sorrido aprendo la porta di casa."Vieni dentro." La invito.
I vestiti sul pavimento, la polvere presente nella stanza sono l'unica cosa che vedo.
"Cos'è tutto questo disordine?" Chiede e scruta con lo sguardo il salotto.
"Lascia perdere." Dico ricordandomi delle condizioni in cui ero una settimana fa. "Piuttosto tu che ci fai qua?" Chiedo spostando le lattine di birra dal divano.
"Fumi ancora? " Chiede guardando i residui delle varie sigarette sul pavimento.
"Sì,ma non cambiare discorso." Dico annoiato dalla piega che sta prendendo il discorso.
"Io e tuo padre ci siamo separati." Dice distogliendo lo sguardo dal mio. Sento un dolore all'altezza del petto,hanno sempre avuto problemi ma non pensavo così gravi. Stringo la mano attorno al cuscino del divano. Sono triste e arrabbiato,voglio restare solo.
"Va via." Dico con tono molto arrabbiato." Sono le due di notte cazzo potevi evitare di venire." Dico stringendo I denti dalla rabbia.
"Gia sai di quello che ha combinato tuo padre in passato." Dice allontanandosi da me. Certo che lo so, come potrei dimenticare i loro litigi per colpa sua.
"Vi amavate." Dico. Non so se era così ma io sono sempre stato sicuro di questo.
"Sì Fra, ma non negli ultimi mesi." Dice tentando di calmarmi.
"Hai trovato un altro? " Chiedo con rabbia in corpo.
"No. " Risponde secca. "Tu perché hai ridotto la casa così? " chiede riguardandosi intorno.
"Avevo lasciato Serena e non avevo voglia di fare un cazzo. "Rispondo.
"Non farla soffrire." Dice. Queste parole me le hanno dette troppe persone.. non sopporto più che tutti mi ricordino che ha sofferto per colpa mia, già ho abbastanza rimorsi da parte mia,non ho bisogno che gli altri me lo ricordino.
"Mi fai il piacere di andartene? Per favore. " Dico trattenendo la voglia di spaccare qualcosa davanti ai suoi occhi.
"Vabbene." Dice andando verso la porta di casa. "Quando vorrai parlare me lo dirai." Dice ed esce dalla casa..
Mi alzo dal divano e comincio a camminare avanti e indietro per il corridoio. Prendo a calci le lattine sul pavimento. Non posso chiamare Serena perché è tardi ed era ubriaca.
Vado in cucina e apro il frigo. È completamente vuoto, merda. Dovrebbe essere nel mobile in salotto. Vado in salotto e apro il mobile. Trovo ciò che voglio: una bottiglia di whisky che presi da quello stronzo di mio padre. Ritorno in cucina e prendo un bicchiere. Verso il liquido al suo interno e porto il bicchiere alla bocca. Il sapore amaro del whisky nella mia gola mi fa rilassare anche se non del tutto. Continuo a bere..bicchiere dopo bicchiere..non sono più lucido, vedo appannato e sento che sto per vomitare. Cerco di trovare il bagno, non capisco più niente.. trovo la porta del bagno entro subito e comincio a vomitare nel gabinetto. Non ricordavo fosse così brutto ubriacarsi. Prima di conoscere Riccardo lo facevo spesso ma non mi sono mai sentito così. Avrei bisogno di lei qui..mi avrebbe evitato di bere se fosse stata qua. Vorrei stare dentro di lei ora così tutte le preoccupazioni svanirebbero.
La bottiglia di whisky è finita. L' ho bevuta tutta. Mi sento uno schifo. Mi stendo sul letto cercando di calmarmi...respiro e ispiro. Chiudo gli occhi. Dopo poco riesco a dormire fortunatamente.Sono in camera mia le luci sono spente, mia madre è a dormire. Resto con gli occhi aperti nel letto cercando di prendere sonno. Improvvisamente il campanello suona. Sento dei passi, quelli di mia madre, poi il rumore della porta. Poi una voce rompe il silenzio.
"A quest ora ti ritiri? " Urla mia madre."I tuoi figli non possono avere un padre come te che si ritira tardi e ubriaco tra l altro." Continua mantendo il tono di voce alto.
"Dai sta calma rilassati." Dice mio padre con una voce strana..
Non capisco cosa sta succedendo perciò decido di sbirciare dalla porta. Vedo mia mamma davanti a mio padre..litigano e io non posso intervenire. Mio padre si avvicina sempre di più a mia madre che è sempre più impaurita. Lo guarda con il terrore stampato negli occhi.
"Io faccio quel che voglio tu non mi puoi comandare chiaro?" Dice mio padre e le da uno schiaffo talmente forte che cade a terra piegata dal dolore..
"Mamma." Mi sfugge guardando mia madre a terra sul pavimento..
"Tu vá a dormire, non sono cose che ti riguardano." Dice mio padre avvicinandosi a me. "Chiaro? " lo guardo con l' aria da bambino innocente che sono. Si continua ad avvicinare a me.. ha in mano un oggetto di legno..non so che sia...so solo che vuole colpirmi. Stringo gli occhi...Apro gli occhi..mio padre non c è più sono sul mio letto, sudato. Non so che ore siano. Sblocco il telefono che avevo appoggiato sul comodino e vedo l orario. Sono le 9:30. Tra mezz ora devo stare da Lorenzo. Quell incubo....ricorre ogni volta che so che i miei genitori litigano. Ho sempre paura che accada come quella volta. Mia mamma mi ha confermato che solo quella volta mio padre le ha alzato le mani addosso. Ne sono sicuro che sia stato solo quell'episodio, perchè dopo quella sera non è successo piu nulla erano d'amore e d'accordo e ogni tanto litigavano. Resta il fatto che per la separazione dei miei genitori sto soffrendo, anche molto. Mi guardo allo specchio,ho delle occhiaie rosse sotto gli occhi. Ho nausea di tutto ciò che vedo..tranne che delle sigarette. Mi aiutano a rilassarmi e non far tornare la rabbia che mi è venuta ieri sera. Indosso un jeans e una t-shirt nera e scendo di casa. Mentre esco di casa noto la bottiglia di whisky rotta per terra..devo aver bevuto molto ieri sera. E soprattutto ero molto arrabbiato per sfrantumare la bottiglia sul pavimento.
Entro in macchina e mi immetto in strada..ho bisogno di vederla, o almeno sentire la sua voce.
Arrivo a casa di Lorenzo e parcheggio la macchina. Prima di scendere chiamo Serena. Il telefono squilla varie volte ma non risponde. Starà ancora dormendo.
Esco dalla macchina e attivo le sigure. Mi dirigo verso l ingresso e busso alla porta. Mi apre Riccardo che è indaffarato a leggere un foglio Che tiene tra le mani.
"Hei brò." Dice guardandomi e mettendo una mano sulla mia spalla.
"Ciao." Dico con tono aspro. Oggi non ho voglia di fare niente.
"Successo qualcosa? " Domanda guardando suo fogli.
"No." Mento. "Sere dormiva ancora? " Chiedo curioso di sapere perché la mia ragazza non risponde al telefono.
"No. Mia mamma l ha fatta licenziare dal lavoro pensando che sarebbe andata in America con lei quindi ora deve trovare un altro lavoro. Ha litigato di nuovo a telefono con lei stamattina." Mi spiega sedendosi sul divano del salotto.
"Ah." Ciò non cambia il fatto che non risponde a telefono. "Perchè non mi risponde? " Chiedo avvicinandomi al camino davanti al divano e guardando gli oggetti appoggiati al marmo.
"Non lo so. Non avrà portato il telefono." Sbotta.
"Ah vabbene." Faccio finta che non sia importante anche se per me lo è.
Riccardo alza lo sguardo verso il mio e mi guarda sbigottito.
"Hai bevuto? " Chiede facendo cadere il foglio sulle cosce.
"Sì. " Rispondo sincero. Si capisce solo a guardarmi e a sentire l odore di alcol che proviene da me.
"Perchè? " Domanda continuando a guardarmi. Distolgo lo sguardo.
"I miei si sono separati." Dico stringendo I pugni e ispirando.
"Oh." Dice guardandomi e avvicinandosi a me. Allarga le braccia e mi stringe in un abbraccio.Quell' abbraccio mi conforta, lui è il mio migliore amico, mi ha aiutato molto non saprei come ringraziarlo.
"Voglio vederla ,Riccardo." Sussurro con le lacrime agli occhi. Non mi piace farmi vedere debole agli occhi degli altri , ma in questo caso non riesco ad essere forte. Sento il mondo crollarmi addosso. L'unica persona che può calmarmi non ha una cazzo di suoneria al telefono e non mi risponde. Che le costerebbe mettere la suoneria ?
"Dopo vieni a casa con me. Ora suona e ti distrai. " Dice staccandosi dall'abbraccio.
"Nemmeno di quello ho voglia." Sbotto. Mi siedo sul divano.
"Ah bene." Dice."Francesco se tu non suoni siamo persi." Continua con tono di rimprovero.
"Lo so Riccardo, lo so." Dico consapevole.
"Venite iniziamo." Dice Alessio penetrando nella stanza.
"Okkey." Sussurra Riccardo scendendo di sotto.
"Francesco." Mi blocca Alessio prima che scenda.
"Sì? " Domando annoiato.
"Scusa per il fatto di Serena, ti giuro
sono pentito. Vorrei tanto legare con te come con gli altri." Dice sorprendendomi. Beh questa mi è nuova.
"Sarà difficile." Dico sicuro.
"Lo so." Mormora." Ma potremmo provare. Siamo molto simili di carattere,magari potremmo passare del tempo insieme. Farebbe bene alla band se fossimo più uniti." Dice. Non posso affrontare questa questione ora.
"Alessio, poi si vedrà." Sbotto."Andiamo a provare." Dico scendendo verso la taverna della casa di Lorenzo.
È più spaziosa rispetto al garage di Riccardo soprattutto per provare. Devo concentrarmi sulla musica. Entrare ad Amici non sarà facile. Prendo la chitarra tra le mani e comincio a strimpellarla.
Proviamo molte canzoni e per fortuna sto riuscendo a distrarmi.
Sulle parole di 'Anima Gemella' penso alla mia anima gemella di cui non ho notizie. Appena la vedo le faccio un discorso sulle suonerie del telefono, magari metterá una suoneria e quando avrò bisogno di lei sentirò la sua voce invece di dei 'bip' o la solita voce del cazzo 'Risponde la segreteria telefonica del numero blablablabla". Odio non poterla sentire.
Finiamo di suonare e saliamo di sopra per una pausa.
Il mio telefono squilla. FINALMENTE.
'Chiamata in arrivo da "Amore mio" ' non ne potevo più di aspettare. Posso finalmente sentire la sua voce.
"Pronto." Una voce che non sembra quella della mia ragazza proviene dal telefono.
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Il vero amore ||Dear jack
Fiksi PenggemarLa vita di Serena non è mai stata così difficile. Problemi d'amore, segreti, bugie e qualcosa di ancora più grande la sconvolgeranno. Ma solo una persona riuscirà ad aiutarla. Per lei esiste solo lui e così sarà per sempre. In questa storia si alter...