Eleventh Shade [R]

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Per una volta la pioggia era talmente sottile da essere quasi impalpabile e gli studenti della St. Margaret ne approfittarono per avventurarsi fuori dalla scuola senza aprire gli ombrelli.

«Venerdì è stato divertente» decretò Lara, avanzando a lunghi passi oltre il cancello dell'istituto e lungo la strada, riferita alla serata che aveva passato al cinema insieme ad Agathe e altri compagni. «Questa settimana che facciamo?»

Thomas si strinse nelle spalle, indeciso. «Una pizza? Magari ce ne andiamo a Londra e, se volete, possiamo imbucarci in qualche locale alla moda».

Agathe e Lara si scambiarono un'occhiata.

«Non lo so, Tom» disse la prima. «Io e Lara siamo riuscite a entrare al Luxury, quasi due mesi fa, e...»

«E...?» la incalzò il ragazzo.

«Non lo so. Non è stato poi granché» ammise Agathe con una scrollata di spalle. «Voglio dire, è un bel locale e tutto, ma non è stato niente di speciale. E poi tra qualche giorno è Halloween e tuo padre sta organizzando la festa a casa vostra... no?» aggiunse, rivolta a Lara.

L'altra ragazza annuì. «È già praticamente tutto pronto» confermò.

«Per me possiamo anche restare a Hersham: giovedì è Halloween e credimi, Thomas, le feste dello zio Damon sono epiche... saremo morti per i successivi due giorni, quindi magari possiamo vederci ma senza scomodarci ad arrivare fino a Londra. Se va anche a voi, è ovvio» disse Agathe.

«Per me va bene» acconsentì il ragazzo.

«Anche per me» decretò Lara. «E visto che ne stiamo parlando, mi raccomando i costumi per la festa!»

«Lo sappiamo, mezza tedesca» rispose Agathe, alzando gli occhi al cielo.

Thomas corrugò la fronte. «È davvero così importante?»

Le due ragazze si immobilizzarono sul marciapiede e gli rivolsero un identico sguardo sbigottito, le bocche semiaperte.

Agathe fu la prima a riprendersi.

«Accidenti, pescetto, è vero: Tom non è mai stata a una delle feste dello zio!» esclamò.

«Non – chiamarmi – pescetto» ringhiò l'altra, inferocita: detestava quel soprannome che suo padre e la sua migliore amica le avevano affibbiato quando aveva undici anni, durante una vacanza al mare.

Agathe la ignorò. «Allora, Tom, per le feste di Halloween e Carnevale la regola è che i costumi non possono essere banali o alla meno peggio: devi mascherarti come si deve. Lo zio è davvero irremovibile su questo punto» lo informò. «Se vuoi posso darti una mano...»

«Magari» rispose Thomas, riconoscente.

«Will, mi presti gli appunti della lezione di oggi di Davenport?» chiese Lara.

«Sì, certo...». Agathe frugò per un po' nella borsa prima di lasciarsi sfuggire un gemito di fastidio. «Non è possibile, andiamo!»

«Cosa?» chiesero Lara e Thomas, in coro.

«Ho dimenticato un libro a scuola!» spiegò stizzita la ragazza, porgendo un quaderno a Lara.

«Puoi sempre riprenderlo domani, non credo che qualcuno te lo ruberà» disse la sua migliore amica con una scrollata di spalle.

«Quel libro mi serve, devo finire una ricerca» brontolò l'altra. «Mi tocca andarci adesso, a riprendermelo, sperando che mi aprano!»

«Vuoi che veniamo con te?» chiese Thomas.

«No, non vi preoccupate, andate pure a casa» rispose Agathe. Si sistemò meglio la borsa sulla spalla e girò sui tacchi per tornare indietro. «Ci vediamo domani!»

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