Richard mollò penna e occhiali sulla scrivania e si strofinò gli occhi con un gesto stanco.
Dopo uno spuntino veloce con cui aveva sostituito la cena, si era messo alla scrivania per dedicarsi un po' alla revisione del materiale per il suo nuovo libro, attività che un paio di mesi prima si era visto costretto a sospendere per dedicarsi ad alcuni problemi che erano sorti con l'agenzia di assicurazioni di cui era proprietario e alcune riunioni impreviste alla casa editrice. Per questo, trovatosi finalmente ad avere del tempo da dedicare a quell'incombenza e la giusta disposizione d'animo, si era buttato a capofitto nell'enorme mole di dati da ricontrollare.
Dopo un'intera serata trascorsa a leggere, evidenziare e annotare, però, l'uomo sentì il bisogno di una pausa. Si stiracchiò e lanciò un'occhiata fugace all'orologio che portava al polso: le undici erano passate da pochi minuti e lui aveva lavorato senza sosta per quasi quattro ore. Pensando che forse sarebbe stato meglio andare direttamente a dormire, Richard si liberò della giacca e passò per il bagno, poi la sete lo costrinse a scendere in cucina per bere un po' d'acqua.
Aveva appena posato il bicchiere vuoto nel lavandino quando un forte rumore lo fece sobbalzare.
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In barba al cancello chiuso, Agathe era riuscita comunque a entrare nella proprietà di Prescott; messa a tacere la parte del suo cervello che parlava con la voce di Evan ("Diamine, questa è violazione di domicilio! Si può sapere che hai in testa?") aveva marciato su per il prato fino alla veranda e si era appoggiata a una delle colonne in legno, con le braccia incrociate e gli occhi fissi sulle finestre buie: era sicura che a un certo punto Richard sarebbe passato da quelle parti ed era disposta ad aspettare anche tutta la notte, se necessario.
Per sua fortuna, l'attesa non fu lunga; dopo dieci minuti le finestre a sinistra della porta si illuminarono e Agathe si spostò appena per sbirciare oltre i vetri senza essere notata. Silenziosa e immobile, vide Richard bere dell'acqua e strofinarsi il collo con una mano, del tutto ignaro della sua presenza.
Ancor più irritata dalla tranquillità dell'uomo, Agathe fece due passi verso la finestra più vicina e batté il palmo sul vetro con tanta violenza da far tremare l'intero infisso. Con un senso di perversa soddisfazione osservò l'uomo fare un gran salto, spaventato dal rumore, e voltarsi di scatto verso la finestra. Gli occhi di Richard si sgranarono quando scorsero la ragazza e il suo cipiglio furioso oltre il vetro; Agathe lo vide scappare a tutta velocità dalla stanza e, pochi secondi più tardi, la porta sul retro si aprì.
Senza degnarlo di uno sguardo, Agathe gli piantò un gomito nello stomaco, lo spostò di peso dal proprio cammino e marciò in cucina, tallonata all'istante dal padrone di casa.
«Miss Williams...» esordì quest'ultimo, ancora sbigottito.
«Niente "Miss Williams"!» berciò lei. Afferrò la propria borsa e gliela tirò dritto nello stomaco. «Stupido damerino tronfio dei miei stivali, immagino si sarà divertito, pensando a questa sciocca ragazzina che prendeva sul serio la sua sfida...» si sfilò una scarpa e mirò alla testa dell'uomo, che schivò la calzatura per un soffio, «...solo per trovarsi di fronte un cancello chiuso!» concluse mentre gli lanciava dietro l'altra scarpa e lo centrava alla spalla.
Richard era ancora senza parole. Sì, era vero che quel mattino l'aveva stuzzicata e provocata con quell'invito del tutto fuori luogo, ma per quanto una parte di lui sperasse che Agathe accettasse, non avrebbe mai pensato che si sarebbe presentata davvero; per questo aveva subito bollato l'idea come irrealizzabile e il pensiero gli era scivolato via dalla mente in poco tempo.
Agathe scandagliò la cucina con gli occhi e, prima che potesse trovare qualche altro oggetto contundente da scagliargli contro, Richard fece l'unica cosa che gli venne in mente: coprì rapido la distanza che li separava, la spinse contro il mobile più vicino e schiacciò la bocca su quella di lei.
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99 Shades of...
Romance[STORIA REVISIONATA] In un mondo come quello moderno, in cui l'unicità di ogni persona rappresenta un Universo a sé, le cose non sono mai o bianche o nere. Eppure, è così che appaiono Richard e Agathe: lui, ormai un uomo fatto, algido, composto, più...