Twenty Seventh Shade [R]

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Richard era annoiato come non gli capitava da settimane.

Dopo quell'ultimo, penoso incontro con Agathe si era rinchiuso in casa con la scusa di lavorare, ma Damon – che aveva fiutato all'istante l'enormità di quella bugia – dopo soli due giorni decise che il suo migliore amico aveva bisogno di uscire e, nonostante le sue proteste, lo trascinò quasi di peso fuori di casa per portarlo a Londra.

In quel momento, seduto in un ristorante del centro, Richard fece scivolare lo sguardo lungo i numerosi posti ancora vuoti al loro tavolo e si chiese cosa diavolo avesse organizzato Damon. Una rimpatriata con dei vecchi amici delle superiori o del college? O magari aveva invitato una mezza dozzina di belle donne, sperando di risollevargli il morale? No, quello era più da Alan... eppure Damon, quando voleva, sapeva fare molto peggio del loro amico giornalista.

«Si può sapere chi stiamo aspettando?» sbuffò contrariato dopo oltre un quarto d'ora d'attesa.

«Lo vedrai tra poco» rispose placido Damon. «Ah, eccoli!» aggiunse subito dopo, alzandosi.

Richard sollevò lo sguardo e per poco non gli venne un infarto: di fronte a lui c'era schierata l'intera famiglia Williams, con Lara, Myra e Séline al seguito.

Quando Agathe scorse lo storico il suo volto si modellò in una smorfia arcigna ma, a parte questo, la ragazza non diede segno di averlo visto: si liberò del soprabito e andò a sedere il più lontano possibile da lui, seguita a ruota da Lara.

Richard, sbrigato il rito dei saluti con il minimo della cortesia, tornò a sedere accanto a Damon e si rimproverò tra sé di non avergli mai raccontato la verità: se il suo migliore amico avesse saputo tutta la storia, di sicuro avrebbe evitato di trascinarlo a una cena proprio con Agathe e l'intera famiglia di lei.

Le chiacchiere degli altri riempirono l'aria, concedendo ai due uomini un po' di privacy.

«Perché diavolo mi hai portato qui?» ringhiò sottovoce Richard all'indirizzo dell'amico.

«Perché avevi bisogno di uscire» replicò Damon. «Penelope è spassosa da morire e anche Evan, quando si lascia andare un po'. Vedrai che ti divertirai».

Per nulla convinto, Richard rimase in silenzio fino alla fine della prima portata; di tanto in tanto azzardava un'occhiata speranzosa ad Agathe ma senza successo visto che la ragazza, da parte sua, lo ignorava completamente. La sua unica consolazione fu che, almeno per quanto poteva vedere, la ragazza aveva rimesso su un pochino di peso, anche se era ancora troppo pallida e smunta.

Mentre aspettavano la seconda portata, tuttavia, Penelope manifestò il desiderio di prendere una boccata d'aria fresca e ordinò a Richard di accompagnarla. L'uomo, controvoglia, acconsentì... non senza un'occhiata decisa da parte della stessa Penelope, che gli comunicava al di là di ogni possibile dubbio che non avrebbe accettato un rifiuto.

Non appena furono fuori, lontani da occhi indiscreti, la vecchia signora gli rivolse uno sguardo bramoso.

«Fumi, Prescott?»

Richard, che non si aspettava quella domanda, rimase interdetto per un attimo, poi scosse il capo in segno di diniego.

«Oh, non è possibile che siate diventati tutti salutisti!» gnaulò Penelope. «Mio nipote non mi permette neanche di avvicinarmi a una sigaretta e quella tiranna di Gloria me le ha sequestrate tutte!»

«Si preoccupano per la sua salute» disse meccanicamente Richard.

Penelope incrociò le braccia. «Ho novant'anni e se voglio fumare una sigaretta, posso permettermi di farlo!». Tacque per un attimo, pensierosa. «In fin dei conti, quella che non sta bene è la mia bisnipote, non io». Rivolse un'occhiata scaltra a Richard. «Non avete ancora fatto pace?»

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