Sixth Shade [R]

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«Agathe!»

La voce disperata di Lara la raggiunse dal prato dove la sua amica stava sdraiata scompostamente, a braccia e gambe larghe e con i capelli scompigliati dal suo perpetuo dimenarsi. Il cielo, coperto di nuvoloni scuri, brontolò, ma nemmeno il tuono bastò a coprire il tono lamentoso della diciassettenne

Agathe, che già immaginava cosa l'amica stesse per dire, chiuse gli occhi, reclinò indietro la testa e maledisse in cuor proprio il lunedì.

«Lara» rispose in tono incolore.

«Will, sono in un mare di guai» si lamentò Lara. «La relazione di fisica, ho dimenticato la relazione di fisica! Non ho scritto neanche una riga!»

L'altra frugò nella borsa e ne tirò fuori una cartellina. «Te l'ho scritta io».

Lara la fissò con gli occhi sgranati per qualche istante, poi scattò in piedi e le saltò al collo.

«Grazie Will, grazie, grazie, grazie!» strillò.

Agathe se la staccò di dosso con una certa fatica. «Niente ringraziamenti, Lara, perché è l'ultima volta» disse in tono severo. «Aiutarti va bene, fare i compiti al posto tuo no: quest'anno abbiamo gli esami, cerca di studiare con un po' più di regolarità!» la pregò.

«Promesso» rispose Lara: prese la cartellina e iniziò a copiare la relazione a tutta velocità.

«Chissà perché ma non riesco a crederci» bofonchiò Agathe tra sé. «A proposito, ti ricordo che abbiamo – anzi, hai – un saggio da scrivere per domani e che oggi pomeriggio dobbiamo tornare qui per fare le ricerche che ti servono, quindi è inutile che protesti, capito?»

Lara sbuffò. «Capito» borbottò, sempre intenta a copiare il testo che le aveva dato Agathe. «Adesso però parliamo di cose serie» riprese in tono più vivace; s'interruppe per un istante e lanciò uno strana occhiata all'amica. «Lo sai che non mi hai detto cos'è successo tra te e quel Prescott, l'altra sera?»

Agathe le rivolse un lungo sguardo a metà tra il perplesso e il sospettoso.

«Che razza di domanda è?» rispose infine. «Non è successo niente tra me e... lui».

«Forse no, ma avete ballato per un'ora, nascosti in un angolo, vicini vicini, senza scambiare una parola... e lui è uno studioso, un filantropo e anche un ottimo partito» replicò Lara, scimmiottando sua madre per prendere in giro Agathe. «E tu non balli mai» sottolineò subito dopo.

L'altra represse un sorriso all'imitazione di Vivienne. «Sciocchezze» tagliò corto. «Lo sai che invece tu non mi hai più detto com'è andata venerdì sera con Tom?»

Lara arrossì appena. «Abbiamo solo ballato!» disse precipitosamente.

«Proprio come me e Prescott» rispose Agathe. Incrociò le braccia e inarcò un sopracciglio. «Comunque, se proprio ci tieni a saperlo, ci ho ballato solo perché quell'idiota di Noah non voleva saperne di lasciarmi in pace: voleva trascinarmi in pista a tutti i costi e Prescott gli ha detto che non poteva perché io avevo già promesso di ballare con lui». La ragazza alzò gli occhi al cielo e scosse la testa di fronte all'espressione dell'amica. «E no, non era affatto vero: se l'è inventato sul momento per salvarmi dalle grinfie di quel cretino!» aggiunse, anticipando la domanda dell'altra.

«È stato molto cavalleresco» disse Lara dolcemente.

«Addirittura?» replicò Agathe. «Non sono poi così male come ballerina!» si lagnò.

«Oh, Agathe, smettila. Sai bene cosa intendevo!» la rimproverò l'altra.

«Perché invece di parlare di me e Prescott – che è come parlare del nulla – non parliamo di te e Tom?» la provocò Agathe. «Quand'è che ti deciderai a fare qualcosa? Quel povero ragazzo è troppo timido per avere il coraggio di fare il primo passo!»

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